Come
nella trama di un film di spionaggio, le ultime due settimane di
luglio in Val di Susa sono state utilizzate con destrezza dalla mafia
del TAV (con forze dell'ordine, magistratura e pennivendoli in prima
linea) per raggiungere uno scopo ben preciso: portare a Chiomonte la
talpa deputata allo scavo del tunnel, senza dover fare i conti con la
contestazione che prevedibilmente sarebbe scaturita da questo gesto.
Purtroppo ci sono riusciti, ma è interessante riepilogare come....
La
notte del 19 luglio, un abbastanza folto gruppo di manifestanti NO
TAV, protesta (come accaduto decine di volte negli ultimi anni)
dinanzi alle reti del cantiere fortino di Chiomonte. Vengono lanciati
petardi e fuochi d'artificio, contrastati da una fitta pioggia di
lacrimogeni. Forze dell'ordine e manifestanti vengono in qualche caso
a contatto, con la conseguenza di qualche ferito lieve ed alcuni
fermi a carico dei NO TAV.
Niente
di trascendentale, a grandi linee la fotocopia delle scaramucce
ripetutesi moltissime volte da quando esiste il cantiere, spesso
documentate solamente nei trafiletti dell'Ansa.
Ciò
nonostante tutti i grandi giornali danno (contrariamente a quanto
avviene di solito) grande rilevanza all'episodio, parlando di
guerriglia selvaggia e violenta battaglia, condotta con armi ed
esplosivi di ogni genere. Coadiuvati da personaggi di grosso calibro
del governo, Alfano e Lupi su tutti, che curiosamente si spendono per
commentare la vicenda e condannare la violenza ormai secondo loro
dilagante in Val di Susa.
All'alba
di Lunedì 29 luglio, la digos compie perquisizioni in alcune
abitazioni valsusine e di Torino, procedendo alla denuncia di 12 NO
TAV per i reati di terrorismo ed eversione che ben poco hanno a che
fare con la lotta che da vent'anni i valsusini conducono contro
l'alta velocità.
La
notte del 30 luglio, mentre tutto il popolo NO TAV è impegnato in
vari punti della Valle, nella gestione di presidi volti a contestare
i deliranti capi d'imputazione sollevati dalla magistratura, le forze
dell'ordine salgono in massa a Chiomonte percorrendo l'autostrada e
calano nel cantiere fortino, dal viadotto sovrastante, la talpa che
procederà a bucare la montagna. Agendo praticamente indisturbati e
senza che al mattino i giornali lascino trapelare la minima notizia
riguardo a quanto accaduto.
Senza
dubbio un'operazione studiata fin nei minimi particolari e
perfettamente riuscita, soprattutto se adesso che i giochi sono
fatti, la Valle si rivelerà incapace di rispondere adeguatamente,
facendo sentire la propria voce.
Marco Cedolin
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