venerdì 31 ottobre 2014

We can try (possiamo provare).


A capire perchè la bestemmia di Timperi sia andata in onda? Uhm... troppo mistero. Cosa "possiamo provare"? 
Innanzitutto, a (ri)tenere il denaro (sino a quando se ne sentirà la “necessità”) come una risorsa naturale, un dono della natura per tutti gli umani, che ne sono in linea di “diritto" (sovranità di nascita) i diretti beneficiari.
Il denaro, essendo una risorsa naturale (come il Sole) è praticamente infinito e, dunque, sovrabbondante.
Ogni individuo ne ha diritto e ne beneficia automaticamente; sul suo “conto corrente virtuale” c’è sempre denaro, che si auto alimenta da sé (ciò è previsto nel/dal “Programma” e, nel dettaglio, dal “Modello LSD” – Libero e Sovrano Denaro. Nella prima fase o step, a fronte di una passione esercitata nella società ed “utile alla stessa”, si riceve una quantità di denaro più che sufficiente per permettere di passare progressivamente dal sopravvivere al vivere ed, in seguito, all’essere. Nella seconda fase o step, il “lavoro/passione” diventa solo il pretesto per ricevere del denaro che, in realtà, “sorge letteralmente sul proprio conto corrente”. Il lavoro per passione diventa “arte” ed il verso senso di un simile movimento dell’essere diventa il sentimento che si trae dal poter essere d’aiuto agli altri. Nella terza fase o step, il denaro verrà superato/dimenticato, visto che gli individui avranno basato la propria esistenza su un altro modello prospettico, che ignora ogni tipo di mercificazione).
Il movimento del “Programma” è una freccia scagliata per i cieli Planetari, che esplode in una visione pacifica della possibilità di trascendere, da “qua”, il paradigma dominante (senza scappare via o smettendo di accettare passivamente lo status quo di sofferenza, in attesa di qualcosa che dovrebbe avvenire non ben chiaramente... "dopo la fine della Vita"). Qualcosa che si attua, perché “è”, al di là di ogni compartimento stagno del pensiero, di provenienza convenzionale attuale (ciò che ha riscritto il corso della storia, deviandolo di conseguenza).
Anche oggi c’è molto da “dire” in SPS; dopo una breve introduzione sullo stato delle cose, a livello frattale, si passerà alla citazione di un meraviglioso (dis)corso di Krishnamurti, sempre più che attuale ed offerto liberamente in Rete, a disposizione di chiunque si senta di poterlo leggere…
Andiamo ad iniziare e “buon viaggio”.

Finisce il “Quantitative Easing” della Federal Reserve (Usa) ed inizia quello della Bce (Ue) e della Boj (Giappone):
la Bank of Japan vara nuove misure di allentamento monetario a sostegno dell'economia e la Borsa di Tokyo risponde volando oltre il +4%. Le misure della Boj hanno lo scopo di "ridurre le pressione al ribasso sui prezzi" e portare l'acquisto di bond governativi e altri asset al passo annuo di circa 80.000 miliardi di yen, in rialzo di 30.000 miliardi (200 miliardi ulteriori di euro)…
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Wow, allora è proprio festa grande. Ma… tu sei veramente "invitato"? He He He
Il piano di acquisto di Abs da parte della Banca centrale europea (Bce) partirà a novembre. Lo ha fatto sapere l'Eurotower precisando che l'acquisto di prestiti cartolarizzati inizierà il giorno successivo alla pubblicazione sul sito della documentazione legale.
Nel frattempo la Bce ha nominato i quattro intermediari che gestiranno le operazioni di acquisto su sue precise istruzioni:
Amundi, Deutsche Asset & Wealth Management International, ING Investment Management e State Street Global Advisors.
Per mitigare i conflitti di interesse, verranno adottate una serie di controlli da parte di revisori esterni e di disposizioni, tra cui la separazione dei gruppi di lavoro. Il piano di acquisto di Abs è tra le misure adottate dal consiglio direttivo della Bce per favorire l'erogazione del credito all'economia reale della zona euro…
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Per mitigare i conflitti di interesse, verranno adottate una serie di controlli da parte di revisori esterni e di disposizioni, tra cui la separazione dei gruppi di lavoro…
 
Leggi bene:
conflitti di interesse.
Chi controlla Chi?
Un medico è a capo della Banca Mondiale. Che ci fa “lì”?
Ebola: presidente Banca Mondiale, stiamo perdendo la battaglia.
Il mondo "sta perdendo la battaglia" contro Ebola a causa di una mancanza di solidarietà globale e di comprensione della minaccia che l'epidemia rappresenta per l'economia globale.
A lanciare l'allarme è il presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim. "Credo che il mondo non ancora abbia capito quale sia il rischio, non solo per l'economia dell'Africa Occidentale, ma per l'economia globale, e stiamo ancora perdendo la battaglia", ha affermato Kim nel corso di una conferenza stampa con il presidente francese Francois Hollande e i vertici dell'Fmi, dell'Ocse e di altre organizzazioni multilaterali...
Jim Yong Kim, medico americano di origini sudcoreane, è un esperto di problemi di salute a livello globale. Prima di diventare rettore del Darmouth College ed in seguito essere nominato al vertice della Banca Mondiale, ha avuto un incarico presso l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dove fu messo a dirigere il dipartimento che si occupa della lotta contro l'Aids. In precedenza aveva dato vita ad una ong filantropica, attiva sempre nel campo della salute, Partners in Health.
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"Credo che il mondo non ancora abbia capito quale sia il rischio, non solo per l'economia dell'Africa Occidentale, ma per l'economia globale, e stiamo ancora perdendo la battaglia"…

Hai capito qual è il problema del “medico a capo della banca mondiale”?
Ovvio:
è lo stato dell’economia globale (banca mondiale, economia globale).
Il problema non è la salute delle persone ma i danni che subisce l’economia…
Istat: un italiano su quattro è  a rischio povertà.
Un italiano su quattro, precisamente il 28,4% della popolazione, è a rischio povertà o esclusione sociale.
Il dato, contenuto in un report dell'Istat, è riferito al 2013 ed è derivato dalla combinazione della grave deprivazione materiale e della bassa intensità di lavoro e corrisponde alla quota di popolazione che sperimenta almeno una di queste due condizioni…
Nonostante l'erosione dei redditi e la morsa della crisi che non accenna ad allentarsi, aumenta la fiducia degli italiani sul proprio futuro, almeno secondo quanto emerge da un'indagine realizzata dall'Acri insieme a Ipsos in occasione della 90esima Giornata Mondiale del Risparmio… Sempre secondo il sondaggio, la metà degli italiani è soddisfatta della propria condizione economica mentre si contrae un po' il numero di famiglie colpite direttamente dalla crisi (dal 30% al 27%)…
L'indagine evidenzia anche che attualmente una famiglia su 4 (il 25%, in crescita rispetto al 2013) non riuscirebbe a far fronte a una spesa imprevista di 1.000 euro con risorse proprie. Se la spesa imprevista fosse maggiore, 10.000 euro (ossia un furto d'auto, una complessa operazione dentistica, la sistemazione di un tetto o una cartella esattoriale non attesa), potrebbe farvi fronte con le sole proprie forze poco piu' di 1 famiglia su 3 (il 37%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2013)…
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  • nonostante l'erosione dei redditi e la morsa della crisi che non accenna ad allentarsi, aumenta la fiducia degli italiani sul proprio futuro
  • la metà degli italiani è soddisfatta della propria condizione economica
La “speranza” è proprio l’ultima a morire. Il suo effetto è una sorta di “ottimismo”, che spinge a "digerire di tutto"... pur di non perdere anche questa caratteristica (moda, tendenza; i film sono pieni di attori che fingono di recitare la parte degli "sfigati", perchè colpisce l'attenzione di coloro che vivono veramente una simile condizione ma, nella "realtà attuale". Gli attori sono dei ricchi che fingono di essere poveri).

La "piramide sociale" descrive e forma "un piano inclinato" che, opportunamente regolato in "separazioni volumetriche all'altezza dell'edificio piramidale di assegnamento/appartenenza", tende a distrbuire qualsiasi risorsa in funzione della sua "forma" (recipiente). La base, così larga, non equivale più alla maggiore condizione di benessere ma... invece, corrisponde in un simile "modello amministrativo" all'esatto opposto, ossia, ad una massima limitazione prevista per via infrastrutturale.
Fai attenzione:
devi sempre tenere in considerazione che, “chi ha… avrà sempre di più” lungo un piano inclinato come quello che descrive questa realtà. E… viceversa. Per cui, che tipo di futuro stai alimentando (in)direttamente vivendo di speranza? Ossia, "senza fare nulla che sia in grado di "andare oltre"?
Se pensi ad una vincita epocale al Lotto, beh… tanti auguri.
Un "corpo fisico" è un'onda in una serie di onde.
Il modo in cui il “potere” ha preso le redini del Mondo intero, è insito nello “strumento del colpo di Stato”, dopo avere ottenuto il controllo del tuo inconscio, in maniera tale che, in seguito... hai avuto l’impressione di (non)fare tutto da solo (controllo wireless). 
Accade ancora oggi, in quelle aree non ancora “stabilizzate” (sono punti di sfogo della realtà, simili ai vulcani... dalla prospettiva Planetaria).
Sciolto Parlamento e governo. Golpe in Burkina Faso, l'esercito prende il potere.
Imposto il coprifuoco, un organo di transizione ha assunto il potere esecutivo e legislativo. Una trentina di persone sono morte e almeno altre 100 rimaste ferite negli scontri in corso in Burkina Faso, dove è in atto una rivolta popolare contro il regime del presidente Blaise Compaoré.
L'esercito del Burkina Faso ha annunciato lo scioglimento del governo e dell'Assemblea nazionale, l'entrata in vigore di un coprifuoco e l'istituzione di un organo di transizione. L'annuncio è stato dato con una conferenza stampa, al termine di una giornata di scontri provocati dalle contestazioni al presidente Blaise Compaoré.

Il potere esecutivo e quello legislativo saranno assunti da un organo di transizione, con l'obiettivo di un ritorno all'ordine costituzionale "in un periodo di dodici mesi".

Un coprifuoco è imposto "su tutto il territorio dalle 19 alle 6" per "preservare la sicurezza delle persone e dei beni".

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L'obiettivo di un ritorno all'ordine costituzionale… (status quo).
La Massa è (s)fruttata sempre ed in ogni caso. Se la rivolta è "popolare", allora tutto (ri)assume un'altra valenza. Vero? E tu, magicamente, ti senti portato ad "appoggiare ciò che sta succedendo, senza in realtà sapere nè capire nulla, relativamente a quello che "accade, là" (lontano da te e dalla tua autentica voglia di sapere e capire).
Se cambia il tal personaggio, che comanda, ma non cambia il modello di (ri)ferimento, allora tutto ciò che accade “sopra alla (com)presenza della Massa” è identico ad una lotta di potere per ottenere il “posto privilegiato”, di amministratore della società derivante dalla Massa (a prescindere da quale nome intendi assegnare ad un simile ordinamento di potere, il termine migliore è sempre quello di “dittatoriale”, anche quando “di mezzo” c’è un ordine democratico, sulla "carta").

Il cambio di paradigma lo puoi ottenere in due modi:
  1. agendo (in)direttamente “qua”
  2. agendo (in)direttamente “in te”.
Sembrano la stessa cosa, ossia, sembra che l’un modo sia collegato all’altro modo ma, in realtà, puoi star a girare attorno alle interpretazioni delle parole sin quando vuoi, senza trarre un ragno dal buco. Ciò che “sei… sei” già sin d’ora



Leggi questa profonda citazione dall’essenza di Jiddu Krishnamurti (La fine del dolore - Discorsi a Saanen – 1980). SPS ha ricavato porzioni sincroniche nell’ambito del discorso, relative ai “primi due giorni”. Il testo è disponibile liberamente a questo link e, forse, è opportuno che sia te stesso a leggere “la conclusione” del “lavoro”.
(Ri)corda anche “chi è stato Krishnamurti”, che cosa ha “rifiutato e, dunque, mantieni centrale il suo ruolo a livello simbolico vivente, presso gli umani (esempio, archetipo).
Se hai necessità di un “mito”, Krishnamurti vale la pena di essere (ri)cordato, anche se lui stesso ti direbbe che, in realtà, “è già tutto dentro di te e non hai bisogno di nulla, se non di essere te stesso”…




Per questo "motivo" non ci capisci nulla! Allarga la prospettiva, oppure rendila frattale ed auto conosciti.
Vedete, chi vi parla non ha fedi né particolari valori da difendere; non appartiene ad una religione o ad un gruppo particolare; non è interessato ad alcun genere di propaganda, né ha alcuna intenzione di persuadervi a pensare in un certo particolare modo, o di convincervi ad accettare quanto si sta dicendo.
Proprio fin dall’inizio dobbiamo essere estremamente chiari su questo punto:
quando non si richiede alcuna fede, quando non ci sono né seguaci né culti, quando non si viene minimamente indotti a muoversi in una direzione particolare, soltanto allora è possibile incontrarsi sullo stesso terreno, allo stesso livello, per osservare insieme quello straordinario fenomeno che è l’esistenza umana.
Spero che questo sia ben chiaro.

Se mi è consentito, prima di tutto vorrei chiedere:
perché gli esseri umani, che vivono sulla terra da cinque o dieci milioni di anni, continuano a comportarsi ancora allo stesso modo dopo un periodo tanto lungo di esperienze e di sofferenze?
Che cosa c’è che non va? Dopo tutti questi milioni di anni, che cosa è accaduto al cervello e al cuore dell’essere umano?
Non so se vi siete mai posti una domanda del genere.
Nonostante ci sia stato un vasto periodo di evoluzione, durante il quale è stata raccolta una conoscenza immensa ed è stata fatta una lunga esperienza di  pene  quotidiane,  nonostante  tutto  quello  che  abbiamo  passato,  perché siamo ancora gli stessi?
È trascorso un periodo di tempo straordinariamente lungo da quando l’uomo è sulla terra; e tuttavia ci stiamo ancora dibattendo nella sofferenza, siamo ancora occupati ad odiarci e a vivere nelle nostre particolari illusioni personali.
Perché? Perché ancora adesso ci abbandoniamo a sentimenti tribali?
Capite la mia domanda? Qual è la causa di tutto ciò?
Abbiamo avuto migliaia di filosofi; abbiamo avuto istruttori religiosi di ogni tipo – e alcuni sono stati anche considerati santi, ma non lo erano per niente; probabilmente sono state soltanto persone afflitte da qualche forma di nevrosi. C’è stata tutta la conoscenza raccolta dagli antichi teologi cristiani, e quella messa insieme in Asia dai pandit, in un periodo di tempo forse ancora più lungo.
Ma tutto questo non è servito a risolvere nemmeno uno dei nostri problemi.
Capite? Perché noi esseri umani continuiamo ad andare avanti allo stesso modo? Si tratta di una domanda molto seria. Dov’è la causa che determina questa situazione?
Che cosa c’è che non funziona nella mente umana?
Il cervello umano si è evoluto nel tempo. Il vostro cervello è frutto di una evoluzione di migliaia e migliaia di anni. Il vostro cervello non  è esclusivamente vostro, sebbene voi possiate pensare che sia così. Se esaminate con attenzione come stanno le cose, sia da un punto di vista genetico, sia da un punto di vista razziale, vedrete che il cervello umano ha subìto una crescita, una evoluzione nel tempo; e nella sua ininterrotta ricerca di sicurezza, tanto fisica quanto psicologica, ha stabilito determinati modelli di comportamento.
La sua esigenza primaria è stata quella di trovare la propria sicurezza. Ma, proprio questa esigenza non costituisce forse la causa dello stato attuale di infelicità, di confusione, di terrificante disordine in cui si trova il mondo?
Capite? È forse questa continua esigenza di sicurezza personale che costituisce la causa del disordine?
Il vostro cervello e il cervello di qualsiasi altra persona sono il prodotto di una straordinaria evoluzione. Il vostro cervello non è esclusivamente vostro; è il cervello dell’essere umano. È un apparato che si è evoluto e modificato nel tempo; e questo cervello, prima di tutto, ha sempre cercato la propria sicurezza, esteriore e interiore. Tuttavia ora ci ritroviamo a vivere in un mondo dove c’è tremenda insicurezza.
Qual è la causa di questa situazione?
Sapete, quando esiste una causa, esiste anche la possibilità che essa scompaia. Riuscite a vedere che è così? Se esiste una causa che provoca un dolore fisico, o un profondo turbamento psicologico, questa causa può essere scoperta ed eliminata.
Quindi, dove c’è una causa, un principio, c’è anche una fine.
Ora, dopo milioni di anni di esistenza umana sulla terra, la causa dell’attuale stato di degenerazione non è forse la separazione che si è creata tra individuo e individuo?
Per favore, seguite quanto stiamo dicendo.
Dovete usare il vostro cervello; non potete limitarvi ad ascoltare superficialmente, ma dovete mettere tutta l’attenzione possibile nel vostro ascolto. Allora, forse, potremo incontrarci. Se mentre ascoltate, pensate ad altro, allora non potremo incontrarci; non potrà esserci alcuna comunicazione tra noi
Ognuno di noi si considera un’entità separata dagli altri. Non abbiamo mai esaminato a fondo il fatto che il nostro cervello è un apparato comune a tutta l’umanità.
E nella sua ricerca di sicurezza il cervello potrebbe averci indotto a considerarci individui reciprocamente separati, che si sentono spinti a riunirsi in gruppi per combattere gli uni contro gli altri. Potrebbe essere questa la causa di tutto il nostro disordine. O forse potrebbe essere anche un’altra:
la causa potrebbe essere quel cumulo di idee e di ideali che costituiscono la conoscenza
Che sia proprio la conoscenza, la causa di tutta la nostra infelicità?
Spero che comprendiate quello che stiamo dicendo. Non stiamo parlando per divertirci, per passare un po’ di tempo piacevolmente. Fuori di qui potete trovare tutti i passatempi che volete:
ci sono cinema, campi da tennis, partite di calcio.
Ma qui non ci stiamo dedicando ad uno svago, seppure di genere diverso, intellettuale o spirituale, se mi permettete di usare una parola simile. Qui non stiamo facendo chiacchiere inutili. Stiamo affrontando una questione tremendamente seria.
Ci siamo chiesti:
perché gli esseri umani, nonostante la loro conoscenza immensa, raccolta in migliaia di anni, sono rimasti gli stessi?
Forse sono un po’ meno rozzi, un po’ più raffinati; ma portano con sé ancora lo stesso carico psicologico di crudeltà, di brutalità, che riversano sul loro prossimo, sugli animali, sulla natura.
Perché succede questo? Che cosa ci è accaduto?...
Quando si vede quali sono le cause della guerra, ci si rende anche conto della possibilità di eliminarle. Ma sembra che nessuno voglia farla finita con le guerre. Se potessimo capire il principio, la verità che dove esiste una causa, c’è anche la possibilità di eliminarla... Ve ne rendete conto?...
Vi prego, non fraintendetemi. Non stiamo parlando contro la conoscenza. La conoscenza è necessaria per guidare una macchina, per parlare una lingua o per diventare degli esperti in elettronica. Ma che senso ha quella conoscenza psicologica che si è andata accumulando di generazione in generazione, e che ormai si è pietrificata in concetti, in fedi che ci dividono? Capite?...
Per favore, rendetevi conto che è vostra responsabilità scoprire la causa dello stato del mondo. Quando nel vostro cuore c’è amore, avete anche un senso di profonda compassione. Questo problema è lì davanti a noi. Potete andarvene in Asia e diventare seguaci di uno dei tanti guru, con tutti i loro romanticismi e le loro assurdità.
Ma nessuna di queste persone ha risposto veramente alla nostra domanda, anche ammesso che se la sia posta. Hanno le loro teorie
Il fatto è che ognuno di voi possiede una struttura psicologica che è frutto di una evoluzione di milioni di anni. La vostra struttura psicologica non appartiene esclusivamente a voi, ma è come quella di qualsiasi altro essere umano al mondo.
Gli esseri umani soffrono tanto in Cina, quanto in Estremo Oriente, nel Medio Oriente, o qui in Occidente. Vivono nella crudeltà, privi di un qualsiasi senso di affetto e di considerazione per gli altri. Sono pronti a odiarsi, a dividersi e a vivere in mezzo a ogni genere di fatti terrificanti. Ognuno di noi fa parte di questa realtà
Non preoccupatevi di come si fa a meditare; non preoccupatevi di che cosa sia lo yoga. Tutto questo viene dopo. Ora è molto più importante scoprire la causa di tutto ciò che accade nel mondo. Scoprire la causa vuol dire eliminarla. Scoprire la causa del dolore che affligge ogni essere umano al mondo, significa porre fine al dolore
Noi pensiamo in termini di tempo.
Cioè, nel cercar di scoprire la causa della nostra attuale situazione, cominciamo a discutere, a muoverci nel tempo, come stiamo facendo ora. Ma è possibile fare completamente a meno di questo movimento nel tempo e mettersi semplicemente ad osservare?
Capite?
Sareste disposti ad ammettere che il vostro cervello è un prodotto del tempo?...
Osservate come funziona, come pensa il vostro cervello. Gli scienziati studiano la materia e per mezzo della loro indagine sulla materia pretendono di arrivare a scoprire la realtà suprema, che è al di là di tutto. Studiando la materia, sperano di scoprire che cosa c’è al di là di tutte le cose. Ma noi siamo materia. Voi siete materia, il vostro cervello è materia. Tuttavia gli scienziati si preoccupano di studiare qualcosa che è fuori di loro. Non cominciano da se stessi. Capite?
Se cominciassero a investigare dentro di sé, arriverebbero a scoprire qualcosa di straordinario, di originale, di creativo, che è al di là del tempo. Ma questo tipo di indagine richiede tremenda energia, da dedicare all’osservazione di noi stessi. E nessuno è disposto a dedicarsi a questa osservazione, perché è un’attività che non vi dà nulla, non vi fa guadagnare dei soldi, non vi dà né una posizione, né potere, né prestigio….
La causa che stiamo cercando di scoprire potrebbe essere l’inizio del pensiero. Che ne dite?...
È forse il pensiero la causa di questa dilagante e complessa crudeltà dell’uomo, della sua vanità, dei suoi comportamenti?
L’essere umano si dimostra crudele nei confronti di ogni cosa. Pensiero e conoscenza procedono insieme. E la conoscenza è sempre mista all’ignoranza. La conoscenza non può mai essere completa, integrale; su di essa ci sarà sempre l’ombra dell’ignoranza.
Non potrà mai esserci una conoscenza completa, né per quanto riguarda i calcolatori elettronici, né per quanto riguarda vostra moglie, vostro marito, o la vostra ragazza.
Allora, il pensiero, che è figlio della conoscenza, è forse la causa della nostra situazione?...
Chi vi parla, per tutta la sua vita non ha fatto altro che approfondire sempre di più ogni aspetto di questa faccenda; e al punto in cui è arrivato, ha scoperto, ha realizzato qual è la causa di tutto ciò che accade nel mondo. Soltanto quando avete scoperto questa causa e la sua fine, può avere inizio la meditazione
La mente e il cervello, che sono il risultato di un processo nel tempo, non sono mai stati liberi. Ma senza libertà l’essere umano non può schiudersi, non può fiorire, non può in alcun modo andare al di là di se stesso
Interiormente non siamo liberi. Col passare del tempo abbiamo acquisito una determinata struttura; se osservate la vostra mente, se guardate come funziona il vostro cervello, vi accorgerete che non facciamo altro che rimanere sempre entro certi schemi determinati, che vanno ripetendosi da migliaia e migliaia di anni.
In Occidente i preti ci hanno lavato il cervello per duemila anni:
in Oriente questo lavaggio del cervello dura da quattromila, cinquemila anni, o forse di più.
Il nostro cervello è condizionato; si è formato subendo determinate imposizioni, rimanendo sotto la continua influenza di quanto hanno affermato insegnanti, filosofi, preti
Se vogliamo arrivare a scoprire la causa fondamentale della situazione attuale, è necessario essere liberi da qualsiasi condizionamento.
Interiormente deve esserci libertà.
Libertà non significa andare dove vogliamo, sceglierci il lavoro che preferiamo, o dire quello che ci pare. La vera libertà esiste quando il cervello, la mente, l’intera struttura psicologica, sono ripuliti da qualsiasi schema di funzionamento, da qualsiasi modello di comportamento che ci siano stati imposti.
Se siete delle persone serie, non può bastarvi affrontare soltanto oggi, o una volta ogni tanto, questa indagine che stiamo conducendo insieme.
La vostra ricerca, la vostra osservazione devono essere ininterrotte.
È necessario avere grande pazienza. Sapete, impazienza è tempo. La pazienza, invece, non è del tempo. Pazienza significa osservare da vicino, con grande cura e attenzione; significa non avere fretta e avanzare a poco a poco, senza stancarsi. Questa è pazienza. In questo modo di osservare non c’è l’ansia del tempo. Ma quando vi lasciate prendere dall’impazienza di andare avanti, vi mettete a correre, senza capire da che punto siete partiti
È pur sempre pensiero, sia che lo si usi in Oriente o in Occidente, sia che subisca condizionamenti diversi in differenti ambienti. Allora, la causa fondamentale che stiamo cercando è il pensiero?...
Vi prego, andiamo avanti insieme. E procedendo insieme, fianco a fianco, per la stessa strada, non ci serviremo dell’analisi.
Dobbiamo capire che cosa significa analisi. Analisi implica divisione. Vi pare?...
Supporre che l’analizzatore sia completamente diverso dall’analizzato, è diventato uno dei nostri condizionamenti più profondi
Non sto dicendo che non c’è alcuna differenza tra me e un albero. È chiaro che c’è differenza; ma quando la differenza esiste a livello psicologico, quando ritenete di essere diversi da quello che osservate dentro di voi, a livello psicologico, allora questa divisione porta con sé il conflitto.
Quando tentate di essere quello che non siete, prendete la direzione dello sforzo e del conflitto.
Il nostro cervello ha vissuto e si è sviluppato muovendosi proprio in questa direzione. Ora noi diciamo:
un processo di analisi non porterà mai alla libertà.
Al contrario, non farà altro che mantenere e alimentare il conflitto.
Ma una mente, un cervello che vivono nel conflitto, non possono fare a meno di consumarsi; così non potranno mai essere in uno stato di freschezza, non potranno mai sbocciare e fiorire in questo stato.
L’analisi rende impossibile osservare con chiarezza.
Essere capaci di osservare è molto più importante che avere una mente analitica. Abbiamo perso la capacità di osservare, per coltivare l’arte di analizzare. Non siamo mai disposti a guardare a fondo quello che accade nella nostra mente e nel nostro cuore, senza alterare quello che stiamo osservando
Stiamo dicendo che quello che importa è essere capaci di osservare che cosa accade dentro di noi, nel nostro cuore, nella nostra mente.
Ma questa osservazione non è possibile quando dietro di essa c’è un motivo qualsiasi o qualche genere di imposizione che la deforma
Sfortunatamente ormai siete tutti quanti persone molto istruite, vi siete interessati di molte cose leggendo a destra e a sinistra, con la speranza, così, di acquisire conoscenza. Mentre, se poteste semplicemente osservare... Sarebbe davvero meraviglioso se poteste farlo, perché proprio nella semplice osservazione è l’essenza stessa della libertà!
Senza questa libertà, non avete la minima possibilità di penetrare in quanto stiamo dicendo
La nostra mente è umanità ed è comune a tutti gli uomini. Questa mente, insieme al cervello, ha funzionato non solo per tutta la nostra vita, ma per millenni, muovendosi nel tempo in una direzione determinata. È un movimento che continua sempre nella medesima direzione, per quanto possa espandersi o contrarsi, celarsi o modificarsi
Ma ora non ci stiamo occupando del funzionamento del pensiero, in relazione al mondo fisico delle nostre attività quotidiane, i sistemi di comunicazione e di trasporto, i telefoni e così via. Ci stiamo invece chiedendo se a livello psicologico non sia proprio il pensiero la causa di ogni tormento umano. Capite? E se fosse proprio il pensiero la causa fondamentale della miseria umana, questa causa non potrebbe essere tolta di mezzo?...
Anche le nostre relazioni reciproche sono determinate dal pensiero, che, come abbiamo detto, è figlio della conoscenza. Senza conoscenza non saremmo capaci di pensare. Ma la conoscenza e sempre qualcosa di limitato. Non esiste la conoscenza completa di qualcosa.
Mentre la comprensione è completa quando la conoscenza finisce del tutto
Non esiste una conoscenza completa, a qualunque cosa vogliate riferirvi. Gli astrofisici che studiano l’universo non arriveranno mai ad una conoscenza definitiva. Anche il lavoro dei filosofi e degli studiosi si basa sulla conoscenza…
La conoscenza è sempre e comunque incompleta, perché è costantemente all’ombra dell’ignoranza
Perciò il nostro pensiero che nasce dalla conoscenza è irrimediabilmente limitato. Non esiste un pensiero senza limitazioni in se stesso. Così anche i nostri modi di agire permangono nella limitazione. E la nostra capacità di osservare sarà molto ristretta se rimarrà soggetta al funzionamento del pensiero. Quando la mia osservazione fa parte di un processo analitico, siccome l’analisi si basa sul pensiero, tanto le mie osservazioni quanto le mie conclusioni saranno inevitabilmente limitate
La capacità dì osservare implica profondo senso di umiltà. Non potete osservare con chiarezza se vi basate sulla conoscenza che avete. Umiltà significa osservare senza pretendere di appoggiarsi ad alcuna certezza
"Non sono bravo, ma migliorerò". Capite?
Questo divenire è il movimento del pensiero nel tempo. E proprio questo movimento potrebbe essere l’origine di tutta la confusione in cui viviamo. Ognuno desidera diventare qualcosa.
A livello fisico, questo desiderio spinge ad essere aggressivi, ambiziosi, crudeli. Ma potete accorgervene e tirarvi indietro, senza prendere parte al gioco. Mentre, vedere questo movimento del divenire a livello psicologico, vederlo interiormente, è molto più difficile. In noi, a livello psicologico, è costantemente all’opera lo sforzo per diventare qualcosa. Così ci portiamo dietro un conflitto interminabile. Siamo sempre in tensione, in lotta, sotto sforzo.
Proprio questa situazione psicologica potrebbe essere la causa di tutta la distruttività che c’è al mondo
Guardate che cosa succede:
invece di rendersi conto immediatamente della realtà di quanto abbiamo detto, la mente preferisce costruirsi un’immagine, un’idea, e mettersi a discutere. Ma la realtà è diversa dall’idea che vi siete fatta. La parola sofferenza è diversa dalla realtà del soffrire.


Quando sentite parlare di quel che è accaduto alla mente, al cuore, al cervello – che sono tutt’uno –, quando sentite dire che col passare del tempo sono stati condizionati dalla cultura, dalla religione, a diventare qualcosa che non sono; quando sentite dire che questo condizionamento implica tensione, competizione, spietatezza, violenza, siete di fronte ad un fatto, oppure soltanto ad un’idea? Siete di fronte a qualcosa che accade realmente, oppure vi state soltanto immaginando qualcosa? Questo è un punto molto importante da capire.
Nota: Politiche della Bce (annunci virtuali, senza fare nulla. Effetti sulle Borse, concreti).
Le nostre menti sono state condizionate in ogni occasione ad avere a che fare con delle idee invece che con dei fatti. Di fronte a un fatto, il cervello si è abituato a creare un’astrazione, e questa astrazione poi la chiama ideale.
Ma osservare il fatto è molto più importante che farsene un’idea. Nei confronti di un fatto potete fare qualcosa, ma non potete fare nulla nei confronti di un’idea; al massimo potete crearne delle altre, farvi delle opinioni
Le idee sono fattori tremendamente distruttivi, mentre il fatto in se stesso è che il pensiero ha costruito la struttura psicologica dell’essere umano, e questa struttura si basa sullo sforzo di diventare diversa da quello che è. Capite?
È da questa situazione che potrebbe venire ogni infelicità umana. Allora, se ci siamo resi conto della causa, possiamo vivere in questo mondo senza far nulla, psicologicamente, per diventare diversi da quelli che siamo?
Questo non significa che dobbiate rimanere quelli che siete. Che cosa siete voi? Non siete nient’altro che questo sforzo di diventare diversi. Mi domando se ve ne rendete conto
Ora, potreste chiedervi: "Ma se non sono nient’altro, all’infuori di questo sforzo per cambiare, che cosa mi succederebbe se smettessi di fare anche questo? Mi metterei a vegetare?".
Ma avete mai penetrato veramente a fondo la questione di mettere completamente da parte lo sforzo di diventare diversi da quello che siete?
Questo significherebbe farla finita, dentro di voi, con il bisogno di imitare, di conformarvi, di fare confronti (link). Dovunque nel mondo, gli esseri umani, da millenni, non hanno fatto altro che comportarsi allo stesso modo, seguendo sempre lo stesso schema psicologico, e non fa alcuna differenza che vivano in un piccolo villaggio o che abitino un appartamento lussuoso al trentesimo piano. Se è stata scoperta la causa che determina tutte le miserie umane, essa se ne andrà, con naturalezza
State attenti: che cos’è l’essere umano?
Ha paura di non essere niente? Ma dove lo porta il suo sforzo per diventare qualcosa? Con tutti i vostri sforzi per diventare diversi interiormente, dove siete arrivati? Alla fine di tutti i vostri sforzi, non siete un bel niente! Ma avete paura di rendervene conto.
Alla base del divenire non c’è sempre il pensiero?
Prendete per esempio il problema dell’autoconoscenza. Voglio conoscere me stesso. Guardate in che inganno si cade!
Perdonatemi se ve lo faccio notare. Voglio conoscere me stesso:
e comincio ad osservare, ad analizzare, a fare domande. E proprio questo osservare, questo fare domande, fanno parte del movimento interiore per diventare qualcosa di diverso. Qualsiasi movimento mentale, che implichi divenire o non divenire, è sempre la stessa cosa; e un movimento del pensiero.
E se dite:
"Sì, me ne sono accorto; devo porre fine a questo movimento", è ancora il pensiero ad essere all’opera, sebbene in una diversa direzione. Allora, questo movimento del pensiero, può finire davvero?...(link)...
Che cos’è il pensiero?
Non è il pensiero che produce il rumore di quel torrente, ma è il pensiero che ha generato le guerre e barriere divisorie di ogni tipo nelle relazioni umane.
Con qualsiasi persona siate in relazione, ve ne fate un’immagine. Questa immagine si costruisce nel tempo e diventa la barriera divisoria tra voi e l’altra persona. Il cervello è costantemente all’opera per costruire l’immagine di vostro marito, della vostra ragazza o del vostro ragazzo; e questa immagine vi impedisce di vedere la realtà, vi separa dalla realtà.
Il ricordo del passato si imprime nelle cellule del cervello; quindi il pensiero forma un’immagine, e allora voi dite: "Mi ricordo di te".
Ma l’immagine, il simbolo, non è la realtà.
Pensare significa muoversi nel tempo. Il tempo è il fattore nel quale, per mezzo dell’esperienza, si raccoglie conoscenza.
Ho avuto l’esperienza di incontrarti ieri; me ne ricordo e ora dico che sei il tal dei tali. Conoscenza implica pensiero. E il pensiero è materia. Le cellule che portano impressi i ricordi sono materiali e anche il pensiero è materiale
Il pensiero è materia ed è il fattore che ha costruito tutta la nostra struttura psicologica: le angosce, le paure, lo sconforto, la disperazione, le diversità di umore, gli affetti, i sentimenti, i romanticismi, i sogni ad occhi aperti.
Le persone cosiddette religiose non lo ammetteranno, perché partono dal concetto che in loro ci sia qualcosa di spirituale; credono di avere un’anima, con tutto quel che segue. Ma non escono dai limiti del pensiero. Coscienza superiore e coscienza inferiore, l’Atman degli Indù, il Brahman, sono ancora creazioni del pensiero.
Evidentemente il pensiero ha un campo nel quale deve essere usato.
Ci serve per parlare, per tornare a casa, per prendere l’autobus, per lavorare, per fare tutto ciò che richiede abilità e conoscenza.
Ed è necessario che il pensiero funzioni in modo obiettivo, chiaro, preciso, imparziale. Ma il pensiero non ha altro posto, al di fuori del campo che gli compete. E invece il pensiero è costantemente all’opera per costruire la struttura dell’ego, dell’io che vuol diventare, o che non vuol diventare niente.
Si può stare al mondo senza che il pensiero intervenga a costruire la struttura dell’ego, che implica il divenire?
Capite che cosa sto chiedendo?...
Finché non scomparirà il movimento psicologico del divenire, non sarà possibile andare molto lontano. Finché esisterà un centro dove si accumula lo sforzo che alimenta il divenire, da lì il pensiero continuerà a muoversi e ad operare. E la mente che non è libera dalla struttura psicologica costruita dal pensiero, non potrà andare da nessuna parte. Potrà solo farsi delle illusioni e giocare a se stessa ogni genere di inganni
La fine del dolore - Jiddu Krishnamurti
Notevole. Davvero notevole…

La mente è “utile”, per fare ciò a cui è (pre)posta. Ogni “prospettiva” che tende a metterla da parte o a metterla al centro di tutto, è ancora una strumentazione ordita dal medesimo livello di potere, a cui interessa che questo “status quo” non cambi, nella sua sostanza, mai.
La mente la piloti dal “cuore” se sei “puro/a”. Ma non ne puoi fare a meno, se intendi continuare a rimanere vivo a livello di “corpo”. Ok?
Dai un taglio netto alla questione mentale, fine a se stessa. È come avere ricevuto in dotazione tutto il necessario, ma ignorare/abusare di una componente. È un disequilibrio quello che vai a compiere. Una disarmonia che si (ri)flette su di te e su tutto ciò che fai e sei convinto di (con)seguenza di essere.
Krishnamurti insiste sul fatto che “tu ci sia” (capite?).
La questione è centrale e necessita della tua attenzione continua. Vero. SPS è completamente in linea con una simile prospettiva. SPS rimane stupito ogni volta che condivide argomenti centrali, senza che tu te ne accorga, di fatto. Puoi pensare che SPS scriva troppo o che sia troppo complesso ma… l’importante è che tu “ci sia”. Basta anche leggere “poco” ma, in seguito, alimentare da te il movimento di approfondimento.
Ciò che (s)fugge non permette di (ri)trovare la causa. Perché soffri? Perché il genere umano è da “sempre” in lotta con se stesso?

Ciò (s)fugge. Ma è oltremodo chiaro che “qualcuno gode di un simile stato delle cose”. Qualcuno gode in una maniera paradossale, perché nemmeno costui/costoro (ri)escono a raggiungere quello “stato di felicità” (essenza), che tutto ciò che deriva dal “potere” non può mai autenticamente “(con)ferire”.
È curioso e mai casuale questa (ri)correnza:
  • (ri) ferimento
  • (con) ferire.
Il verbo “ferire” significa fare o farsi del male. Le particelle auto completanti “ri” e “con”, apportano continuità ad un simile moto del “procurar(e/si) del male”.
Ci sono fenomeni molto “strani” attorno a te…
Eugene Cernan, l'ultimo uomo che andò sulla Luna.

Nato nel 1934, Eugene Cernan fu il comandante della missione Apollo 17 ed è stato l'ultimo uomo a mettere piede sulla Luna, nel 1972.
Da allora nessuno è più tornato sul nostro satellite.
Fu anche copilota nella missione Gemini 9 e pilota del modulo lunare nella missione Apollo 10. A Milano per l'inaugurazione di una nuova sezione del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia dedicata allo spazio, è critico nei confronti della Nasa:
"Non ha un programma spaziale. Gli Stati Uniti non possono nemmeno mandare un uomo nello spazio con una propria navetta". Tra gli aspetti che non lo soddisfano, lo scarso interesse per la Luna:
"lassù", dice, “ci sono ancora moltissime cose da scoprire”…
Link
(La Nasa)… “non ha un programma spaziale. Gli Stati Uniti non possono nemmeno mandare un uomo nello spazio con una propria navetta". Tra gli aspetti che non lo soddisfano, lo scarso interesse per la Luna: lassù, dice, “ci sono ancora moltissime cose da scoprire”…
 
Perché le “rotte commerciali” per la Luna non sono ancora state aperte? 
  • forse perché, per ora, essa è riservata alla esplorazione militare (segreto)?
  • forse perché è già abitata (extra umani)?
  • forse perché… “non esiste” (ologramma)?
  • forse perché è, semplicemente, “troppo presto” (1492, scoperta delle Americhe).
Studio globale sulle concessioni statali. I diritti dei popoli indigeni e l'uso della terra...
Una recentissima analisi condotta su 73mila impianti diversi, in otto paesi coperti dalla foresta tropicale (Brasile, Cambogia, Colombia, Indonesia, Liberia, Mozambico, Perù e Filippine), rivela che il 93% delle concessioni statali conferite a privati per le attività minerarie e agricole coinvolge (e stravolge) la vita delle comunità indigene, occupando la terra che esse abitano.
"Quando i governi vendono la terra, le foreste oppure le altre risorse naturali" spiega Andy White, coordinatore del consorzio internazionale Rights and Resources Initiative (RRI) che ha commissionato la ricerca "i conflitti con i popoli indigeni diventano inevitabili". Se si coinvolgessero sotto tutti gli aspetti le popolazioni locali, anziché cacciarle, "tali conflitti sarebbero evitabili", conclude White.
Gli dà man forte Leonardo Pradela, specialista di The Munden Project, la società di consulenza che ha svolto lo studio:
"In molti mercati emergenti le leggi che sanciscono i diritti di proprietà non tengono in alcun conto i diritti delle popolazioni che abitano le aree interessate agli investimenti privati di sfruttamento dei suoli", spiega.
Il fatto è che questi popoli vivono da secoli nello stesso modo e pertanto non sono affatto interessati a trasferirsi in aree urbane, dove ovviamente soffrirebbero di uno sradicamento insopportabile. Eppure vengono scacciate dalle loro terre e finiscono spesso molto male, anche dopo conflitti che durano anni e che costituiscono una perdita secca per loro e per gli investitori...
L'analisi dei conflitti ha messo in luce come le fasi più distruttive e difficili siano quelle iniziali, quando le comunità indigene si sentono invase e danneggiate (lo sono, in effetti) e gli investitori temono per la buona riuscita dell'impegno dei loro capitali.
"L'unico luogo davvero disabitato è l'Antartide", ha ricordato Richard Smith, direttore esecutivo del peruviano Instituto del Bien Común (Ibc), che ha ospitato l'evento. "Non è più tollerabile che le comunità non siano consultate sugli investimenti che coinvolgono le loro terre".

Il futuro.

Certo che è piuttosto curioso che - mezzo millennio dopo la conquista delle Americhe - non si sia ancora riusciti, almeno sulla base del diritto internazionale, a moderare gli interessi del capitale privato né a subordinarne l'impiego al rispetto dei diritti dei popoli.
Se si pensa che ci sono paesi come il Perù che hanno "svenduto" il 40% della propria terra alle compagnie minerarie e che la stessa sorte è toccata al 35% delle foreste indonesiane, allora - più che "curioso" - il fenomeno diventa sospetto.

Di che cosa abbiamo parlato?

Il rapporto è stato realizzato per conto di Rights and Resources Initiative (Rri) (un consorzio globale di associazioni e istituti rivolto allo studio del consumo del suolo e alla riforma delle politiche a esso connesse) da The Munden Project, società di consulenza specializzata - così si legge nel sito ufficile - in "problemi complessi".
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Capisci anche perchè l’attuale paradigma, basato sul denaro a base di scarsità, mette a repentaglio la (com)presenza della funzione della “Giustizia”?
Come Israele obbliga i beduini a vivere in un cimitero...
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Non è una questione di “futuro” o di “pericolo per l’economia globale”; è una questione più centrale, che ti (pre)vede nei panni di un essere sovrano addormentato in se stesso (tacito assenso).
Il “futuro” non mancherà mai, lungo questa strada. Ma… quale tipo di “futuro” ti attende, visto che “tu sei già sin d’ora”, mentre in questa maniera “tendi a divenire… che cos’altro”?

Che cosa diventerai? Ciò che già sei, ammantato di una maschera irriconoscibile persino dalla tua “essenza” (il "vuoto" che cammina).
L’essenza è inalterabile? Bah… l’esperimento in corso d’opera è volto proprio a dimostrare il contrario. Ti mancano le “risposte”, prima ancora che relative a ciò che accade… ti mancano le “risposte” relative a te, a quello che “sei” (non sai nemmeno che cosa domandare, anzi, non ci pensi nemmeno di domandare, visto che non esiste nessuno che, ai tuoi occhi, possa risponderti... per cui lasci perdere ancora prima di impegnarti in un qualcosa che non ha logica nè speranza. Non "speri" nemmeno più, che in te stesso ci sia la domanda e la risposta).
Se il pensiero è materia, allora, puoi (ri)salirlo attraverso te stesso, in te stesso, attraverso ad esempio l’Analogia Frattale. A partire da qualsiasi “cosa reale che accade” sino a seguirne il corso all’interno del tuo “oceano frattale”… così da trascendere l’ordinamento del pensiero e raggiungere quello stato iniziale, entro il quale sei “puro”. Una particella di te carica di tutto quello che “è”…
Oltre la mente, grazie anche alla mente.
E, nel frattempo, puoi provare a realizzare già sin d’ora, “qua”, ciò che “ti dice quel livello di te, che sino ad ora hai sempre ignorato per… mancanza di tempo ma, soprattutto, di… volontà intenzionale”.

Il “Programma” è puro.

We can try (possiamo provare).


Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2014

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