© Collage: «La Voce della Russia»
|
Gli USA non hanno in programma un’operazione militare su larga scala in Siria. Il Washigton Post scrive con riferimento alla Casa Bianca che gli Stati Uniti hanno deciso semplicemente di “punire un po’” Bashar Assad e che un “limitato attacco missilistico” durerà soltanto un paio di giorni.
Ma
Londra ha deciso di fare sul serio ed ha preparato un piano d’azione
per le forze armate. Secondo l’opinione degli osservatori, le operazioni
militari contro Damasco porteranno ad una lunga guerra civile.
È
venuto fuori che la dichiarazione del presidente Obama secondo cui il
conflitto siriano non può essere risolto con mezzi militari aveva molti
significati nascosti. Stando al Washington Post,
gli USA non vogliono influire sull’andamento delle ostilità in Siria e
tentare di rovesciare con la forza Bashar Assad. Ma è obbligatorio, ha
deciso la Casa Bianca, punire il regime siriano per l’impiego dell’arma
chimica. Tale punizione dovrebbe consistere in un “attacco missilistico
di breve durata” contro le posizioni delle truppe siriane e contro gli
impianti dell’infrastruttura governativa. I missili saranno lanciati
dalle navi che si sono già avvicinate alla costa siriana e da
bombardieri strategici.
Ed intanto le forze armate della Gran Bretagna hanno già predisposto un piano straordinario di azioni in Siria, comunica la Reuters
con riferimento al potavoce di David Cameron. Lo stesso premier
britannico ha interrotto anticipatamente le vacanze per convocare una
riunione urgente del Consiglio della sicurezza nazionale. In precedenza
Londra e Parigi dichiaravano di essere pronte ad ingerirsi nel conflitto
siriano senza aspettare la risoluzione del Consiglio di sicurezza
dell’ONU. È chiaro, infatti, che i paesi della NATO non otterranno il
consenso del Consiglio di sicurezza alle operazioni militari, in quanto
la Russia e la Cina non ammetteranno l’adozione di tale documento.
L’Occidente
ha cominciato a parlare del possibile intervento militare in Siria dopo
l’apparizione delle notizie di turno sull’impiego di arma chimica
presso Damasco. Nelle capitali occidentati ci si è affrettati a
dichiarare che sarebbe stata opera dei sostenitori di Bashar Assad.
Questa dichiarazione non regge alle critiche. Solo un maniaco – e il
presidente siriano non lo è – potrebbe organizzare un attacco con gas
nella propria capitale e, per giunta, quando vi lavorano ispettori
dell’ONU. Risulta quindi che l’arma chimica è solo un pretesto, come è
stata nel caso dell’inizio della guerra in Iraq. Il vero bersaglio di
Washington e dei suoi alleati della NATO non è la Siria ma l’Iran, dice
Evghenij Satanosvkij, presidente dell’Istituto di studi sul Medio
Oriente.
È
ovvio che è stata presa la decisione di assestare un colpo all’Iran in
quanto ci si avvicina alla ‘linea rossa’ nella questione del programma
nucleare iraniano. Secondo i dati a disposizione degli esperti, Teheran
deve ottenere arma nucleare entro l’estate 2014. Prima che ciò succeda,
bisogna, secondo tutte le regole dell’arte militare, sgominare il suo
alleato principale e l’unico ponte verso il Mediterraneo, ossia la
Siria. Se questa decisione è stata presa, non si può più farci niente.
Non
bisogna tuttavia dimenticare un’altra “linea rossa”. Le autorità
iraniane hanno dichiarato che lo diventerà l’inizio delle ostilità
contro Damasco da parte della coalizione occidentale. In questo caso
Teheran si riserva il diritto ad una risposta adeguata.
Esiste,
però, anche un’altra opinione. La guerra contro la Siria e tanto più
contro l‘Iran costerebbe troppo a Washington e ai suoi alleati, ritiene
Said Gafurov, esperto dell’Istituto di orientalistica sperimentale della
Russia.
L’esercito siriano
è più debole delle forze armate unificate della NATO. Ma per la guerra
vanno dispiegati grossi contingenti, evidentemente nel territorio della
Turchia. Tuttavia i militari turchi non lo vogliono fare. Penso che il
costo di questo sarebbe troppo alto e la NATO non lo accetterebbe di
fare. Se lo facesse, inizierebbe una annosa guerra partigiana, un
terribile spargimento di sangue. Per questo motivo la maggior parte
della popolazione è adesso con Assad, i siriani non sopportano quando
qualcuno tenta di intromettersi nei loro affari interni.
A giudicare da tutto, la NATO ha già morso il freno. Secondo la Reuters,
le potenze occidentali hanno già comunicato all’opposizione siriana che
gli attacchi contro la Siria saranno sferrati nell’arco di alcuni
giorni. Sulla questione siriana sarà incentrata la riunione
straordinaria del Consiglio del Nord Atlantico a Bruxelles che, più
probabilmente, avrà luogo il 29 agosto. La Russia invita gli USA e i
suoi partner ad astenersi dalle pressioni militari su Damasco e a creare
invece conduzioni normali di lavoro per gli esperti dell’ONU. Ma si ha
l’impressione che d’oltreoceano e in Europa non sentano più nessuno
oltre a se stessi. Il perché è chiaro: negli ultimi 20 anni le
“fustigazioni dimostrative” dei regimi non graditi organizzate dai
leader della NATO non hanno creato grandi problemi per l’alleanza.
Sembra che Washington, Londra e Parigi siano convinte che anche questa
volta la passeranno liscia.
Nessun commento:
Posta un commento