L’orologio dell’apocalisse del petrodollaro (e quindi dell’egemonia statunitense) è solo a un minuto dalla mezzanotte?
Apparentemente confermando ciò che Maduro aveva avvertito dopo le ultime
sanzioni statunitensi, il Wall Street Journal riferisce che il
Venezuela ha ufficialmente smesso di accettare i dollari USA come
pagamento per l’esportazione del greggio. Come già notato, il Presidente
venezuelano Nicolas Maduro affermava il 13 settembre che il Venezuela
intende “liberarsi” del dollaro statunitense. Secondo Reuters,
“Il Venezuela adotta un nuovo sistema di pagamenti internazionali e creerà un paniere di valute per liberarsi dal dollaro“,
dichiarava Maduro in un incontro plenario con il nuovo “super-ente”
legislativo, senza fornire dettagli. Maduro accennava ancora sul Paese
latinoamericano che cercherà invece di utilizzare lo yuan, tra le altre
valute.
“Se insistono con il dollaro, usiamo il rublo russo, lo yuan, lo yen, la rupia indiana, l’euro“,
aveva detto Maduro.
Secondo The Wall Street Journal, nel tentativo di eludere le
sanzioni statunitensi, il Venezuela avverte i commercianti petroliferi
che non accetterà pagamenti in dollari, almeno secondo quanto affermato
da addetti alla nuova politica. I commercianti di petrolio che esportano
il greggio o i prodotti petroliferi venezuelani hanno cominciato a
convertire le fatture in euro.
La compagnia Petróleos de Venezuela SA,
conosciuta come PdVSA, ha informato i partner privati delle joint
venture ad aprire conti in euro e a convertire le liquidità esistenti
nella valuta principale dell’Europa, dichiarava un partner del
programma. La nuova politica di pagamento non è stata annunciata
pubblicamente, ma il Vicepresidente Tariq al-Aysami, sanzionato dagli
Stati Uniti, dichiarava:
“Per contrastare il blocco economico ci sarà un paniere di valute per liberarci dal dollaro“.
Non c’era ancora alcuna reazione dai mercati, se non una modica offerta
sui Bitcoin e un qualche calo di euro e oro (che per qualcuno non
significherebbe nulla).
Tuttavia, come avverte l’analista del debito della Nomura Siobhan Morden:
“Si può dire ciò che si vuole per fare propaganda e apparire opposti agli Stati Uniti… Questo politica sarà a proprio detrimento“.
Che succede se l’Europa sanziona anche il Venezuela? Rublo o yuan… o
oro saranno l’unico modo per acquistare petrolio dal Venezuela?
Questa decisione della nazione con le più grandi riserve petrolifere mondiali, viene presa pochi giorni dopo che Cina e Russia presentavano la triade petrolio/yuan/oro all’ultimo vertice dei BRICS.
Quando il
Presidente Putin parlò ai BRICS rivelava una vera bomba geopolitica e
geoeconomica.
L’accento di Putin era su un “giusto mondo multipolare” e
“contro il protezionismo e le nuove barriere al commercio globale”. Il
messaggio va dritto al punto.
“La Russia condivide le preoccupazioni dei Paesi BRICS sull’infelice architettura finanziaria ed economica mondiale, che non tiene conto del crescente peso delle economie emergenti. Siamo pronti a collaborare con i nostri partner per promuovere le riforme del regolamento finanziario internazionale e superare l’eccessivo dominio di un numero limitato di valute di riserva“. “Superare l’eccessivo dominio di poche valute di riserva”
è il modo più politico di affermare di cosa i BRICS discutono da anni:
come aggirare il dollaro statunitense, e quindi il petrodollaro. Pechino
è pronta a sostenere il gioco. Presto la Cina lancerà contratti futures
sul petrolio greggio valutati in yuan e convertibili in oro. Ciò
significa che la Russia, oltre l’Iran, l’altro nucleo chiave
dell’integrazione dell’Eurasia, può evitare le sanzioni statunitensi,
vendendo idrocarburi nelle proprie valute o in yuan.
Rilanciare il passo è la vera vittoria cinese; lo yuan sarà completamente convertibile in oro nelle borse di Shanghai e Hong Kong. La nuova triade petrolio, yuan e oro è in realtà una tripla vittoria. Nessun problema se i fornitori di energia preferiscono essere pagati in oro fisico invece che yuan. Il messaggio chiave è schivare il dollaro statunitense.
Russia e Cina, attraverso la Banca Centrale Russa e la
Banca Popolare della Cina, sviluppano il cambio rublo-yuan da tempo. Una
volta che si va oltre i BRICS agli aspiranti membri dei BRICS Plus e a
tutto il Sud Globale, la reazione di Washington sarà nucleare (si spera,
non letteralmente). Le norme strategiche della dottrina di Washington
non permettono in alcun modo che Russia e Cina prevalgano sul continente
euroasiatico.
Tuttavia ciò che i BRICS hanno in riserva sul piano
geo-economico non riguarda solo l’Eurasia, ma l’intero Sud Globale. Le
sezioni guerrafondaie di Washington dedite a strumentalizzare l’India
contro la Cina, o contro Russia-Cina, avranno un brutto risveglio. Per
quanto i BRICS possano attualmente affrontare diverse turbolenze
economiche, la lunga strada cercata, al di là della Dichiarazione di
Xiamen, è stata imboccata.
Avendo minacciato la Cina oggi d’esclusione dallo SWIFT, si sospetta che Washington stia rapidamente perdendo tutti i grandi alleati nel sostenere l’egemonia (e implicitamente la sua macchina da guerra) guidata dai petrodollari.
Richiesta per l’invasione del Venezuela tra 3…
2… 1…!
Zerohedge 14 settembre 2017
Traduzione di Alessandro Lattanzio
https://aurorasito.wordpress.com/2017/09/15/il-venezuela-smette-di-accettare-dollari-per-il-petrolio/
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