lunedì 27 ottobre 2014

Socrate 470-399 a. C.

Condannato a bere la cicuta per «cospirazione contro l’ordine pubblico», lo spirito di Socrate ha illustrato meglio di qualunque altro il senso profondo del termine «filosofia» (amore per la saggezza). Indagatore inesauribile, al di là di tutte le contingenze e i pregiudizi della sua epoca, seppe risvegliare nell’anima del giovane Platone il fuoco spirituale della gnosi.

«Socrate professava dottrine identiche a quelle di Pitagora: entrambi morirono di morte violenta per aver svelato la loro filosofia divina. La gente comune è sempre stata la stessa in tutti i tempi. Il materialismo è stato e sarà sempre cieco alle verità spirituali.»
Helena P. Blavatsky – Iside svelata


Socrate nasce intorno al 470 a. C. Figlio di una levatrice, diventerà a sua volta un «partoritore di spirito» grazie al suo metodo: la maieutica.

Riconosciuto dall’oracolo di Delfi, e quindi dal dio Apollo, come l’uomo più saggio della Grecia, Socrate è stato il filosofo a piedi nudi di Atene.

Reagendo al decadimento della sua città, egli incarna una forza spirituale che si scontra con la società borghese e democratica del suo tempo. Pur non essendo nobile, molti uomini politici, militari, artisti e giovani dell’alta società ascolteranno il suo
insegnamento.

Il suo unico scopo è scoprire la Verità, il Bene e il Bello. A tal fine, dialoga con i suoi interlocutori (dal notabile alla prostituta) e, un mattone dopo l'altro, demolisce i muri menzogneri della società dell’epoca.

Si fa un baffo del potere, della ricchezza e dei piaceri sensuali limitandosi a soddisfare i bisogni fondamentali, così si sente più vicino agli Dèi.

Tuttavia Socrate è tutt’altro che un saggio sconnesso dalle realtà politiche. I suoi modelli sono gli eroi Ulisse ed Eracle. Combatte a più riprese per Atene come semplice hoplite (fante), salvando il suo discepolo Senofonte nel corso di una battaglia.

Si vuole buon cittadino e avrà tre figli dalla sua scontrosa moglie Santippe, grazie alla quale – egli afferma – impara ad adattarsi a tutti gli umani.

Dai dialoghi di Socrate traspare un uomo semplice, libero, pieno di humour e profeta di una città ideale.

Quest’ultima, descritta ne La Repubblica di Platone, è una società basata su un «comunismo» spirituale ed aristocratico, contrariamente al comunismo materialista e ateo di Karl Marx, apparso 2400 anni più tardi.

Vero e proprio rivoluzionario – perfino nel modo di prodigare gratuitamente i suoi insegnamenti a coloro che erano disposti ad ascoltarlo – l’azione di Socrate permise lo schiudersi di molte correnti spirituali e filosofiche.

Il suo discepolo Antistene fonderà la scuola cinica, quale maggior reazione al materialismo borghese dell’antichità.

Ma il suo maggior discepolo ricordato dalla storia è Platone che, iniziato anche ai Misteri di Pitagora e dei sacerdoti egiziani, lascerà all’Occidente le basi regolari della Tradizione Primordiale.

Nessuno di questi filosofi sembra aderire all’«acropoli democratica» attualmente insegnata ai liceali.

Socrate accusava incessantemente la democrazia corrotta (che secondo Platone lo è per sua essenza) e la bigotteria ipocrita della sua epoca.

Tre notabili ateniesi, stanchi delle sferzate di Socrate e dei suoi discepoli, accusano il maestro di empietà (mancato rispetto agli dèi della città, introduzione di nuove divinità: la Verità?) e di corruzione della gioventù (mediante la verità!).

Socrate è condannato a morte. Senza opporre resistenza beve tranquillamente la cicuta, spiegando ai suoi detrattori che non teme la sofferenza né la morte, mentre loro sì che, dopo aver condannato un inviato degli dèi confermato dall’oracolo di Delfi, dovranno preoccuparsi del loro futuro.

Senza aver scritto nemmeno una riga (afferma infatti che lo scritto cristallizza lo spirito), Socrate rimane da ormai oltre 2000 anni la figura emblematica del martirio in cerca di verità in Occidente.

Egli ha mostrato che in un periodo di decadenza si cammina a testa alta, a controcorrente, fino alla morte, profondamente felice di condividere con i suoi fratelli la coscienza del Vero, del Bene e del Bello.


Autore: Maxime

fonte: http://www.crom.be/it/documenti/socrate-partoritore-di-spirito 

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