lunedì 27 ottobre 2014

Lo Stato Islamico aspira a irrompere nell'Asia Centrale

Lo Stato Islamico aspira a irrompere nell'Asia Centrale

Lo Stato Islamico ha posto sotto la minaccia il destino di quasi intero Medio Oriente, ma è poco probabile che si limiti soltanto a questa regione. Secondo il parere di una serie di esperti, il prossimo obiettivo degli islamisti sono la Regione Transcaucasica e l'Asia Centrale.
 
Molti analisti indicano che ISIS attualmente dispone di ingenti risorse umane: mentre in giugno aveva secondo varie stime 4 mila guerriglieri, soltanto due mesi dopo ne aveva circa 50 mila. Il profitto giornaliero dello Stato Islamico dalle vendite del petrolio a prezzi stracciati si aggira intorno a due milioni di dollari. ISIS non è più semplicemente un gruppo terroristico. Dichiara di rappresentare tutti i musulmani nel mondo e intende continuare a espandersi oltre i confini del Medio Oriente. 

Il politologo Serghei Tarasov indica in prossimo obiettivo degli islamisti che sarà la Regione Transcaucasica:
Ad esempio, l'Armenia. Questo paese è vicino al focolaio della tensione mediorientale: 500-600 chilometri dalle aree dei combattimenti attivi. Come agirà prossimamente lo Stato Islamico? Sta conducendo azioni militari in Siria e Iraq. Potenzialmente può essere coinvolta la Turchia. Ciò, almeno la NATO, non lo esclude. Gli islamisti possono iniziare la deriva nelle direzione orientale. Ritengo che lo Stato Islamico prenda in esame una simile opzione. E' una realtà geopolitica che va presa in considerazione. Nel Caucaso loro arriveranno con gli slogan della giustizia sociale sotto le bandiere del califfato. Poiché nella Regione Transcaucasica hanno un potenziale sostegno.
Molti analisti sono propensi a ritenere che lo Stato Islamico rappresenti una seria minaccia anche per i paesi dell'Asia Centrale. L'orientalista Said Gafurov fa notare:
Con grande rammarico, le forze armate né del Tajikistan, né dell'Uzbekistan, né della Turkmenia ora non sono in grado di contrastare la fanteria dello Stato Islamico. Ora evidentemente è la migliore fanteria nel mondo. Loro hanno imparato a combattere, tra l'altro, anche sotto gli attacchi aerei; la fanteria ha acquisito un'enorme esperienza di combattimento, effettuando la serrata dei ranghi nei combattimenti. Per ora gli islamisti sono ostacolati dal fattore geografico. Tuttavia la distanza che separa l'Asia Centrale è abbastanza lunga. I pashtun per ora non si uniscono allo Stato Islamico. Anche i kurdi sono contrari poiché hanno le loro tradizioni sufiche dell'islam. Probabilmente lo Stato Islamico aveva i piani di lanciare un'offensiva su Bagdad. Tuttavia dopo l'intervento delle società petrolifere occidentali questi piani sono cambiati. ISIS va in un'altra direzione, tra l'altro creando la minaccia per la Russia.
La maggioranza degli analisti concorda che il centro dell'instabilità nell'Asia è l'Afghanistan. Il fiasco difatti subito dagli americani in quel paese non fa altro che spingere i talebani all'espansione verso il Nord. In questa situazione l'alleanza con i fondamentalisti mediorientali è del tutto ipotizzabile. Se diventerà una realtà allora s'infiammerà l'intera regione, ritiene Said Gafurov:
Non c'è bisogno di ritenere che i problemi avrebbero soltanto Tajikistan e Uzbekistan. Nella vastità dell'Asia Centrale gli islamisti hanno il sostegno. La probabilità che i talebani possano trovare un'intesa con lo Stato Islamico è molto elevata. Sono convinto che le trattative siano già in corso. D'altronde nello stesso Uzbekistan la principale forza islamista è Hizb ut-Tahrir al-Islami ("Partito di Liberazione Islamica", il quartier generale del quale si trova a Londra. E gli inglesi hanno la possibilità di influenzare la sua leadership. Anche in alcuni altri stati dell'Asia Centrale questa minaccia è molto seria.
C'è da dire che la situazione nell'Asia Centrale è legata alla configurazione della relazioni tra la Russia e gli USA. Qui bisogna agire insieme nonostante tutte le divergenze. Se gli islamisti riusciranno a far infiammare il falò dello jihad nell'Asia Centrale, la fiammata del fuoco la sentiranno sia sul continente europeo sia su quello americano.
 

Serghei Duz 


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