martedì 21 ottobre 2014

L’Europa è tenuta a dare spalla all’Ucraina

L’Europa è tenuta a dare spalla all’Ucraina

Martedì si svolgerà un nuovo raund dei negoziati a tre sul gas nel formato CE-Ucraina-Russia. In vista dell’incontro Mosca e Kiev hanno fatto una correzione delle loro proposte riguardanti il piano di forniture per il periodo invernale, comunque ciò non è in grado di risolvere il problema del debito ucraino che conta molti miliardi di dollari.
 
Mosca e Kiev hanno corretto le loro proposte sul piano di forniture del gas per un periodo invernale fino alla fine del marzo 2015 nel senso che siano eliminati i rischi per il transito europeo. In particolare, la Russia ha ridotto la sua richiesta verso l’Ucraina per l'estinzione della prima tranche del debito per il gas fino ad un miliardo e mezzo di dollari. Al tempo stesso, Kiev deve trovare delle risorse finanziarie per poter pagare le future forniture poiché la Russia non fornirà più all'Ucraina gas a credito.

Dopo i negoziati di Milano tra Vladimir Putin e Petro Poroshenko il Presidente dell’Ucraina ha detto che Kiev può far ricorso a soldi del FMI e di altre organizzazioni finanziarie internazionali. È ovvio che gli europei, quasi più degli altri, sono interessati a che tra la Russia e l’Ucraina sia raggiunto un compromesso al riguardo. Gli europei non vogliono essere vittima dell'irresponsabilità politica ed essere colpiti dal freddo il prossimo inverno in nome degli alti ideali democratici. Peraltro, come ritengono alcuni esperti, l’Europa è tenuta a prendersi la propria parte di responsabilità per la crisi ucraina che logicamente rappresenta un frutto del cambio di potere in violazione della costituzione nazionale del paese. Dice Yuri Solosobov, direttore dei progetti internazionali dell’Istituto Russo di Studi Strategici:
Qualcuno dovrà rimborsare il debito non pagato da Kiev per il gas russo fornito. A quanto pare, a farlo sarà l’Europa. Qualcuno deve essere un garante finanziario e politico di Kiev. Qualcuno deve costringerla ad una partnership responsabile. Purtroppo, attualmente un simile garante non c’è. A poco a poco l’ottimismo nei confronti dell’Ucraina si sta riducendo a zero.
Secondo gli esperti l’Europa giudica in modo del tutto realistico la situazione in Europa e non vuole rischiare qualcosa di importante. Intanto Kiev sta manovrando attivamente in uno spazio assai limitato creando nei suoi alleati europei un leggero senso di vertigine. Dice l’esperto di settore Dmitry Alexandrov:
Il compito principale si riduce a ritardare al massimo la soluzione del problema, facendo appello ai suoi alleati europei. È una reazione comprensibile. Ma il ritardo può essere valutato anche in denaro poiché il costo dell’utilizzo di un miliardo e mezzo di dollari nell’arco di un trimestre è espresso in cifre concrete partendo dalla congiuntura di mercato. Si tratta di quasi dieci milioni di dollari – semplicemente perché il denaro non è stato ricevuto dalla Gasprom a tempo debito.
Secondo le stime della Gasprom, al momento il debito totale dell’Ucraina per il gas russo fornito è pari a 5,3 miliardi di dollari. Ma la Russia è pronta a ridurre questo debito fino a 4,5 miliardi, rivalutando il debito per il gas fornito in aprile, in maggio e in giugno in considerazione dello sconto di 100 dollari. Comunque a Kiev non va bene il meccanismo proposto di concessione dello sconto nella misura di 100 dollari per mille metri cubi per conto del dazio doganale. Non solo, la Parte ucraina ha proposto un suo calendario per rimborsare il debito.

Ma il vero problema sta nel fatto che per Kiev risulta assolutamente impraticabile anche la somma corretta nel senso della riduzione. Tanto più che in considerazione di tutte le circostanze la somma del debito ucraino è prossima a dieci miliardi di dollari. La Russia sta continuando a dimostrare la sua disponibilità a raggiungere un compromesso, affrontando gravi rischi economici. In questo senso gli europei sono tenuti a darle una risposta adeguata. Dimostrazione di intenzioni serie, garanzie esplicite dell’Ucraina per l’esecuzione dei suoi impegni derivanti dai contratti gas non solo consentirebbero di raggiungere un progresso importante nel processo negoziale, ma anche potrebbero servire da una specie di ancora per il sistema statale ucraino in grave difficoltà.

Serghei Duz 


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