Lo schema
sembra semplice. Kiev paga il denaro, Mosca fornisce il gas. Ma dove
Kiev può prendere il denaro? A questo deve provvedere l’Europa
vitalmente interessata a che il gas destinato alla stessa non scompaia
senza lasciare traccia nelle sconfinate steppe ucraine. Di ciò si è
parlato durante l’incontro a tre, ossia tra Kiev, Mosca ed
Eurocommissione, tenutosi a Berlino. Di questo si parla adesso a
Bruxelles.
Ma, a quanto risulta, i
dirigenti del settore energetico ucraino non lasciano la speranza di
ottenere il gas gratis. Pertanto i negoziati procedono a stento e tanto a
lungo: le parti hanno condotto trattative tutta la notte tra il 29 e 30
ottobre e le continueranno la sera del 30 ottobre. “Se ci sarà il
denaro, ci sarà il gas”, ha riassuto la posizione russa il ministro
Novak.
A causa della vicenda del gas
l’Europa è venuta trovarsi in una situazione assai ambigua, dice Igor
Juškov, analista del Fondo per la sicurezza energetica nazionale:
Sorge la questione della sicurezza energetica degli stessi europei. Gli americani occupano una posizione opposta agli interessi dell’Europa, ossia contano sul fatto che le consegne del gas dalla Russia saranno interrotte, che di conseguenza i prezzi sul mercato europeo aumenteranno e gli americani potranno in futuro fornirvi gas. Gli europei rimangono di fatto soli. Devono pagare con i propri mezzi per il gas invernale per l’Ucraina ed anche per i suoi problemi politici. Naturalmente, non se lo aspettavano.
Il
rappresentante della Eurocommissione alle trattative, l’eurocommissario
Günther Oettinger, ha dichiarato in precedenza: entro la fine dell’anno
l’Ue è pronta a stanziare per Kiev 760 milioni di euro. Ma per il
momento Bruxelles non riesce ad ottenere dagli ucraini le garanzie che
questo denaro sarà destinato al pagamento delle fatture del gas.
Oettinger ha dovuto ammettere che tutto si spiega con il fatto che
l’Ucraina non vuole pagare per il gas. Ma le somme richieste sono
imponenti, rileva Serghej Pravosudov, direttore dell’Istituto
dell’energetica nazionale:
I parametri concordati dalla Russia e dalla Eurocommissione sono i seguenti: estinguere entro la fine dell’anno il debito di 3,1 miliardi di dollari e pagare per il gas un anticipo di circa un miliardo e mezzo di dollari. Allora inizieranno le forniture. L’Ucraina possiede questi 3,1 miliardi, il Fondo monetario internazionale le ha concesso il relativo credito. L’FMI promette un nuovo credito solo in primavera. Per trovare ancora un miliardo e mezzo bisogna – ha detto Angela Merkel – concedere agli ucraini un bridge credit, ossia il denaro da restituire poi in primavera grazie al credito dell’FMI. Ma tutti capiscono che senza il pagamento dell’anticipo il gas non sarà fornito in inverno all’Ucraina che comincerà quindi a prelevare il gas appartenente agli europei.
Eppure questa volta
esiste la probabilità di raggiungere un accordo grazie ad alcuni
fattori. In primo luogo, è arrivato il freddo che ha messo a repentaglio
la sicurezzaa dell’Ue. Stando alle stime della Eurocommissione, senza
il gas russo possono gelare 24 paesi dei 28. Pertanto per Oettinger il
compito di chiudere al più presto il problema è una questione di
principio. Non solo, ma entrano in carica la nuova composizione della
Eurocommissione e il nuovo commissario per l’energia. Oettinger dovrà
trasmettere gli affari al successore, lo slovacco Maroš Šefčovič, che
non si è occupato ancora del tema del gas. Per l’esame della questione
ci vorrà parecchio tempo, ma l’Europa non ne dispone in quanto sta per
iniziare l’inverno.
Anche la parte russa, dice il
ministro Novak, spera di terminare i negoziati con questo round a
Bruxelles. Se due negoziatori hanno convenuto su qualcosa, esiste la
probabilità di persuadere finalmente il terzo.
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