La truffa AIDS/HIV:
le cose che non vi hanno mai detto.
Questo
sito nasce a seguito di una ricerca sull'AIDS, avviata per approfondire la conoscenza
di un argomento che riguarda tutti, dopo aver sentito alcune storie di persone
"sieropositive" in piena salute che hanno cominciato a star male nel
momento in cui è iniziata la cura con i farmaci antiretrovirali. Si poteva
pensare a semplice coincidenza oppure ipotizzare una qualche relazione tra i
due eventi: la logica e un po' di sano scetticismo ci hanno spinto verso l’indagine.
Abbiamo quindi condotto una ricerca approfondita sull’argomento, e siamo arrivati
dove non potevamo immaginare: ciò che credevamo vero da sempre, dal 1984, si
è rivelato incoerente ridicolo e criminale; altre posizioni sono affiorate,
un mondo di scienziati, medici,
giornalisti e politici impegnati in una battaglia contro l’establishment per
combattere un mostro che ha arricchito alcuni, ucciso molti, condizionato o
terrorizzato tutti.
Il
quadro che si è delineato nel corso della nostra ricerca è estremamente complesso,
gli aspetti clinici e sanitari del problema sono profondamente collegati a quelli
sociali economici e politici.
Non ci proponiamo quindi, in questo spazio, di
fornire un’analisi completa ed esaustiva del fenomeno, ma piuttosto di indicare
al lettore una prospettiva diversa, abbozzando gli aspetti principali della
storia e fornendo indicazioni per reperire tutte le informazioni necessarie
per validare e completare personalmente il quadro.
Premessa
Quando
parliamo di AIDS usiamo due concetti basilari: "malato asintomatico"
e "sieropositivo". Sono intimamente collegati. Un malato asintomatico
è una persona in cui non c'è nessuna evidenza, nessun sintomo,
nessun segno della malattia: insomma uno che non è malato se non sulla
base di un foglio di carta dove c'è scritto positivo. E anche la sieropositività
è basata soltanto sulla stessa parola scritta sullo stesso foglio di
carta. E quella parola è solo il risultato di un test. I medici sono
stati espropriati della possibilità di fare una diagnosi, non c'è
più confronto, non c'è più la possibilità che uno
dica si e un altro no. La diagnosi la fa esclusivamente il sistema sanitario/farmaceutico
che brevetta, approva e produce i test. E' evidente che il concetto di malato
asintomatico sieropositivo è contraddittorio e che tutto l'insieme è
estremamente pericoloso: il test decide, al di là di ogni evidenza, se
una persona è sana o malata.
Il
Malato di AIDS
Un soggetto
viene classificato malato conclamato di AIDS quando si verificano due condizioni:
- presenta i sintomi di almeno una delle 29 patologie considerate possibili conseguenze, come Polmonite, Tubercolosi, Linfoma, Diarrea, Herpes Simplex, Sarcoma di Kaposi, Candidiasi, etc..
- è positivo al test HIV (Human Immunodeficiency Virus).
Se il soggetto
è positivo al test ma sta bene viene considerato malato asintomatico. L’eventuale
successiva comparsa dei sintomi di cui sopra cambierà la sua classificazione
in malato conclamato. Se il soggetto presenta i sintomi di una delle patologie
in elenco ma non è positivo al test non è malato di AIDS.
L’eventuale successiva
risposta positiva al test cambierà la sua classificazione in malato conclamato.
Pertanto un malato di polmonite o tubercolosi negativo al test è solo malato
di polmonite o tubercolosi. Mentre un malato di polmonite o tubercolosi positivo
al test è malato di AIDS. E’ subito evidente che il test HIV ha un ruolo centrale
nella diagnosi di AIDS.
1. La posizione
ufficiale:
- il virus HIV è la causa dell’AIDS, che è quindi una patologia infettiva.
- un test individua la presenza degli anticorpi e quindi del virus.
- il virus può avere un periodo di latenza fino a decine di anni.
- i sieropositivi (positivi-al-test) si ammaleranno e moriranno
- i farmaci antiretrovirali (AZT in testa) combattono la diffusione del virus e allungano la vita.
- alcuni sieropositivi non hanno sintomi perchè il virus è latente
- anche i sieropositivi asintomatici devono prendere i farmaci quanto prima.
2. La posizione
dei dissidenti:
- il virus HIV non è stato mai isolato, probabilmente neanche esiste, l’AIDS non è causato da un virus e non è quindi una patologia infettiva.
- l’AIDS è causato da un complesso di fattori (droghe pesanti, superesposizione ad agenti patogeni, farmaci) fortementi presenti in certi stili di vita, che alla lunga distruggono il sistema immunitario.
- i test HIV non sono specifici e non è chiaro che cosa individuino.
- la risposta positiva al test non è indice di niente e non giustifica alcuna terapia.
- i farmaci antiretrovirali sono inutili in quanto non c’è nessun virus da combattere, e soprattutto letali perchè possono portare alla morte in pochi mesi distruggendo in particolare il sistema immunitario.
- i malati di AIDS devono sospendere l’esposizione ai fattori patogeni, curarsi per le patologie specifiche di cui soffrono, seguire nel contempo terapie di sostegno per consentire al loro sistema immunitario il recupero.
- i farmaci antiretrovirali hanno trasformato in malati di AIDS individui altrimenti sani che hanno avuto la sfortuna di risultare positivi-al-test.
In altre
parole i dissidenti accusano l’establishment sanitario di adottare terapie che:
- non curano i malati "veri" di AIDS ma anzi ne affrettano o ne causano la morte.
- portano alla malattia e/o alla morte per AIDS malati "inventati", soggetti sani risultati positivi-al-test.
Il paradigma
dell’ortodossia è: HIV = AIDS = MORTE
Il paradigma
della dissidenza è: TEST
Positivo = CURA = MALATTIA e/o MORTE
Ora questo
fenomeno ha interessato ad oggi circa duemilioniottocentomila persone in tutto
il mondo (fonte: WER - Weekly Epidemiological
Record – OMS - bollettino n. 49 del 7 Dicembre 2001 – Totale malati registrati
in tutto il mondo dall’inizio ad oggi: 2.784.317); se è vero quanto sopra allora
stiamo forse parlando di uno dei più atroci crimine contro l’umanità dalla fine
della seconda guerra mondiale ad oggi. Ma non contro l’umanità in genere: quasi
esclusivamente contro omosessuali, tossicodipendenti e neri. Un virus altamente
selettivo, come nessun altro prima, tanto da potervi vedere uno strumento di
pulizia etnica al servizio dell’uomo bianco e puritano.
In Australia
un gruppo di ricercatori del Royal Perth Hospital, definito "The
Perth Group", ha concentrato le proprie ricerche sull’isolamento dell’HIV
e sulla validità dei test ELISA (test di primo livello, il più utilizzato),
Western Blot (secondo livello, considerato più attendibile) e Viral Load (l'ultimo
apparso); hanno concluso le loro ricerche affermando che nessuno dei lavori
pubblicati dimostra che l’HIV sia stato isolato e che i tre test non provano
affatto la presenza del virus HIV nei campioni di sangue sottoposti a test.
Il Dottor
Kary Mullis ha ricevuto il premio Nobel nel 1993 per aver inventato un procedimento,
la PCR (Polymerase Chain Reaction), che permette di identificare un segmento
di codice genetico (una specifica sequenza di nucleotidi) eventualmente presente
in un campione ed amplificarne la concentrazione per facilitare all’osservatore
la sua individuazione. Per poter completare una sua relazione ha cercato inutilmente
documenti scientifici che contenessero la prova che il virus HIV sia la causa
dell’AIDS. Da allora non si stanca di ripetere, senza essere mai stato smentito,
che non esiste un solo documento scientifico che contenga tale prova. La scienza
ha le sue regole, e nessuno può sostenere di aver scoperto qualcosa se non rende
disponibile una documentazione completa ed esauriente che consenta ad altri
di confermare o confutare la sua scoperta. È paradossale e preoccupante che
un migliaio di scienziati sparsi per il mondo stiano lottando per dimostrare
che l’ipotesi HIV=AIDS sia falsa, quando nessuno ha ancora dimostrato che è
vera. D’altronde se qualcuno avesse isolato il virus HIV ed avesse provato il
rapporto causale tra l’HIV e l’AIDS avrebbe con ogni probabilità ricevuto per
tale scoperta il Nobel per la medicina. Non ci risulta che tale Nobel sia stato
ad oggi assegnato.
La corte
di Dortmund, il 15 Gennaio 2001, ha emesso una sentenza di condanna ad 8 mesi,
con sospensione della pena, in un procedimento per Genocidio (Legge § 220a StGB)
contro le Autorità Sanitarie Federali Tedesche e contro il Parlamento della
Repubblica Federale Tedesca. Le autorità sanitarie erano accusate di aver diffuso
informazioni e foto false relative all’isolamento del virus HIV; il Parlamento
Tedesco era accusato di aver assecondato tali menzogne nonostante fosse a conoscenza
dal 1994 del fatto che il virus HIV non è mai stato isolato, e che conseguentemente
nessun test poteva essere approvato ed utilizzato per definire infette persone
che, sane prima del test, sono poi morte dopo un trattamento con farmaci antiretrovirali.
La tesi dell’accusa, e cioè che ne Montagnier (1983) ne Gallo (1984) avevano
isolato alcun virus in connessione con l’AIDS e che il Bundestag era dal 1994
a conoscenza di tale fatto, è stata provata sulla base di un documento registrato
negli archivi del German Bundestag stesso col numero DS 12/8591.Dopo la sentenza
i ricorrenti hanno indirizzato una lettera
nella quale descrivono le motivazioni e le conclusioni del procedimento legale
a:
- ONU, Office of the High Commissioner for Human Rights, Mary Robinson
- Tutti i capi di Stato e tutti i capi di Governo
- Tutte le Organizzazioni Governative
L’attuale
Presidente Sudafricano Thabo
Mbeki, subentrato a Nelson Mandela il 16 Giugno 1999, sta combattendo da
ormai due anni una battaglia, contro il potere politico/economico dell’ortodossia
sanitaria occidentale, sul tema dell’AIDS: ha voluto una commissione presidenziale
mista ortodossi e dissidenti appositamente istituita col compito di affrontare
gli aspetti più controversi dell’AIDS, come la non specificità del test o la
tossicità dei farmaci antiretrovirali. Il 3 Aprile 2000 il Presidente Mbeki
ha indirizzato una lettera
a tutti i Leaders del Mondo per spiegare la posizione del Governo Sudafricano
sull’epidemia sub-sahariana di AIDS.
In sostanza ha ringraziato per la disponibilità
del mondo occidentale, ha sottolineato come l’AIDS in Africa sia un fenomeno
specifico e profondamente diverso da quello occidentale, ha affermato che sarebbe
assurdo e illogico imporre l’esperienza occidentale alla realtà africana, e
che quindi il problema deve essere affrontato e risolto dall’Africa in modo
autonomo. Nel frattempo i farmaci antiretrovirali non sono compresi nelle terapie
per l’AIDS utilizzate dal sistema sanitario sudafricano, ne da quelli di diversi
altri paesi a sud del Sahara che appoggiano l’iniziativa del Presidente Mbeki,
nonostante la recente e reclamizzata vittoria giudiziaria contro Big Pharma.
Questa scelta ha scatenato una campagnia diffamatoria internazionale contro
il Presidente Mbeki, veicolata ai massimi livelli in Gran Bretagna con accuse
infamanti tramite:
- The Observer: "Mbeki lascia morire nel dolore i bambini malati di AIDS"
- The Times: "Mbeki soffre di un complesso di persecuzione"
- The Telegraph: "L’Africa dovrebbe essere ricolonizzata"
- The Sunday Times: "Mbeki nemico della gente"
- International Herald Tribune: " Il Sudafrica rifiuta un prestito di un miliardo di US$ per comprare farmaci antiretrovirali"
La GlaxoSmithKline
(già Barrough Wellcome e poi Glaxo Wellcome), produttrice dell’AZT, il più tristemente
famoso dei farmaci antiretrovirali, e di tanti altri farmaci dello stesso tipo,
leader mondiale nel commercio di farmaci HIV/AIDS è una multinazionale inglese.
In questo scenario, che fa del Presidente Mbeki il leader di un nuovo tentativo
di indipendenza e rinascita dell’Africa, l’ex Presidente Nelson
Mandela si è apertamente schierato con le tesi dei poteri forti occidentali,
sostenendo la teoria virale dell’AIDS e la necessità di utilizzare i farmaci
antiretrovirali.
Il Dott.
David Rasnick, membro della Commissione Presidenziale Sudafricana, ha descritto
l’epidemia africana di AIDS con le seguenti parole: "Se si smettesse di
usare il test HIV l’epidemia africana di AIDS scomparirebbe". Il WHO (World
Health Organization) produce un bollettino settimanale chiamato WER (Weekly
Epidemiological Record) nel quale vengono riportati i totali cumulativi di tutti
i casi di HIV/AIDS registratati in ciascun paese del mondo, totalizzati per
paese e continente:
- Bollettino n. 47 del 26 Novembre 1999 - totale casi HIV/AIDS registrati in Africa dall’inizio dell’epidemia al Nov. 1999: 794.444
- Bollettino n. 47 del 24 Novembre 2000 - totale casi HIV/AIDS registrati in Africa dall’inizio dell’epidemia al Nov. 2000: 876.009
- Bollettino n. 49 del 07 Dicembre 2001 - totale casi HIV/AIDS registrati in Africa dall’inizio dell’epidemia al Dic. 2001: 1.093.522
Come
si vede i casi registrati in Africa negli ultimi due anni sono 299.078. Davvero
poca cosa se si pensa che in Africa vivono 760 milioni di persone e ne muoiono
più di 10 milioni all’anno, di cui un milione per malaria. Purtroppo il WHO
preferisce dare evidenza alle stime invece che ai dati ricevuti dai paesi interessati,
ed ecco allora comparire 30/40 milioni di malati ed avviare una crociata contro
questo flagello biblico. L’epidemia vera è quella di menzogne. In Africa esistono
da sempre patologie tipiche della povertà e molto diffuse: aggiungiamo il test
che risulta tendenzialmente positivo in presenza di una qualche patologia (vedere
la lista dei fattori
che possono causare una risposta positiva al test HIV) e il gioco è fatto. Chi
prima moriva di tubercolosi o diarrea oggi muore di AIDS. Nessun problema, l’uomo
bianco dispone della medicina giusta. Ma è troppo costosa, i paesi africani
non possono permettersela. Nessun problema, l’uomo bianco ha anche la banca
mondiale e può concedere prestiti molto vantaggiosi per acquistare le miracolose
medicine occidentali.
Il 1
Maggio 2000 la Casa-Bianca ha dichiarato l’AIDS una minaccia per la sicurezza
nazionale, e ha dato con ciò mandato alla CIA per gestire ufficialmente la faccenda.
Viene spontaneo pensare che la minaccia sia rappresentata dalla diffusione dell’epidemia
negli USA, ma non è cosi: i dati del CDC (Center for Disease Control) mostrano
che i casi di AIDS negli ultimi anni sono calati notevolmente, e sono circa
il 30% rispetto al picco degli anni 92/93. Il problema non è quindi la crescita
del fenomeno, ma, per quanto paradossale e grottesco possa apparire, l’esatto
contrario, la sua eventuale scomparsa. Sono ormai così imponenti gli interessi
economici politici e burocratici legati al virus HIV che la sua morte prematura
potrebbe sconvolgere parecchi equilibri:
- 100.000 ricercatori e medici, in buona parte americani, hanno carriere e stipendi legati al virus.
- 93 miliardi di US$ (oltre 200.000 miliardi di lire) sono stati stanziati fino ad oggi nei soli Stati Uniti per le ricerche sull’AIDS.
- più di 1000 associazioni raccolgono in totale migliaia di miliardi di lire all’anno per aiutare i malati di AIDS.
- alcune decine di migliaia di miliardi di lire all’anno impinguano i bilanci delle multinazionali del farmaco con la vendita dei farmaci "salvavita" antiretrovirali e dei test HIV (ELISA, Western Blot, Viral Load)
- organismi come USAID (U.S. Agency International Development) UNAIDS (United Nations AIDS program), WHO (World Health Organization), ricevono stanziamenti annuali di migliaia di miliardi di lire per combattere l’AIDS. L’ONU ha appena chiesto uno stanziamento di 20.000 miliardi di lire per affrontare l’emergenza.
C’è da
credere che tale virus sarà tenuto in vita artificialmente per parecchio tempo.
C’è anche da credere che la successione temporale tra la lettera del Presidente
Mbeki e l’annuncio della Casa Bianca non sia pienamente casuale. D’altronde
lo stesso Mbeki ha apertamente accusato la CIA e le multinazionali del farmaco
di aver orchestrato la campagna di discredito nei suoi confronti. Tutto ciò
non deve stupire. Il dissenso ha ripetuto le proprie critiche per 16 anni senza
che l’establishment scientifico e gli interessi che esso rappresenta, e da cui
è sostenuto, si sentissero minimamente minacciati, visto il loro enorme potere
e la conseguente capacità di emarginare e imbavagliare i settori della scienza
non graditi. Ma ora il Presidente Mbeki con la sua Commissione mista sull’AIDS
ha dato voce alla dissidenza, e la recente relazione (Presidential AIDS Advisory
Panel Report), pubblicata
nel mese di Marzo 2001, prevede 10 progetti di ricerca che potrebbero seppellire
la teoria ufficiale sull’ipotesi virale dell’AIDS. Forse si capisce come mai,
in questi ultimi mesi, il tam-tam mediatico sui 30 milioni di malati africani
ha suonato senza tregua al massimo del volume.
Il DHHS
(U.S.A. Department of Health and Human Services) ha dal 5 Febbraio 2001 modificato
le direttive sanitarie relative all'utilizzo dei farmaci antiretrovirali (Guidelines
for the Use of Antiretroviral Agents in HIV-Infected Adults and Adolescents),
affermando che forse non è il caso di utilizzarli su pazienti asintomatici
non essendo chiaro se i "vantaggi" bilanciano gli effetti tossici.
Ha con ciò abbandonato una filosofia terapeutica in auge dal 1987, anno
in cui la FDA (Food and Drug Administration) ha approvato l'utilizzo dell'AZT,
filosofia riassunta nelle parole "hit hard and hit early" (colpisci
duro e colpisci presto) sulla base della quale persone positive-al-test assolutamente
sane, sono state messe in cura con terapie a base di farmaci allungavita: spesso
la morte è sopravvenuta nel giro di pochi mesi.
I nuovi indirizzi prevedono
che la terapia venga prescritta al presentarsi di qualche segno della malattia
e non per la sola condizione di sieropositività. Con ciò si ammette
che il sieropositivo non è più un malato e non corre alcun rischio.
Si deve considerare che il primo test HIV è stato introdotto nel 1984
ed in quell'anno sono comparsi i primi sieropositivi destinati ad ammalarsi,
si diceva allora, entro 1-2 anni. Col passare degli anni, e dell'invecchiamento
in salute di sieropositivi che hanno scelto di non assumere farmaci antiretrovirali
e la cui vita si è "allungata spontaneamente", il periodo di
latenza si è dovuto estendere inesorabilmente ed è adesso stimato
in decine di anni. Col periodo di latenza lungo ormai quanto una vita le direttive
sanitarie che prevedevano la terapia da subito erano diventate ingiustificabili.
E non è quindi più sostenibile che i pazienti di una volta "sarebbero"
morti senza terapia. Prima o poi qualcuno dovrà rispondere ad alcune
domande: spiegare come mai i positivi-al-test asintomatici fino a ieri sono
stati terrorizzati, e come mai quelli che sotto terrore hanno accettato la cura
sono per lo più morti, mentre quelli che hanno resistito e non sono stati
curati sono vivi e non si sono ammalati di AIDS.
Esemplare è la storia
di Christine Maggiore positiva-al-test asintomatica dal 1992 quando i risultati
di un test le cambiarono, giovanissima, la vita. Superato il trauma della sentenza
"da 5 a 7 anni di vita, trattamento con AZT da subito", ha iniziato
la sua personale via crucis tra un medico e l'altro, finchè dopo circa
un anno l'incontro con la dissidenza l'ha condotta fuori dall'incubo. Da quel
momento, sfuggita al sistema sanitario, ha dedicato la sua vita alla causa:
con altri positivi-al-test come lei ha fondato un'associazione "Alive and
Well" (vivi e vegeti) che ha lo scopo di fornire informazioni a quelli
che devono, come lei ha fatto, fare una scelta. Ha realizzato un sito, ha scritto
un libro, ha incontrato un uomo che ama, hanno avuto un bambino che ora ha 5
anni. È sempre positiva-al-test. La sua vita valeva per Big Pharma alcune
decine di migliaia di dollari.
L’AZT
(Azidotimidina, Zidovudina, Retrovir) fu messo a punto nel 1964 da un ricercatore
della Cancer Foundation di Detroit, Jerome Horwitz . E’ una forma alterata della
Timina, uno dei quattro nucleotidi che costituiscono i filamenti del nostro
DNA. A differenza della Timina ha un solo legame per cui sostituendosi al nucleotide
originale impedisce l’aggiunta di ulteriori nucleotidi al filamento in formazione
interrompendo il processo di duplicazione del DNA. Quindi l’AZT, impedendo alla
cellula di copiare il proprio DNA ne blocca il processo di duplicazione, e impedisce
così la formazione di nuove cellule.
L’AZT non fa differenza tra cellule sane,
cancerose o virus. Per cui se da una parte può arrestare la duplicazione di
quelle malate o dei virus, dall’altra blocca tutti i processi vitali devastando
l’organismo. La sostanza si rivelò talmente tossica (letale) che Horwitz neanchè
ne chiese il brevetto, e archiviò la documentazione. L’AZT usci dalla polvere
nel 1986 e fu approvato dalla FDA nel 1987, dopo una sperimentazione truffa
(Vedi Poison by Prescription: The AZT Story – John Lauritsen). Tra le conseguenza
della somministrazione di AZT ci sono: distruzione del sistema immunitario,
distruzione del midollo osseo, distruzione dei tessuti e della flora batterica
intestinale, atrofia dei muscoli, danni al fegato al pancreas alla pelle al
sistema nervoso, linfoma.
Della
categoria degli pseudo nucleotidi fanno parte oltre all’AZT i successivi 3TC
(Epivir), D4T (Zerit), ddC (Hivid), ddI (Videx) e ABC (Ziagen): il loro funzionamento
è analogo, così come le conseguenze. A partire dal 1996 all’utilizzo di un singolo
farmaco si è sostituito un "cocktail" di farmaci (HAART – Highly Active
Antiretroviral Therapy) unendo agli pseudo nucleotidi gli inibitori della proteasi,
un enzima necessario alla separazione di segmenti proteici. In tal modo, ancora
una volta si impediscono delle attività biologiche necessarie sia alla formazione
di nuove copie dei virus che al corretto funzionamento delle nostre cellule,
con effetti tossici devastanti.
Fanno parte di questa categoria: Invirase, Fortovase,
Agenerase, Kaletra. Se l’HIV-AIDS fosse una sentenza inappellabile di morte
da virus, come la teoria ufficiale sostiene, l’utilizzo delle sostanze antiretrovirali,
le cui caratteristiche tossiche sono evidenti e riconosciute, potrebbe apparire
come un male necessario. Ma se come, sostengono i dissidenti, non è un virus
la causa dell’AIDS, allora la somministrazione di sostanze antiretrovirali è
un atto criminale, genocidio, perpetrato secondo le seguenti modalità:
- Positivi-al-test asintomatici morti: sono stati uccisi dal sistema sanitario con devastazioni e sofferenze indicibili.
- Positivi-al-test asintomatici vivi: sono sottoposti dal sistema sanitario a danni e sofferenze ingiustificabili e rischiano di morire.
- Positivi-al-test conclamati morti: alcuni sarebbero morti comunque ma senza una dose aggiuntiva di devastazioni e sofferenze; altri con le cure opportune avrebbero potuto guarire e sono quindi anch’essi vittime del sistema sanitario.
- Positivi-al-test conclamati vivi: non sono curati opportunamente, sono sottoposti dal sistema sanitario a danni e sofferenze ingiustificabili e rischiano di morire.
Secondo
Lauritsen, che ha condotto le analisi più approfondite sull’argomento, circa
la metà delle persone trattate con le sostanze antiretrovirali appartengono
al gruppo dei positivi-al-test perfettamente sani prima della "cura".
Al momento ci sono alcune centinaia di migliaia di persone al mondo a cui vengono
somministrate sostanze antiretrovirali. Fortunatamente i dosaggi delle sostanze
antiretrovirali sono stati alleggeriti nel corso degli anni, e la somministrazione
che era continuativa nei primi anni è oggi a cicli: questo ha ridotto fortemente
la mortalità dei soggetti trattati allontanandola da una percentuale che è stata
prossima al 100% per parecchi anni.
lI piccolo testimonial africano.
I telegiornali
RAI del 1 Giugno 2001 hanno mandato un servizio per ricordare la morte di Nkosi
Johnson, il bambino nero di 12 anni, dal corpo ischeletrito e straziato,
che durante la conferenza sull’AIDS tenuta a Durban nel 2000 ha commosso la
platea ed il mondo con le sue poche parole appena percettibili. Il cuore non
può rimanere insensibile a quell’immagine. Lo sapevano bene gli organizzatori
quando con lucido cinismo hanno deciso di utilizzarlo come testimonial e prova
toccante della tragedia che vogliono imporre all’Africa e al mondo. È nato sieropositivo,
ha detto il giornalista RAI, ma è stato fortunato perché all’età di 2 anni è
stato adottato da una famiglia bianca ed ha potuto essere curato. Si, ha potuto
prendere l’AZT prima ed il cocktail poi, ed il suo piccolo corpo martoriato
ne mostrava con terribile evidenza gli effetti devastanti.
Questo il giornalista
RAI non l’ha detto, ne i telespettatori hanno potuto supporlo, e dieci milioni
di persone sono rimaste convinte che quello strazio sia la conseguenza del terribile
virus dell’AIDS. La storia è comparsa anche su "la Repubblica" del
2 Giugno. Nkosi ha preso 15 pillole al giorno per 9 anni, c’era scritto, (e
cioè 49.275 pillole, più o meno il suo peso corporeo, circa 100.000 dollari)
ma neanche una parola sulla possibilità che tutto quel veleno sia responsabile
di quell’immagine di morte, scolpita sul suo corpo come un virus non avrebbe
mai potuto fare. Tali sospetti, ancorchè concepiti, non potrebbero d'altronde
essere espressi da parte di giornali che tramite l’inserto salute raccolgono
miliardi con la pubblicità delle case farmaceutiche.
Il virus
HIV a voler esser precisi non è un virus ma un retrovirus. La differenza è che
i virus contengono DNA mentre i retrovirus contengono RNA: questo è un codice
di servizio utilizzato dai processi cellulari per trasferire informazioni dal
nucleo, dove risiede il DNA, ai ribosomi, dove si assemblano proteine.
I retrovirus
sono andati di moda negli anni 70/80 e ne sono stati individuati ed isolati
circa 200, tutti assolutamente innocui. Tutti meno quello HIV che oltre ad essere
assolutamente terribile è anche l’unico mai isolato. Successive ricerche hanno
confutato l’esistenza stessa dei retrovirus: le strutture biochimiche ed i processi
enzimatici che avevano giustificato tale "scoperta" sono risultati
appartenere alla cellula e non al presunto ospite. Ma dimentichiamo per un pò
la nostra precisazione.
Si sa che
i virus vengono combattuti dal sistema immunitario. Si sa che sono gli anticorpi
ad identificare ed eliminare il virus, e si sa che solo gli anticorpi che hanno
già ottenuto dei successi sul virus cominciano a duplicarsi incessantemente
per costituire truppe specializzate sufficientemente numerose per affrontare
ed eliminare il nemico. Si sa quindi che la presenza di anticorpi attesta la
vittoria del sistema immunitario ed il superamento della malattia. Questo è
vero sempre, meno che per l’HIV.
Si sa che
all’infezione segue l’incubazione, durante la quale il virus si moltiplica rapidamente,
fin quando la sua concentrazione porta al manifestarsi della malattia e all’attivazione
del sistema immunitario: la prima battaglia è quella più difficile perché il
nemico si presenta in forze avendo potuto, ancora sconosciuto, moltiplicarsi
indisturbato. Dopo la prima sconfitta il virus può rimanere latente, guardato
a vista, ed eventuali successivi scontri si risolvono rapidamente a favore del
sistema immunitario: se c’è una battaglia che il virus può vincere questa è
la prima, come l’esperienza insegna. Questo è vero sempre, meno che per l’HIV:
in questo caso il virus viene sconfitto immediatamente dal sistema immunitario
senza neanche mostrare segni della propria presenza, diventa latente per un
tempo che può essere biblico, e si risveglia poi con conseguenze nefaste senza
che il sistema immunitario possa opporre la benchè minima resistenza. Per spiegare
questa sua particolare attitudine è stato definito un "lentivirus".
Lo si è
anche definito "elusivo" e "mutante" per spiegare la sua
capacità di non farsi individuare dagli scienziati o eliminare dagli pseudo
nucleotidi (AZT). Poi vista questa sua supposta capacità si è potuto suggerire
di utilizzare l’azione combinata di più farmaci (il cocktail HAART) con vantaggi
evidenti per le case farmaceutiche che invece di farsi concorrenza possono spartirsi
una torta ancora più grande.
Si sa che
l’evoluzione ha impiegato un miliardo di anni per far assumere agli organismi
unicellulari la nostra meravigliosa complessità. E va da se che per un miliardo
di anni il sistema immunitario si è sviluppato vincendo tutte assolutamente
tutte le sue battaglie contro i virus, altrimenti non saremmo qui a parlarne.
E non ha usato l’AZT. Poi è arrivato l’HIV e quello che è stato vero per un
miliardo di anni improvvisamente non lo è più.
Il vaccino
è una forma indebolita del virus di cui mantiene le sembianze ma non l’intraprendenza:
è insomma una specie di identikit che si fornisce al sistema immunitario per
consentirgli di selezionare e allertare i suoi anticorpi migliori, quelli capaci
di combattere con successo quel virus. Se mai il virus si presenta il sistema
immunitario è già pronto e può agire rapidamente evitando l’insorgere della
malattia. Il male viene combattuto comunque dagli anticorpi, non dal vaccino
che serve solo per predisporre gli anticorpi giusti. Secondo la tesi ufficiale,
tutti i soggetti infettati dall’HIV sviluppano spontaneamente gli anticorpi
entro 2-4 settimane dall’infezione, tant’è che il test rileva proprio la presenza
di tali anticorpi.
A cosa potrà mai servire un vaccino per l’HIV è uno dei più
grandi misteri della storia dell’umanità. Se poi consideriamo che questo virus
è mutante il mistero si infittisce: quale identikit verrà fornito al sistema
immunitario? Se poi ci ricordiamo che il virus HIV non è mai stato isolato allora
possiamo solo pensare al miracolo: l’identikit di una entità che nessuno ha
mai visto.
Tutte queste
assurdità sono i sintomi evidenti di una grave malattia conclamata che ha colpito
il sistema sanitario internazionale e l’ambiente scientifico collegato, un’infezione
maligna che ha attaccato il rigore scientifico, l’onestà intellettuale, la correttezza
professionale, e che ha lasciato spazio solo al potere e al guadagno, rivolgendo
il sistema sanitario contro la sua stessa ragione di essere: curare i malati.
Ma se il male si è potuto diffondere a tal punto è perché le nostre democrazie
non hanno gli anticorpi giusti, il potere del sistema farmaceutico-sanitario
non è controbilanciato da poteri altrettanto forti schierati dalla parte dei
cittadini: i ministeri della sanità dei paesi occidentali nei 17 anni trascorsi
hanno dato prova di essere pienamente asserviti agli interessi del sistema farmaceutico-sanitario
internazionale, testimoniando così il livello di collusione ormai stabilitosi.
Che fare? Cominciamo col diffondere informazione. E aiutiamo il Presidente Mbeki
a difendere l’intelletto, la cultura, la sessualità, la sanità ed il buon senso
da interessi criminali collocati un po’ ovunque ma principalmente oltreoceano.
La
società americana è multietnica, ma l’etnia doc è una sola,
quella bianca e puritana che nel 19° secolo colonizzò con le armi
il sud del paese muovendo i primi passi di una crociata-jihad-guerra santa,
destinata ad affermare nel mondo la supremazia dello "spirito americano",
dei suoi interessi regole e valori. Ma l’americano doc si riproduce poco, nelle
grandi città è già minoranza, presto lo sarà nel
paese, e già oggi è solo il 2,5% della popolazione mondiale. Popolazione
mondiale che cresce invece rapidamente. Cosa accadrà tra 50-100-200 anni?
Quanti abitanti avrà la terra per ciascun americano doc? Quanto inquineranno?
Quanto forte sarà la pressione alle frontiere?
E altre domande che menti
esperte avranno sicuramente formulato, perché è lecito supporre
che scienziati di ogni genere siano pagati oltreoceano per studiare il problema,
individuarne le variabili, definire modelli matematici, sviluppare sistemi di
simulazione, prevedere tutti gli scenari possibili, individuare il peggiore,
definire gli interventi possibili per evitarlo, scegliere il più adatto,
agire. Cosa potranno mai decidere di fare contro il pericolo demografico se
non contenere l’aumento demografico. Come? Beh, ci sono solo due modi. Diminuire
le nascite e aumentare le morti. E l’AIDS cosa c’entra? Beh, col terrore del
contagio sessuale si potrebbe infilare un preservativo a tutti gli africani
prima e a tutti gli asiatici poi. Con AZT & friends si potrebbero curare
opportunamente tutti i positivi-al-test. Il test potrebbe essere tarato per
ciascun paese in modo div……..
Ovviamente
stavamo scherzando, questa è fantascienza, il dottor Stranamore è
solo il personaggio di un film, abbiamo lasciato libera la fantasia e vedete
da voi le conseguenze, quanti brutti pensieri. Dimentichiamo. Ma consentitemi
prima un’ultima domanda. É pensabile che tutta questa follia sia tenuta
in piedi solo per vendere un pò di farmaci agli africani? Ha senso inventare
un’epidemia per vendere farmaci in un continente pieno di epidemie? Se lo scopo
era vendere farmaci non si potevano affrontare le epidemie storiche di tubercolosi,
polmonite, malaria, diarrea, per cui muoiono 3,5 milioni di africani ogni anno,
con lo stesso spirito di crociata mostrato quotidianamente per l’AIDS? Perchè
i farmaci tradizionali no e gli antiretrovirali si? Avete una risposta?
In questo
Stato, che ha una popolazione di circa 31 milioni di abitanti, l'AIDS ha avuto
sia una diffusione superiore a quella media dei paesi occidentali, sia una una
contrazione più rapida di quella in atto negli stessi. I dati della tabella
riportata sotto possono avere due interpretazioni diametralmente opposte a seconda
della premessa:
A. Il virus HIV esiste, causa l'AIDS, ed il test è specifico ed affidabile. I dati dicono che:
- le terapie sono diventate più efficaci con il passare degli anni e hanno ridotto sempre più i casi di morte dovuti alla presenza del virus.
- la prevenzione e l'efficacia delle terapie hanno ridotto fortemente i casi di nuove infezioni.
B. Il virus HIV non esiste, non è la causa dell'AIDS, il test è fasullo. I dati dicono che:
- le terapie sono divenute con gli anni meno letali e si è ridotto il numero di morti dovute alla loro somministrazione.
- la forte presenza di controinformazione sul territorio ha allontanato le persone dal meccanismo di alimentazione del fenomeno: i test HIV.
Stato della California. Fonte: www.aids-statistics.com (*) |
||
|
|
|
>1982
|
306
|
291
|
1983
|
708
|
682
|
1984
|
1,409
|
1,358
|
1985
|
2,586
|
2,495
|
1986
|
4,073
|
3,918
|
1987
|
5,678
|
5,389
|
1988
|
6,746
|
6,274
|
1989
|
8,246
|
7,389
|
1990
|
9,040
|
7,733
|
1991
|
11,200
|
8,970
|
1992
|
12,614
|
8,823
|
1993
|
11,935
|
6,778
|
1994
|
10,337
|
4,239
|
1995
|
9,348
|
2,359
|
1996
|
7,259
|
1,197
|
1997
|
5,502
|
640
|
1998
|
4,152
|
386
|
Jan.-Mar. 1999
|
340
|
19
|
(*) Questo
sito è stato accessibile fino al mese di Novembre 2001. Poi è
stato cancellato. Era l'unico sito che forniva i dati suddivisi per anno. Al
momento si trovano solo siti che forniscono dati cumulativi che non consentono
di capire l'andamento del fenomeno.
I dissidenti
hanno dato vita a numerose associazioni e sono presenti in tutti i paesi occidentali.
Per saperne di più:
- www.virusmyth.net
- www.duesberg.com
- www.aidsmyth.com
- www.aliveandwell.org
- www.rethinkingaids.com
- www.healtoronto.com
- www.informagiovani.it
- www.supereva.it
- www.disinformazione.it
- www.medicinaqualita.it
- www.units.it
- www.digilander.libero.it/controinfoaids
Questo
è un elenco parziale dei principali libri scritti dai dissidenti. I primi sono
in lingua italiana disponibili in libreria. Per gli altri librerie internazionali
o www.amazon.com.
- Il Virus Inventato - Peter Duesberg – Baldini Castoldi.
- AIDS La grande truffa - De Marchi / Franchi – Edizioni SEAM.
- La vera storia dell'Aids - David Rasnick - Edizioni SPIRALI. (Storia romanzata).
- AIDS e se fosse tutto sbagliato? - Christine Maggiore - Macro Edizioni,
- AIDS: nuova frontiera - Siro Passi e Ferdinando Ippolito - Lombardo Editore in Roma.
- Jon Rapport - AIDS Scandal of theCentury - Human Energy Press.
- AIDS: The Failure of Contemporary Science - Neville Hodgkinson - Fourth Estate Press..
- AIDS: The Good News Is HIV Doesn't Cause It - Peter Duesberg & J. Yiamouyiannis.
- Black Lies, White Lies - Tony Brown - William Morrow and Company.
- Deadly Deception: the Proof That Sex and HIV do not cause AIDS - Robert Willner, MD.
- Infectious AIDS: Have We Been Misled? - Peter Duesberg. North Atlantic Books.
- Sex At Risk - Stuart Brody. - Transaction Press.
- The AIDS Cult - John Lauritsen. - ASKELEPIOS/Pagan Press.
- The AIDS War - John Lauritsen. - ASKELEPIOS/Pagan Press.
- Poison by prescription: the AZT Story - John Lauritsen. & Peter Duesberg.
- The HIV Mith - Jad Adams. - St. Martin's Press.
- World Without AIDS - Steven Ransom & Plillip Day - Credence Publications.
- Positively False - Joan Shenton - IB Taurus Books.
Pagine WEB:
1. Un
articolo del
Dott. David Rasnick, membro della Commissione Presidenziale Sudafricana sull’AIDS.
2. Un articolo
sulle Guide Lines AIDS - Reuters 2 February 2001
3. I test HIV: risultati
delle verifiche eseguite da vari scienziati.
Email:
Questo sito è stato realizzato per passione da persone che non hanno nessun particolare motivo per difendere l'una o l'altra teoria, se non un irrinunciabile ingenuo imbarazzante amore per la verità.
Se avete commenti, critiche, apprezzamenti, suggerimenti: commenti@ilvirusinventato.it
fonte: http://www.ilvirusinventato.it/
§§§§§§§§§§
HIV: Ecco i veri terroristi
Lettera ricevuta e pubblicata.
Gentile signor Mazzucco,
è da diverso tempo che sto pensando di scriverle questa lettera ma solo oggi ho trovato il coraggio di farlo. Ho deciso di raccontarle la mia storia soprattutto per condividerla anche con le persone che hanno vissuto o stanno vivendo la mia situazione, perché è anche grazie al suo sito se sono riuscita ad aprire gli occhi su un mare di informazioni di cui prima non immaginavo neppure l’esistenza, anche se dentro di me ho sempre sentito che c’era qualcosa che non tornava, forse anche a causa delle bugie che mi sentivo ripetere in continuazione da persone che reputavo degne di fiducia.
Tutto è iniziato quando, all’età di due anni, i miei primi genitori adottivi decisero di farmi fare il test HIV. Forse perché provengo da una zona molto povera del mio Paese di origine dove ho patito la fame e l’acqua potabile dell’orfanotrofio non era decisamente pulita... a quel tempo ero infatti di salute cagionevole, avevo da poco passato la tubercolosi polmonare e soffrivo di una grave forma di malnutrizione. Fatto sta che il test fu positivo e da quel momento il loro interesse nei miei confronti cambiò completamente. Iniziarono a toccarmi e a farmi il bagno indossando sempre e solo i guanti in lattice e col disinfettare ogni cosa che toccavo, soprattutto se erano giocattoli che poi dovevano passare alla mia ex sorellina. Si portavano guanti e disinfettante anche quando uscivamo, e questa situazione è andata avanti finché non hanno capito che sarei stata solo fonte di disturbo e imbarazzo per loro e i loro famigliari.
Quindi tornarono al tribunale dei minori chiedendo l’annullamento dell’adozione, sostenendo di fronte al giudice che la malattia di cui ero infetta li metteva a disagio con i loro amici e parenti in quanto temevano di rimanere emarginati, poiché avevano già da tempo iniziato ad evitarli e non volevano che la voce si spargesse ulteriormente nel paese. Nonostante l’indignazione che il giudice ha espresso perfino nei documenti del tribunale, ho dovuto allontanarmi da quella coppia anche se, dopo un anno di convivenza con loro, stavo già iniziando a chiamarli ‘mamma’ e ‘papà’. Tutto sommato è anche meglio che sia andata così visto che queste personcine volevano spedirmi in una struttura per la degenza di malati terminali di AIDS o qualcosa del genere, dato che lui (medico), sosteneva dall’alto del suo camice bianco che non sarei vissuta tanto a lungo da vedere il mio tredicesimo compleanno.
Quando arrivai nella mia nuova famiglia, i miei neo-genitori decisero di farmi seguire dal reparto di infettivologia pediatrica da un medico che non faceva altro che ripetermi che non avrei mai potuto avere un rapporto con un ragazzo, che non avrei mai potuto sposarmi o fare dei figli, che non avrei mai potuto avere una vita come tutte le altre persone… ed ogni settimana mi consegnava flaconi di farmaci sempre nuovi che mi facevano vomitare l’anima, ma nonostante questo lui li presentava come “nuove scoperte scientifiche in grado di fare miracoli”. Ho passato praticamente la mia infanzia in un ospedale, in quanto bastava che qualcuno starnutisse semplicemente nella stessa stanza nella quale mi trovavo io ed il giorno dopo ero a letto con 38 di febbre. A 6 anni, a causa dell’herpes zoster, ho perso addirittura un anno di scuola poiché ho passato più giorni in ospedale che sui banchi.
Questa situazione di malessere è andata avanti finché la terapia farmacologica è stata interrotta, poiché anche i miei genitori si stavano rendendo conto di quanto stessi male ogni volta che la assumevo. Da quel giorno ho smesso di ammalarmi per ogni colpo di tosse e la sensazione di malessere è andata pian piano diminuendo sempre di più fino alla sua totale sparizione. Nonostante questo ho continuato a farmi seguire dal reparto malattie infettive recandomi 2/3 volte all’anno per tenere sotto controllo la “carica virale”, ma questo fino a qualche anno fa. Ho smesso anche di andare a fare quegli inutili prelievi poiché non solo mi creavano ansia e malessere (erano 6 fiale di sangue a prelievo.. uscivo dall’ambulatorio con la testa che mi girava come una trottola), ma soprattutto perché in ogni caso non avrei mai accettato di riprendere quella terapia inutile e velenosa che mi stava consumando.
Sono molti anni ormai che non metto piede nel reparto di malattie infettive e, contrariamente a quanto vogliono farmi credere i medici con i quali ho avuto la sfortuna di parlare, IO STO BENE. E certamente non grazie ai farmaci che ho preso da bambina, come hanno cercato di suggerirmi loro… ma che credano pure a quello che vogliono, a me non importa nulla. Ho voluto combattere per il mio benessere psicofisico, perché penso che sia giusto farlo, e continuerò a combattere.
Infatti mi sono ritrovata nuovamente a dover combattere per questo quando ho scoperto di essere incinta, dove ho tentato disperatamente di ribellarmi al protocollo che imponeva l’infusione di AZT a me e lo sciroppo di AZT (retrovir) a mio figlio in seguito… non volevo assolutamente che passasse le stesse esperienze che ho passato io, ma nonostante tutti i miei sforzi ho dovuto arrendermi sotto le minacce di una commissione di medici, i quali mi hanno intimato che se non avessi fatto quello che dicevano loro si sarebbero rivolti al tribunale dei minori per togliermi la patria potestà il tempo necessario per la terapia al bambino. Oltre a questo ho dovuto sentirmi urlare in faccia dal primario di reparto malattie infettive che “DI QUESTA MALATTIA SI MUORE!! SI MUORE!!”, e mentre spiegavo le mie ragioni sulla base dei documenti del ministero della salute che ho avuto l’accortezza di leggermi da cima a fondo circa la tossicità dei farmaci antiretrovirali, una ginecologa ha avuto il coraggio di dirmi che “ah, ma l’AZT non lo usiamo più”, di fronte ai suoi colleghi (infettivologo compreso) che pur avendo sentito questa immensa BUGIA sono stati zitti.
Mi hanno quindi mentito spudoratamente guardandomi negli occhi, sapendo che in ballo c’era anche la salute di mio figlio, e tutto questo solo per rispettare le loro procedure ed evitarsi rogne legali. E queste sono le stesse persone che chiedono alla gente la fiducia. Perfino in un recente spot del ministero della salute si chiede alle donne in gravidanza di fidarsi dei medici. Ma come posso IO fidarmi del sistema sanitario dopo queste esperienze? Dopo che la mia ginecologa è sparita da un giorno all’altro solo per averle raccontato della mia sieropositività e aver rifiutato un farmaco che voleva prescrivermi? Ed è la stessa ginecologa che ha voluto raccontare a tutto il suo staff della mia condizione, nonostante le mie richieste di tenerlo nascosto, perché secondo lei “è giusto che lo sappiano perché possono infettarsi con il mio sangue”, nonostante esistano già le precauzioni standard (diffuse dal CDC) che impongono al personale sanitario di trattare TUTTI I PAZIENTI come se fossero infetti, senza distinzione alcuna.
Questo anche per tutelare la privacy delle persone… a quanto pare però nemmeno in questo siamo tutelati. Ma questo me lo hanno dimostrato fin da quando ero bambina, dato che un’amica di famiglia (un’amica che tutti vorrebbero avere, senza dubbio), infermiera presso l’azienda sanitaria locale, ha saputo della mia sieropositività attraverso il SIO (Sistema Informativo Ospedaliero) e non ha più permesso a sua figlia di giocare con me per paura del contagio, dicendolo chiaro e tondo ai miei genitori. Sono sempre stata trattata come un’appestata… e la situazione non è cambiata nemmeno quando ho avuto il mio bimbo: sono stata messa inizialmente in una camera con altre tre mamme, ma già pochi minuti dopo è arrivata l’infermiera a spostarmi scusandosi per un errore che avrebbero commesso nell’assegnarmi quel letto, che era di un’altra signora (che però non è mai arrivata, perché il letto è sempre rimasto vuoto), e sono stata messa in una camera singola, di fatto isolata dalle altre degenti. Capito? Nemmeno in questo sono capaci di dire la verità… ma non ci ho fatto molto caso visto che fin da bambina mi hanno sempre tenuto in isolamento.
Quello che invece fa stare veramente male è quando le infermiere che devono prenderti la temperatura o la pressione arrivano munite di guanti, come se dovessero toccare una malata di peste bubbonica.
Lo stesso trattamento hanno riservato a mio figlio, che veniva portavano in neonatologia per delle analisi complete e del sangue con ogni scusa, come se volessero a tutti i costi trovargli qualcosa che non andava, come se non credessero che potesse essere sano. Inizialmente è rimasto più con i dottori che con me, ma fortunatamente li ho molto delusi nell’aver messo al mondo un bimbo sanissimo.
Per concludere, la parte più interessante e ironica (per così dire) di questa faccenda è arrivata quando, durante un confronto con il primario di malattie infettive in seguito al parto, gli ho chiesto come mai il mio compagno non si fosse mai infettato con il virus HIV nonostante da più di 10 anni abbiamo rapporti non protetti. Lui è rimasto un attimo in silenzio come a volerci riflettere e poi mi ha detto: “Ha il fattore di protezione”. Ah beh, un gran culo che lo avesse proprio lui, mi viene da dire. Per non parlare poi del pediatra che mi ha seguito da bambina (quello del “tu non potrai mai avere una vita normale”), il quale, prima che mi dimettessero dall’ospedale, ha voluto parlare a me a al mio compagno chiedendoci, fra altre cose, se la nostra fosse una storia seria (!!). E’ stato un colloquio decisamente surreale...
Però è stato soddisfacente e anche divertente leggere il loro stupore negli occhi e nell’inflessione della voce quando gli comunicavo regolarmente che sia io che mio figlio stiamo bene e godiamo di ottima salute, nonostante tutte le loro vuote minacce di morte e sofferenza se non avessi ripreso la terapia. In un modo o in un altro mi sono ripresa la mia rivincita e ora finalmente mi sento libera, come se mi avessero tolto un macigno dallo stomaco. E ora, siccome si sono presi già troppi anni della mia vita, non ho nessuna intenzione di rinunciare a questa mia libertà. Pur di non aver più niente a che fare con queste persone ho addirittura rinunciato al rimborso del latte in polvere, in quanto per averne diritto avrei dovuto andare regolarmente dal pediatra e farmi scrivere la ricetta, per poi andare nel reparto malattie infettive e far firmare dei documenti alle stesse persone che mi hanno umiliata e minacciata. Ed io, piuttosto che continuare ad avere a che fare con questa gente, me lo pago tutto. Lo considero il prezzo per la mia libertà.
La ringrazio anticipatamente per la sua attenzione e le porgo i miei più cordiali saluti.
F.
fonte e discussione su: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4574
§§§§§§§§§§
R GALLO, (lo scopritore dell’HIV) confessa: L’HIV NON E’ LA CAUSA DELL’AIDS
Ho personalmente tradotto questa notizia che
"ovviamente" non è stata divulgata dai mass media al di fuori dei
confini locali della provincia australiana interessata.
L’ HIV sotto processo in Australia:
La corte valuta le prove dell’isolamento del retrovirus, della sua trasmissione e della validità dei test.
Una causa giudiziaria nella città di Adelaide (Australia) è diventata oggetto di attenzione a livello internazionale dal momento che gli assunti fondamentali sull’AIDS degli scienziati ortodossi (fra i quali il famoso Robert Gallo) vengono sottoposti ad un severo esame da un avvocato che li interroga sull’evidenza che il virsu esista. I più famosi portavoce dell’industria dell’ AIDS di tutto il mondo sono apparsi di persona o attraverso un collegamento via satellite per difendere l’ipotesi dell’HIV come agente infettivo dell’AIDS contro le prove portate da un team locale di esperti medico-scientifici noto come "The Perth Group", ossia il gruppo di Perth (il cui sito internet è www.theperthgroup.com/) che asseriscono che due decenni di ricerche sull’AIDS non sono riuscite a produrre né la purificazione ed insolazione del presunto HIV, né la validità e l’accuratezza dei cosiddetti test per l’HIV, né le prove che l’HIV sia trasmesso da fluidi corporei.
Qui sotto sono riportati due nuovi articoli su tale procedimento legale. Altre informazioni sul processo e trascrizioni delle testimonianze si possono trovare presso questo indirizzo
Per la testimonianza del supposto scopritore delll’HIV, Dr Robert Gallo, andate direttamente a questo link
Michael Geiger, un diretto osservatore degli eventi di Adelaide, dichiara di essere stato colpito e meravigliato da quanto Gallo ha dichiarato alla corte. Geiger dice: “è difficile dire se Gallo stesse difendendo l’ipotesi dell’HIV come causa dell’AIDS o se se la sua testimonianza fosse una pubblica ammissione di colpa”
Geiger nota che fra le trascrizioni delle dichiarazioni di Gallo ci sono delle incredibili ammissioni, in particolare a pag 1294, dove Gallo ammette che nel suo studio originale ha trovato evidenza dell’HIV solo nel 40% dei pazienti malati di AIDS, e che 40% non é abbastanza per provare che l’HIV sia la causa dell’AIDS.
Domanda dell’avvocato a Gallo: "Avete avuto 48 casi [con l’HIV] su 119 [malati di AIDS], ossia il 40%?"
Gallo: "Esatto."
Avvocato: "Lei ammette che l’isolamento dell’HIV da una percentuale di appena il 40% dei pazienti non è la prova che l’HIV causi l’ AIDS?"
Gallo: "Ammetto ovviamente che il semplice isolamento di un nuovo virus in una percentuale del 40% [di malati] non permette di asserire che [tale virus] sia la causa."
L’ HIV sotto processo in Australia:
La corte valuta le prove dell’isolamento del retrovirus, della sua trasmissione e della validità dei test.
Una causa giudiziaria nella città di Adelaide (Australia) è diventata oggetto di attenzione a livello internazionale dal momento che gli assunti fondamentali sull’AIDS degli scienziati ortodossi (fra i quali il famoso Robert Gallo) vengono sottoposti ad un severo esame da un avvocato che li interroga sull’evidenza che il virsu esista. I più famosi portavoce dell’industria dell’ AIDS di tutto il mondo sono apparsi di persona o attraverso un collegamento via satellite per difendere l’ipotesi dell’HIV come agente infettivo dell’AIDS contro le prove portate da un team locale di esperti medico-scientifici noto come "The Perth Group", ossia il gruppo di Perth (il cui sito internet è www.theperthgroup.com/) che asseriscono che due decenni di ricerche sull’AIDS non sono riuscite a produrre né la purificazione ed insolazione del presunto HIV, né la validità e l’accuratezza dei cosiddetti test per l’HIV, né le prove che l’HIV sia trasmesso da fluidi corporei.
Qui sotto sono riportati due nuovi articoli su tale procedimento legale. Altre informazioni sul processo e trascrizioni delle testimonianze si possono trovare presso questo indirizzo
Per la testimonianza del supposto scopritore delll’HIV, Dr Robert Gallo, andate direttamente a questo link
Michael Geiger, un diretto osservatore degli eventi di Adelaide, dichiara di essere stato colpito e meravigliato da quanto Gallo ha dichiarato alla corte. Geiger dice: “è difficile dire se Gallo stesse difendendo l’ipotesi dell’HIV come causa dell’AIDS o se se la sua testimonianza fosse una pubblica ammissione di colpa”
Geiger nota che fra le trascrizioni delle dichiarazioni di Gallo ci sono delle incredibili ammissioni, in particolare a pag 1294, dove Gallo ammette che nel suo studio originale ha trovato evidenza dell’HIV solo nel 40% dei pazienti malati di AIDS, e che 40% non é abbastanza per provare che l’HIV sia la causa dell’AIDS.
Domanda dell’avvocato a Gallo: "Avete avuto 48 casi [con l’HIV] su 119 [malati di AIDS], ossia il 40%?"
Gallo: "Esatto."
Avvocato: "Lei ammette che l’isolamento dell’HIV da una percentuale di appena il 40% dei pazienti non è la prova che l’HIV causi l’ AIDS?"
Gallo: "Ammetto ovviamente che il semplice isolamento di un nuovo virus in una percentuale del 40% [di malati] non permette di asserire che [tale virus] sia la causa."
Addendum: il ragazzo alla fine nonostante queste testimonianze è stato condannato!
Chi ha occhi per vedere e chi conosce come funziona la giustizia capisce bene perchè. Uno scienziato testimonia che non ha mai trovato le prove che l'HIV sia la causa dell'AIDS e la giuria che fa, può forse emettere una sentenza che smantellerebbe un piano di indottrinamento pseudo-scientifico? Si possono mai permettere dei giudici (magari legati a qualche fratellanza massonica, o semplicemente minacciati) di scrivere in una sentenza che la medicina ortodossa è un grande imbroglio? Si possono permettere di condannare 20 anni di menzogne nel camo della medicina?
Ma
la cosa più squallida (la sentenza era quasi scontata) sono le persone
che usano la condanna di questo povero ragazzo per dimostrare che l'HIV
sia la causa di una "mortale malattia infettiva chiamata AIDS".
Come se la sentenza di un giudice fosse più importante della testimonianza letta qui sopra, come se le ammissioni di Gallo ("non ho trovato la prova del legame fra HIV e AIDS") non si potessero interpretare da soli ma solo attraverso la sentenza (pilotata) di un tribunale. Forse c'è qualcuno in giro che è così stolto da pensare veramente che la legge sia uguale per tutti?
WAO !!!!!! 2015 è davvero un anno straordinario per me.
RispondiEliminaChi crede che un erbe possono curare dieci anni di HIV nel mio corpo, non ho mai credo che questo lavoro ho spendere un sacco quando ottiene farmaci dall'ospedale per tenermi in buona salute, quello che stavo aspettando la morte, perché mi è stato sempre rotto un giorno ho letto di questo grande erborista che qualcuno ha scritto che può curare decessi e virus del corpo e questa persona ha scritto che dopo aver bevuto le erbe del medico preparato e inviare per lui l'era guarito dall'HIV, ho deciso per e-mail lui, inconsapevolmente a me che questa sarà la fine degli aiuti di HIV nel mio corpo, lui prepara l'erba per me, e mi danno istruzioni su come prendere, alla fine della una settimana, mi ha detto di andare in ospedale per un controllo, e sono andato, a sorpresa dopo il test il medico mi confermano negative, ho pensato che fosse uno scherzo, sono andato a altro ospedale è stato negativo, poi ho preso il mio amico che era anche sieropositivo a il Dr, dopo il trattamento è stata inoltre confermare negativo. Egli ha anche l'erba per curare il cancro si prega voglio tutti con questo virus di essere libero e che è per questo che sto lasciando cadere il suo indirizzo e-mail: okonofuatem99@gmail.com il suo nome è il dottor Paolo Emen non-mail lui. o meglio ancora lo aggiungere sul suo facebook personale con l'e-mail di seguito:
okonofua_solution_tem99@hotmail.com, lui è un grande uomo.
Sono VALENTINA LIBERTO è anche possibile aggiungere ME ON FACEBOOK PER DIREZIONE SU COME incontro con la mail qui sotto:
vlibertore@gmail.com
Padre grazie per avermi salvato la vita, e ti prometto che sarò sempre testimoniare per il vostro buon lavoro.
RispondiElimina[B] DR Uroko è l'unico Dr chi potrebbe mai ottenere il mio HIV-AIDS curata con il suo incantesimo di guarigione, ho provato quasi tutto, ma mi aspettavo qualcosa a trovare alcuna soluzione sulla mia malattia, nonostante tutti questi succedendo a me, ho sempre spendo un sacco per comprare un farmaci anti-HIV dall'ospedale e prendendo alcuni farmaci diversi, ma nessun sollievo, finché un giorno mi è stato solo la navigazione su internet quando ho incontrerete un grande post di Michelle! che veramente ha detto che era stata la diagnosi con l'HIV e guarì quella stessa settimana attraverso l'aiuto di questi grandi potenti medico guarigione incantesimo, a volte mi chiedo perché la gente lo chiamava papà Uroko, non ho mai saputo che era alll a causa del grande e perfetta lavoro che ha fatto, che sta causando tutto questo. così gli ho contattato velocemente, e lui mi ha chiesto alcune alcune domande e mi ha detto una cosa che non dimenticherò mai che chi lo ha contattato è! ottenendo sempre la sua guarigione in appena 6 ore dopo aver fatto tutto quello che mi chiedono, così sono rimasto stupito tutto il tempo ho sentito che da lui, così ho fatto tutte le cose solo per vedere che nel giorno che ha detto sarò guarita , tutta la forza che mi ha lasciato prima di correre di nuovo e mi diventa molto forte e sano, questa malattia uccide quasi la mia vita tutta per me, così sono andato in ospedale per dare la prova finale per la malattia e il medico ha detto io sono HIV negativo, io sono molto stupito e felice per la guarigione Dr Uroko ha dato a me da parte antica di Africa, lo si può e-mail ora per la propria guarigione anche a: atitilovespell@gmail.com vi ringrazio signore per avermi guarito dal virus HIV, i sono Doris Carter.