lunedì 18 agosto 2014

Le sanzioni di Washington: per tutti pagherà l'italiano Pantalone

Le sanzioni di Washington: per tutti pagherà l'italiano Pantalone

Tra tutte le capitali europee Roma ha intrapreso massimi sforzi per trattenere le pressioni sanzionatorie di Washington nei confronti della Russia. Tuttavia ciononostante è stata colpita dalle sanzioni di reazione della Russia le quali avranno conseguenze molto serie per l'economia italiana. In questo caso Roma sarà costretta a rispondere per la posizione antirussa degli altri stati-membri dell'Unione Europea.
 
Nelle strade di Mosca e San Pietroburgo ci sono numerosi ristoranti e caffetterie che offrono agli ospiti la cucina italiana. I prodotti dall'Italia sono molto richiesti dai russi. Ora il "sapore dell'Italia" per loro potrà rimanere soltanto nei piacevoli ricordi.

Le restrizioni sulle importazioni dei generi alimentari dei paesi che hanno applicato le sanzioni contro la Russia avrà delle conseguenze molto serie per l'economia dell'Italia che subisce ingenti perdite nel settore dell'industria alimentare. Nel 2013 l'Italia ha esportato in Russia soltanto del prosciutto di Parma per l'ammontare di oltre 2,5 milioni di euro, mentre le esportazioni di questo prodotto nei soli tre mesi di quest'anno sono aumentate del 70%. Il volume d'importazione in Russia di un'altra prelibatezza, il formaggio italiano "Parmigiano reggiano", famoso in tutto il mondo, nel 2013 è cresciuto del 16% raggiungendo la cifra di 5,8 milioni di euro.

Queste somme sono soltanto una piccola parte degli indici generali delle esportazioni italiane in Russia, il paese dove tutti i prodotti e merce con il marchio "Made in Italy" hanno sempre riscontrato un'elevata dei consumatori. Il mercato russo per l'Italia ammonta complessivamente a oltre 700 milioni di euro l'anno più 375 milioni di euro di esportazioni di vini e di altre bevande alcoliche.

Grandi società italiane che operano sul mercato russo subiranno ingenti perdite; ad esempio, ne soffriranno le famose società come Ferrero, Raffaello e produttore della cioccolata per bambini Kinder. La società Cremonini, il principale fornitore della carne per la rete russa di McDonald's potrà essere privata della possibilità di esportare i suoi prodotti. Luigi Scordamaglia, vice-presidente dell'Assocarni italiana, ha fatto notare che "L'Unione Europea dimentica che siamo noi ad avere bisogno della Russia e non viceversa, perciò la politica di confrontazione ci nuoce soltanto". Queste parole di un grande imprenditore perfettamente riflettono gli umori degli imprenditori italiani di diverso calibro.

L'Agenzia internazionale di rating Moody’s ha già rivisto i suoi pronostici della crescita del PIL italiano nel 2014: il calo sarà dello 0,1%. Deflazione, ossia il calo dei prezzi dei prodotti, è già dello 0,7 percento dall'inizio dell'anno, la disoccupazione nel paese è in costante crescita. Secondo i dati forniti dal centro di ricerca della CGIL, ora soltanto il 48,2 percento della popolazione abile al lavoro hanno il posto di lavoro.

Anche il settore del turismo d'Italia che si stava sviluppando con dinamismo negli ultimi 10 anni subirà le perdite. In seguito agli avvenimenti in Ucraina il numero dei turisti dalla Russia si è ridotto drasticamente. Un funzionario dell'amministrazione regionale di Emilia-Romagna ha comunicato che nei primi sette mesi del 2014 il flusso dei turisti russi è cresciuto soltanto del 2%, mentre negli ultimi anni la crescita annua era del 15-20%. Ciò significa la perdita dei posti di lavoro nella regione e problemi nello sviluppo dell'economia della Riviera Adriatica.

Segretario di Stato degli USA John Kerry ha più di una volta lanciato pubblicamente appelli a Roma di far cessare i tentativi di mettere in ordine le relazioni tra l'UE e Mosca. L'Italia, ne sono convinti gli USA e alcuni stati-membri dell'UE, non ha il diritto di avere il proprio indipendente punto di vista sulle sanzioni antirusse. Per ora l'Italia, a differenza degli altri stati europei, non si è rivolta a Bruxelles per l'indennizzo per le perdite causate dall'applicazione delle sanzioni russe. Finlandia, Lettonia, Estonia e Paesi Bassi invece stanno già chiedendo aiuti – sono gli stessi stati che assumono le posizioni palesemente antirusse. Loro però non vogliono "pagare il conto" per le loro iniziative.

Nella lingua di Dante esiste un proverbio: "Paga sempre Pantalone!". Oggi per le sanzioni americano-europee paga l'Italia, la quale i leader europei hanno bollato per la sua posizione filo-russa. Gli avversari irreconciliabili di Mosca si affrettano a mettersi in fila per ricevere indennizzi dalla Commissione Europea.

Mica può però Roma pagare per tutti?

 



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