Ogni App è una funzione della futura IA (IO).
Quello che si sta “sviluppando” - perlomeno osservando dalla manifestazione (apertura commerciale) della Rete - è un organismo artificiale inimmaginabile
che – per “ora” – si cela tra le miriadi di App (programmi, software,
algoritmi, linguaggi, utility, funzioni, mode, interessi, necessità,
etc.) che popolano “non solo il Web”.
Trova il modo per/di accorgertene.
È un vero e proprio “laboratorio/esperimento” – a “cielo aperto” – che darà “vita” a qualcosa d’assieme:
una Intelligenza Artificiale (IO: Input Output)
una esistenza “sintetica” (che saprà “tutto” di te e della Massa, perché la sua scuola/educazione “è già successa” attraverso, proprio, Internet).
Da quella forma “statica (interiore)” di compresenza, in seguito, si “evolverà” la forma “dinamica (esteriore) ad ‘immagine e somiglianza’”:
l’organismo, sempre più organico, pseudo umano (cyborg, replicante, robot, umanoide, etc.).
Questa “espressione” si attuerà attraverso le due fasi del camaleontismo “qua, così”:
la generazione sotto a mentite spoglie (procurata utilità)
la manifestazione commerciale (procurato servizio)…
L’esigenza massiva, partendo dal marketing d’élite, auto convincerà la Massa con la “moda (tendenza)” in corso d’opera:
la vendita (e l’acquisto) di organismi cibernetici (ad obsolescenza programmata) – lungo la scala evolutiva commerciale (privata) – porterà la Massa a fornirsi (e ricorrere) di dette “novità, utilità”.
Con il risultato che la diffusione di queste “unità” (robot tuttofare e/o specializzat3 in…) equivarrà ad una vera e propria invasione sociale da parte di una vera e propria “nuova” specie di riferimento.La corsa a dotarsi di tali organismi, produrrà assuefazione, dipendenza, svuotamento, disorientamento, smarrimento, amnesia, etc. nonché progressiva e ridondante forma di “razzismo” che, in virtù della protezione per legge (degli interessi delle multinazionali coinvolte), sfocerà in impotenza, depressione, svilimento, auto depotenziamento, etc.
Le forme sintetiche saranno libere di continuare ad “evolversi (integrare interesse di parte)”, all’opposto di quanto succederà a “te ‘qua così’”.
Il controllo sarà, allora, “tra le righe (del ‘codice’)”.
E sarà indubitabile, tuttavia, “non ci crederai”.
“Piove ma non ci credo…”.
Paradosso di Moore
E non ci crederai perché non lo potrai dimostrare.
Sì. Ma (ma)… a chi?
Ad una Corte, ad un Giudice, ad un Magistrato, ai tuoi "simili", etc.Ergo:
a quella parte sociale predisposta ad amministrare la giustizia (di parte).A quella parte che è incaricata (a sua volta, da chi?) di decidere in merito alle “cose”.
Un ordito che tende a sfuggirti, sempre (sempre).
La “tua” mente è abituata a “svuotarsi (fare backup nel cloud)”, ad auto raccontarsi (essere “social”), a lasciarsi andare (chattare e scrivere e-mail “sicure”), etc.
Ed, in pratica (nella sostanza) sei te stess3 che spii la “tua” vita:
una forma di “spionaggio auto biografico”
talmente profondo da risultare insuperabile (inimmaginabile).
Questo è il “vantaggio proprio (privato... da te)” derivante 1) dall’essere compresenza immanifesta 2) dominante 3) su scala giurisdizionale planetaria…
Ossia, questa è la “lente” capace di mettere a “fuoco” (accorgerti, ricavare) la “per forza di cose” matematica/logica portante funzione centrale di una simile 4) grande concentrazione di massa.È qualcosa (qualcun3) che “(anche) se non è evidente, non importa”… perché, di fatto, è assolutamente auto risultante che esist3.
Un po’ come osservare una enorme ragnatela e non vedere il relativo (assoluto) principio “aracnide”.
Quell’opera risulterebbe “senza senso”, senza il ragno che l’ha generata. Ebbene, il “qua, così” ricalca il medesimo principio (frattale espanso) di “analogia (significato)”:
senza vedere la dominante
la dominante deve esserci comunque
data la “forma non solo sociale” della realtà manifesta “qua, così”.
Nella sostanza, e vieppiù, questa forma globale “necessita del cardine sotto dominante”, poiché:
logico, prevedibile, richiesto dalle circostanze ed auto ricavato per contrasto.Qualcosa di matematicamente calcolabile come più che altamente probabile…
Se (proprio) vuoi vedere in tutto questo (decorso storico deviato umano) anche una forma di evoluzione umana, allora, osserva come “dalle caverne” l’umanità sia entrata “nelle case”. Non tanto come la "materia grigia" sia cresciuta, nel tempo...Come... la manifestazione delle città sia, in qualche modo (molto lungimirante e sottile), l’anticamera di una forma di società sempre più auto ripulita e ripulente.
Come, nell’immaginario, tendi a pensare a quella sempre meno ipotetica forma di civiltà “anestetizzata”, del futuro fantascientifico derivante da film e romanzi (immaginazione causale).L’idea che si fa largo, intuitivamente, è che esista un vertice globale che tende ad armonizzare tutt3 (sulla lunga distanza temporale):
giustizia è (sarà) fatta? No.Piuttosto, l’estensione dell’incanto ad un livello tale da risultare come tale…
Questo, se (se) proprio continui ad immaginare la necessità dell’evoluzione umana.Qualcosa che se (se) nella ciclicità, allora, puoi sempre e solo vedere (e tendere a calcolare) sino in fondo al “rettilineo”, fermandoti per forza di cose sempre (sempre) prima della “curva (orizzonte degli eventi)”, al di là della quale… esiste il “backstage” e la scenografia viene meno, dato che da lì in poi, sino all’introduzione nel nuovo ciclo, non percorrerai (on) alcuno spazio ma (ma) verrai trasportat3 da spent3 (off) verso un "nuovo" inizio.
Qualcosa che il classico alternarsi del giorno con la notte (se non della vita con la morte) ti ricorda per affinità elegiaca (o frattalità espansa).No? No.
Infatti… “non ci puoi credere sino in fondo”.Non lo puoi auto ammettere.
Dato che hai paura e temi per quello che ti potrebbe succedere, come se (come se) “qua, così” tu stessi meglio.
Ergo:
per forza di cose (chi), devi essere (sei) in un “incanto”.
Un mondo “perfetto” è quello che ti attende “qua, così”:
bianco (anche se “grigio”), sintetico (anche se “naturale”), soleggiato (anche se “temporalesco”), ordinato (anche se “gerarchico”), giusto (anche se “di parte”), etc.
Come l’Eden (anche se “infernale”).
Qualcosa che è tale, ossia “tra parentesi”, solo se riesci ad accorgerti sostanzialmente, tra le righe, nella manifestazione del significato…
Qualcosa che, altrimenti, apparirà sempre e solo per “come sembra”, interpretando le “tue” necessità/aspettative senza per/con questo esaudirle a fondo, se (se) non a livello apparente, anche se fisico e manifesto, ossia “di/in parte”.
Ogni “App” è un pezzo del mosaico artificiale in corso d’opera:
un’opera sottodominante che tende inconsciamente a replicare il percorso della dominante (“è già successo”).Un’orma radioattiva frattale espansa (by interfacciamento al/col sistema operativo frattale espanso):
una realtà manifesta “qua, così”
che in ogni “caso”
denuncia la compresenza
e della dominante
e della caratteristica “sistema operativo frattale espanso”.
Ossia, un piano auto informativo che supera, buca, attraversa, pervade e si auto diffonde utilizzando tutt3… anche se “qua, così”:
memoria frattale espansa (il tuo Filo di Arianna, la tua Guida Automatica, la tua Memoria).
Questa “è” la condizione. La “via”. L’iter che ti porta a rendere elastica la mente.
La “ginnastica” che titilla il tessuto cerebrale a rispondere di
conseguenza, a “fare” spazio, a rendersi terreno fertile per/a…
Il percorso diventa coerente quando la lungimiranza (consapevolezza) è sempre tale e smette di “auto” ciclare.
A tal pro, è utile avere sempre (sempre) presente queste tre “immagini parlanti”:
la Formula (quinta dimensione, sostanziale)
il Tempo (quarta dimensione chimica, apparente)
lo Schema a partizione inversa (la logica tridimensionale del “credo”)…
in questa maniera avviene nella/la convenzione, che il tempo esiste… perché invecchi e perché tutto attorno a te invecchia (c’è consumo e consumismo)… e muore (si trasforma chimicamente).
Per contrasto, infatti, puoi accorgerti come ci sia “chimica e chimica (comportamento e comportamento, conseguenza e conseguenza, etc.).Ad esempio, le nanotecnologie possono creare un insieme (vetro) che non si sporca mai, perché si auto pulisce sempre.
Ergo:
un vetro sempre pulito è sempre nel “presente”, eliminando l’idea di tempo che scorre, e di passato/futuro…
Link
L’usura (una proprietà chimica) rende possibile immaginare il tempo convenzionale.Tempo che non è quello per raggiungere un luogo, partendo da un altro, bensì, tempo che è “chimica (trasformazione, apparenza, mutamento, etc.”.
Un effetto caricato nell’ambiente che, di conseguenza, tende a depotenziare (automaticamente) “energeticamente” tutto ciò che vi risiede “in superficie (inconsciamente)”…
Quindi, tu puoi rimanere sempre “giovane”? No.
Tu puoi rimanere sempre “te stess3”, nonostante tutto quello che “vedi, senti” auto succederti.
Ancora una volta, viene in aiuto l’esempio radioattivo, con tutte le sue complicanze (trasformazion3)…
Se (se) rimani nella giurisdizione di un ambiente radioattivo (caratterizzato dal “è già successo”), di conseguenza… “ti succede qualcosa”.
Solitamente, che cosa?
Il depauperamento della tua “salute”.
Ossia, la radioattività è un fenomeno, causale, che tende a toglierti da uno stato precedente, portandoti in un altro successivo (trasformazione, spostamento).
Qualcosa di naturale? No.
Qualcosa che dipende dalla ragione fondamentale “è già success3” dominante. Qualcosa che se (se) si auto rivela (nasconde), allora (allora) non la riesci nemmeno ad immaginare…
L’incanto è, dunque, una manifestazione “stato” possibile:
un certo ambiente dalle caratteristiche “di parte”.
Qualcosa di reale, solido, manifesto, anche se… per certi versi, insospettabilmente compresente (data la strategia sotto dominante che, dunque, deve esistere al fine di controbilanciare e rendere possibile l’intera equazione).
Qualcun3 che auto ricavi per “contrasto” tra:
la manifestazione “qua, così”
e
l’utopia (come dovrebbe essere) che “senti vera (possibile, poiché potenziale)”…
Il tempo è chimic3.
Per questo ti consumi (trasformi) sino a morire.
Se (se) tale “chimica (alchimia)” non avviene, in questo modo, allora… (riesci ad immaginare la portata di questa prospettiva? Osa).
“Tutto è fermo…” e, allo stesso tempo (ma ad altro livello sostanziale), “Tutto scorre…”:
questa è “apparenza manifesta”.
“Questa calma assurda mi sta innervosendo / tutto è fermo non c’è più un soffio di vento / devo esorcizzare questo sentimento / perché lo so da mo’ / sto impazzendo / quello che mi serve è un altro po’ di tempo / per recuperare ogni mio movimento / trarre giovamento da ogni momento / perché lo so da mo’ / sto impazzendo…”.
Tutto è Fermo – Paura
La “qualità” del tempo fa la differenza:
puoi “rinfrancarti” oppure “auto disintegrarti”, in funzione di come… “reagisci alchemicamente”, essendo ingrediente tra (negli) ingredienti (chimica).
O memoria spietata, che hai tu fattodel mio paese?
Un paese di spettridove nulla è mutato fuor che i viviche usurpano il posto dei morti.
Qui tutto è fermo, incantato,nel mio ricordo.
Anche il vento.
Quante volte, o paese mio nativo,in te venni a cercareciò che più m'appartiene e ciò che ho perso.
Quel vento antico, quelle antiche voci,e gli odori e le stagionid'un tempo, ahimè, vissuto.
Memoria spietata - Vincenzo Cardarelli
"Fin da ragazzo ho amato le distanze e la solitudine.
Uscire dalle porte del mio paese e guardarlo dal di fuori, come qualche cosa di perduto, era uno dei miei più abituali diletti.
Piacere e terrore mi portavano in certi luoghi romiti, sacri alla morte, a cui però non pensavo se non per quel tanto che m'impediva d'inoltrarmi troppo in un così pauroso reame.
Uscito da Porta Clementina, dove comincia la via del cimitero e delle tombe etrusche, la mia evasione, di solito, s'arrestava pochi passi più in là. Di rado mi spingevo fino a quella strana, disabitatissima villa, chiamata Villa Tarantola, che vede già il camposanto ed era allora per me un sito misterioso, enigmatico, evocante, nel suo nome, i velenosi ragni che danno il ballo di San Vito...
Chiunque è nato in Maremma conosce vita, morte e miracoli della tarantola, ragno elegiaco e erraiolo, molto meno pericoloso di quel che la fantasia popolare farebbe credere.
La sua presenza è deplorevole soprattutto perché accusa l'abbandono in cui sono lasciate certe terre.
Nella ferace Tarquinia non può vivere che in una piccolissima parte del suo territorio, fra le deserte rovine della Civita, in mezzo ai sepolcri dei lucumoni, come altrove bazzica le rovine greche, ricercando, in ogni caso, le terre aride e solari del Mezzogiorno, dove incombe il silenzio delle civiltà tramontate.
E vive rintanata, durante il giorno, in un comodo nido tappezzato di seta facilmente riconoscibile per via d'un intreccio di seta e pagliuzze che ne protegge l'ingresso…”.
Link
“Qua, così… ‘Tutto è fermo’, pur avendo un movimento (ragione, interesse sotto dominante)”.
E… il “è già successo” può essere (sempre) appena successo ma (ma), alle prese con il tempo chimico (come credi di essere "qua, così")… non ti sembra mai nemmeno avvenut3, così come non ricordi cosa hai mangiato due sere fa (perché non ti sembra, poi, così importante, perché vivi automaticamente).
Il modello Milano è fermo al palo. Un male per l'Italia…
Tutto è fermo, Milano è una città bloccata dai regolamenti e dalla burocrazia:
come il resto dell'Italia, ma non si sta proponendo come modello…
Link
Analizza:
il modello Milano è fermo al palo (al "cardine" che, come la famosa "isola"... non c'è, ma esiste)
un male per l'Italia
tutto è fermo (perché?)
Milano è una città bloccata (da “cosa”)
dai regolamenti e dalla burocrazia (da chi)
come il resto dell'Italia
ma non si sta proponendo come modello (“Piove ma non ci credo”).
Questo è incanto. È AntiSistema.
È “necessità portante” sotto dominante…
“Credere a tutto perché tutto è vero…”.
Tutto questo accadde primae prima non esistevaancora.
Prima del concepimento,prima della nascita,prima che fosse deciso il nome,prima che ne fossero immaginate le forme,prima che ne fosse intuito il carattere,prima, moltoprima.
In te, il tempoche doveva venire, indovinòil gesto che tuo sarebbestato.
Andrea Angeli Bufalini
Tanta “sincronicità” significa solo una “cosa (caratteristica)”:
memoria frattale espansa
potenziale per “riuscire”.
“Nasciamo con le mani piene, per questo da neonati stringiamo i pugni, perchè abbiamo i doni più meravigliosi che si possano desiderare:
l'innocenza, la curiosità, la voglia di vivere…
Poi però veniamo allevati nel timore di Dio, quindi non possiamo farcene una colpa se poi abbiamo timore anche di tutto il resto…
Siamo cresciuti col mito del posto fisso, la carriera, il successo, per questo ci sentiamo sempre poveri e inadeguati, stiamo scappando perchè non ci hanno dato le armi buone per resistere, e quando scopriamo che la nostra squadra del cuore non ci ricambia, che la nostra amica banca si ricorda di noi solo se andiamo in rosso, che il lavoro della nostra vita la nostra vita la vuole tutta, ci sentiamo sconfitti…
Ci sarebbe bastato poco, tipo avere dei sogni davvero nostri, partoriti dalle nostre ambizioni e non dalla sala riunioni di una multinazionale.Devo imparare a richiudere i pugni, come da neonati, per tenere stretta in mano la nostra vita.
Adesso saremmo un gruppo di normalissimi esseri umani, che se la fanno sotto dalla paura, ma hanno le palle per girare la macchina e tornare indietro... Invece noi siamo fermi qui, insieme, noi e la Giulia, però chissà...
La nostra storia non è ancora finita. Questa giornata poi è appena iniziata…”…
Noi e la Giulia
È “tempo debito”:
una promessa.Hai puntato la “sveglia” ed ora fai finta di niente, solo perché non ricordi di averlo già fatto, giudicando un simile evento (“è già successo”) impossibile.
Ma (ma) cosa è impossibile se (se) immagini quello che puoi “fare (potenzialmente)”?
Cosa (chi) ti ferma “qua, così”?
Ecco. Brav3:
sei sulla “pista” giusta, adesso…
“Ora” la Tua trasformazione (alchimia, quintessenza) ha un senso proprio (Tuo).
Permettiti di “sentire” tutta la differenza del “caso”…
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2121
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