lunedì 5 agosto 2013

La Meditazione della Nuova Era

Le posture fondamentali, la respirazione pranica, l’uso della frequenza armonica (8-432 Hz), il silenzio, l’ascolto del Sé Superiore  

Intervista a Carlo Dorofatti 

Cosa intendi per Meditazione della Nuova Era? 

Questa Meditazione della Nuova Era è il frutto di tanti anni di apprendimento, sperimentazione e confronto, che costituisce quindi il distillato operativo che io stesso applico e che condivido quando, eventualmente, mi viene richiesto di tenere dei seminari in proposito. 

Sono convinto che la pratica della meditazione, sia in questa o in altre forme, costituisca la base fondamentale per qualunque via di esplorazione di sé e della realtà, di indagine spirituale, mistica e realizzativa. E’ il punto di partenza, ma anche il contenitore etico ed energetico di tutti gli sviluppi successivi. 

La mia esortazione è sempre la medesima: una volta imparata, applicata ed esplorata compiutamente la mia proposta, fatela vostra. Modificatela, trovate accorgimenti diversi, adottate soluzioni personali, trascendetela, abbandonatela, superatela in funzione di quella che sarà la vostra meditazione, sempre che a quel punto continuiate a ritenere che la meditazione abbia lo stesso valore che, in questo momento, ha per me. 

Tra l’altro sappiamo che la meditazione più che una tecnica è un atteggiamento, un modo di essere che si impara ad assumere nel proprio quotidiano, sempre e ovunque. Valga quindi il concetto per cui stiamo parlando di un “mezzo” e non di un “fine”. 

E’ un mezzo di contatto con il sé profondo, con motivazioni evolutive che trascendono le necessità dei sensi e della mente per ricondurre la nostra esperienza umana alla nostra origine, natura e missione divina. E’ un mezzo di raffinamento e di ispirazione, attraverso il quale riconoscere il senso di noi stessi, della vita e delle cose. 

Come avviene in pratica questa Meditazione? Puoi darci qualche suggerimento pratico? 

Una sessione completa di meditazione puó comporsi di diverse fasi: una fase preparatoria, una fase centrale dove si applica la tecnica scelta, ed una fase conclusiva generalmente composta da un rilassamento o da una stabilizzazione. 

Nel suo insieme é una specie di rituale, da ripetere e sedimentare nel tempo, il quale accumula potere associativo, in modo tale da renderci immediatamente capaci di accedere allo stato meditativo attraverso un “meccanismo”. Potremmo definirlo un “ancoraggio mentale” che si innesca giá al momento della preparazione. Di fatto ogni rituale non é altro che questo. 

Il momento della meditazione é un momento completamente dedicato a voi stessi ed é importante preparare bene l’ambiente e riservarsi il tempo necessario assicurandosi di non essere disturbati. La stanza dovrá essere confortevole, ordinata, pulita, scarsamente illuminata, magari anche dalla semplice fiamma di una candela bianca accesa, e profumata (é consigliabile usare una miscela di incenso e mirra in grani da bruciarsi su di un incensiere). Si crea cosí un ambiente non ordinario che nel tempo sará la vostra “bolla energetica”. Ovviamente potrete adottare le tecniche di preparazione e purificazione dell’ambiente che giá conoscete e che preferite, cosí come avvantaggiarvi della presenza di piante o di cristalli, o di immagini gradite che riescano a sintonizzarvi sulla giusta frequenza. Predisporrete il vostro cuscino, o lo sgabello o il plaid arrotolato, e userete eventualmente una musica adatta. Ricordatevi di poter controllare il volume della musica e di poterla spegnere dalla vostra postazione. 

Una volta pronto l’ambiente, uscite dalla stanza. Lasciate che la musica, l’incenso e il fuoco proseguano l’opera di preparazione dell’ambiente-tempio, mentre voi vi cambierete d’abito. 

Potete usare questo momento anche per dedicarvi a qualche minuto di stretching, scegliendo gli esercizi che ritenete piú idonei. 

Indossate una tuta comoda, senza elastici. Preferite colori chiari, pastello, e tessuti naturali. Tale “tenuta” dovrebbe essere riservata esclusivamente al momento della meditazione. Anche l’abito diventa una sorta di “veste rituale” in grado di assorbire, contenere e rilasciare energia, indossando la quale immediatamente viene rievocato lo stato di calma e di meditazione. Dunque ci si spoglia di ció che era il “prima” e si indossa l’ “adesso”. 

Quindi entrate nella stanza e salutate il luogo e le energie che conterranno la vostra meditazione, per esempio con un semplice inchino ad occhi chiusi e con le mani giunte all’altezza del petto. Non si tratta di un gesto religioso, ma rappresenta un saluto ed una presentazione di se stessi come esseri completi e reintegrati: la mano destra e la mano sinistra congiunte rappresentano la nostra parte maschile e femminile unite. 

Raggiungete la vostra postazione e, stando ancora in piedi, ripetete il gesto di saluto con l’idea di salutare voi stessi. Ruotate poi di 180 gradi e ripetete, per la terza volta, il saluto, con l’idea di salutare la parte nascosta di voi. A quel punto accomodatevi al vostro posto. 

Ci sono posizioni particolari da rispettare? 

Per il momento limitatevi a sedervi comodamente, senza una postura predefinita: godetevi il momento, guardatevi attorno ed entrate in sintonia con l’ambiente, soffermatevi in uno stato di semplice ascolto. Sentite le energie che vi circondano, senza portare l’attenzione a niente in particolare. 

E cominciate ad accorgervi che state respirando, senza per questo modificare il vostro modo di respirare. Semplicemente notatelo. Ascoltate la musica. 

Dopo qualche momento, quando sentite di essere pronti, “accendete i motori”: lasciate che il vostro corpo assuma la posizione di base. 

Posso indicarvi un paio di posizioni di base. 

La prima é la classica posizione a gambe incrociate, la gamba destra piú vicina al corpo. Siccome la sofferenza non é il nostro scopo, penso che non sia necessario assumere la tipica posizione del loto, soprattutto se non siete abituati. La seconda posizione é in ginocchio, il fondoschiena appoggiato ai talloni. 

In entrambi i casi l’importante é che la schiena sia dritta. Mani appoggiate alle ginocchia, o raccolte davanti al ventre, occhi chiusi. Testa in equilibrio tra le spalle, non chinata. 

É altrettanto importante non curvarsi in avanti: la zona del ventre deve essere aperta e non costretta. 
Per ottenere una posizione comoda e corretta, quindi sostenibile anche per molto tempo, se adottate la prima posizione, arrotolate il cuscino o il plaid in modo tale da sedervi sul bordo e di essere un poco sollevati rispetto alle gambe. In questo modo la circolazione sanguigna sará favorita e noterete come sia facile stare dritti. Nel caso usiate la seconda posizione, il cuscino o il plaid vanno arrotolati e infilati a sostegno delle caviglie. 

Il rilassamento è lo stato ottimale da porsi come obbiettivo? 

Meditare non significa dormire: anzi, si tratta di uno stato di percezione allargata, un chiaro stato di pensiero, di estrema presenza ed attenzione. Ed essere attenti non significa essere tesi. Dovrete raggiungere uno stato di attenzione silente e rilassata, rivolta verso voi stessi. 

Perché di solito si medita in questo modo e non ci si sdraia comodamente? 

Il motivo non consiste nell’evitare l’abbiocco, ma nelle particolari geometrie sottili che circondano il nostro corpo fisico e che coordinano le funzioni delle nostre energie vitali. 
 
 Senza entrare troppo nel dettaglio, mi limito a dire che il nostro corpo fisico é il perno centrale di un sistema composto da una serie di corpi sottili i quali ruotano con velocitá e direzioni diverse. Sono come dei cristalli compenetrantisi che ruotano su se stessi. L’effetto “ottico” che ne deriva é quell’alone a forma di uovo genericamente chiamato AURA, la quale quindi non é solo il risultato di un effetto energetico radiante (il corpo bio-magnetico), corrispondente alla rappresentazione dei corpi emotivo-mentale-causale, tanto per usare una delle tante classificazioni possibili. Esiste una velocitá di rotazione, un ritmo e una direzione di movimento precisa di questi corpi/flussi che corrispondono al perfetto stato di equilibrio e di salute psico-fisica dell’individuo. 


Tanto per stare in tema e capire il motivo della posizione di base, mi limito a descrivere solo le principali di queste geometrie, che tra l’altro hanno a che fare con la geometria sacra ed i rapporti aurei. 

Il corpo fisico é inscritto all’interno di due piramidi (a base quadrata) roteanti in senso inverso tra loro e separate da uno spessore che, in base ad un ritmo ed alla postura del corpo, si estende e si riduce. 

Questo doppio tetraedro dinamico é a sua volta inserito in un cilindro attraversato da onde spiraleggianti di energia vitale e psichica, diversamente orientate: in senso orario negli uomini, antiorario nelle donne. 

Nelle posizioni di base queste geometrie si sovrappongono e l’aura assume, nel suo insieme, una forma sferica. In questo modo si riproduce nel microcosmo una figura archetipica, ovvero una geometria universale composta da due piramidi rotanti intersecantisi, un cubo ed una sfera contenenti un vortice di energia. Il linguaggio da “mazinga zeta” fa sorridere, ma é proprio quello che accade. É come se si creasse una sorta di “chiave” che ci permette di accedere ad un equilibrio cosmico, per rispondenza. In effetti le varie posizioni yoga, le danze sacre, le tecniche della meditazione MERKABA [1] o per la costruzione del CORPO DI LUCE, o certe direzioni impresse ai nostri corpi sottili con la fissazione di particolari mandala, oppure ottenuti riproducendo precisi suoni (mantra), sono le chiavi di innesco di precise rispondenze geometriche e sincroniche in grado di attivare facoltá superiori o di aprire “porte” dimensionali per accedere a stati di coscienza ed a livelli di realtá diversi.
Notate anche come la figura ottenuta sia esattamente la stessa usata nei principali pentacoli o spesso riprodotta al suolo durante i rituali della magia cerimoniale. In effetti anche in quei casi la funzione é la medesima: innescare delle rispondenze tra il micro ed il macro-cosmo. Si possono riconoscere altresí i tipici simboli usati nella tradizione esoterica: la quadratura del cerchio, i quattro elementi, l’alto (il macrocosmo) ed il basso (il microcosmo) uniti, il punto centrale ecc...
Dunque la geometria sottile ottenuta ci permette di entrare in sintonia con matrici primordiali, cosmiche e vitali che rappresentano un modello ideale di equilibrio e di benessere psico-fisico.  

Oltre la postura, quali altri accorgimenti suggerisci di adottare? 

Ascoltate attentamente la musica consapevoli di farlo con l’orecchio destro e con il sinistro, avvertendo ogni minimo particolare. 

Fate ora un viaggio nel corpo e nei sensi, ad occhi chiusi, scorrendo ogni parte di voi ed seguite ogni percezione con l’occhio della mente. 

Vi sentite seduti nella stanza, nella vostra posizione. Percepite i capelli, la fronte, le guance, il volto come in uno stato di perfetto rilassamento. Non ci sono tensioni. Semplicemente realizzate che é giá cosí: non dovete fare nulla. Senza nulla chiedere, nulla desiderare, vi accorgerete che siete rilassati e presenti. 

Passate quindi in rassegna il collo, le spalle, che sono sciolte ed abbassate, il torace, l’addome, la schiena, morbida e rilassata. Non siate rigidi: l’occhio della mente, dove passa, rilassa. Avvertite il calore del vostro corpo, percepite i vestiti che state indossando; attraverso il senso del tatto esteso su tutta la superficie epidermica scorrete ogni parte del vostro corpo: le braccia, le mani, le dita, le gambe, giú fino ai piedi. Percepite gli abiti che indossate e le parti del vostro corpo appoggiate al cuscino e al suolo. 

Ora sentite gli organi interni, in particolare il battito del cuore, la ritmica dilatazione dei polmoni, il sangue che scorre nelle vene. 

Il corpo ha quindi un ruolo fondamentale? 

Troppo spesso dimentichiamo di comunicare con il nostro corpo, di ascoltarlo, di pensarlo. Al punto che, per farsi sentire, deve ricorrere alla malattia e al dolore: ascoltare il proprio corpo significa mantenerlo in salute. 
Durante questa fase eseguite pure quei piccoli movimenti necessari per raggiungere in modo confortevole una posizione di base stabile. Dopo di che sará importante realizzare una condizione di immobilitá. 

Il corpo deve essere rilassato e dominato dalla volontá. Se il corpo richiama la vostra attenzione attraverso segnali, stimoli o pruriti, o con altri segni di disagio, non intervenite mai automaticamente e spontaneamente: prima di intervenire (grattandovi, massaggiandovi o stiracchiandovi) rimanete ancora per un momento immobili e semplicemente osservate, ascoltate con la vostra mente il messaggio che il corpo vi sta mandando. A volte questo é sufficiente per  risolvere il problema, altrimenti, solo in un secondo tempo, intervenite sul persistente disagio, lentamente e consapevolmente, con un gesto intenzionale e pianificato. La mente precede e guida il gesto. Dopo di che tornate alla posizione di base corretta.  Col tempo il vostro corpo imparerá a non disturbarvi piú, ed a restare immobile e silente. 

Applicate la stessa tecnica per regolare l’attivitá della mente, il fluire dei pensieri. I pensieri e le immagini mentali che sopraggiungono non vanno repressi ma semplicemente osservati: lasciate che i pensieri fluiscano, che entrino ed escano dalla mente senza creare disturbo alcuno o distrarre l’attenzione da voi stessi. 

Spesso alla meditazione vengono associate varie tecniche di respirazione. Come viene impiegato il respiro in questa tecnica? 

Durante la meditazione l’attenzione deve essere solo ed esclusivamente dedicata al vostro respiro. 

Il respiro gioca un ruolo molto importante in ogni forma di meditazione. É il riflesso del ritmo cosmico della creazione e della dissoluzione. Per esempio, nell’Islam il respiro é la “divina esalazione” e la “continua creazione”, come viene intesa durante il rituale Sufi, il dhikr.  Attraverso ogni respiro, ogni momento dell’esistenza viene reintegrato nella sua origine trascendente. 

La vita si manifesta attraverso il respiro, dal primo vagito all’ultimo alito, e unisce il corpo fisico alle nostre parti sottili e spirituali. Il nostro corpo ha bisogno di ossigenare l’apparato circolatorio ed eliminare l’anidride carbonica. 

L’essere umano oggi ha perso la capacitá di respirare correttamente: respiriamo usando solo una minima parte dei nostri polmoni, la parte superiore; inoltre l’inquinamento e la vita frenetica sono ulteriori elementi che ci impediscono di respirare consapevolmente e pienamente. 

Con la respirazione non solo assorbiamo ossigeno, ma anche “prana”, l’energia positiva e vitale che permea l’intero universo. L’energia pranica si trova nell’aria, nell’acqua, nel cibo, nei raggi del sole e nutre direttamente i nostri corpi sottili mantenendoci in buona salute. 

Il corretto modo di respirare ci consente di controllare e di usare meglio i nostri sensi, la nostra mente e le nostre emozioni. 

La "presenza mentale del respiro", monaci, coltivata e regolarmente praticata, è di gran frutto e di gran beneficio. La presenza mentale del respiro, coltivata e regolarmente praticata, porta a compimento i quattro fondamenti della presenza mentale [2]; i quattro fondamenti della presenza mentale, coltivati e regolarmente praticati, portano a compimento i sette fattori di illuminazione [3]; i sette fattori di illuminazione, coltivati e regolarmente praticati, portano a compimento la saggezza e la liberazione. 
E in che modo coltivata e regolarmente praticata, la presenza mentale del respiro è di gran frutto e beneficio? Quanto a questo, monaci, un monaco, recatosi nella foresta, ai piedi di un albero o in un luogo deserto, siede con le gambe incrociate, mantiene il corpo eretto e l'attenzione vigile. 
Consapevole inspira, consapevole espira. 
                                                                              Tratto dal discorso del Buddha “Anapanasati Sutta”  

Siate dunque consapevoli dell’atto di respirare. 

Cominciate quindi ad inspirare dal naso ed espirare attraverso la bocca. Durante l’inspirazione sentite che i vostri polmoni si riempiono, cominciando dalla parte bassa, idealmente immaginando che l’inspirazione cominci da circa quattro dita sotto l’ombelico: si riempie il ventre, l’addome ed infine il torace. Non muovete il torace e le spalle: il corpo é come se fosse “appeso” al respiro, per cui il movimento é naturale. Siate sempre rilassati. Completata l’inspirazione, aspettate un momento, dopo di che espirate lentamente, svuotando i polmoni dall’alto verso il basso. Aspettate un momento, in apnea, e ricominciate. 

La tecnica del “quadruplice respiro” suggerisce di contare fino a quattro per ogni operazione: inspirazione, stop, espirazione, stop. 

Con l’attenzione della mente seguite il percorso del respiro: avvertite l’aria che entra dalle narici, si riscalda, passa attraverso la trachea, i bronchi, e raggiunge i polmoni. Qui l’ossigeno viene rilasciato nel sangue che trasporterá questo nutrimento in tutte le parti del corpo, in ogni cellula. Il respiro é un atto che coinvolge cosí tutto il vostro corpo, che sentite irrorato di nuova energia. Con l’ispirazione sentite nuova energia che pervade il vostro corpo, mentre le scorie, ma anche le energie pesanti, i pensieri della giornata, la stanchezza, vengono eliminate con l’espirazione, lenta e consapevole. 

Dopo qualche momento potete procedere con la cosiddetta “respirazione pranica”. 

Fondamentalmente il processo é il medesimo, ma si impiegano alcuni accorgimenti particolari. 

Quando inspirate attraverso il naso cercate di aspirare l’aria attraverso la gola, in modo tale da non creare tensioni alle narici ed ai muscoli facciali. Dovreste sentire un lieve sibilo e l’aria entrare direttamente, attraverso il naso, colpendo la gola. Vi accorgerete che anche se siete, per esempio, raffreddati, riuscirete ad inspirare benissimo. 

Durante l’espirazione aprite bene la bocca ed, espirando lentamente, premete l’aria sulla gola, massaggiando cosí le corde vocali (é una tecnica usata anche dai cantanti, o per la preparazione alla recitazione dei mantra). 

Con l'inspirazione immaginate che dal coccige risalga un energia azzurra attraverso la vostra spina dorsale che, all'apice dell'inspirazione stessa, si proietta verso l'alto, dalla "corona". Aspettate un attimo, appoggiate la lingua al palato e con l'inizio dell'espirazione immaginate energia rossa  che dalla "corona" discende lungo la spina dorsale, per uscire dal coccige e radicarsi in profondità nella terra. Terminata l'espirazione, vi radicate bene, appoggiate la lingua al palato e aspettate, per poi ricominciare con l'inspirazione e l'energia che da rossa si fa azzurra e risale. 
Continuate in questo modo per qualche minuto e poi tornate ad una respirazione normale, prima di avvertire vertigini o entrare in iperventilazione. 

Sentirete quale benessere e quali sensazioni di energia otterrete dopo questa fase. 

Durante la respirazione pranica la mente é focalizzata sull’atto del respirare, mentre la musica potrá eventualmente aiutarvi a scivolare ancora di piú in voi stessi. 

Un volta tornati ad una respirazione ordinaria, non perdete la consapevolezza di respirare, ma godete della sensazione di forza che vi pervade. 

Ora abbassate completamente il volume della musica e rimanete nella posizione di base, immobili ed in silenzio, in uno stato di attesa e di ascolto. Siete rilassati e contemporaneamente presenti e ricettivi. Siete concentrati e contemporaneamente estesi. Accogliete qualunque evento o rumore con estrema apertura e serenitá, non escludete nulla, ma riconducete tutto al vostro stato meditativo. 

Siete in SILENZIO: il silenzio del corpo (immobile), il silenzio della mente (libera dai pensieri). 
Il dialogo interiore si é finalmente interrotto: “siete” e basta. 

Il silenzio é in effetti un modo di essere. Il silenzio é meditazione. Non significa astenersi dal parlare o dal pensare, o dall’agire, ma é proprio uno stato dell’essere. 

Come possiamo approfondire questa tecnica? 

Sto preparando un manuale pratico nel quale descriverò tutti questi aspetti nel dettaglio, così come l’uso dei mantra di base, da intonarsi sulla frequenza armonica (ovvero impiegando l’associazione suoni-chakra adottando la scala intonata sul LA=432 Hz), altre posture particolari, esercizi di respirazione, l’utilizzo dello Sri-Yantra, tecniche di rilassamento ma soprattutto di centratura e di contatto con il proprio Sé profondo, ovvero il Sé Superiore. 

Nell’ambito delle attività dell’Accademia A.Co.S. – www.accademiaacos.it - sto pianificando alcuni seminari, per cui rimando senz’altro a quelle occasioni di incontro e di approfondimento pratico, che sono poi i momenti più efficaci di condivisione e di esperienza diretta. 


[1]L’immagine riprodotta é stata tratta dal sito internet www.eaglespiritministry.com 
[2] I  quattro fondamenti della "presenza mentale" (satipatthana): 1.  consapevolezza del corpo; 2. consapevolezza delle sensazioni; 3. consapevolezza della mente; 4.  consapevolezza dei fenomeni.   
[3] I sette fattori del risveglio (bojjhanga, bodhi-anga):   
1.         perfetta consapevolezza (sati)  
2.         perfetta analisi ed investigazione del Dharma (dhamma-vicaya)  
3.         perfetto impegno o energia (viriya)  
4.         perfetta gioia (piti)  
5.         perfetta flessibilità o quiete (prasantata)  
6.         perfetta stabilità meditativa (samadhi)  
7.         perfetta equanimità (upekkha)  

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