lunedì 14 novembre 2016

Usa: l’ira della Clinton, colpa dell’ FBI se ho perso

Clinton incazzata come una iena

WASHINGTON- I membri dello staff per le elezioni della Clinton ritengono che il direttore dell’FBI James Comie sia stato la causa della loro sconfitta alle elezioni della presidenza USA, comunica il canale Fox News.

L’FBI a luglio ha comunicato la chiusura delle indagini riguardanti lo scandalo delle mail della Clinton. Tuttavia 11 giorni prima delle elezioni il direttore ha riaperto le indagini annunciando che la Clinton aveva rivelato informazioni riservate alla sua domestica. A due giorni dalle elezioni Comie ha annunciato che le nuove mail non hanno cambiato la posizione dell’FBI nei confronti della Clinton, chiudendo il caso contro la Clinton.

Il capo dello staff elettorale della Clinton Navin Nayak ha scritto una mail ai rappresentanti dello staff che il secondo annuncio di Comie a pochi giorni prima della campagna elettorale ha aiutato il concorrente, Donald Trump.

Riteniamo di aver perso le elezioni già una settimana prima che iniziassero le votazioni. L’annuncio di Comie 11 giorni prima delle elezioni ha ridotto significativamente il nostro elettorato ha allontanato il nostro elettorato chiave nelle periferie” 
dice nella mail Nayak.

Fonte: Pars Today


Nota: Hillary  Clinton rappresenta un caso patologico di megalomania psicotica che viene descritta dagli specialisti come “uno stato psicopatologico caratterizzato da forme maniacali permanenti e da un esorbitante apprezzamento di sé e delle proprie capacità”. La Clinton soffre esattamente di questa patologia che la induce a manifestare di continuo la sua presunta superiorità ed a cercare negli altri conferma delle proprie doti.

Questo spiega la sua accusa all’FBI di essere la causa della sua sconfitta perchè la Clinton, distaccata totalmente dalla realtà,  è incapace di comprendere che il suo stesso comportamento criminale ha profondamente nauseato la maggior parte dei cittadini statunitensi che hanno preferito a lei il candidato Donald Trump.

Il candidato Donald Trump, estraneo all’establishment, nonostante  tutti i suoi difetti e contraddizioni, è stato visto come un outsider  e rappresenta comunque l’America profonda che si sente tradita dall’establisment di Washington e dalle lobby finanziarie di Wall Street, quelle che hanno di fatto impoverito buona parte della classe sociale media e operaia per le loro scelte a favore della globalizzazione e dell’immigrazione aperta.

Il fatto che la Clinton ricevesse illegalmente finanziamenti milionari dai grandi potentati finanziari, dai governi di paesi canaglia quali Arabia Saudita e Qatar, come rivelato dalle sue mail desecretate, e che si sia arricchita con il traffico delle influenze, ha avuto un effetto negativo sulla visione di quella parte sana dell’elettorato statunitense che non è colluso con le strutture dell’establishment e che disprezza i media prostituiti alle centrali di potere dominante che, non a caso, hanno tutti concordemente appoggiato la candidatura della Clinton.

Non sono bastate le campagne mediatiche volte a diffondere  bugie e diffamazione gratuita sul conto di Donald Trump, per mettere il personaggio in cattiva luce e renderlo impresentabile agli elettori. I media, coalizzati in questa opera di diffamazione, hanno ottenuto l’effetto contrario e si sono allontanati dalla fiducia della gente.

Questo il vero fatto nuovo: i grandi media USA, dal New York Times al Washington Post, dalla CNN ad ABC News, da Sky News alla NBC, ecc. hanno perso la fiducia del pubblico americano.
 
Come enunciava già alcuni anni addietro Robert W. Mcchesney: …
un sistema mediatico globale dominato da un numero esiguo di colossi mediatici superpotenti e per la maggioranza statunitensi. E’ un sistema volto a favorire la causa del mercato globale e a promuovere i valori commerciali, globalisti, denigrando quel giornalismo e quella cultura che non contribuiscono ai risultati economici immediati né agli interessi a lungo termine delle multinazionali, delle grandi banche e delle centrali di potere dominanti”.
Il vento sta forse decisamente cambiando e, grazie a fonti alternative e maggiore capacità critica dell’opinione pubblica, meno incolta e rozza di come vogliono  descriverla i globalisti del “pensiero unico”, negli States la Clinton, quale rappresentante dell’establishment, ha ricevuto un sonoro ceffone e con lei tutto l’apparato mediatico di manipolazione. La “madame” deve farsene adesso una ragione, in attesa che qualcuno, prima o poi, la porti davanti ad una corte di giustizia per i suoi crimini.

(Nota di Luciano Lago)


fonte: http://www.controinformazione.info/usa-lira-della-clinton-colpa-dell-fbi-se-ho-perso/

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