giovedì 30 ottobre 2014

Il nocciolo dell’insegnamento di Krishnamurti

Scritto da Krishnamurti nel 1980, su richiesta della sua biografa Mary Lutyens.

Il nocciolo dell’insegnamento di Krishnamurti è contenuto nella dichiarazione che fece nel 1929, quando disse: “La verità è una terra senza sentieri”. L’uomo non la può raggiungere attraverso alcuna organizzazione, alcun credo, alcun dogma, prete o rito; né tramite alcuna conoscenza filosofica o tecnica psicologica. Deve trovarla tramite lo specchio della relazione, tramite la comprensione dei contenuti della propria mente, attraverso l’osservazione e non con l’analisi intellettuale o una dissezione introspettiva.

L’uomo ha costruito dentro di sé delle immagini come barriera di sicurezza – immagini religiose, politiche e personali, che si manifestano come simboli, idee, credenze. Il fardello di queste immagini domina il pensiero dell’uomo, le sue relazioni e la sua vita quotidiana. Queste immagini sono la causa dei nostri problemi, in quanto dividono l’uomo dall’uomo.
 
La sua percezione della vita è modellata dai concetti già stabiliti nella sua mente.

Il contenuto della sua coscienza costituisce la sua intera esistenza.
 
L’individualità è il nome, la forma, la cultura superficiale che egli acquisisce dalla tradizione e dall’ambiente. L’unicità dell`uomo non risiede nel superficiale ma in una completa libertà dal contenuto della sua coscienza, che è comune all’umanità intera. L’uomo non è quindi un individuo.La libertà non è una reazione, non consiste nel poter scegliere. Siccome può scegliere, l`uomo crede di essere libero. La libertà è pura osservazione senza alcuna direzione, senza la paura legata a premi e punizioni. La libertà non ha motivazione; la libertà non è alla fine dell’evoluzione dell’uomo, ma sta nel primo passo della sua esistenza. Osservando, si comincia a scoprire la mancanza di libertà. La libertà va trovata nella consapevolezza senza scelta della nostra vita e delle nostre attività quotidiane...  



Il pensiero è tempo; il pensiero nasce dall’esperienza e dalla conoscenza, che sono inseparabili dal tempo e dal passato. Il tempo è il nemico psicologico dell’uomo. Le nostre azioni si basano sulla conoscenza e quindi sul tempo, perciò l’uomo è sempre schiavo del passato. Il pensiero sarà sempre limitato e per questo viviamo in conflitto e lotta costanti. Non esiste l’evoluzione psicologica.

Quando l’uomo diventa consapevole del movimento dei propri pensieri, vede la divisione fra pensatore e pensiero, fra osservatore e osservato, fra colui che sperimenta e l’esperienza. Scopre che questa divisione è un’illusione. Solo allora c’è pura osservazione, che è insight senza alcuna ombra del passato o del tempo. Questo insight senza tempo produce una profonda e radicale mutazione nella mente. 

La negazione totale è l’essenza del positivo. 
 
Quando c’è la negazione di tutto quello che il pensiero ha generato psicologicamente, solo allora c’è amore, che è compassione e intelligenza.
www.jkrishnamurti.org

L’amore non è sentimento

Ovviamente l’amore non è sentimento. Essere sentimentali, emotivi, non è amore, perché il sentimentalismo e l’emozione sono soltanto sensazioni. Una persona religiosa che si commuove a proposito di Gesù o Krishna, del suo guru o qualcun altro, è soltanto sentimentale, emotiva; è una persona che indulge nella sensazione, che è un processo del pensiero, e il pensiero non è amore. Il pensiero è il risultato della sensazione, quindi la persona sentimentale, emotiva, non può affatto conoscere l’amore. Non siamo forse emotivi e sentimentali? Il sentimentalismo, l’emotività sono soltanto una forma di espansione di sé. 
 
Essere pieni di emozione non è amore, perché una persona sentimentale può essere crudele quando i suoi sentimenti non vengono corrisposti o non possono sfogarsi. Una persona emotiva può mescolarsi con l’odio, la guerra, le stragi. Una persona sentimentale, pronta a commuoversi per la sua religione, certamente non ha amore.
The First and Last Freedom, pp 232-233


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