Sono passati poco meno di cinque giorni
dai titoloni trionfalistici che riportavano una vittoria dei provax
[manco fossimo a una partita di biliardo] a seguito di un sondaggio che
lascia il tempo che trova: raddoppiati gli italiani che credono nella scienza. Dobbiamo credergli?
A giudicare dai numeri imbarazzanti annunciati dai rappresentanti della Società Italiana di Igiene, che precisano però come non si abbiano delle stime ufficiali, si apprende che solo il 10-15% degli operatori sanitari sul territorio nazionale risulta essere vaccinato.
Parliamo di una percentuale molto bassa
che imbarazza molto chi si occupa di prevenzione e di malattie
infettive, e rientra nel progetto finanziato da coloro che hanno
interesse a vendere vaccini.
Per la vaccinazione antinfluenzale si
arriva al 20%, ma non è l’influenza a destare maggiore imbarazzo. I
problemi che scaturiscono da questa situazione sono molteplici,
soprattutto in questo periodo dove la Legge 119/2017 ha creato il caos ad ogni livello nel Paese.
Sull’ipotesi se sia più necessario
auspicare in una legge che possa sancire l’obbligo per medici e
infermieri di vaccinarsi, o sperare che le sollecitazioni vengano
direttamente dalla categoria stessa, l’imbarazzata Società Italiana di Igiene
precisa che la soluzione migliore starebbe forse nel mezzo.
Una
precisazione che ha il sapore dell’impotenza di fronte a personale
sanitario molto preparato in materia.
Infatti, come abbiamo evidenziato in un nostro articolo di aprile,
i dati sulle coperture vaccinali tra i professionisti che hanno preso
parte all’ultimo sondaggio andato in scena, indicano senza ombra di
dubbio che gli operatori sanitari non si fanno intimidire dalle esigenze di mercato delle vaccinazioni.
Riteniamo altresì francamente inutile, e
ridicolo, tentare di attuare pressioni sul personale sanitario
attraverso l’obbligo vaccinale oppure tramite l’organizzazione di
convegni, finanziati profumatamente dalle industrie del farmaco, in cui
pessimi relatori [gioiellieri, grafiche pubblicitarie ammanicate,
casalinghe insoddisfatte e operatori commerciali] vorrebbero convincere a
vaccinarsi professionisti sanitari esperti e qualificati, che svolgono
quotidianamente [h 24] la loro professione a stretto contatto con i
pazienti e vedono costantemente nelle corsie d’ospedale cosa significa
una vita rovinata da un danno farmacologico [specialmente da
vaccinazione].
Purtroppo gli studi scientifici sui danni
cagionati dai vaccini ci sono, molti di essi sono estremamente
aggiornati, e ne parlano sempre molto male. Proseguire a negare
l’evidenza dei fatti è quantomeno un atteggiamento esecrabile e
criminoso.
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