Gli scenari geopolitici in Medio Oriente
subiscono rapidi cambiamenti con nuovi fattori emergenti sullo
scacchiere regionale. La politica estera di Cairo compie una nuova
svolta. E’ stato annunciato di recente che l’Egitto riceverà un milione
di barili di petrolio al giorno dall’Iraq. L’Arabia Saudita aveva
informato l’Egitto che l’invio di prodotti petroliferi attesi secondo
l’accordo per aiuti da 23 miliardi veniva sospeso a tempo indeterminato,
suggerendo una spaccatura profonda tra i due Paesi.
D’ora in poi,
l’Egitto avrà il petrolio di cui ha bisogno a un costo inferiore a
quello saudita. Il Presidente egiziano al-Sisi ha respinto gli sforzi
dei sauditi per rovesciare il regime di Bashar Assad, ed inoltre
raggiunge l’ex-presidente yemenita Ali Abdullah Salah e i suoi alleati
Huthi che l’Arabia Saudita combatte dal marzo 2015. Cairo ha aperto i
canali diplomatici con il filo-iraniano Hezbollah libanese, che combatte
al fianco del Presidente Assad in Siria contro i gruppi ribelli
supportati da Riyadh. L’Iraq fornirà all’Egitto 1 milione di barili di
petrolio di Bassora ogni mese. L’accordo prevede l’estensione di un
oleodotto dall’Iraq all’Egitto attraverso la Giordania.
A dicembre, il
ministro del petrolio iracheno, Ali al-Luyabi, incontrava i capi delle
grandi compagnie petrolifere e gasifere di Cairo, invitandoli a
contribuire allo sviluppo industriale del suo Paese. L’Egitto addestra
quattro unità dell’esercito iracheno sulla guerra al terrorismo, alla
luce del riavvicinamento tra Egitto e asse iracheno-iraniano nella
regione. Ed anche dovrebbe inviare truppe in Siria nei prossimi giorni
per sostenere il cessate il fuoco proposto da Russia, Iran e Turchia. E’
stato riportato che un’unità dell’esercito egiziano verrebbe schierata
in Siria questo mese.
Lo scorso ottobre, il capo dell’ufficio della
Sicurezza Nazionale siriana Ali Mamluq visitava Cairo incontrando Qalid
Fuzy, il capo dell’intelligence generale dell’Egitto. Le parti hanno
deciso di coordinarsi politicamente e rafforzare la cooperazione nella
“lotta al terrorismo”. L’Egitto è un Paese a maggioranza sunnita. Il suo
aperto sostegno alla coalizione della Russia in Siria è una svolta di
fondamentale importanza. smentendo l’interpretazione settaria del
conflitto in Siria.
Middle East Observer cita Nziv Net, sito vicino all’intelligence israeliana, dire che “l’Egitto ha inviato un gruppo di ufficiali in Siria, per la prima volta da quando i rapporti furono congelati da Mursi”. Lo scorso dicembre, Ibrahim Ishayqir al-Jafari, ministro degli Esteri iracheno, invitava l’Egitto a partecipare a “un piano strategico di lotta al terrorismo” comprendente l’Iran. A settembre, il ministro degli Esteri egiziano Samih Shuqry s’incontrava per la prima volta con l’omologo iraniano Jawad Zarif, durante la visita a New York per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ad ottobre, l’Egitto sosteneva l’azione russa alle Nazioni Unite per un cessate il fuoco in Siria.
La mossa fece arrabbiare l’Arabia Saudita che sospese
l’invio di petrolio al Cairo. Il Presidente egiziano Abdalfatah al-Sisi
affermò pubblicamente il suo sostegno alle forze del Presidente siriano
Bashar al-Assad. Le relazioni tra Russia ed Egitto crescono. Nel
febbraio 2015, l’Egitto firmò un accordo importante per la creazione
della zona di libero scambio con l’Unione economica eurasiatica della
Russia. Il progresso nella cooperazione militare è tangibile.
Gli
accordi per le armi che l’Egitto ha firmato con la Russia ammontano a 5
miliardi di dollari nel 2015, includendo 50 aerei da combattimento
MiG-29M, sistemi di difesa aerea a lungo raggio Buk-M2E e Antej-2500 e
circa 50 elicotteri Ka-52K per le nuove navi d’assalto anfibio classe Mistral
che l’Egitto ha acquistato in Francia. Le navi riceveranno elicotteri
ed elettronica originariamente previsti dai russi. I due Paesi hanno
firmato diversi accordi per la ristrutturazione degli impianti di
produzione militare dell’Egitto.
Un protocollo fu firmato per concedere
l’accesso dell’Egitto al GLONASS, il sistema di posizionamento
satellitare globale russo. A settembre, il ministro della Difesa Sadqy
Subhy visitava la Russia per discutere le questioni relative a maggiori
rapporti sulla sicurezza a lungo termine. Lo scorso ottobre, i militari
svolsero un’esercitazione congiunta.
L’Egitto è il Paese più popoloso del Nord Africa e del mondo arabo, il terzo più popoloso dell’Africa e il 14.mo più popoloso del mondo. L’anno scorso, la popolazione del Paese raggiunse i 92 milioni. Il suo cambio politico è ben motivato. Cairo combatte lo Stato islamico nella penisola del Sinai. Gli aspri combattimenti arrivano di rado ai media, ma lo SI è una grave minaccia per l’Egitto, che può colpire l’Egitto anche dalla Libia.
La presenza dello SI in Libia avvicina Egitto e Algeria dato che
le due grandi nazioni affrontano la stessa minaccia. L’alleanza Iran,
Iraq, Russia e Turchia può includere anche l’Algeria. In risposta alla
crescente minaccia, Algeri rafforza i legami con Mosca, ed ha
recentemente acquistato 14 caccia Su-30MKA e 40 elicotteri d’attacco
Mi-28 “Night Hunter” dalla Russia.
Lo scorso febbraio, Russia e Algeria
tracciarono il percorso per approfondire la cooperazione economica e
militare, durante la visita del Ministro degli Esteri russo Sergej
Lavrov in Algeria. La cooperazione della Russia con Egitto, Algeria e
altri Paesi del Medio Oriente e Nord Africa riflette la crescente
influenza di Mosca nella regione.
Con il processo di Astana che fa
progressi, altri attori grandi e influenti come Siria, Iraq, Egitto e
Algeria possono aderire alla nascente coalizione tra Russia, Iran e
Turchia portando la regione Medio Oriente-Nord Africa (MENA) ad
affrontare cambiamenti ampi e radicali.
Peter Korzun, SCF 30/01/2017
La ripubblicazione è gradita con riferimento alla rivista on-line Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Nessun commento:
Posta un commento