Photo Credit (Reuters/Ammar Dar)
Secondo RT.com,
il ministero degli Esteri russo avrebbe dichiarato che i materiali e
prove che proverebbero l’uso di armi chimiche da parte di Assad
sarebbero state preparate prima dell’incidente del 21 agosto.
Tutto il mondo è
sgomento di fronte ai video che ritraggono bambini e persone uccise
presumibilmente da un attacco chimico. Tutti i media hanno accusato del
massacro Damasco, senza prima
appurare che cosa effettivamente sia successo e ignorando i pregressi
che invece inchiodavano i ribelli alla responsabilità di aver utilizzato
armi chimiche in alcune occasione (vedi Dal Ponte).
Ora però Mosca ha
dichiarato per bocca di Aleksandr Lukashevich, portavoce del ministero
degli Esteri, che le prove contro Damasco sarebbero state preparate
prima del 21 agosto, la data della strage. Nel comunicato diramato dal
ministero si spiega che Mosca continuerà a monitorare da vicino tutto
ciò che concerne il presunto attacco chimico. “Stiamo ottenendo nuove
prove che questo atto criminale è stato fatto per provocare”, recita il
comunicato, “In particolare ci sono prove che circolano su internet, che
provano che il materiale video dell’incidente e che accusa le truppe di
Assad del massacro sarebbero state postate su internet diverse ore
prima l’attacco.
Questo prova che fosse un’azione preordinata”. Ma non è
finita qui, le accuse di attacco chimico formulate contro Damasco
indicano, secondo Mosca, una nuova ondata di propaganda antisiriana, e
secondo Lukashevich la retorica bellica di alcuni paesi (vedi la
Francia) sarebbe inaccettabile.
Sempre il portavoce ha ricordato come il
governo di Assad si sia dimostrato costruttivo nel permettere agli
esperti di armi chimiche delle Nazioni Unite di recarsi in Siria.
La
stessa cosa non si può dire per i ribelli siriani che continuano a non
garantire l’incolumità e la sicurezza degli investigatori nelle zone da
loro controllate. “Ciò impedisce direttamente l’obiettivo dell’indagine
di possibili casi di uso di armi chimiche in Siria“, conclude la nota.
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