Un viaggio tra le religioni, i miti e la scienza sulla data che potrebbe coincidere con la Fine del Mondo. Antichi miti raccontano di devastazioni e distruzioni che anticamente hanno colpito il nostro pianeta; la scienza conferma che la Terra in passato è stata sconvolta da cataclismi che ne hanno mutato il clima e la morfologia; l’uomo con le sue attività potrebbe accelerare la sua fine.
Il 21 dicembre 2012, ultimo giorno del calendario ciclico dei Maya, è diventato uno dei temi più controversi del XXI secolo. Internet è satura di migliaia e migliaia di previsioni catastrofiche e profezie apocalittiche. Alcuni sostenitori del 2012 affermano, invece, che quella data ha segnato un innalzamento della nostra coscienza collettiva che ha dato inizio ad un’era definitiva di pace e di concordia.
Molte religioni, tra cui il Cristianesimo, affermano che il mondo, presto o tardi, avrà una fine.
L’Apocalisse della Bibbia descrive gli ultimi tempi come un periodo di caos e di distruzione, simbolo della battaglia finale tra il bene e il male (Armageddon). Si tratta solo di racconti simbolici oppure è possibile che l’umanità si trovi di fronte ad eventi che muteranno profondamente il suo modo di sentire e di vivere?
Miti antichissimi e prove geologiche suggeriscono che durante la sua storia, il nostro pianeta ha già sperimentato diversi eventi catastrofici. Potrebbero ripetersi questi disastri? A peggiorare le cose, l’umanità stessa, con le sue attività, è diventata una minaccia reale alla sua stessa sopravvivenza.
La fine del mondo nelle maggiori religioni planetarie
Il tema della “Fine del Mondo” è presente in quasi tutte la religioni del mondo. Tutte le tradizioni religiose hanno alcuni punti in comune quali la distruzione e le devastazioni che caratterizzeranno gli ultimi tempi, la battaglia definitiva tra il bene e il male, e il ritorno della divinità che inaugurerà un’era di pace definitiva. Nel dettaglio vediamo cosa tramandano le diverse religioni del nostro pianeta.
1.2 L’Apocalisse nel Cristianesimo
Il genere letterario apocalittico ebbe un grande successo in certi ambiti giudaici nei due secoli precedenti la venuta di Cristo. Preparato già dalle visioni dei profeti dell’Antico Testamento come Ezechiele o Zaccaria, il genere apocalittico si sviluppò soprattutto nell’opera del profeta Daniele e in molte opere apocrife scritte intorno all’era cristiana. Il Nuovo Testamento ha conservato nel canone una sola apocalisse, ponendola come ultimo libro a chiusura della Bibbia.
La parola “apocalisse” è la trascrizione di una parola greca che significa “svelamento”, “rivelazione”. Quindi si tratta di un libro nel quale Dio intende rivelare agli uomini cose nascoste e conosciute solo da lui, specialmente cose che riguardano l’avvenire. Più che di “Fine del Mondo”, nell’Apocalisse biblica si parla di “compimento del tempo”, nel senso di un completamento della storia umana. Il tempo a disposizione dell’uomo è giunto a termine e la battaglia finale tra il bene e il male è giunta ormai al suo culmine.
Nel momento storico nel quale il male sembra aver raggiunto l’apice della sua potenza, Dio manifesta la sua maestà sconfiggendo definitivamente le “tenebre”. Lo scenario è terribile: cataclismi, carestie, sommosse e guerre saranno il segno che le ultime fasi della battaglia sono cominciate. L’umanità si ritrova a vivere l’esperienza della partoriente: dopo i dolori del parto, simbolo delle difficoltà che gli uomini dovranno sopportare per tre anni e mezzo, giungerà la gioia, garantita da un’era definitiva di pace e fraternità (Regno di Dio) che l’Apocalisse simboleggia con l’immagine della “Gerusalemme Celeste”, città della pace eterna.
1.2.1 Il ritorno di Gesù Cristo
Nel cristianesimo al momento delle “Fine dei Tempi” è associato anche quello della parusia, cioè il ritorno di Cristo prima dell’instaurazione definitiva del Regno di Dio (Ap 22,20). Come si legge nel capitolo 24 del vangelo di Matteo, Gesù comunica ai suoi discepoli che nessuno conosce il momento in cui queste cose accadranno, nemmeno Gesù stesso, ma solo Dio possiede questa conoscenza. Ed è proprio lui a comunicare ai discepoli che ci saranno alcuni segni che annunceranno la fine dei giorni: disastri naturali, rivolte civili, guerre. Gesù stesso, al versetto 29 del capitolo 24 afferma: «Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte».
1.3 – La fine del mondo secondo l’Islam
Anche per l’Islam il mondo è destinato a finire. Come per il cristianesimo, il tempo della fine avverrà in una data che soltanto Allah conosce. Nemmeno il suo profeta Maometto ne è a conoscenza.
Ciò nonostante, il profeta indicò alcuni segni che preannunceranno l’inizio della fine: si assisterà ad un graduale affievolimento della luce del Sole, fino al suo completo oscuramento (Corano 81:1); un grande terremoto globale (zalzala) scuoterà la Terra e sarà così intenso che intere catene montuose sprofonderanno nell’abisso della terra, causando una faglia così grande da allargare la Terra e allungare la durata del giorno (Corano 99:1; 69;13-14; 70:8; 84:3-4; 20:105-107; 99:1-6).
1.3.1 Il ritorno di Gesù per i musulmani
I musulmani, come i cristiani, credono che la fine dei tempi segnerà il ritorno sulla terra di Gesù Cristo, il quale darà inizio ad una nuova era di pace e prosperità. Egli radunerà le forze del bene che combatteranno, sconfiggendole definitivamente, le oscure forze del male (Corano 43:61).
1.4 – La fine del mondo secondo l’Induismo
L’induismo ha sviluppato una visione ciclica del tempo. Secondo questa antica religione, la storia seguirebbe l’andamento dei “cicli cosmici” (kalpa), nei quali si alternano la continua rinascita e distruzione della natura e delle civiltà. Questo processo ciclico è caratterizzato da quattro ere che degradano dallo stato originario di purezza, fino a quello finale di oscurità.
Quella che ci troviamo attualmente a vivere sarebbe l’era finale, denominata Kalì Yuga e nota anche come “Età del Ferro”. É il momento di massima degradazione spirituale. Segni caratteristici di questa età sono l’accorciamento della durata della vita umana, causata dalla crescente violenza e dall’aumento delle malattie, e uno stato generale di decadenza della natura, visibile nelle stranezze climatiche e nella frequenza dei disastri naturali.
Le profezie degli induisti sulla fine del mondo sono contenute nei Purana. Queste tradizioni antichissime affermano che il mondo, quando giungerà vicino alla fine, dovrà precipitare in un epoca di disordine e di oscurità. L’umanità sperimenterà un significativo aumento della perversione, dell’odio e dei conflitti.
1.4.1 – La manifestazione dell’Avatar
Alla fine del Kali Yuga, descritto come il più malvagio dei Yuga, avverrà la comparsa di unAvatar (manifestazione visibile della divinità) attraverso il quale Dio stesso si manifesterà all’umanità per inaugurare una definitiva nuova era di pace e di concordia tra gli uomini: «Il Signore si manifesterà come Kalki Avatar. Lui stabilirà la giustizia sopra la Terra e le menti delle persone diventeranno pure e limpide come il cristallo».
1.5 – La fine del Mondo secondo il Buddhismo
Non tutti sanno che anche il buddhismo tramanda alcune tradizioni sulla fine del mondo. Anche per questa antica religione il termine della storia umana sarà preceduto da alcuni segni visibili. Prima che il tempo sia compiuto, si assisterà ad un aumento generalizzato dell’immoralità.
Le persone seguiranno i dieci precetti amorali dell’assassinio, del furto, della violenza, della menzogna, della calunnia, dell’adulterio, della malevolenza, dell’invidia, della irascibilità, della lussuria perversa e della conversazione a vanvera su fatti insignificanti. Il Buddha stesso predisse, in prossimità della fine, una progressiva dimenticanza dei suoi insegnamenti.
1.5.1 – Il ritorno del Buddha
Le profezie dell’escatologia buddhista, come il cristianesimo, l’islam e l’induismo, associano la fine del mondo al ritorno della divinità. In questo caso si attende il ritorno di un Grande Buddha, noto come Maitreya, il quale inaugurerà un’era nella quale saranno rinnovati gli insegnamenti del Buddhismo, grazie ai quali gli uomini potranno ripercorrere il sentiero del Nirvana.
1.6 La religione dei Maya e il loro famoso calendario
I Maya, come gli induisti, hanno una visione ciclica del tempo. I gruppi indigeni più antichi e i loro discendenti moderni credono che il mondo sia stato già distrutto e rinnovato per ben quattro volte. Ogni ciclo è caratterizzato da una diversa catastrofe finale: un’inondazione, una pioggia di fuoco globale e la violenza estrema dell’uomo.
Il ciclo attuale, che si basa su un calendario concepito sui movimenti della galassia, si concluderà il 21 dicembre 2012, data in cui avrà inizio il Quinto Mondo. In realtà non esiste nessuna prova evidente che i Maya associassero a quella data una catastrofica fine del mondo, ma molte persone ritengono che in quel momento assisteremo ad uno sconvolgimento globale che porrà fine alla vita umana o ad una sostanziale decimazione della popolazione terrestre.
Tuttavia, la maggior parte degli autori, ritiene che i Maya, con la fine del loro calendario, volessero simboleggiare il progressivo arrivo di un grande cambiamento che riguarda soprattutto la sfera spirituale: l’umanità sperimenterà un significativo aumento della coscienza collettiva.
1.7 – Le profezie degli indiani Hopi
Gli indiani Hopi, popolo indigeno delle americhe, conservano nella loro tradizione religiosa, l’attesa di un giorno chiamato il “Giorno della Purificazione”, nel quale si assisterà ad grande rinnovamento generale della natura e delle persone e al quale seguirà un’era di pace e prosperità.
Le profezie avvertono che il grande “Giorno della Purificazione” avverrà quando la Terra sarà attraversata da “serpenti di ferro” (ferrovie) e da “fiumi di roccia” (autostrade); sulla Terra sarà stata intrecciata una specie di gigantesca tela di ragno (reti telefoniche e satellitari?) e i fiumi saranno diventati neri (inquinamento).
Secondo la tradizione, “nei cieli si avrà un grande impatto astronomico” che darà inizio alla fine. “Apparirà come una stella blu. Allora gli uomini bianchi muoveranno guerra contro la loro stessa gente. Si vedrà fumo nei deserti (Guerra del Golfo?) e segni che la grande distruzione è vicina. Molti uomini moriranno”.
1.7.1 – Il ritorno del Pahana
Dopo la distruzione, il mondo vedrà il ritorno del Pahana, il “Vero Fratello Bianco”, il quale tornerà per piantare i semi della saggezza nel cuore dell’uomo e così potrà cominciare il “Quinto Mondo”, era di pace e concordia tra gli uomini e la natura.
1.8 – Conclusioni
È veramente stupefacente quanto siano in sintonia le tradizioni delle grandi religioni mondiali. Qualche studioso ha ipotizzato che tutti questi insegnamenti facciano riferimento ad un unica tradizione ancestrale che avrebbe la sua origine in epoca antichissima (post-diluviana) e che poi si sia frammentata in diverse tradizioni religiose seguendo i flussi migratori. In ogni caso, ci sembra di poter individuare alcuni elementi in comune tra le varie tradizioni:
1) Sia nella concezione lineare del tempo (Cristianesimo e Islam) che in quella circolare (Buddhismo, Indusimo e religioni mesoamericane), le religioni accettano tutte l’idea che il mondo è destinato a finire: la storia si muove verso una conclusione.
2) Tutte le tradizioni parlano di un aumento generalizzato dell’immoralità degli uomini. La violenza e le guerre caratterizzano gli ultimi tempi.
3) Tutte condividono l’idea che la fine dei tempi sarà preannunciata da sconvolgimenti climatici e geologici, terremoti e inondazioni, e segni astronomici visibili da Terra.
4) L’aspetto più affascinante è che tutte le tradizioni attendono il ritorno o la manifestazione di una divinità. Chi potrebbe essere? Qualcuno che l’umanità ha già incontrato in un remoto passato?
fonte: http://www.dionidream.com/la-fine-del-mondo-nelle-principali-religioni-e-filosofie/
Nessun commento:
Posta un commento