giovedì 30 ottobre 2014

Russia e Iran uniti contro il SIIL in Iraq

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Da un canale di comunicazione complesso arriva la notizia che Russia e Iran hanno creato, presso l’hotel al-Rashid di Baghdad, un centro congiunto per la lotta agli islamisti di SIIL/SI. La notizia, estremamente breve, è data da un’agenzia di Baku, in Azerbaigian (Temkin Jafarov, agenzia Trend, 23 ottobre 2014), rilanciando un’agenzia iraniana. Nonostante la brevità, i dati sono sufficienti per un’informazione credibile e per ritenerla riflettere una situazione significativa. Inoltre, conferma le voci precedenti, da fonti irachene, che evocavano vagamente i termini di una cooperazione operativa tra Iran e Russia. Ecco il dispaccio della Trend riguardante esattamente questo “Comando congiunto” Iran-Russia …  

“Iran e Russia hanno creato un comando operativo unito per combattere l’organizzazione terroristica in Iraq dello Stato Islamico (SI), ha riferito l’agenzia iraniana Tasnimnews citando una fonte irachena. Secondo quanto riferito, esperti militari iraniani e russi aiutano i comandi iracheni nella lotta contro lo SI. “Oltre 60 esperti militari russi e iraniani hanno creato un quartier generale operativo nell’hotel al-Rashid, nella capitale irachena Baghdad”, dice il rapporto“. 
Si tratta di una notizia assai significativa, nonostante la brevità, in termini di potenza della comunicazione, per via della situazione che c’illustra. Ciò contrasta con il frastuono della comunicazione, avutosi dall’attacco del SIIL in Iraq nel giugno scorso, sulla possibile cooperazione tra Iran e Stati Uniti che alla fine s’è ridotta ad episodio senza seri contatti strutturali. Così la notizia permette di avanzare alcune osservazioni come ipotesi ampiamente sostantivate…

•Iran e Russia decidono di agire con la massima discrezione, soprattutto quando si tratta dell’eventuale cooperazione, dopo diversi anni in cui i due Paesi, vicini per posizioni e concezioni politiche, si erano allontanati per l’atteggiamento della Russia (mancata consegna dei missili da difesa aerea S-300). La Russia entrava, de facto, nella “comunità internazionale” che richiedeva il cambio nella politica nucleare dell’Iran. La crisi in Ucraina vi ha posto fine: i russi affrontano le sanzioni del blocco BAO e si avvicinano ancora più all’Iran, sia operativamente che intellettualmente (“ci comprendiamo meglio”). In ogni caso, la Russia ha ufficialmente chiarito che ora segue una politica di non-cooperazione con il blocco BAO (17 ottobre 2014).

• Tuttavia, la cooperazione Russia-Iran assume un’andatura puntuale e un tono molto discreto, ben rientrando nelle modalità dei due Paesi. Si tratta, per primo, di determinare l’interesse comune, che Russia e Iran trovano nella lotta contro lo SI; ma una volta stabilito questo interesse comune, la cooperazione diventa rapidamente efficace, efficiente, altamente efficiente… Ciò potrebbe diventare una “partnership strategica” estremamente realistica preservando le rispettive indipendenze di primaria importanza; ad esempio se i due Paesi determinano in un caso operativo o in un altro, che il blocco BAO sia il nemico comune “dichiarato”, e se sia indispensabile reagire in modo netto.

• Questi vari risultati confermano la tesi opposta a quella, diffusa e favorita da Stati Uniti e Arabia Saudita, che l’Iran evolva così rapidamente verso il blocco BAO da potersi inserire in varie infrastrutture come decisivo concorrente della Russia nelle forniture di gas all’Europa. Tale idea era stata decisamente respinta dal ministro degli Esteri iraniano spiegando che, in ogni caso, la questione della creazione di infrastrutture è tale che nulla può essere fatto per diversi anni. Tale semi-smentita tecnica riguardava anche, per l’Iran, la semi-smentita implicita del ruolo prestato, al fianco del blocco BAO, partecipando alla crociata antirussa per isolare e sanzionare la Russia.

• Queste relazioni discrete Iran-Russia, che potrebbero altrettanto tranquillamente materializzarsi con forniture di armi russe, mentre sono già in via d’attuazione con l’accordo di scambio energetico al di fuori dell’area del dollaro, in netto contrasto con le relazioni del blocco BAO con l’Iran. Il maggiore piano degli Stati Uniti, la riconciliazione con l’Iran e la sua “reintegrazione” nella “comunità internazionale” (idem, per la coalizione anti-russa del blocco BAO agli ordini degli Stati Uniti), è ora, come è usuale nel caso degli Stati Uniti, un gran rumore comunicativo seguito da, praticamente, nessun effetto. E’ assai probabile che la stessa cosa valga anche per i grandi e presumibilmente finali colloqui sul nucleare con l’Iran di novembre, che dovrebbero portare a questo grande accordo. Noi crediamo che, come in tutti gli altri casi importanti, la paralisi e l’impotenza del potere di Washington in questo caso, siano il nocciolo della questione. In tale caso, è la pressione anti-iraniana di Israele e AIPAC, con la loro influenza sul Congresso, ad agire; ma ciò è circostanziale e si esercita su una situazione in cui il potere degli Stati Uniti è strutturalmente, senza un’azione esterna necessaria, in stato d’impotenza e paralisi totale, come segnalato.

• …Certo, ci si aspetta che la Russia, senza trionfalismi, come nelle questioni di politica estera in cui la politica russa, per evitare qualsiasi danno che assomigli più o meno a delle interferenze, riduca in modo significativo la collaborazione costruttiva nei negoziati sulla questione nucleare iraniana. I russi propendono sempre più in favore dell’Iran, rafforzando le esigenze sovraniste del Paese contro il blocco BAO e la sua politica invadente. Una volta di più, si converrà che il blocco BAO, fonte di tali molteplici cambi di atteggiamento, segua imperturbabilmente una politica volta a creare il maggior numero possibile di reazioni contrarie. Le sanzioni, soprattutto quando sono volte contro una potenza come la Russia, in questo senso sono estremamente efficaci, auto-distruttive in modo infernale.

Dedefensa, 28 ottobre 2014

Iranian-Intelligence 

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2014/10/29/russia-e-iran-uniti-contro-il-siil-in-iraq/ 

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