Il grande merito dei movimenti che si sono opposti ai metodi ed alle pratiche violente della psichiatria è stato quello di denunciare come tale scienza “non del tutto scientifica” (o “pseudo-scienza fasulla”, secondo Thomas Szasz) sia servita e possa sempre servire come strumento di repressione, come la “diagnosi” di una cosiddetta malattia mentale possa nascondere in realtà un pregiudizio etico o peggio ancora un mero intento persecutorio. Non sembrano esistere infatti segni chiari ed evidenti del “disagio mentale”, e di certo la psichiatria ufficiale non prescrive nessun tipo di analisi di dati biologici dai cui esiti dedurre le alterazioni del pensiero, dell’ideazione, del comportamento, delle risposte emozionali.
Ma
è proprio in questo che i due contendenti in realtà si mostrano
allineati e collaborano nel difendere lo status quo, impedendo per lo
più ai pazienti/sofferenti/disagiati di prendere coscienza delle reali
cause organiche del proprio disturbo. E come ci si può curare se nessuno
ci spiega quali siano le cause del nostro problema? Per quanto mi
consta adesso sappiamo, anche grazie agli studi, ed alle ricerche di
persone come la dottoressa Campbell-McBride, Kerri Rivera,
Andreas Kalcker, che le vere cause del “disagio mentale” siano:
disbiosi/parassitosi (con la conseguente carenza di nutrienti
essenziali), mercurialismo, focus dentali (compresi i denti del giudizio impattati), sensibilità al glutine
ed alla caseina (con conseguente produzione di gluteomorfine e
caseomorfine), dieta squilibrata a base di cibo processato e artificiale
(e satura di zucchero o altri dolcificanti nocivi come lo sciroppo di glucosio da mais, o i dolcificanti artificiali).
In tal caso come potrebbe mai la mera negazione della “malattia
mentale” portare reale giovamento a chi non riesce a utilizzare a dovere
le proprie facoltà mentali per le cause sopra elencate?
E
d’altronde che aiuto può dare chi afferma l’esistenza della “malattia
mentale” ma sa rilevarla solo da sintomi spesso ambigui? Chi crede che
la malattia mentale abbia cause psicologiche o sia legata ad alterazione
nel livello di certi neurotrasmettitori? Se si camuffa o si nega la
causa reale del problema, del disagio, tanto la psichiatria quanto i
movimenti che le si oppongono in realtà ottengono lo stesso risultato:
la cronicizzazione del problema.
E
così l’antipsichiatria (o non-psichiatria che dir si voglia) sembra
assumere la stessa funzione del sindacato nelle moderne società
occidentali: una forma di opposizione controllata che denuncia mai le reali cause dei problemi socio-economici.
La
realtà è che ci sono persone che, a causa delle tossine che hanno in
corpo (prodotte da batteri e lieviti patogeni come batteroidi,
clostridium, candida, oppure da parassiti
come ossiuri e ascaridi) o a causa delle carenze nutritive (di vitamine
del gruppo B, vitamina C, zinco, magnesio, zolfo, etc., causate da una
dieta squilibrata e/o da patogeni e parassiti), a causa di intolleranze
alimentari o a causa dell’effetto tossico di metalli come il mercurio,
non riescono a ragionare in maniera serena e normale, e per questo
manifestano ossessioni, compulsioni, visioni distorte della realtà,
sviluppano comportamenti aggressivi o autolesionisti, diventano
depresse.
In
tale situazione uno dei sintomi dell’alterazione del funzionamento
neurologico (che causa di conseguenza alterazioni del funzionamento
mentale) è il negare la propria condizione patologica. Purtroppo è vero,
si tratta di un’osservazione che rischia di essere utilizzata a
sproposito dal momento che anche chi davvero non è malato nega di
esserlo, ma la cosa cambia quando si effettuano indagini obiettive per
valutare disbiosi, parassitosi, sovraccarico di metalli pesanti, carenze
vitaminiche, sensibilità al glutine, intolleranza alla caseina, etc.
fonte: http://scienzamarcia.blogspot.it/2014/10/la-gestione-della-malattia-mentale-come.html
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