«Quando l’amore è dannoso» è il titolo dell’ultimo articolo a firma di Ferdinando Camon.
Titolo provocatorio che fa nascere molte domande, anche sulla salute dell’autore…
La spiegazione però di questo ossimoro (amore=danno) arriva, purtroppo per i lettori, poche righe dopo…
«C’è una norma, va rispettata e fatta rispettare. Specialmente se riguarda i bambini: i bambini devono capire che quel che vuole lo stato vale di più di quel che vuole il papà o la mamma».
Quindi per Camon siccome c’è una legge, va assolutamente
rispettata. Poco importa se questa legge è stata dettata da un governo
illegittimo perché eletto con legge elettorale incostituzionale (sentenza 1/2014
della Corte Costituzionale). Poco importa se tale legge (unica al mondo) impone
obbligatoriamente 10 + 4 vaccini (senza nessuno studio che ne garantisca la loro
sicurezza) e in assenza di qualsivoglia epidemia o emergenza sanitaria.
Non solo, i bambini devono ficcarselo in testa fin da piccolini che lo stato-padrone è superiore a qualsiasi volontà, anche quella dei propri genitori. Chiaro? Ma scusate, pensavate di essere in democrazia? Se la scienza non è democratica figuriamoci lo stato!
Scusate, ma giuridicamente parlando cosa contano i genitori? Soprattutto cosa
vogliono e cosa pretendono questi scriteriati che mettono al mondo dei figli?
Alla salute dei piccoli e alla loro istruzione ci pensano da una parte Beatrice Lorenzin e dall’altra Valeria Fedeli. Potete dormire sonni tranquilli.
Non contento Camon però prosegue nel ragionamento.
«Se c’è un braccio di ferro tra famiglia e stato, o tra comune e stato, o tra regione e stato, è giusto, per il bene di tutti, che lo stato vinca, ed è giusto che il papà e la mamma perdano, che il comune o la regione si arrenda».
Altra memorabile e mi auguro storica frase:
«se c’è un disaccordo è giusto che il papà e la mamma perdano, perché lo stato prima di tutto! »
Di primo acchito, appena ho letto l’articolo, a caldo avrei
commentato in altro modo, ma oggi ragionando a mente fredda, mi domando se tali
affermazioni sono dovute all’età che avanza, alla senescenza o ad altri motivi,
magari politici, o ancora perché ci crede proprio.
La cosa certa è che queste affermazioni sono molto inquietanti, anche perché rappresentano perfettamente lo specchio dell’attuale periodo storico italiano e dell’atmosfera che stiamo respirando.
Bambini espulsi da scuola, a cui viene impedito di essere appunto bambini e di
giocare con i propri amichetti, perché i genitori hanno avuto la malsana idea di
obiettare ad un TSO vaccinale illegittimo e pericoloso.
Il tutto sotto lo
sguardo vuoto e impotente delle forze dell’ordine che a testa bassa confermano
la legittimità di tali divieti. Buttando nel cesso la Costituzione italiana, la
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e la Convenzione sui Diritti
dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Bambini violentati da uno stato dittatoriale che abroga per legge l’articolo 32
della Costituzione:
«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
Nessuno Camon, neppure il suo stato totalitario!
La cosa che fa specie è che Ferdinando Camon, classe 1935,
dovrebbe ricordarsele certe cose o almeno saperle. Nonostante all’epoca avesse
solo tre anni, la sua fortuna è stata quella di non essere ebreo.
E’ del 5
settembre 1938 infatti il regio decreto-legge n. 1390, intitolato «Provvedimenti
per la difesa della razza nella scuola italiana».
Questo regio decreto sancì l’esclusione degli ebrei dall’insegnamento e dalla
frequentazione delle scuole.
Ecco i primi due agghiaccianti articoli:
Art. 1 All’ufficio di insegnante nelle scuole statali o parastatali di qualsiasi ordine e grado e nelle scuole non governative, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere ammesse persone di razza ebraica.
Art. 2 Alle scuole di qualsiasi ordine e grado, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica…
Bambini fuori da scuola perché ebrei.
Lo stabilisce la “norma” e quindi, secondo il ragionamento di Camon, andava
rispettata...
Il resto è storia…
Marcello Pamio - 13 settembre 2017
Nessun commento:
Posta un commento