lunedì 19 agosto 2013

Ogni anno in Italia mille persone scompaiono nel nulla

Dal 1974 al giugno 2012, le persone ancora da rintracciare sono 26mila; e le ricerche funzionano?

Nel giro di un solo anno l’esercito degli scomparsi si è ingrossato di 1.169 unità (Flickr © Rubinho1)
 Nel giro di un solo anno l’esercito degli scomparsi si è ingrossato di 1.169 unità (Flickr © Rubinho1)

Sono numeri importanti quelli delle persone scomparse in Italia. Numeri, ma prima ancora persone dietro cui una sparizione vi è anche una storia. Prima del 2007 però non c’è stata neanche un’unità che coordinasse le operazione di ricerca a livello centrale. Ancora oggi, a sei anni dall’istituzione del commissariato del Governo per le persone scomparse, dipendente dal Ministero dell’Interno, «rimangono sicuramente delle criticità che andranno sanate», dice a Linkiesta Annalisa Loconsole, presidente dell’associazione Penelope, che questo commissariato ha contribuito a fondare.

L’associazione Penelope nasce prima come associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse nel 2002. «Prendiamo atto», spiega Loconsole «che allora non vi fosse nessuna legge riguardante le persone scomparse, e se è vero che le famiglie necessitavano di un supporto psicologico, allo stesso modo era necessario fare pressione sulle istituzioni perché vi fosse un maggiore coordinamento nelle ricerche e che tutti i casi non venissero bollati come “allontanamenti volontari”. Non veniva nemmeno preso in considerazione anche il fattore sociale e psicologico degli scompaprsi». Non è un caso infatti che nell’ultimo rapporto semestrale disponibile (Giugno 2012) del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse, il prefetto Paola Basilone, si legga preoccupazione per «i casi classificati come “allontanamento volontario” che, invece, celano una serie di scomparse “inconsapevoli” dovute cioè a causa di forza maggiore (vittime di cause accidentali). Come, ad esempio, la scomparsa di uno studente universitario 24enne, (Roberto Straccia, ndr) avvenuta a Pescara il 14 dicembre 2011, ritrovato cadavere il 7 gennaio 2012 su una scogliera del lungomare alla periferia di Bari. Inizialmente classificato come un allontanamento volontario, l’ipotesi è stata poi smentita dalla circostanza del ritrovamento del corpo in mare». Il caso è stato archiviato dal giudice per le indagini preliminari di Bari perché sembra non esistano elementi che facciano supporre ad una morte violenta, ma i genitori della vittima non ci stanno e recentemente hanno richiesto di riaprire il caso.

Nel giro di un solo anno l’esercito degli scomparsi si è ingrossato di 1.169 unità: quelle ancora da rintracciare erano 24.912 (9.280 italiani e 15.632 stranieri, di cui 14.593 maggiorenni e 10.319 minori) il 31 dicembre 2011; sono diventate 26.081 (9.538 italiani e 16.543 stranieri, di cui 15.161 maggiorenni e 10.920 minorenni) il 31 dicembre 2012, ha anticipato lo scorso 8 agosto all’agenzia Agi il commissario straordinario del governo per le persone scomparse, prefetto Paola Basilone, «Un fenomeno», sottolinea «in sostanziale aumento».

Le scomparse maturano sempre di più in contesti socio-economici difficili, dove anche il versante psicologico gioca a sfavore delle personalità più deboli. La crisi acuisce il fenomeno, ed è ancora il Rapporto del primo semestre 2012 a fermarsi sul punto:
«Le condizioni di disagio che si estendono sempre più spesso alle diverse componenti della nostra società, causate dalla persistente recessione economica che sta investendo l’Europa e, di conseguenza anche il nostro Paese, hanno fatto registrare un aumento dei disturbi e delle crisi depressive di persone le quali, all’improvviso, si allontanano, per essere poi ritrovate cadavere a seguito di suicidio. Se un tempo le cause erano dovute quasi esclusivamente a malesseri derivanti da delusioni sentimentali, problematicità e patologie varie, oggi la rilevanza maggiore del fenomeno attiene alla difficoltà di gestire difficili situazioni economiche derivate dalla perdita del posto di lavoro e dal soffocamento dei debiti».
A questo si aggiungono i grandi numeri degli allontamenti da istituti e comunità di affido. Un fenomeno in costante crescita anche in seguito alla cosiddetta “Primavera araba”, che ha portato nel Paese numerosi minori stranieri. Si legge nel rapporto:
«Dai 66 casi, direttamente segnalati all’Ufficio dall’inizio del 2011 si è passati a 490 allontanamenti (412 maschi e 78 femmine). Si tratta, per la maggior parte, di maschi minori stranieri non accompagnati, tra i 14 e 17 anni, provenienti, soprattutto da Afghanistan, Tunisia, Romania, Egitto e Marocco che, dopo gli sbarchi, vengono accompagnati in strutture d’accoglienza dalle quali fuggono. Il fenomeno nell’ultimo periodo si è allargato ad altri Paesi quali Costa d’Avorio, Kossovo, Mali, Polonia, Sudan e Thailandia. Da osservare, inoltre, che sono aumentati gli allontanamenti delle ragazze ospitate dalle strutture di accoglienza, in particolare, quelle italiane (35) o provenienti dalla Romania (14)».
(Flickr - Gualtiero)
(Flickr – Gualtiero)

I numeri
L’ultimo report disponibile dal Commissariato del Governo per le persone scomparse è quello del primo semestre 2012, che si apre con una panoramica statistica sugli scomparsi dal 1974 a oggi: «Dal 1° gennaio 1974 al 30 giugno 2012 si è accertato che le persone scomparse in Italia ancora da rintracciare sono in totale 25.453, di cui 9.396 cittadini italiani e 16.057 cittadini stranieri: quelli maggiorenni sono 14.885 di cui 7.705 italiani e 7.150 stranieri».

Impressiona il dato sui minori scomparsi: 10.598, di cui 1.691 italiani e 8.907 stranieri, numero quest’ultimo particolarmente rilevante che conferma gli allontamenti dalle comunità di affido e dagli istituti. «Sono moltissimi i senza famiglia», spiega di nuovo dall’associazione Penelope Annalista Loconsole «e per la maggior parte di loro purtroppo si perdono le tracce: senza una famiglia che preme per trovarli, è anche inevitabile in alcuni casi un lassismo di chi è incaricato della ricerca. Se il caso poi non fa audience a livello mediatico» conclude Loconsole «succede che le ricerche arrivino a fermarsi tre o quattro giorno dopo la denuncia di scomparsa».

Rispetto allo stesso periodo del 2011 sono scomparse, riporta il report del commissario straordinario, 990 persone, cui si aggiungono «gli italiani sicuramente scomparsi all’estero ed ancora da rintracciare, che si è accertato essere in totale 135, dei quali 115 maggiorenni, 11 in meno rispetto al dato del 30 giugno 2011, mentre per i minori l’incremento è di una unità, essendo passati da 19 a 20».

Per quanto riguarda invece i dati riguardanti maggiorenni e over 65 le persone che risultano ancora scomparse sono rispettivamente 13.255 e 1.600. Negli ultimi anni sono aumentati i ritrovamenti, ma anche il riconoscimento dei cadaveri non identificati: prima del 2007 infatti non esisteva un vero e proprio censimento dei cadaveri non identificati, poi istituito presso il commissariato per le persone scomparse (Qui il registro completo al 30 giugno 2011). «Questa mancanza», sottolineano dall’associazione Penelope «ha sancito una situazione gravissima per anni. Anni in cui cadaveri senza nome venivano sepolti con famiglie che ancora credevano in un risultato positivo della ricerca».


Geografia e cause delle scomparse

Le 25.453 persone scomparse ancora da ricercare sono principalmente concentrate, nell’ordine, in cinque regioni: Lazio (6.406), Lombardia (3.359), Campania (3.022), Sicilia (2.361) e Puglia (1.801). 

Negli anni si è arrivati anche a una classificazione delle motivazioni principali per le scomparse censite dal 1974 a oggi:
  • 17.480 persone (Il 69%) di queste però rimane ancora senza una causa determinata, o comunque con posizioni ancora al vaglio delle procure che coordinano le ricerche.
  • 4.036 sono state invece scomparse attribuite ad allontanamenti da comunità e istituti;
  • 2.999 gli allontanamenti volontari;
  • 558 le scomparse di persone affette da possibili disturbi psicologici;
  • 291 quelle derivanti da sottrazione da coniuge;
  • 89 sono le persone possibili vittime di reato.

Un altro dato di interesse è quello che riguarda i minori italiani scomparsi e ancora da ricercare: per quanto riguarda questa categoria il maggior numero di minori scomparsi lo troviamo in Campania, regione seguita da Lazio, Lombardia e Sicilia. I minori stranieri scomparsi ancora da ricercare, che sono in tutto circa sette volte quelli italiani, sono in maggioranza nel Lazio, seguiti da Lombardia, Campania e Puglia. «Fughe dovute soprattutto alla difficoltà di integrazione» spiega ancora Annalisa Loconsole «e vale di conseguenza lo stesso discorso fatto per i ragazzi senza famiglia: sovente nessuno reclama questi ragazzi e dopo poco se ne perdono le tracce». Per i minori la Polizia di Stato ha messo a disposizione il sito bambiniscomparsi.it, che mette anche a disposizione della collettività l’elenco delle persone scomparse in età minore, tra cui alcuni che oggi potrebbero addirittura essere maggiorenni.


Le ricerche e le difficoltà
Ci sono scomparse che esplodono a livello mediatico, come quella di Denise Pipitone, oppure, fino al suo ritrovamento, la vicenda di Yara Gambirasio, e ci sono invece persone scomparse, come testimoniano i numeri citati che non fanno notizia. Tuttavia, ben prima dell’aspetto mediatico, tengono a sottolineare dall’associazione Penelope, che ormai da undici anni opera sul campo fornendo anche sostegno psicologico ai famigliari degli scomparsi, «ci sono gli aspetti della ricerca che presentano ancora lacune che noi evidenziamo davanti alle istituzioni».

Basti pensare al fatto che una vera e propria collaborazione interforze, quindi tra le principali forze di polizia del Paese e la Protezione civile non è poi così rodata. «Scontiamo anche» ricorda il presidente dell’associazione Penelope Loconsole «molti problemi di comunicazione tra le strutture centrali e quelle periferiche: le varie forze che partecipano alle ricerche spesso faticano a interagire fra di loro, per non parlare di episodi in cui a monte non si stabilisce immediatamente se operare sul campo con polizia e protezione civile».

«Oggi come oggi appare complicato per i prefetti stendere nell’immediato un efficace e rapido piano di ricerca, evitando i tempi morti che separano la scomparsa di un soggetto dall’inizio effettivo delle ricerche». Inoltre conclude Loconsole «per quella che è la nostra esperienza, e per quanto ci riferiscono anche coloro che operano sul campo, manca il necessario coordinamento e l’addestramento per fornire competenze a chi svolge le ricerche nell’immediato».

Un tema quello delle persone scomparse trattato anche da una parte del mondo dell’informazione italiana quasi come intrattenimento e come storie per accaparrarsi lettori e spettatori, ma che «dovrebbe invece entrare in un serio dibattito, anche parlamentare, per permettere ai famigliari di poter seguire da vicino le ricerche. In casi estremi anche di assentarsi dal lavoro e di poter attingere a un fondo di solidarietà nel caso in cui le ricerche si debbano svolgere all’estero». Un punto questo su cui le associazioni intendono fare richieste precise nei mesi e negli anni a venire.

Clicca e scarica il 9° rapporto integrale sulle persone scomparse

scomp


di Luca Rinaldi
Twitter: @lucarinaldi

Fonte: linkiesta.it
http://guardforangels.altervista.org/blog/ogni-anno-in-italia-mille-persone-scompaiono-nel-nulla/

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