Ma nella "equazione del gas" è stata persa una “sottigliezza” come risposta alla domanda: chi pagherà per tutto ciò?
La
Russia non intende più finanziare Kiev. Anche l'Unione Europea non si
sente di farlo, ma a quanto pare Bruxelles sarà coobbligata per il
pagamento di Kiev. Su questo punto l’Europa non ha scampo: è necessario
racimolare almeno la metà dei soldi previsti altrimenti ancora una volta
c’è da aspettarsi che Kiev ruberà di nuovo il gas dal tubo di transito e
lascerà l'Europa a congelarsi. Parimenti a quanto già accaduto nel
2009.
Le parti hanno concordato per il 21 ottobre il
pagamento a carico dell'Ucraina, ed entro la fine dell'anno, di 3,1
miliardi di dollari di debito riguardanti pregresse forniture di gas
russo. Prezzo già calcolato con lo sconto. Per le forniture prepagate il
prezzo è di 385 dollari per mille metri cubi e fino a primavera sono
richiesti 1,6 miliardi di dollari. L'UE è pronta a garantirne solo 1
miliardo. E nessuno sa dove trovare il resto del denaro.
La
Cancelliera Angela Merkel ha già detto che l'Europa non pagherà
integralmente il gas verso l'Ucraina né coprirà i suoi debiti. La
filantropia europea non si espande così tanto. Ma per il pagamento
anticipato per il gas gli europei, purtroppo, dovranno pagare. Gli
ottimisti europei si aspettano che il 29 ottobre a Bruxelles saranno
giuridicamente garantiti tutti i punti dell’accordo. Ma su questo
risultato spera anche Gazprom. I pessimisti credono che Kiev potrebbe
far fallire anche le prossime trattative.
L’aspetto più
curioso è che alla vigilia del 29 ottobre non sono mutate né la
posizione della UE, né la posizione di Mosca sui colloqui del gas con
l'Ucraina. Non hanno subito alcuna modifica dalla primavera scorsa. Le
oscillazioni di trattative sono una caratteristica distintiva della
truffa sul gas operata da Kiev per cui ci si siede con essa al tavolo
degli scacchi e improvvisamente inizia a giocare a carte. Fino ad ora,
nessuno può dire dove sono stati collocati i 3 miliardi dollari di
credito che l’FMI ha concesso a Kiev a maggio specificatamente per
pagare il debito di gas alla Russia, evidenzia uno dei maggiori esperti
dell’Unione russa del Petrolio Rustam Tankaev. Ora Kiev ha portato il
caso sull'orlo del disastro dell’inverno sia per se stessa che per
l'Unione europea:
Adesso siamo costretti a parlare di come salvare l’Ucraina da un disastro umanitario in inverno. E il fatto che i negoziati costantemente scivolino sul contratto del 2009, non mostra null’altro che un atteggiamento completamente irresponsabile di Kiev verso il suo popolo. Le questioni controverse dei contratti devono essere risolte dall'arbitrato di Stoccolma, ma le persone non dovrebbero congelare durante l’inverno.
L'ultimo esempio del ricatto
del gas di Kiev è accaduto all’incontro del 21 ottobre: noi paghiamo a
Mosca una parte del debito, ma non diamo un pagamento anticipato per il
"gas invernale"; oppure prepaghiamo il gas, ma non rimborsiamo alla fine
il debito che supera, in totale, i 5 miliardi di dollari.
Dopo
le elezioni in Ucraina, dovrebbe essere un tantino più semplice
risolvere il problema del gas, dice il presidente russo dell’Unione del
Gas Sergej Chizhov. Prima della votazione, Kiev aveva paura di fare
concessioni che potevano essere interpretate come una resa a Mosca. E
l'Europa non voleva concedere prestiti, perché non sapeva chi avrebbe
preso il potere a Kiev. Ora è tutto chiaro, è fiducioso Sergej Chizhov:
L’Europa pagherà perché non ha altre alternative. L’Ucraina si trova nella situazione di default. Sarà un prestito garantito o dall’UE o dall’FMI che sarà legato strettamente alle consegne reali del gas. La tiravano per le lunghe prima delle elezioni parlamentari. L’Europa vuole dare i soldi a quelle persone che si insediano per un lungo periodo e seriamente. Sono importanti le persone responsabili come il presidente Poroshenko che almeno per un certo periodo sarà legittimato.
I
pessimisti del gas non sono così sicuri dei risultati positivi del
prossimo vertice sul gas a Bruxelles. L’Europa teme non l’importo dei
prestiti per Kiev, ma la sua inattendibilità finanziaria. Ritiene
l’esperto del settore Nikolaj Podlevskikh:
«Le somme che occorre ottenere per il pagamento anticipato non sono così pesanti per l’UE. Tuttavia in Europa non hanno voglia di creare un precedente quando devono concedere a Kiev un prestito il cui rimborso ha un bassa percentuale di solvenza. I politici europei che mettono la propria firma sotto le garanzie di tale prestito, firmeranno, in sostanza, una perdita di soldi dei contribuenti. Per questo nessuno ha voglia di mettere la propria firma sotto tale accordo.
Al
momento solo la Germania e l’Austria hanno mostrato la volontà di
aiutare. Secondo le parole del cancelliere austriaco, occorre garantire
le consegne ininterrotte del gas in Europa nel periodo invernale.
L’importo dell’assistenza finanziaria non è stato ancora definito, ciò
dovrà essere argomento del vertice a Bruxelles.
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