Le posture fondamentali, la respirazione pranica, l’uso
della frequenza armonica (8-432 Hz), il silenzio, l’ascolto del Sé
Superiore
Intervista a Carlo
Dorofatti
Cosa intendi per Meditazione della Nuova
Era?
Questa Meditazione della Nuova
Era è il frutto di tanti anni di apprendimento, sperimentazione
e confronto, che costituisce quindi il distillato operativo che io stesso applico e che condivido quando,
eventualmente, mi viene richiesto di tenere dei seminari in proposito.
Sono convinto che la pratica della meditazione, sia in
questa o in altre forme, costituisca la base fondamentale per qualunque via di esplorazione di sé e della
realtà, di indagine spirituale, mistica e realizzativa. E’ il punto di partenza, ma anche il contenitore etico
ed energetico di tutti gli sviluppi successivi.
La mia esortazione è sempre la medesima: una volta
imparata, applicata ed esplorata compiutamente la mia proposta, fatela vostra. Modificatela, trovate
accorgimenti diversi, adottate soluzioni personali, trascendetela, abbandonatela, superatela in funzione di
quella che sarà la vostra meditazione, sempre che a quel punto
continuiate a ritenere che la meditazione abbia lo stesso valore che, in questo momento, ha per
me.
Tra l’altro sappiamo che la meditazione più che una tecnica
è un atteggiamento, un modo di essere che si impara ad assumere nel proprio quotidiano, sempre e ovunque. Valga
quindi il concetto per cui stiamo parlando di un “mezzo” e non di un
“fine”.
E’ un mezzo di contatto con il sé profondo, con motivazioni
evolutive che trascendono le necessità dei sensi e della mente per ricondurre la nostra esperienza umana alla
nostra origine, natura e missione divina. E’ un mezzo di raffinamento e di ispirazione, attraverso il quale
riconoscere il senso di noi stessi, della vita e delle cose.
Come avviene in pratica questa Meditazione? Puoi darci
qualche suggerimento pratico?
Una sessione completa di meditazione puó comporsi di
diverse fasi: una fase preparatoria, una fase centrale dove si applica la tecnica scelta, ed una fase conclusiva
generalmente composta da un rilassamento o da una stabilizzazione.
Nel suo insieme é una specie di rituale, da ripetere e
sedimentare nel tempo, il quale accumula potere associativo, in modo tale da renderci immediatamente capaci di
accedere allo stato meditativo attraverso un “meccanismo”. Potremmo definirlo un “ancoraggio mentale” che si
innesca giá al momento della preparazione. Di fatto ogni rituale non é altro che
questo.
Il momento della meditazione é un momento completamente
dedicato a voi stessi ed é importante preparare bene l’ambiente e riservarsi il tempo necessario assicurandosi
di non essere disturbati. La stanza dovrá essere confortevole, ordinata, pulita, scarsamente illuminata, magari
anche dalla semplice fiamma di una candela bianca accesa, e profumata (é consigliabile usare una miscela di
incenso e mirra in grani da bruciarsi su di un incensiere). Si crea cosí un ambiente non ordinario che nel tempo
sará la vostra “bolla energetica”. Ovviamente potrete adottare le tecniche di preparazione e purificazione
dell’ambiente che giá conoscete e che preferite, cosí come avvantaggiarvi della presenza di piante o di
cristalli, o di immagini gradite che riescano a sintonizzarvi sulla giusta frequenza. Predisporrete il vostro
cuscino, o lo sgabello o il plaid arrotolato, e userete eventualmente una musica adatta. Ricordatevi di poter
controllare il volume della musica e di poterla spegnere dalla vostra
postazione.
Una volta pronto l’ambiente, uscite dalla stanza. Lasciate
che la musica, l’incenso e il fuoco proseguano l’opera di preparazione dell’ambiente-tempio, mentre voi vi
cambierete d’abito.
Potete usare questo momento anche per dedicarvi a qualche
minuto di stretching, scegliendo gli esercizi che ritenete piú idonei.
Indossate una tuta comoda, senza elastici. Preferite colori
chiari, pastello, e tessuti naturali. Tale “tenuta” dovrebbe essere riservata esclusivamente al momento della
meditazione. Anche l’abito diventa una sorta di “veste rituale” in grado di assorbire, contenere e rilasciare
energia, indossando la quale immediatamente viene rievocato lo stato di calma e di meditazione. Dunque ci si
spoglia di ció che era il “prima” e si indossa l’ “adesso”.
Quindi entrate nella stanza e salutate il luogo e le
energie che conterranno la vostra meditazione, per esempio con un semplice inchino ad occhi chiusi e con le mani
giunte all’altezza del petto. Non si tratta di un gesto religioso, ma rappresenta un saluto ed una presentazione
di se stessi come esseri completi e reintegrati: la mano destra e la mano sinistra congiunte rappresentano la
nostra parte maschile e femminile unite.
Raggiungete la vostra postazione e, stando ancora in piedi,
ripetete il gesto di saluto con l’idea di salutare voi stessi. Ruotate poi di 180 gradi e ripetete, per la terza
volta, il saluto, con l’idea di salutare la parte nascosta di voi. A quel punto accomodatevi al vostro
posto.
Ci sono posizioni particolari da
rispettare?
Per il momento limitatevi a sedervi comodamente, senza una
postura predefinita: godetevi il momento, guardatevi attorno ed entrate in sintonia con l’ambiente, soffermatevi
in uno stato di semplice ascolto. Sentite le energie che vi circondano, senza portare l’attenzione a niente in
particolare.
E cominciate ad accorgervi che state respirando, senza per
questo modificare il vostro modo di respirare. Semplicemente notatelo. Ascoltate la
musica.
Dopo qualche momento, quando sentite di essere pronti,
“accendete i motori”: lasciate che il vostro corpo assuma la posizione di base.
Posso indicarvi un paio di posizioni di base.
La prima é la classica posizione a gambe incrociate, la
gamba destra piú vicina al corpo. Siccome la sofferenza non é il nostro scopo, penso che non sia necessario
assumere la tipica posizione del loto, soprattutto se non siete abituati. La seconda posizione é in ginocchio,
il fondoschiena appoggiato ai talloni.
In entrambi i casi l’importante é che la schiena sia
dritta. Mani appoggiate alle ginocchia, o raccolte davanti al ventre, occhi chiusi. Testa in equilibrio tra le
spalle, non chinata.
É altrettanto importante non curvarsi in avanti: la zona
del ventre deve essere aperta e non costretta.
Per ottenere una posizione comoda e corretta, quindi
sostenibile anche per molto tempo, se adottate la prima posizione, arrotolate il cuscino o il plaid in modo tale
da sedervi sul bordo e di essere un poco sollevati rispetto alle gambe. In questo modo la circolazione sanguigna
sará favorita e noterete come sia facile stare dritti. Nel caso usiate la seconda posizione, il cuscino o il
plaid vanno arrotolati e infilati a sostegno delle caviglie.
Il rilassamento è lo stato ottimale da porsi come
obbiettivo?
Meditare non significa dormire: anzi, si tratta di uno
stato di percezione allargata, un chiaro stato di pensiero, di estrema presenza ed attenzione. Ed essere attenti
non significa essere tesi. Dovrete raggiungere uno stato di attenzione silente e rilassata, rivolta verso voi
stessi.
Perché di solito si medita in questo modo e non ci si
sdraia comodamente?
Il motivo non consiste nell’evitare l’abbiocco, ma nelle
particolari geometrie sottili che circondano il nostro corpo fisico e che coordinano le funzioni delle nostre
energie vitali.
Senza entrare troppo nel dettaglio, mi limito a dire che il
nostro corpo fisico é il perno centrale di un sistema composto da una serie di corpi sottili i quali ruotano con
velocitá e direzioni diverse. Sono come dei cristalli compenetrantisi che ruotano su se stessi. L’effetto
“ottico” che ne deriva é quell’alone a forma di uovo genericamente chiamato AURA, la quale quindi non é solo il
risultato di un effetto energetico radiante (il corpo bio-magnetico), corrispondente alla rappresentazione dei
corpi emotivo-mentale-causale, tanto per usare una delle tante classificazioni possibili. Esiste una velocitá di
rotazione, un ritmo e una direzione di movimento precisa di questi corpi/flussi che corrispondono al perfetto
stato di equilibrio e di salute psico-fisica dell’individuo.
Tanto per stare in tema e capire il motivo della posizione
di base, mi limito a descrivere solo le principali di queste geometrie, che tra l’altro hanno a che fare con la
geometria sacra ed i rapporti aurei.
Il corpo fisico é inscritto all’interno di due piramidi (a
base quadrata) roteanti in senso inverso tra loro e separate da uno spessore che, in base ad un ritmo ed alla
postura del corpo, si estende e si riduce.
Questo doppio tetraedro dinamico é a sua volta inserito in
un cilindro attraversato da onde spiraleggianti di energia vitale e psichica, diversamente orientate: in senso
orario negli uomini, antiorario nelle donne.
Nelle posizioni di
base queste geometrie si sovrappongono e l’aura assume, nel suo insieme, una forma sferica. In questo modo si
riproduce nel microcosmo una figura archetipica, ovvero una geometria universale composta da due piramidi
rotanti intersecantisi, un cubo ed una sfera contenenti un vortice di energia. Il linguaggio da “mazinga zeta”
fa sorridere, ma é proprio quello che accade. É come se si creasse una sorta di “chiave” che ci permette di
accedere ad un equilibrio cosmico, per rispondenza. In effetti le varie posizioni yoga, le danze sacre, le
tecniche della meditazione MERKABA
[1] o per la
costruzione del CORPO DI LUCE, o certe direzioni impresse ai nostri corpi sottili con la fissazione di
particolari mandala, oppure ottenuti riproducendo precisi suoni (mantra), sono le chiavi di innesco di
precise rispondenze geometriche e sincroniche in grado di attivare facoltá superiori o di aprire “porte”
dimensionali per accedere a stati di coscienza ed a livelli di realtá diversi.
Notate anche come
la figura ottenuta sia esattamente la stessa usata nei principali pentacoli o spesso riprodotta al suolo durante
i rituali della magia cerimoniale. In effetti anche in quei casi la funzione é la medesima: innescare delle
rispondenze tra il micro ed il macro-cosmo. Si possono riconoscere altresí i tipici simboli usati nella
tradizione esoterica: la quadratura del cerchio, i quattro elementi, l’alto (il macrocosmo) ed il basso (il
microcosmo) uniti, il punto centrale ecc...
Dunque la geometria
sottile ottenuta ci permette di entrare in sintonia con matrici primordiali, cosmiche e vitali che rappresentano
un modello ideale di equilibrio e di benessere psico-fisico.
Oltre la postura, quali altri accorgimenti suggerisci di
adottare?
Ascoltate attentamente la musica consapevoli di farlo con
l’orecchio destro e con il sinistro, avvertendo ogni minimo particolare.
Fate ora un viaggio nel corpo e nei sensi, ad occhi chiusi,
scorrendo ogni parte di voi ed seguite ogni percezione con l’occhio della
mente.
Vi sentite seduti nella stanza, nella vostra posizione.
Percepite i capelli, la fronte, le guance, il volto come in uno stato di perfetto rilassamento. Non ci sono
tensioni. Semplicemente realizzate che é giá cosí: non dovete fare nulla. Senza nulla chiedere, nulla
desiderare, vi accorgerete che siete rilassati e presenti.
Passate quindi in rassegna il collo, le spalle, che sono
sciolte ed abbassate, il torace, l’addome, la schiena, morbida e rilassata. Non siate rigidi: l’occhio della
mente, dove passa, rilassa. Avvertite il calore del vostro corpo, percepite i vestiti che state indossando;
attraverso il senso del tatto esteso su tutta la superficie epidermica scorrete ogni parte del vostro corpo: le
braccia, le mani, le dita, le gambe, giú fino ai piedi. Percepite gli abiti che indossate e le parti del vostro
corpo appoggiate al cuscino e al suolo.
Ora sentite gli organi interni, in particolare il battito
del cuore, la ritmica dilatazione dei polmoni, il sangue che scorre nelle
vene.
Il corpo ha quindi un ruolo
fondamentale?
Troppo spesso
dimentichiamo di comunicare con il nostro corpo, di ascoltarlo, di pensarlo. Al punto che, per farsi sentire,
deve ricorrere alla malattia e al dolore: ascoltare il proprio corpo significa mantenerlo in
salute.
Durante questa fase eseguite pure quei piccoli movimenti
necessari per raggiungere in modo confortevole una posizione di base stabile. Dopo di che sará importante realizzare una condizione di
immobilitá.
Il corpo deve essere rilassato e dominato dalla volontá. Se
il corpo richiama la vostra attenzione attraverso segnali, stimoli o pruriti, o con altri segni di disagio, non
intervenite mai automaticamente e spontaneamente: prima di intervenire (grattandovi, massaggiandovi o
stiracchiandovi) rimanete ancora per un momento immobili e semplicemente osservate, ascoltate con la vostra
mente il messaggio che il corpo vi sta mandando. A volte questo é sufficiente per risolvere il problema,
altrimenti, solo in un secondo tempo, intervenite sul persistente disagio, lentamente e consapevolmente, con un
gesto intenzionale e pianificato. La mente precede e guida il gesto. Dopo di che tornate alla posizione di base
corretta. Col tempo il vostro corpo imparerá a non disturbarvi piú, ed a restare immobile e
silente.
Applicate la stessa tecnica per regolare l’attivitá della
mente, il fluire dei pensieri. I pensieri e le immagini mentali che sopraggiungono non vanno repressi ma
semplicemente osservati: lasciate che i pensieri fluiscano, che entrino ed escano dalla mente senza creare
disturbo alcuno o distrarre l’attenzione da voi stessi.
Spesso alla meditazione vengono associate varie tecniche di
respirazione. Come viene impiegato il respiro in questa tecnica?
Durante la meditazione l’attenzione deve essere solo ed
esclusivamente dedicata al vostro respiro.
Il respiro gioca un ruolo molto importante in ogni forma di
meditazione. É il riflesso del ritmo cosmico della creazione e della dissoluzione. Per esempio, nell’Islam il
respiro é la “divina esalazione” e la “continua creazione”, come viene intesa durante il rituale Sufi,
il dhikr. Attraverso ogni
respiro, ogni momento dell’esistenza viene reintegrato nella sua origine
trascendente.
La vita si manifesta attraverso il respiro, dal primo
vagito all’ultimo alito, e unisce il corpo fisico alle nostre parti sottili e spirituali. Il nostro corpo ha
bisogno di ossigenare l’apparato circolatorio ed eliminare l’anidride
carbonica.
L’essere umano oggi ha perso la capacitá di respirare
correttamente: respiriamo usando solo una minima parte dei nostri polmoni, la parte superiore; inoltre
l’inquinamento e la vita frenetica sono ulteriori elementi che ci impediscono di respirare consapevolmente e
pienamente.
Con la respirazione non solo assorbiamo ossigeno, ma anche
“prana”, l’energia positiva e vitale che permea l’intero universo. L’energia pranica si trova nell’aria,
nell’acqua, nel cibo, nei raggi del sole e nutre direttamente i nostri corpi sottili mantenendoci in buona
salute.
Il corretto modo di respirare ci consente di controllare e
di usare meglio i nostri sensi, la nostra mente e le nostre emozioni.
La "presenza mentale del respiro", monaci, coltivata e regolarmente praticata, è di gran frutto e di gran beneficio. La
presenza mentale del respiro, coltivata e regolarmente praticata, porta a
compimento i quattro fondamenti
della presenza mentale
[2]; i quattro fondamenti della presenza mentale, coltivati e regolarmente praticati, portano a
compimento i sette fattori di
illuminazione
[3]; i sette fattori di
illuminazione, coltivati e regolarmente praticati, portano a
compimento la saggezza e la
liberazione.
E in che modo coltivata e regolarmente
praticata, la presenza mentale del respiro è di gran frutto e beneficio? Quanto a questo, monaci, un monaco,
recatosi nella foresta, ai piedi di un albero o in un luogo deserto, siede con le gambe incrociate, mantiene il
corpo eretto e l'attenzione vigile.
Consapevole inspira, consapevole
espira.
Tratto dal discorso del Buddha “Anapanasati Sutta”
Siate dunque consapevoli dell’atto di
respirare.
Cominciate quindi ad inspirare dal naso ed espirare
attraverso la bocca. Durante l’inspirazione sentite che i vostri polmoni si riempiono, cominciando dalla parte
bassa, idealmente immaginando che l’inspirazione cominci da circa quattro dita sotto l’ombelico: si riempie il
ventre, l’addome ed infine il torace. Non muovete il torace e le spalle: il corpo é come se fosse “appeso” al
respiro, per cui il movimento é naturale. Siate sempre rilassati. Completata l’inspirazione, aspettate un
momento, dopo di che espirate lentamente, svuotando i polmoni dall’alto verso il basso. Aspettate un momento, in
apnea, e ricominciate.
La tecnica del “quadruplice respiro” suggerisce di contare
fino a quattro per ogni operazione: inspirazione, stop, espirazione, stop.
Con l’attenzione della mente seguite il percorso del
respiro: avvertite l’aria che entra dalle narici, si riscalda, passa attraverso la trachea, i bronchi, e
raggiunge i polmoni. Qui l’ossigeno viene rilasciato nel sangue che trasporterá questo nutrimento in tutte le
parti del corpo, in ogni cellula. Il respiro é un atto che coinvolge cosí tutto il vostro corpo, che sentite
irrorato di nuova energia. Con l’ispirazione sentite nuova energia che pervade il vostro corpo, mentre le
scorie, ma anche le energie pesanti, i pensieri della giornata, la stanchezza, vengono eliminate con
l’espirazione, lenta e consapevole.
Dopo qualche momento potete procedere con la cosiddetta
“respirazione
pranica”.
Fondamentalmente il processo é il medesimo, ma si impiegano
alcuni accorgimenti particolari.
Quando inspirate attraverso il naso cercate di aspirare
l’aria attraverso la gola, in modo tale da non creare tensioni alle narici ed ai muscoli facciali. Dovreste
sentire un lieve sibilo e l’aria entrare direttamente, attraverso il naso, colpendo la gola. Vi accorgerete che
anche se siete, per esempio, raffreddati, riuscirete ad inspirare
benissimo.
Durante l’espirazione aprite bene la bocca ed, espirando
lentamente, premete l’aria sulla gola, massaggiando cosí le corde vocali (é una tecnica usata anche dai
cantanti, o per la preparazione alla recitazione dei mantra).
Con l'inspirazione immaginate che dal coccige risalga un
energia azzurra attraverso la vostra spina dorsale che, all'apice dell'inspirazione stessa, si proietta verso
l'alto, dalla "corona". Aspettate un attimo, appoggiate la lingua al palato e con l'inizio dell'espirazione
immaginate energia rossa che dalla "corona" discende lungo la spina dorsale, per uscire dal coccige e
radicarsi in profondità nella terra. Terminata l'espirazione, vi radicate bene, appoggiate la lingua al palato e
aspettate, per poi ricominciare con l'inspirazione e l'energia che da rossa si fa azzurra e
risale.
Continuate in questo modo per qualche minuto e poi tornate
ad una respirazione normale, prima di avvertire vertigini o entrare in
iperventilazione.
Sentirete quale benessere e quali sensazioni di energia
otterrete dopo questa fase.
Durante la respirazione pranica la mente é focalizzata
sull’atto del respirare, mentre la musica potrá eventualmente aiutarvi a scivolare ancora di piú in voi
stessi.
Un volta tornati ad una respirazione ordinaria, non perdete
la consapevolezza di respirare, ma godete della sensazione di forza che vi
pervade.
Ora abbassate completamente il volume della musica e
rimanete nella posizione di base, immobili ed in silenzio, in uno stato di attesa e di ascolto. Siete rilassati
e contemporaneamente presenti e ricettivi. Siete concentrati e contemporaneamente estesi. Accogliete qualunque
evento o rumore con estrema apertura e serenitá, non escludete nulla, ma riconducete tutto al vostro stato
meditativo.
Siete in SILENZIO:
il silenzio del corpo (immobile), il silenzio della mente (libera dai
pensieri).
Il dialogo interiore si é finalmente interrotto: “siete” e
basta.
Il silenzio é in effetti un modo di essere. Il silenzio é
meditazione. Non significa astenersi dal parlare o dal pensare, o dall’agire, ma é proprio uno stato
dell’essere.
Come possiamo approfondire questa
tecnica?
Sto preparando un manuale pratico nel quale descriverò
tutti questi aspetti nel dettaglio, così come l’uso dei mantra di base, da intonarsi sulla frequenza armonica
(ovvero impiegando l’associazione suoni-chakra adottando la scala intonata sul LA=432 Hz), altre posture
particolari, esercizi di respirazione, l’utilizzo dello Sri-Yantra, tecniche di rilassamento ma soprattutto di
centratura e di contatto con il proprio Sé profondo, ovvero il Sé
Superiore.
Nell’ambito delle attività dell’Accademia A.Co.S. –
www.accademiaacos.it - sto pianificando alcuni seminari, per cui rimando senz’altro a quelle occasioni di incontro e di approfondimento pratico,
che sono poi i momenti più efficaci di condivisione e di esperienza
diretta.
[1]L’immagine
riprodotta é stata tratta dal sito internet www.eaglespiritministry.com
[2]
I
quattro fondamenti della "presenza mentale" (satipatthana):
1.
consapevolezza del corpo; 2. consapevolezza delle sensazioni; 3. consapevolezza della mente;
4.
consapevolezza dei fenomeni.
[3]
I sette fattori del risveglio (bojjhanga, bodhi-anga):
1.
perfetta consapevolezza (sati)
2.
perfetta analisi ed investigazione del Dharma (dhamma-vicaya)
3.
perfetto impegno o energia (viriya)
4.
perfetta gioia (piti)
5.
perfetta flessibilità o quiete (prasantata)
6.
perfetta stabilità meditativa (samadhi)
7.
perfetta equanimità (upekkha)
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