Già
nel 2007, era documentato che l’occidente, compresi gli Stati Uniti e i
loro alleati Arabia Saudita e Israele, cospirassero per utilizzare i
terroristi appartenenti alle fila dei Fratelli musulmani e di al-Qaida,
nel tentativo di rovesciare i governi di Iran e Siria. Il vincitore del
premio Pulitzer, il giornalista Seymour Hersh, nel suo articolo sul New
Yorker del 2007, The Redirection, scrisse:
“Per minare l’Iran, prevalentemente sciita, l’amministrazione Bush ha deciso in effetti di riconfigurare le sue priorità in Medio Oriente. In Libano, l’amministrazione ha collaborato con il governo dell’Arabia Saudita, sunnita, in operazioni clandestine destinate ad indebolire Hezbollah, l’organizzazione sciita sostenuta dall’Iran. Gli Stati Uniti hanno inoltre preso parte a operazioni clandestine contro l’Iran e la sua alleata Siria. Un sottoprodotto di queste attività è il rafforzamento dei gruppi estremisti sunniti che sposano una visione militante dell’Islam e sono ostili agli USA e vicini ad al-Qaida.”
A partire dal 2011, questa cospirazione è stata catapultata nella guerra totale, sia pure dietro la tenue cortina di fumo degli “attivisti pro-democrazia” e del cosiddetto “Esercito libero siriano”, in lotta per la “libertà” dentro e lungo i confini della Siria. Non solo questa cospirazione è stata svelata, ma è decisamente fallita. Il governo siriano ha spazzato via anche gli ascari terroristici più consolidati, compiendo avanzate irreversibili contro un nemico chiaramente alle strette. Mentre gli Stati Uniti minacciano continuamente di “armare l’opposizione”, è un dato di fatto che tutte le armi, il denaro e il sostegno che gli Stati Uniti avevano, è già stato inviato negli ultimi 3 anni. Compresi miliardi in contanti e letteralmente migliaia di tonnellate di armi trasportate per via aerea da Stati Uniti e Regno Unito. Gli Stati Uniti e i loro alleati regionali hanno anche rastrellato le reti estremiste globali che hanno costruito nel corso di decenni, per raccogliere fino all’ultimo combattente che hanno potuto scovare, e sempre senza alcun risultato. Non c’è altro se non l’intervento militare diretto, che non può essere spacciato come aiuto a un’opposizione oramai chiaramente smascheratasi quale al-Qaida. Ciò significa che l’intervento umanitario, il “diritto di proteggere” (R2P) deve essere accuratamente ripulito dalle menzogne e dai crimini della NATO in Libia e preparato per la Siria. Solo, cosa esattamente potrebbe usare l’occidente per giustificare l’intervento contro il governo siriano che sia peggiore di quanto esso e i suoi ascari hanno già fatto a decine di migliaia di civili siriani?
Con un governo siriano vittorioso che rastrella i fantocci terroristici della NATO e attualmente ospita gli ispettori sulle armi chimiche dell’ONU a Damasco, l’uso di armi chimiche sfida ogni logica, a livello tattico, strategico e politico. Le armi chimiche, secondo la recensione dei militari degli Stati Uniti sul loro ampio uso nella guerra Iran-Iraq, negli anni ’80, che ha rivelato la vera natura della guerra chimica, una verità che i media occidentali hanno del tutto nascosta, nella loro informazione speculativa e volutamente manipolata sul presunto incidente. Un documento prodotto dal Corpo dei Marines degli Stati Uniti, intitolato “Le lezioni apprese: la guerra Iran-Iraq. Appendice B: le armi chimiche“, fornisce una visione completa della guerra chimica che ebbe luogo durante gli otto anni del devastante conflitto iraniano-iracheno.
Diversi aspetti sono studiati in dettaglio, rivelando che grandi
quantità di agenti chimici vengono diffusi principalmente per creare
aree di diniego, e non per infliggere perdite massicce. Alla fine, si
afferma che le armi convenzionali sono di gran lunga più efficaci e più
preferibili. L’efficacia e la letalità delle armi chimiche è riassunta
nel documento seguente:
“Le armi chimiche richiedono condizioni climatiche e geografiche molto particolari per la massima efficacia. Data la relativa non-persistenza di tutti gli agenti impiegati durante tale guerra, tra cui il gas mostarda, c’era solo una breve finestra di opportunità d’impiego, giornaliero e stagionale, in cui tali agenti potevano essere utilizzati. Anche se gli iracheni hanno impiegato l’agente mostarda durante la stagione delle piogge e anche nelle paludi, la sua efficacia è stata significativamente ridotta da queste condizioni. Mentre gli iracheni hanno imparato, con loro disappunto, che il gas mostarda non è un buon agente da impiegare in montagna, a meno che non si controllino le alture e il nemico si trovi nelle valli. Siamo incerti dell’efficacia relativa degli agenti nervini impiegati, che sono per natura assai meno persistenti del gas mostarda. Al fine di avere concentrazioni distruttive di questi agenti, gli attacchi prima dell’alba sono i più efficaci, se condotti in aree dove la brezza mattutina è suscettibile di soffiare lontano dalle posizioni amiche. Le armi chimiche hanno scarsa efficacia. Proprio come nella Prima Guerra Mondiale, quando il rapporto di morti tra i feriti dai prodotti chimici era del 2-3 per cento, cifra che sembra essere confermata, ancora una volta, da questa guerra, anche se dati attendibili sul numero delle vittime sono difficilissimi da ottenere. Ci sembra singolare che il tasso di mortalità abbia un livello così basso, anche con l’introduzione di agenti nervini. Se tali dati sono corretti, come dovrebbe essere, ciò rafforza ulteriormente l’idea che non si debbano ritenere le armi chimiche “l’arma nucleare dei poveri.” Mentre tali armi hanno un grande potenziale psicologico, non sono distruttive e mortali quanto le armi nucleari o biologiche.”
Pertanto, il governo siriano avrebbe usato armi chimiche, e in qualche
modo sarebbe stato in grado di creare le condizioni ideali per
infliggere massicce perdite, ma l’avrebbe fatto al solo scopo di avere
un abominevole numero di vittime civili e un pretesto perfetto per
l’intervento occidentale, ben sapendo che tali armi sarebbero altrimenti
inutili per combattere le formazioni armate. Dal momento che le armi
chimiche della Siria, assai probabilmente, sono sigillate e sotto la
custodia delle sue forze d’elite, come in Iran, secondo un documento
della RAND Corporation, ciò significherebbe che il loro uso è stato
approvato dai vertici del governo e dei militari siriani, lo stesso
governo e gli stessi militari che mostrano una moderazione illimitata
contro le provocazioni intenzionali e coordinate della Turchia, membro
della NATO, e del suo partner regionale Israele, moderazione abbandonata
unicamente nell’evitare di fornire all’occidente il pretesto per un
intervento militare diretto.
Perché allora il governo siriano avrebbe
scelto questo momento, dopo tutto, per dare all’occidente esattamente
ciò che cerca, proprio mentre si sta chiudendo la finestra attraverso
cui l’occidente persegue i propri obiettivi contro la Siria e l’Iran? La
risposta è che il governo siriano non ha usato armi chimiche a Damasco,
né altrove. E mentre l’uomo di paglia attualmente viene accusato dai
media occidentali, che gli attacchi siano falsi o reali, la cruda realtà
è che la NATO e i suoi fantocci terroristici molto probabilmente hanno
esposto un gran numero di persone a qualcosa, cercando un massacro
nell’ultimo disperato tentativo di salvarsi da ciò che è chiaramente la
fine della loro guerra lampo della “primavera araba”.
Come riportato in precedenza, la NATO e i suoi ascari in Siria hanno sia i mezzi che la motivazione per condurre attacchi con armi chimiche. Ciò comprende l’accesso ai depositi di armi chimiche della Libia, oltre alle linee di rifornimento della NATO che inviano combattenti, contanti e le armi dalla Libia alla Siria attraverso il membro della NATO, la Turchia.
È stato inoltre confermato che gli Stati
Uniti hanno fornito ad unità terroriste scelte operanti in Siria,
l’addestramento nell’uso di armi chimiche. La CNN aveva riferito, nel
dicembre del 2012, in un articolo dal titolo
“Fonti: Gli USA forniscono l’addestramento ai ribelli siriani nella protezione dalle armi chimiche“: “Gli Stati Uniti e alcuni alleati europei usano contractors della difesa per addestrare i ribelli siriani su come proteggere i depositi di armi chimiche in Siria, hanno detto alla CNN un alto funzionario degli Stati Uniti e diversi diplomatici di alto livello. L’addestramento che si svolge in Giordania e in Turchia, comprende come monitorare e proteggere le scorte e i siti, e come gestire i materiali bellici, secondo le fonti. Alcuni contractors sul terreno in Siria, collaborano con i ribelli nel monitorare alcuni siti, secondo uno dei funzionari.”
La NATO non solo ha assicurato che le armi chimiche in Libia sono
rimaste nelle mani del regime fantoccio che ormai apertamente arma,
favorisce e invia combattenti in supporto ai terroristi in Siria, ma
sembra aver assicurato a questi terroristi il know-how nella gestione e
nell’utilizzo di queste armi. Mentre assolutamente nulla arriva dai
media sociali aziendali dell’occidente, un’ulteriore notizia allarmante
proviene dalle truppe siriane che hanno scoperto agenti chimici
contenuti nei tunnel dei terroristi, come riportato dall’articolo della
Reuters “Soldati siriani entrano nei tunnel dei ribelli, trovando agenti chimici: la TV di stato“.
Ciò a cui assistiamo è il tentativo della dirigenza
aziendale-finanziaria occidentale di spingere all’intervento subito
dopo, prima che possa emergere ciò che è esattamente accaduto nei pressi
di Damasco. Proprio come è avvenuto in Afghanistan, Iraq e Libia,
l’occidente spera che le persone diventino abbastanza isteriche, e
abbastanza a lungo, per mettere un “piede nella porta” e così poter
iniziare a bombardare. Non riuscirci in questo frangente, segnerebbe la
fine assoluta dei piani attuali dell’occidente contro la Siria e l’Iran,
e quindi per quanto tenue e screditato possa sembrare quest’ultimo
intrigo, aspettiamoci la pericolosa disperazione dall’occidente.
Ora più che mai, la Siria e i suoi alleati devono essere pronti a difendersi dalle provocazioni militari e diplomatiche.
Traduzione di Alessandro Lattanzio –
Fonte: SitoAurora
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