Una relazione sulla sicurezza nazionale
adottata dal Gabinetto dei Ministri bulgaro è stata appena trasmessa ai
legislatori per essere esaminata. Deve ancora essere discussa dal
comitato del Parlamento e dalla sessione plenaria. Il documento ha
definito la Russia uno dei principali rischi per la politica estera.
Questa è la prima volta che un governo bulgaro dichiara apertamente la
Russia una minaccia per la sicurezza nazionale del paese. Secondo il
documento firmato dal Primo Ministro Bojko Borisov, “le azioni della
Russia sono fonte di instabilità regionale e minacciano anche il nostro
obiettivo fondamentale di un’Europa unita, libera e pacifica”.
La
crescita della presenza navale russa è considerata una questione di
particolare preoccupazione. Il Partito Socialista bulgaro,
all’opposizione, così come molti deputati di altri partiti, non sono
d’accordo con questa conclusione, dicono che il governo è soggetto a
sentimenti antirussi.
Il 30 luglio Bojko Borisov ha detto [in inglese]
che voleva “costruire relazioni normali e pragmatiche” con la Russia.
Incontrando il presidente greco Alexis Tsipras il 6 settembre, ha
dichiarato che la Bulgaria dovrebbe diventare un ponte per rammendare i
rapporti tra l’UE e la Russia.
Sembra che le sue parole non
corrispondano alle azioni, visto che il testo del documento presentato
al Parlamento non ha niente a che fare con la cooperazione pragmatica o
l’appianamento delle divergenze. Il governo segue servilmente la posizione della NATO e degli USA, e l’1 agosto ha sostenuto [in inglese] l’accesso della Macedonia nella NATO col trattato di amicizia firmato in quella stessa data.
Ma non è solo il governo di Borisov: non
importa chi guida il governo, il paese sta gradualmente assumendo una
posizione ostile contro la Russia.
La Bulgaria sta lavorando per rafforzare
i sistemi di difesa nazionali, inclusa la spesa del 2 per cento del PIL
sulla difesa, obiettivo fissato per tutti i membri della NATO.
Durante la riunione dei capi della
Difesa della NATO il 15-16 febbraio, il governo ha dato il via libera
alla partecipazione della Bulgaria ad una pattuglia permanente
dell’Alleanza nel Mar Nero. Si è deciso di rafforzare la posizione aerea
e terrestre della NATO nella regione del Mar Nero. La partecipazione
della Bulgaria è il risultato di accordi raggiunti durante il vertice
NATO di Varsavia nel 2016.
Questa presenza della NATO nel Mar Nero è
guidata da una brigata romeno-bulgara, che costituisce l’ossatura di
una grande formazione delle forze NATO.
La Bulgaria ospita i caccia americani F-15E. Gli aerei hanno condotto voli di perlustrazione [in inglese]
assieme all’aeronautica bulgara da settembre scorso. Il dispiegamento
di aeromobili americani nella regione è una mossa molto preoccupante,
perché la missione di pattuglia aumenta notevolmente il rischio di un
incidente – una scintilla che può dare il via ad un grande incendio. Il
presidente Putin ha avvertito la NATO [in inglese] sulle conseguenze alle quali potrebbe condurre una tale politica.
Poiché l’80 per cento delle esportazioni
e importazioni bulgare transitano sul Mar Nero, e il turismo
contribuisce notevolmente all’economia del paese, l’aumento della
militarizzazione marittima potrebbe avere un diffuso impatto economico
negativo in caso di incidenti o scontri.
Sofia ha un ruolo speciale da svolgere
nei piani della NATO per rafforzare la sua presenza militare nel Mar
Nero. La base militare americana di Novo Selo ospita truppe americane e
della NATO.
L’accordo di cooperazione sulla difesa del 2006 ha
consentito agli Stati Uniti l’accesso e l’uso condiviso di tre basi
militari bulgare, due anni dopo l’ingresso della Bulgaria nella NATO.
L’accordo ha segnato la prima volta in cui delle forze straniere sono
state autorizzate ad utilizzare strutture militari bulgare. Secondo
l’accordo, gli Stati Uniti possono dispiegare fino a 2.500 truppe a Novo
Selo.
La struttura può ospitare fino a 5.000 militari durante le
esercitazioni congiunte con gli alleati della NATO, e ci sono dei piani
per aggiungere una zona di atterraggio per elicotteri e un edificio per
le operazioni aeree. La base dovrebbe essere capace di ospitare i carri
pesanti statunitensi, inoltre a Sliven o Plovdiv verrà costruita un’area
di supporto per la manutenzione dei mezzi NATO.
La Russia deve reagire in vista della
massiccia militarizzazione della regione tra tensioni elevate. In
risposta alla crescente presenza della NATO, la Russia ha messo in
servizio sistemi di difesa aerea a lungo raggio S-400 [in inglese] e sistemi antinave per la difesa costiera Bastion-P (K-300P) [in inglese]
equipaggiati con missili Oniks, in Crimea. Questi missili supersonici
che arrivano a Mach 2,6 sono altamente manovrabili, difficili da
individuare e hanno una gittata di quasi 300 chilometri.
Con l’aiuto
della stazione radar Monolith-B, il sistema è in grado di ottenere la
designazione dell’obiettivo molte miglia oltre l’orizzonte. Gli aerei
d’attacco supersonici Su-24, capaci di trasportare missili da crociera,
sono già stati schierati nella penisola, ma anche gli aeroplani russi
schierati nella regione del Caucaso settentrionale e di Rostov sono
capaci di controllare tutto il Mar Nero.
Nonostante l’atteggiamento del governo,
il 54% dei bulgari mantiene in generale la sua opinione positiva sulla
Russia. Nessuno costringe la Bulgaria a trasformarsi in un trampolino
per l’aggressione contro un paese amichevole, ma questo è ciò che il
paese sta facendo.
La retorica ostile nella relazione preparata dal
governo bulgaro guidato da Bojko Borisov è estremamente provocatoria, ma
c’è una cosa che nessun governo può fare – niente può cambiare il fatto
che i popoli russo e bulgaro abbiano legami storici e culturali.
Il
presidente russo Putin si è congratulato [in inglese]
con la sua controparte bulgara Rumen Radev per il 25° anniversario del
trattato sulle relazioni amichevoli e cooperative tra i due paesi (4
agosto), sottolineando che “le relazioni russo-bulgare hanno una storia
lunga e ricca”.
“Nel corso del tempo, esse sono rimaste
basate su legami fraterni, amicizia, affinità culturale e spirituale”,
ha detto il presidente russo. Infatti, i governi vanno e vengono, ma i
legami storici tra i popoli rimangono.
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Articolo di Alex Gorka pubblicato su Strategic Culture il 15 settembre 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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