Nelle strade di Mosca e San Pietroburgo ci sono
numerosi ristoranti e caffetterie che offrono agli ospiti la cucina
italiana. I prodotti dall'Italia sono molto richiesti dai russi. Ora il
"sapore dell'Italia" per loro potrà rimanere soltanto nei piacevoli
ricordi.
Le restrizioni sulle importazioni dei generi
alimentari dei paesi che hanno applicato le sanzioni contro la Russia
avrà delle conseguenze molto serie per l'economia dell'Italia che
subisce ingenti perdite nel settore dell'industria alimentare. Nel 2013
l'Italia ha esportato in Russia soltanto del prosciutto di Parma per
l'ammontare di oltre 2,5 milioni di euro, mentre le esportazioni di
questo prodotto nei soli tre mesi di quest'anno sono aumentate del 70%.
Il volume d'importazione in Russia di un'altra prelibatezza, il
formaggio italiano "Parmigiano reggiano", famoso in tutto il mondo, nel
2013 è cresciuto del 16% raggiungendo la cifra di 5,8 milioni di euro.
Queste
somme sono soltanto una piccola parte degli indici generali delle
esportazioni italiane in Russia, il paese dove tutti i prodotti e merce
con il marchio "Made in Italy" hanno sempre riscontrato un'elevata dei
consumatori. Il mercato russo per l'Italia ammonta complessivamente a
oltre 700 milioni di euro l'anno più 375 milioni di euro di esportazioni
di vini e di altre bevande alcoliche.
Grandi società
italiane che operano sul mercato russo subiranno ingenti perdite; ad
esempio, ne soffriranno le famose società come Ferrero, Raffaello e
produttore della cioccolata per bambini Kinder. La società Cremonini, il
principale fornitore della carne per la rete russa di McDonald's potrà
essere privata della possibilità di esportare i suoi prodotti. Luigi
Scordamaglia, vice-presidente dell'Assocarni italiana, ha fatto notare
che "L'Unione Europea dimentica che siamo noi ad avere bisogno della
Russia e non viceversa, perciò la politica di confrontazione ci nuoce
soltanto". Queste parole di un grande imprenditore perfettamente
riflettono gli umori degli imprenditori italiani di diverso calibro.
L'Agenzia
internazionale di rating Moody’s ha già rivisto i suoi pronostici della
crescita del PIL italiano nel 2014: il calo sarà dello 0,1%.
Deflazione, ossia il calo dei prezzi dei prodotti, è già dello 0,7
percento dall'inizio dell'anno, la disoccupazione nel paese è in
costante crescita. Secondo i dati forniti dal centro di ricerca della
CGIL, ora soltanto il 48,2 percento della popolazione abile al lavoro
hanno il posto di lavoro.
Anche il settore del turismo
d'Italia che si stava sviluppando con dinamismo negli ultimi 10 anni
subirà le perdite. In seguito agli avvenimenti in Ucraina il numero dei
turisti dalla Russia si è ridotto drasticamente. Un funzionario
dell'amministrazione regionale di Emilia-Romagna ha comunicato che nei
primi sette mesi del 2014 il flusso dei turisti russi è cresciuto
soltanto del 2%, mentre negli ultimi anni la crescita annua era del
15-20%. Ciò significa la perdita dei posti di lavoro nella regione e
problemi nello sviluppo dell'economia della Riviera Adriatica.
Segretario
di Stato degli USA John Kerry ha più di una volta lanciato
pubblicamente appelli a Roma di far cessare i tentativi di mettere in
ordine le relazioni tra l'UE e Mosca. L'Italia, ne sono convinti gli USA
e alcuni stati-membri dell'UE, non ha il diritto di avere il proprio
indipendente punto di vista sulle sanzioni antirusse. Per ora l'Italia, a
differenza degli altri stati europei, non si è rivolta a Bruxelles per
l'indennizzo per le perdite causate dall'applicazione delle sanzioni
russe. Finlandia, Lettonia, Estonia e Paesi Bassi invece stanno già
chiedendo aiuti – sono gli stessi stati che assumono le posizioni
palesemente antirusse. Loro però non vogliono "pagare il conto" per le
loro iniziative.
Nella lingua di Dante esiste un
proverbio: "Paga sempre Pantalone!". Oggi per le sanzioni
americano-europee paga l'Italia, la quale i leader europei hanno bollato
per la sua posizione filo-russa. Gli avversari irreconciliabili di
Mosca si affrettano a mettersi in fila per ricevere indennizzi dalla
Commissione Europea.
Mica può però Roma pagare per tutti?
http://italian.ruvr.ru/2014_08_16/Le-sanzioni-di-Washington-per-tutti-paghera-litaliano-Pantalone-6224/
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