Sono numeri importanti quelli delle
persone scomparse in Italia. Numeri, ma prima ancora persone dietro cui
una sparizione vi è anche una storia. Prima del 2007 però non c’è stata
neanche un’unità che coordinasse le operazione di ricerca a livello
centrale. Ancora oggi, a sei anni dall’istituzione del commissariato del Governo per le persone scomparse, dipendente dal Ministero dell’Interno, «rimangono sicuramente delle criticità che andranno sanate», dice a Linkiesta Annalisa Loconsole, presidente dell’associazione Penelope, che questo commissariato ha contribuito a fondare.
L’associazione Penelope nasce prima come associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse nel 2002.
«Prendiamo atto», spiega Loconsole «che allora non vi fosse nessuna
legge riguardante le persone scomparse, e se è vero che le famiglie
necessitavano di un supporto psicologico, allo stesso modo era
necessario fare pressione sulle istituzioni perché vi fosse un maggiore
coordinamento nelle ricerche e che tutti i casi non venissero bollati
come “allontanamenti volontari”. Non veniva nemmeno preso in
considerazione anche il fattore sociale e psicologico degli scompaprsi».
Non è un caso infatti che nell’ultimo rapporto semestrale disponibile (Giugno 2012) del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse,
il prefetto Paola Basilone, si legga preoccupazione per «i casi
classificati come “allontanamento volontario” che, invece, celano una
serie di scomparse “inconsapevoli” dovute cioè a causa di forza maggiore
(vittime di cause accidentali). Come, ad esempio, la scomparsa di uno
studente universitario 24enne, (Roberto Straccia, ndr) avvenuta
a Pescara il 14 dicembre 2011, ritrovato cadavere il 7 gennaio 2012 su
una scogliera del lungomare alla periferia di Bari. Inizialmente
classificato come un allontanamento volontario, l’ipotesi è stata poi
smentita dalla circostanza del ritrovamento del corpo in mare». Il caso è
stato archiviato dal giudice per le indagini preliminari di Bari perché
sembra non esistano elementi che facciano supporre ad una morte
violenta, ma i genitori della vittima non ci stanno e recentemente hanno
richiesto di riaprire il caso.
Nel giro di un solo anno l’esercito degli scomparsi si è ingrossato di 1.169 unità: quelle
ancora da rintracciare erano 24.912 (9.280 italiani e 15.632 stranieri,
di cui 14.593 maggiorenni e 10.319 minori) il 31 dicembre 2011; sono
diventate 26.081 (9.538 italiani e 16.543 stranieri, di cui 15.161
maggiorenni e 10.920 minorenni) il 31 dicembre 2012, ha anticipato lo
scorso 8 agosto all’agenzia Agi il commissario straordinario
del governo per le persone scomparse, prefetto Paola Basilone, «Un
fenomeno», sottolinea «in sostanziale aumento».
Le scomparse maturano sempre di più in contesti socio-economici difficili,
dove anche il versante psicologico gioca a sfavore delle personalità
più deboli. La crisi acuisce il fenomeno, ed è ancora il Rapporto del
primo semestre 2012 a fermarsi sul punto:
«Le condizioni di disagio che si estendono sempre più spesso alle diverse componenti della nostra società, causate dalla persistente recessione economica che sta investendo l’Europa e, di conseguenza anche il nostro Paese, hanno fatto registrare un aumento dei disturbi e delle crisi depressive di persone le quali, all’improvviso, si allontanano, per essere poi ritrovate cadavere a seguito di suicidio. Se un tempo le cause erano dovute quasi esclusivamente a malesseri derivanti da delusioni sentimentali, problematicità e patologie varie, oggi la rilevanza maggiore del fenomeno attiene alla difficoltà di gestire difficili situazioni economiche derivate dalla perdita del posto di lavoro e dal soffocamento dei debiti».
A questo si aggiungono i grandi numeri degli allontamenti da istituti e comunità di affido.
Un fenomeno in costante crescita anche in seguito alla cosiddetta
“Primavera araba”, che ha portato nel Paese numerosi minori stranieri.
Si legge nel rapporto:
«Dai 66 casi, direttamente segnalati all’Ufficio dall’inizio del 2011 si è passati a 490 allontanamenti (412 maschi e 78 femmine). Si tratta, per la maggior parte, di maschi minori stranieri non accompagnati, tra i 14 e 17 anni, provenienti, soprattutto da Afghanistan, Tunisia, Romania, Egitto e Marocco che, dopo gli sbarchi, vengono accompagnati in strutture d’accoglienza dalle quali fuggono. Il fenomeno nell’ultimo periodo si è allargato ad altri Paesi quali Costa d’Avorio, Kossovo, Mali, Polonia, Sudan e Thailandia. Da osservare, inoltre, che sono aumentati gli allontanamenti delle ragazze ospitate dalle strutture di accoglienza, in particolare, quelle italiane (35) o provenienti dalla Romania (14)».
I numeri
L’ultimo report disponibile dal Commissariato del Governo per le persone scomparse è quello del primo semestre 2012,
che si apre con una panoramica statistica sugli scomparsi dal 1974 a
oggi: «Dal 1° gennaio 1974 al 30 giugno 2012 si è accertato che le
persone scomparse in Italia ancora da rintracciare sono in totale
25.453, di cui 9.396 cittadini italiani e 16.057 cittadini stranieri:
quelli maggiorenni sono 14.885 di cui 7.705 italiani e 7.150 stranieri».
Impressiona il dato sui minori scomparsi:
10.598, di cui 1.691 italiani e 8.907 stranieri, numero quest’ultimo
particolarmente rilevante che conferma gli allontamenti dalle comunità
di affido e dagli istituti. «Sono moltissimi i senza famiglia», spiega
di nuovo dall’associazione Penelope Annalista Loconsole «e per la
maggior parte di loro purtroppo si perdono le tracce: senza una famiglia
che preme per trovarli, è anche inevitabile in alcuni casi un lassismo
di chi è incaricato della ricerca. Se il caso poi non fa audience a
livello mediatico» conclude Loconsole «succede che le ricerche arrivino a
fermarsi tre o quattro giorno dopo la denuncia di scomparsa».
Rispetto allo stesso periodo del 2011 sono scomparse,
riporta il report del commissario straordinario, 990 persone, cui si
aggiungono «gli italiani sicuramente scomparsi all’estero ed ancora
da rintracciare, che si è accertato essere in totale 135, dei quali 115
maggiorenni, 11 in meno rispetto al dato del 30 giugno 2011, mentre per i
minori l’incremento è di una unità, essendo passati da 19 a 20».
Per quanto riguarda invece i dati riguardanti maggiorenni e over 65
le persone che risultano ancora scomparse sono rispettivamente 13.255 e
1.600. Negli ultimi anni sono aumentati i ritrovamenti, ma anche il
riconoscimento dei cadaveri non identificati: prima del 2007 infatti non
esisteva un vero e proprio censimento dei cadaveri non identificati,
poi istituito presso il commissariato per le persone scomparse (Qui il registro completo al 30 giugno 2011).
«Questa mancanza», sottolineano dall’associazione Penelope «ha sancito
una situazione gravissima per anni. Anni in cui cadaveri senza nome
venivano sepolti con famiglie che ancora credevano in un risultato
positivo della ricerca».
Geografia e cause delle scomparse
Le 25.453 persone scomparse ancora da ricercare
sono principalmente concentrate, nell’ordine, in cinque regioni: Lazio
(6.406), Lombardia (3.359), Campania (3.022), Sicilia (2.361) e Puglia
(1.801).
Negli anni si è arrivati anche a una classificazione delle
motivazioni principali per le scomparse censite dal 1974 a oggi:
- ► 17.480 persone (Il 69%) di queste però rimane ancora senza una causa determinata, o comunque con posizioni ancora al vaglio delle procure che coordinano le ricerche.
- ► 4.036 sono state invece scomparse attribuite ad allontanamenti da comunità e istituti;
- ► 2.999 gli allontanamenti volontari;
- ► 558 le scomparse di persone affette da possibili disturbi psicologici;
- ► 291 quelle derivanti da sottrazione da coniuge;
- ► 89 sono le persone possibili vittime di reato.
Un altro dato di interesse è quello che riguarda i minori italiani scomparsi e ancora da ricercare:
per quanto riguarda questa categoria il maggior numero di minori
scomparsi lo troviamo in Campania, regione seguita da Lazio, Lombardia e
Sicilia. I minori stranieri scomparsi ancora da ricercare, che sono in
tutto circa sette volte quelli italiani, sono in maggioranza nel Lazio,
seguiti da Lombardia, Campania e Puglia. «Fughe dovute soprattutto alla
difficoltà di integrazione» spiega ancora Annalisa Loconsole «e vale di
conseguenza lo stesso discorso fatto per i ragazzi senza famiglia:
sovente nessuno reclama questi ragazzi e dopo poco se ne perdono le
tracce». Per i minori la Polizia di Stato ha messo a disposizione il
sito bambiniscomparsi.it, che mette anche a disposizione della collettività l’elenco delle persone scomparse in età minore, tra cui alcuni che oggi potrebbero addirittura essere maggiorenni.
Le ricerche e le difficoltà
Ci sono scomparse che esplodono a livello mediatico,
come quella di Denise Pipitone, oppure, fino al suo ritrovamento, la
vicenda di Yara Gambirasio, e ci sono invece persone scomparse, come
testimoniano i numeri citati che non fanno notizia. Tuttavia, ben prima
dell’aspetto mediatico, tengono a sottolineare dall’associazione
Penelope, che ormai da undici anni opera sul campo fornendo anche
sostegno psicologico ai famigliari degli scomparsi, «ci sono gli aspetti
della ricerca che presentano ancora lacune che noi evidenziamo davanti
alle istituzioni».
Basti pensare al fatto che una vera e propria collaborazione interforze,
quindi tra le principali forze di polizia del Paese e la Protezione
civile non è poi così rodata. «Scontiamo anche» ricorda il presidente
dell’associazione Penelope Loconsole «molti problemi di comunicazione
tra le strutture centrali e quelle periferiche: le varie forze che
partecipano alle ricerche spesso faticano a interagire fra di loro, per
non parlare di episodi in cui a monte non si stabilisce immediatamente
se operare sul campo con polizia e protezione civile».
«Oggi come oggi appare complicato per i prefetti stendere nell’immediato un efficace e rapido piano di ricerca,
evitando i tempi morti che separano la scomparsa di un soggetto
dall’inizio effettivo delle ricerche». Inoltre conclude Loconsole «per
quella che è la nostra esperienza, e per quanto ci riferiscono anche
coloro che operano sul campo, manca il necessario coordinamento e
l’addestramento per fornire competenze a chi svolge le ricerche
nell’immediato».
Un tema quello delle persone scomparse
trattato anche da una parte del mondo dell’informazione italiana quasi
come intrattenimento e come storie per accaparrarsi lettori e
spettatori, ma che «dovrebbe invece entrare in un serio dibattito, anche
parlamentare, per permettere ai famigliari di poter seguire da vicino
le ricerche. In casi estremi anche di assentarsi dal lavoro e di poter
attingere a un fondo di solidarietà nel caso in cui le ricerche si
debbano svolgere all’estero». Un punto questo su cui le associazioni
intendono fare richieste precise nei mesi e negli anni a venire.
Clicca e scarica il 9° rapporto integrale sulle persone scomparse
di Luca Rinaldi
Twitter: @lucarinaldi
Fonte: ● linkiesta.it
http://guardforangels.altervista.org/blog/ogni-anno-in-italia-mille-persone-scompaiono-nel-nulla/
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