venerdì 8 settembre 2017

Qual'è la soluzione al lavoro coatto? Alla vita frenetica e stressante?

“Se tutti lavorassero per il proprio pane e niente più, ci sarebbe abbastanza cibo e tempo libero per tutti...
I nostri bisogni si ridurrebbero al minimo,
il nostro cibo si semplificherebbe.
Allora mangeremmo per vivere, anziché vivere per mangiare.”
Mohandas Gandhi
L’essere umano del futuro non lavorerà più di quattro ore al giorno, produrrà il necessario e nulla più, si nutrirà in modo naturale e sarà particolarmente creativo, si farà il pane in casa così come il sapone e lo shampoo, preferirà l’aria aperta alla tv e avrà centinaia di amici, con le mani costruirà ogni cosa gli sia utile, re-imparerà l’arte della solidarietà e in questo modo non temerà più nessuna crisi economica, nessuna recessione, nessun debito pubblico, nessun pignoramento dei propri beni, perché saprà che ci sarà sempre qualcuno disposto ad aiutarlo nel momento del bisogno...


L’essere umano di domani non consegnerà il futuro dei propri figli nelle mani delle istituzioni, perché la sua comunità sarà la sua scuola, verrà insegnato ai bambini innanzitutto a divenire consapevoli, compassionevoli, rispettosi e intelligenti, e si stimolerà in tutti i modi possibile la loro creatività e il loro entusiasmo, non ci sarà più un'unica limitata visione del mondo, ma milioni di visioni del mondo differenti.

Non esisterà più la rozza coscienza di gruppo o peggio ancora, quella della folla, ma singole e potenti coscienze individuali, tutte indirizzate al benessere dell’intera umanità, intenzionate a raggiungere le vette spirituali dell’anima, in ogni dove si insegnerà a perseguire la felicità e non più la ricchezza, le malattie verranno accompagnate da lunghi giorni di riposo e il sole tornerà a determinare la durate delle giornate, sveglia e orologi verranno usati solo come vecchi soprammobili d’antiquariato.

Tutto quello che dobbiamo fare è semplicemente rallentare i nostri ritmi, fare del sonno una buona medicina e non più un pit stop tra un dovere e l’altro, se per tutta la vita ci siamo allenati ad andare di fretta, ora è giunto il momento di re-imparare a camminare lentamente, respirando con calma e godendo del presente, ma per giungere a tutto questo bisogna ovviamente partire dalle piccole cose.

Se anche voi credete che lavorare otto ore al giorno, sei giorni su sette, cinquanta settimane su cinquantadue, sia davvero troppo, allora impegnatevi fin da subito a crearvi la soluzione. 
 
Avete capito bene, C-R-E-A-R-V-I la soluzione, perché non ci sarà nessuno disposto a farlo per voi.
 

L’errore che molte persone fanno è quello di credere che la soluzione ai loro problemi si possa trovare con la stessa facilità con cui si va al supermercato a fare la spesa o standosene seduti comodamente sul divano di casa, no, non è così, ognuno di noi lotta per raggiungere l’equilibrio e la felicità e questa lotta è costante fino a quando non capiremo tutti assieme che aiutarsi a vicenda richiede cento volte meno sforzo che compiere azioni individuali.

Prima cosa, cominciate a lamentarvi delle vostre catene con i vostri colleghi, i vostri amici e la vostra famiglia, in questo modo scoprirete che moltissime persone attorno a voi non hanno la minima idea di avere la catena al piede da una vita.

Seconda cosa, gettate il seme del cambiamento.
 
Ovviamente molti vi risponderanno che lavorare tanto è giusto, che otto ore tutto sommato sono ancora poche e che basta la domenica per riposarsi, poi, pian piano, si accorgeranno che avevate ragione e finalmente comprenderanno anche loro l’importanza del tempo.

Cosa importantissima, non arrendetevi davanti a chi vi dice: 
“Cosi stanno le cose e tu non ci puoi fare niente.”

Se loro si danno già per sconfitti è un problema loro non tuo.

Vogliono rimanere schiavi per il resto della loro vita?
Bene, lasciateli in pace, per loro non c’è speranza!
Dopo che avete cominciato a parlarne, noterete con il passare del tempo che sarete sempre più convinti di ciò che dite e di ciò pensate, a quel punto concentrate tutte le vostre energie nel crearvi la soluzione.

Pensate bene a cosa vi piacerebbe fare nella vita, senza soffermarvi troppo a pensare a quanti soldi guadagnerete con il lavoro che desiderate fare. Mettete sempre al primo posto la vostra felicità che il denaro.

Quando avrete le idee chiare, perseguitate quell’obiettivo come un traguardo da raggiungere e correte verso di esso come aveste una palla di fuoco alle spalle che vi rincorre. Se arrivate a questo traguardo, sarete già a buon punto, ma potete fare ancora di meglio.

Il prossimo passo cui aspirerete, sarà quello di avere un lavoro in proprio, senza padroni. Dipendere da un lavoro salariato, cosa comune di questi tempi, ci da si da una parte sicurezza, ma dall'altra ci toglie ogni possibilità di provvedere a noi stessi.

Noi non abbiamo bisogno di più lavoro, ma di più umanità. 
 
Non possiamo sperare di vivere bene, alimentando un sistema basato sullo sfruttamento. Ovviamente se decidete di non avere padroni almeno nel lavoro, dovrete fare i conti con il potere, che farà di tutto per rendervi la vita difficile, tassandovi l’impossibile pur di azzannare il vostro osso.
Questo è l’ostacolo più grosso che dovrete affrontare per raggiungere il vostro traguardo. Se poi la tassazione è tale da farti vivere solo per lavorare, ti rimangono tre possibilità a tua scelta.

La prima, seguire l’ottimo esempio suggerito da Mahatma Gandhi:
«Rifiutarsi di pagare le tasse è uno dei metodi più rapidi per sconfiggere un governo»
 
La seconda possibilità è di mettere da parte i tuoi risparmi e acquistare un piccolo terreno in campagna, dove sia presente acqua corrente e legna in abbondanza. A quel punto vivrai povero ma senza inutili angosce.

Potrai recuperare un vecchio boiler a legna in una discarica di ferramenta per riscaldare l’acqua. La bicicletta o un vecchio motorino diventeranno il tuo mezzo di spostamento.

Potrai modificare una vecchia lavatrice in modo tale che funzione da cyclette, risparmierai sicuramente sulla corrente elettrica e ti terrai allo stesso tempo in forma!
 
Una scelta tutt’altro che facile, e che richiede molta responsabilità oltre che una massiccia dose di coraggio, ma io credo che fare questa scelta sia utile anche a rivelare da che genere di persone siamo circondati.

Se amici, parenti, fidanzate/i, verranno spesso a farci visita e saranno solidali con noi, sapremmo di essere circondati da dei veri esseri umani, se invece questi ultimi si faranno presenti solo nei primi due-tre mesi, così, tanto per solidarietà, allora comprenderemmo con che persone avevamo a che fare.

Questa esperienza dal mio punto di vista può essere una buona occasione per comprendere cosa c’è di vero e autentico nelle nostre vite. Se poi alla tua iniziativa riesci a unire altre persone che la pensano come te, allora non sarai più solo e tutto diverrà più facile, le fatiche saranno dimezzate e guadagnerete poco alla volta sempre più tempo libero.

Il primo passo è sempre quello più faticoso, non scoraggiatevi dunque, perché per ottenere un cambiamento radicale servono scelte altrettanto radicali.

Ogni metallo per divenire puro dev’essere forgiato attraverso il fuoco, così l’uomo deve attraversare la sofferenza prima di divenire un essere umano autonomo e consapevole.

La terza possibilità è quella di entrare a far parte di una comunità in un ecovillaggio.

Gli ecovillaggi sono delle piccole comunità autonome fondate sullasolidarietà e l’uguaglianza, dove si punta a vivere nel rispetto della natura, in modo semplice e autogestito, fino ad ora è il modo di vivere più vicino al concetto vero di anarchia.

Gli ecovillaggi nascono spesso sulle rovine di paesi, borghi o villaggi abbandonati dall’uomo, portati a nuova vita attraverso un opportuno restauro, altri invece sono costruiti da zero, utilizzando più materiale naturale possibile, come il legno, la paglia, la canapa e i sassi per costruire le case.

Non fatevi ingannare dalle apparenze!
Non sto certo parlando né delle costruzione primitive da tribù, né delle casette dei tre porcellini!

Le moderne case di paglia e legno, utilizzano blocchi di paglia pressati che vanno a sostituire mattoni e forati in terracotta, la struttura di tali case o “scheletro”, invece viene fatta con travi di legno, limitando l’uso del cemento armato solo alle fondamenta. 

Una volta assemblate le pareti con i blocchi di paglia, vengono poi rivestite con una speciale malta ignifuga che protegge l’abitazione da fuoco, acqua, aria e umidità.
 
Una delle particolarità di tali abitazioni è la loro maggiore resistenza ai terremoti rispetto alle case tradizionali, poiché la paglia assorbe e disperde le vibrazioni, al contrario della terracotta e del cemento che tendono a sbriciolarsi a causa della loro rigidità, ma i pregi della paglia considerata per molti uno scarto senza valore, non sono finiti qui, i muri di paglia permettono un maggiore isolamento acustico e un maggiore isolamento termico, assicurando più caldo d’inverno e più fresco d’estate.

Inutile dire che i costi di una casa in paglia e legno, sono sicuramente più bassi rispetto ad una casa tradizionale, grazie anche alla possibilità di arrangiarsi nell’autocostruzione.

In questi ecovillaggi si vive per il proprio pane e per quello della propria comunità, e a seconda della zona in cui sorge l’ecovillaggio, varierà anche lo stile di vita.

L’idea di partenza è quella di fondare una società rispettosa e pacifica, priva di schiavi e di padroni.

A mio avviso questo è un ottimo punto di partenza per chi crede di non farcela a vivere da solo, inoltre è un ottimo modo per cominciare a creare una degna eredità alle generazioni future.
 
 
In questi ecovillaggi si cerca di essere indipendenti anche sul settore energetico, producendosi l’energia elettrica necessaria ad avere una vita confortevole, attraverso pannelli solari, biomasse, piccoli impianti eolici e idroelettrici.

Se vogliamo diventare liberi, dobbiamo cominciare a consumare di meno, perché più merce acquistiamo e più siamo costretti a sudare per produrla. Ognuno di noi crede di acquistare le cose con i soldi, invece le acquista con le proprie fatiche e il proprio sudore, di questo dovremmo ricordarci quando ci troviamo al lavoro e le ore non ci passano più.

La noia è di per sé una tortura, non c’è peggio che guardare l’orologio pensando siano passate alcune ore e accorgersi invece che sono appena passati solo pochi minuti.

Limitare quindi gli acquisti al supermercato, imparando un po’ alla volta a creare ogni cosa con le proprie mani è il giusto inizio verso una vita più serena.
 
Grazie ad internet, oggi si possono imparare a fare davvero un sacco di cose a casa, come il pane, la pasta, la marmellata, gli sciroppi, essiccare la frutta e la verdura per l’inverno, ma anche a costruirsi delle semplici ed economiche stufe a pirolisi che consentono lunghe ore di economia, consumando pochi trucioli di legno al giorno, le possibilità sono davvero tante, basta accumulare tempo, buona volontà e tanta pazienza, indispensabili per diventare autonomi.

Una volta raggiunta l’autonomia desiderata non resta che imparare a gestire il proprio tempo come meglio si crede.
 
Re-imparare a coltivare la terra è un altro passaggio necessario per diventare persone autonome, coltivare vegetali impegna sicuramente tempo e fatica, ma allo stesso tempo regala immense soddisfazioni. Mangiare un peperone, un pomodoro o una melanzana che avete visto crescere giorno per giorno grazie alle vostre cure e attenzioni, vi renderà sicuramente felici e vi permetterà di gustarvele mille volte di più di quelli che acquistavate al supermercato.

La soluzione dunque non è una cosa prestabilita e uguale per tutti, chi crede in questo è il tipicoautoma moderno ormai incapace di provvedere a se stesso e anche solo di immaginare un modo diverso di vivere da quello proposto dai santoni del capitalismo.

Esistono tante piccole soluzioni che vanno però adattate alla propria personalità, viene da sé che se un individuo detesta avere le mani sporche di terra e sentire l’odore del letame, non troverà la propria soluzione fuggendo in campagna, ognuno quindi deve riflettere profondamente e in modo chiaro su ciò che vuole davvero fare prima di compiere scelte azzardate.

Certo è, che la fuga in campagna rappresenta la prima vera e propria strada verso la propria libertà individuale,lontano da strade trafficate e dalle continue tentazioni dei negozi, avere inoltre la possibilità di decidere quando, dove e come, fermarsi a riposare, senza la pressione diorari prestabiliti da rispettare contribuirà sicuramente a scacciare di dosso ansie e stress.

In conclusione, scegliere di vivere una povertà moderatanon è una strada tutte rose e fiori, ma più rivelarsi la soluzione dell’inizio del vostri problemi.

 
Daniele Reale
Questo testo è tratto dal mio libro non ancora pubblicato "Di riposo non è mai morto nessuno".

Fonte: laschiavitudellavoro.blogspot.it
Letto e condiviso da: compressamente.blogspot.it

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