C’è
qualcosa di perversamente strano sul trambusto intorno ai cosiddetti
focolai di ebola. Un africano è ricoverato in un ospedale di Dallas per
sintomi, curato, rilasciato e riammesso, il “primo” caso ebola negli
Stati Uniti. Ciò che i guardiani della verità nei media mainstream non
si chiedono è quanto sia affidabile il test che decide se qualcuno è
affetto da Ebola. I ricercatori hanno deciso che, per esempio, la prova
che dovrebbe determinare se qualcuno abbia l’AIDS, l’esame sul sangue
HIV inventato negli anni ’80 dall’ex-ricercatore sul cancro Robert
Gallo, non indica se qualcuno ha il virus.
Determina solo se il sangue
ha un certo livello di cosiddetti “anticorpi HIV”. Il test di Gallo fu
brevettato da lui e dalla sua squadra prima dell’annuncio sensazionale
che avesse “identificato” il virus specifico che causa ciò che Gallo
definiva, “l’epidemia più spaventosa del 20° secolo, che oggi chiamiamo AIDS”.
Gallo aveva volutamente predeterminato il suo test HIV. Quando lo provò
su siero del sangue di donatori sani, dimostrò che il 10% dei sani,
secondo il test di Gallo, erano positivi all’HIV. Poiché non riusciva a
commercializzare un simile test presso i medici, Gallo alterò
arbitrariamente la sensibilità della misura della reazione.
L’industria
farmaceutica fu contenta di commercializzare i costosi farmaci
chemioterapici AZT. Milioni di esseri umani sono stati condannati
all’inferno, stigmatizzati dall’HIV come risultato del test di Gallo. Al
mondo venne detto che un “virus letale” potrebbe infettare la
popolazione mondiale. Infezioni quali sarcoma di Kaposi e polmonite
Pneumocistis carinii furono trasformati in assassini feroci. Pochi
scienziati onesti esaminarono criticamente i test di base che Gallo
proteggeva con il suo brevetto. Uno scienziato coraggioso che mise in
discussione l’ipotesi di Gallo su HIV-AIDS fu Kary Mullis, che nel 1996
scrisse “L’ipotesi dell’HIV/AIDS è un errore infernale“. Mullis
vinse il premio Nobel per la chimica nel 1993, ma le sue osservazioni
devastanti furono ignorate dai sempre vigili media mainstream e dai
medici.
Nel 1983 Gallo arbitrariamente trasformò la correlazione in
causalità e disse di aver scoperto il “virus” che causa
l’immunodeficienza acquisita o AID, poi chiamata “sindrome” o AIDS.
Gallo appena prima dell’annuncio aveva brevettato il solo test noto per
determinare se qualcuno ha l’AIDS. Un utente abituale di certi farmaci
come il nitrito di amile o popper, o anche una donna incinta, si sarebbe
rivelato positivo all’HIV con il test di Gallo. I timori su una nuova
piaga globale furono alimentati sui media da scienziati irresponsabili.
Gallo vendette il suo test dell’AIDS a cinque società farmaceutiche e si
sedette di nuovo a raccoglierne i proventi.
Il test su ebola
Ora di nuovo leggiamo storie terrorizzanti simili sui mass media, questa volta sulla paura di ebola alimentata dall’OMS controllata dall’industria farmaceutica a Ginevra, sotto gli esperti del Gruppo di consiglieri scientifici della direttrice generale Margaret Chan, collegati ai giganti di Big Pharma, e all’US Centers for Disease Control di Atlanta. Cosa è esattamente il test su ebola utilizzato da medici e operatori sanitari in Sierra Leone o Liberia per “provare” che una persona ne è malata? Quando l’africano è stato nuovamente ricoverato nell’ospedale di Dallas, il capo del CDC Tom Frieden dichiarò che al paziente fu diagnosticato l’ebola con un test “molto accurato. Un test PCR del sangue”. Ma quel test PCR del sangue non è molto preciso. Piuttosto è assai viziato. Come sottolinea Jon Rappoport,
Ora di nuovo leggiamo storie terrorizzanti simili sui mass media, questa volta sulla paura di ebola alimentata dall’OMS controllata dall’industria farmaceutica a Ginevra, sotto gli esperti del Gruppo di consiglieri scientifici della direttrice generale Margaret Chan, collegati ai giganti di Big Pharma, e all’US Centers for Disease Control di Atlanta. Cosa è esattamente il test su ebola utilizzato da medici e operatori sanitari in Sierra Leone o Liberia per “provare” che una persona ne è malata? Quando l’africano è stato nuovamente ricoverato nell’ospedale di Dallas, il capo del CDC Tom Frieden dichiarò che al paziente fu diagnosticato l’ebola con un test “molto accurato. Un test PCR del sangue”. Ma quel test PCR del sangue non è molto preciso. Piuttosto è assai viziato. Come sottolinea Jon Rappoport,
“Tra i problemi del test PCR è che è aperto ad errori. Il campione prelevato dal paziente in realtà è un virus o un pezzo di virus? O è solo una parte irrilevante dei resti? Un altro problema è insito nel metodo del PCR. Il test si basa sull’amplificazione di un minuscolo granello di materiale genetico prelevato da un paziente che soffia milioni di volte fin quando viene osservato e analizzato. I ricercatori che l’utilizzano affermano che, a seguito del procedimento, possono anche dedurre la quantità di virus presente nel paziente. Questo è fondamentale, perché se un paziente ha milioni e milioni di virus ebola in corpo, non vi è assolutamente alcun motivo di pensare che ne sia malato o se ne ammali“.
Può il test del sangue PCR dire quanto virus ebola ci sia nel corpo di
una persona? Lo stesso Kary Mullis citato sull’ipotesi HIV/AIDS ha
inventato il test PCR nel 1983, per cui ebbe il premio Nobel. Ne parlò
con il giornalista John Lauritsen anni fa avvertendo contro un uso
improprio. Lauritsen riporta: “Sui test virali, che tentano di
utilizzare il PCR per contare il virus, Mullis ha dichiarato:
“Il PCR quantitativo è un ossimoro”. Il PCR ha lo scopo di identificare le sostanze qualitativamente, ma per sua natura non può stimarne il numero. Anche se vi è una errata impressione comune che i test virali effettivamente contino il numero di virus nel sangue, non possono rilevare per nulla i virus infettivi; possono rilevare solo le proteine che si crede, in alcuni casi a torto, essere unici per l’HIV. I test rilevano le sequenze genetiche del virus, ma non il virus stesso”.
Né il test PCR di Mullis può contare il numero di virus ebola nel sangue
di una persona. Eppure il CDC afferma, a torto secondo Mullis, che si
può. Può essere che l’intera campagna terroristica sull’ebola lanciata
dall’OMS di Chan e dal CDC sia una finzione e che l’industria
farmaceutica sia pronta a smerciare i suoi non testati “vaccini
dell’ebola”? Alcuni anni fa, nel 2009, Margaret Chan, a capo dell’OMS,
dichiarò senza fondamento scientifico, che l’influenza suina H1N1 era
una pandemia globale allarmando e costringendo i governi di tutto il
mondo ad accumulare milioni di dosi di vaccini contro l’influenza non
testati. In un discorso, all’epoca, Chan dichiarò solennemente:
“A fine aprile, si annunciava la nascita di una nuova influenza del virus A. Questo particolare ceppo dell’H1N1 non era presente presso gli esseri umani. Il virus è completamente nuovo. Il virus è contagioso, si diffonde facilmente da una persona all’altra e da un Paese all’altro. Ad oggi, quasi 30000 casi confermati sono stati segnalati in 74 Paesi… Sulla base delle prove disponibili, e delle valutazioni di esperti delle prove, i criteri scientifici per una pandemia influenzale sono stati raggiunti. Ho quindi deciso di alzare il livello di allerta pandemica influenzale da fase 5 a fase 6”.
Non disse che l’OMS aveva cambiato
la definizione di allerta pandemica lo stesso aprile 2009 a definizione
puramente geografica da una precedente più severa. Chan, i suoi
consiglieri e il CDC devono pensare che siamo tutti imbecilli e senza
memoria, mentre cercano di alimentare timori simili sul pericolo
allarmante di ebola. Non c’era una pandemia di H1N1 nel 2009. Il numero
di decessi attribuibili anche alla normale influenza, era in modo
imbarazzante (per lei almeno) basso.
Pipistrelli della frutta nell’OMS e nel CDC?
E’ utile ribadire ciò che l’OMS definisce come sintomi di ebola. Il rapporto ufficiale dell’OMS su Ebola, che ora ha rinominato EVD per “malattia del virus ebola”, afferma
E’ utile ribadire ciò che l’OMS definisce come sintomi di ebola. Il rapporto ufficiale dell’OMS su Ebola, che ora ha rinominato EVD per “malattia del virus ebola”, afferma
“i primi focolai di EVD si ebbero in villaggi remoti in Africa centrale, nei pressi di foreste pluviali tropicali, ma la più recente epidemia in Africa occidentale ha coinvolto importanti zone urbane e rurali… Si pensa che i pipistrelli della frutta della famiglia Pteropodidae siano naturali veicoli del virus ebola. Ebola è introdotto nella popolazione umana tramite stretti contatti con sangue, organi, secrezioni o altri fluidi corporei di animali infetti come scimpanzé, gorilla, pipistrelli della frutta, scimmie, antilopi forestali e istrici malati o morti nelle foreste pluviali“.
Poi il rapporto ufficiale dell’OMS su ebola del settembre 2014, afferma:
“Può essere difficile distinguere l’EVD da altre malattie infettive come malaria, febbre tifoide e meningite“. OMS poi elenca i sintomi possibili di ebola: “i sintomi di ebola comprendono improvvisa insorgenza di febbre, stanchezza, dolori muscolari, mal di testa e mal di gola, seguiti da vomito, diarrea, eruzioni cutanee, sintomi di compromissione renale e disfunzione del fegato e, in alcuni casi, emorragie interne ed esterne“.
Tali sintomi, febbre, affaticamento, dolori muscolari, mal di testa e
mal di gola, vomito, diarrea, eruzioni cutanee, si verificano su molte
persone nelle regioni più povere dell’Africa occidentale, devastate
dalle guerre per diamanti insanguinati e petrolio, con sanità pubblica e
infrastrutture idriche devastate. E il “test altamente accurato del sangue PCR”
citato dal CDC non è affatto preciso nell’identificare la
concentrazione di virus ebola. Dovremmo osservare le ultime storie
dell’orrore su ebola in modo razionale e sobrio, compresa l’accuratezza
dei test che CDC utilizza; o prima sottoponiamo a vaccinazioni
obbligatorie e quarantena, o ci lasciamo sopraffare dalla paura.
William Engdahl, New Eastern Outlook
F. William Engdahl
è consulente di rischio strategico e docente, s’è laureato in politica
alla Princeton University ed è autore di best-seller su petrolio e
geopolitica, per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/10/20/ebola-e-come-fanno-a-saperlo-oms-e-cdc/
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