E’ originario dell’Africa, ma si
coltiva in gran parte dell’Asia, dall’India fino al Giappone, e in
alcune regioni del Sud America. Sulla base della documentazione
archeologica, il più antico utilizzo da parte dell’uomo risale alla
civiltà Harappa (Valle dell’Indo, 2000 a.C.) e all’antico Egitto (1300
a.C.).
Gli Egizi riducevano i semi in farina
per farne prodotti alimentari. Ancora oggi in Asia e nel Mediterraneo
con la farina si produce il Tahini, una crema che viene poi utilizzata
come condimento o per la preparazione di piatti tipici, oltre che come
vera e propria medicina popolare. Nell’antica Babilonia, le donne
consumavano regolarmente l’halva, una mistura di sesamo e miele che si
credeva aiutasse a mantenere la giovinezza e la bellezza. I legionari
Romani, invece, utilizzavano una mistura simile come fonte energetica,
soprattutto durante le lunghe ed impegnative campagne belliche.
Semi di sesamo
– la dura cuticola esterna deve essere rimossa prima del consumo,
perché molto ruvida, irritante e ricca di acido ossalico (2-3%). Il
colore dei semi può variare dal giallastro-bianco al nero. In generale
sono considerate tre varietà principali: nera, bianca e rossa. Quella
nera produce il miglior olio ed è la più efficace dal punto di vista
terapeutico. La seconda è la più ricca di calcio ed è utilizzata per
tutte le forme di carenza di questo minerale. La forma rossa è in
assoluto quella più ricca di ferro. Il sesamo “bianco” irrancidisce più
facilmente degli alri. In generale, i semi sono considerati nutrienti,
tonici, emmenagoghi (stimolano le mestruazioni), emollienti,
antinfiammatori, lassativi e diuretici.
Dal punto di vista dell’energetica
ayurvedica, i semi sono dolci e leggermente scaldanti. Pacificano Vata,
ma possono aumentare Pitta e Kapha. Sono tonici, rivitalizzanti e
nutrienti. Nutrono tutti e sette i tessuti e gli organi interni, così
come la pelle. Promuovono la crescita sana dei capelli, dei denti e
delle ossa. Sono ottimi nei casi di debilitazione e nelle convalescenze.
Il tipo nero è in assoluto il migliore come tonico.
Olio di Sesamo
– è stato impiegato fin dall’antichità, per scopi medicinali,
cosmetici, alimentari e rituali. Ha un aspetto giallo-dorato e un sapore
leggermente amaro, ma con una piacevole nota di nocciola. Contiene
un’alta percentuale di acidi grassi essenziali (ac. linoleico fino al
48%), oltre ad antiossidanti come sesamolo e sesamolina. Inoltre,
contiene buone quantità di lecitina. La qualità migliore si ottiene
tramite spremitura a freddo.
E’ ottimo come olio da massaggio ed è
utilizzato diffusamente nella medicina Ayurvedica, sia nella cosmetica
che nella medicina. Ha un’azione delicata, riscaldante e
disintossicante. E’ adatto ad ogni tipo di pelle, ma soprattutto per il
tipo Vata. Si impiega nel trattamento di reumatismi muscolari e
articolari, spasmi, disturbi della circolazione, psoriasi e dermatiti.
E’ anche utilizzato per la cura del capillizio, di cui previene
l’incanutimento. Ottimo anche come olio carrier nell’aromaterapia.
Ho già scritto, in questo sito, sull’oil pulling, una sorta di
lavaggio della bocca con l’olio puro di sesamo. Secondo l’ayurveda
questa pratica rafforza denti, gengive, mandibole, previene la carie,
l’alitosi, il sanguinamento delle mucose, la secchezza della faringe e
delle labbra. I benefici dell’oil pulling sulla salute della bocca sono
stati indagati e confermati da alcuni studi (1, 2, 3)
L’impiego dell’olio di sesamo si è
mostrato efficace anche nel potenziare l’effetto di alcuni farmaci
antidiabetici e antipertensivi (4,5).
Nutrienti
I semi sono ricchi di rame, manganese, triptopfano, calcio e
magnesio. In oltre, contegono ferro, fosforo, zinco, vitamine B1 ed E,
fibre, lignani furofurani (fino a 2,5%) e fitosteroli. In particolare, i
lignani sesamina, sesamolina e sasaminolo hanno mostrato di regolare il
metabolismo degli acidi grassi, l’assorbimento e la biosintesi del
colesterolo, di avere un effetto di risparmio della vitamina E,
antiossidante, antiaging, anticancerogeno, antipertensivo e di
miglioramento del metabolismo epatico (soprattutto nei riguardi
dell’alcol) (6,7).
Tuttavia, secondo alcuni, la notevole presenza di
acido fitico, oltre che di fibre, potrebbe interferire sulla capacità
dell’intestino di assorbire in modo completo ed efficace molti di questi
nutrienti. Per ottenere il massimo dal sesamo, quindi, è consigliabile
frantumare o polverizzare i semi poco prima (per non esporre il ottenuto
dei semi all’ossidazione) di consumarli e/o leggermente tostarli o
cucinarli. Ad ogni modo, è bene considerare il sesamo come un
complemento alimentare, un condimento, un’ integrazione, piuttosto che
un alimento vero e proprio su cui basare il proprio apporto di minerali e
vitamine.
Francesco Perugini Billi ©copyright – vietata la riproduzione senza esplicito consenso dell’Autore
Bibliografia
1) Asokan S et al Mechanism of oil-pulling therapy -In vitro study. Indian J Dent Res. 2011 Jan-Feb;22(1):34-7.
2) Asokan S et al. Effect of oil pulling on plaque induced gingivitis: a randomized, controlled, triple-blind study. Indian J Dent Res. 2009 Jan-Mar;20(1):47-51.
3) Asokan S et al. Effect of oil pulling on Streptococcus mutans count in plaque and saliva using Dentocult SM Strip mutans test: a randomized, controlled, triple-blind study. J Indian Soc Pedod Prev Dent. 2008 Mar;26(1):12-7.
4) Sankar D at al Sesame oil exhibits synergistic effect with anti-diabetic medication in patients with type 2 diabetes mellitus. Clin Nutr. 2010 Dec 15.
5) Sudhakar B Effect of combination of edible oils on blood pressure, lipid profile, lipid peroxidative markers, antioxidant status, and electrolytes in patients with hypertension on nifedipine treatment. ) Saudi Med J. 2011 Apr;32(4):379-85.
6) Kamal-Eldin A Sesame seed lignans: potent physiological modulators and possible ingredients in functional foods & nutraceuticals. Recent Pat Food Nutr Agric. 2011 Jan 1;3(1):17-29.
fonte: http://www.dottorperuginibilli.it/ayurveda1/783-il-sesamo
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