(Rinnovabili.it) – Non sarebbe tutto più semplice se invece del petrolio potessimo utilizzare l’acqua di mare
per ottenere carburante e alimentare così i nostri mezzi di trasporto?
Quello che potrebbe sembrare una fantasia irrealizzabile è già realtà
per la Marina americana, la celebre US Navy. Come riportato in passato da Rinnovabili.it, i ricercatori della Divisione Tecnologia e Scienza dei Materiali del Naval Research Laboratory (NRL) statunitense stanno da tempo studiando la sintesi di carburante a partire dall’acqua di mare.
Ora
gli scienziati sono finalmente riusciti a dimostrare il proof-of-concept
dell’innovativa tecnologia alimentando un piccolo aereo radiocomandato.
Il velivolo, una replica dei P-51 Mustang impiegati
dall’esercito statunitense durante la seconda guerra mondiale, ha dato
prova delle ottime prestazione del rivoluzionario combustibile.
“Per noi si tratta del raggiungimento di una pietra miliare”, ha affermato il Viceammiraglio Philip Cullom. “Viviamo in tempi molto difficili in cui abbiamo davvero bisogno di pensare in maniera innovativa a come creare energia”. Negli ultimi sei decenni “abbiamo
trattato l’energia come l’aria, come qualcosa che è sempre a nostra
disposizione, senza preoccuparcene più di tanto. Ma in realtà dobbiamo
preoccuparci”. I nuovi sviluppi del progetto sono stati definiti da subito una scoperta rivoluzionaria dal
memento che consentirebbero alle navi militari di rimanere in mare per
un periodo di tempo molto più lungo di quello attuale, senza bisogno
quindi di affiancarsi a petroliere per il rifornimento (un’operazione
delicata, soprattutto in caso di maltempo).
LA TECNOLOGIA
Il processo dell’NRL inizia estraendo anidride carbonica e idrogeno
dall’acqua di mare grazie al passaggio forzato attraverso una cella elettrificata (E-CEM).
Quando l’acqua la attraversa, scambia ioni idrogeno prodotti al livello
dell’anodo con ioni sodio, acidificandosi. Nel frattempo, al catodo,
l’acqua viene ridotta a gas idrogeno mentre viene formato idrossido di
sodio. I prodotti finali sono idrogeno
e anidride carbonica, mentre l’idrossido di sodio viene ri-aggiunto
all’acqua di mare per neutralizzare l’acidità. Nella fase successiva,
entrambi i sottoprodotti vengono passati in una camera di reazione riscaldata con l’aggiunta di un catalizzatore ferroso; i gas interagiscono fra loro formando idrocarburi insaturi a catena lunga
e metano. A loro volta gli idrocarburi insaturi sono trasformati in
molecole da sei a nove atomi di carbonio e quindi convertite in
carburante attraverso un catalizzatore al nichel.
OBIETTIVI E TEMPISTICHE
I ricercatori sperano che il nuovo carburante possa, un giorno,
alimentare non solo le navi ma anche gli aerei. Il costo previsto del
combustibile, utilizzando l’innovativa tecnologia, sarebbe nella gamma
dei 3-6 dollari al gallone ma prima di portarlo su scala commerciale i ricercatori, in collaborazione con diverse università, intendono migliorare la quantità di CO2 e idrogeno che il processo è in grado di catturare (attualmente al 92% di efficienza). “Abbiamo dimostrato la fattibilità, ora vogliamo migliorare l’efficienza del processo”, ha spiegato Heather Willauer, chimico che ha trascorso quasi dieci anni. Un vantaggio fondamentale è che il combustibile può essere già utilizzato in tutti i motori
attualmente impiegati in navi e aerei. Svantaggi? Solo uno, a quanto
pare: secondo i ricercatori ci vorrà almeno un decennio prima che le
navi americane siano in grado di produrre il proprio carburante a bordo.
GUARDA IL PRIMO TEST DELL’US NAVY CON IL CARBURANTE OTTENUTO DALL’ACQUA DI MARE
Testato con successo su una replica dei P-51 Mustang telecomandato fonte: http://www.rinnovabili.it/mobilita/acqua-mare-carburante-us-navy-666/
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Carburanti, un pieno di acqua marina. Test positivo della Us Navy
Scienziati della Marina militare americana sono riusciti a trasformare l'acqua di mare in carburante
Trasformare l'acqua di mare in carburante sembra un progetto più vicino all'alchimia che alla realtà. Ma si tratta invece di un'operazione riuscita in laboratorio agli scienziati della Marina militare americana, che sperano in futuro di diminuire la dipendenza degli Stati Uniti dal petrolio e rendere anche le navi più ecosostenibili.L'idea di partenza è semplice: gli idrocarburi sono composti da carbonio e idrogeno, presenti in grande quantità nell'acqua del mare. Catturando il biossido di carbonio (Co2) e l'idrogeno contenuti nell'oceano, è possibile produrre un cherosene utilizzabile nei motori di navi e aerei. I ricercatori del Naval Research Laboratory hanno dimostrato la fattibilità del progetto, riuscendo a far volare con il nuovo carburante un aeromodello.
La Marina, nel 2011, ha consumato quasi due milioni di tonnellate di carburante; la trasformazione dell'acqua di mare in cherosene potrebbe costare tra i 3 e i 6 dollari al gallone (dai 0,57 agli 1,5 euro al litro), secondo i ricercatori, al lavoro sul progetto da nove anni. "Per la prima volta - ha commentato la ricercatrice Heather Willauer - siamo stati capaci di mettere a punto una tecnologia per catturare in modo simultaneo la Co2 e l'idrogeno contenuti nell'acqua di mare, facendone un carburante liquido. E' un passaggio molto importante". Il carburante ottenuto è molto simile al cherosene convenzionale, anche nell'odore, e il grande vantaggio è che può essere utilizzato già con i motori di navi e aerei attualmente in commercio.
Al momento, la produzione di questo carburante è limitata a piccole quantità in laboratorio. Il potenziale profitto del progetto deriva dalla capacità di produrre scorte di carburante direttamente in mare, riducendo la logistica, gli oneri ambientali e rafforzando di conseguenza la sicurezza e l'indipendenza energetica della Marina. I ricercatori hanno comunque già spento i facili entusiasmi: serviranno almeno altri dieci anni prima che le navi americane siano in grado di produrre a bordo il carburante di cui hanno bisogno.
ACCORDO ITALIA - USA PER BIOCARBURANTI
Per rimanere in un ambito meno futuribile, nella corsa alle energie alternative la Marina militare italiana e quella Usa hanno siglato un accordo di collaborazione per sviluppare assieme progetti e sinergie a cominciare dal gasolio green. L'accordo è stato siglato nello stabilimento Eni di Marghera (dove a breve partirà la produzione di biofuel) dal Segretario della Marina americana e dal Capo di Stato maggiore della Marina militare italiana.
La Marina italiana ha già sperimentato con successo il carburante bio sul pattugliatore 'Foscari' - usato come mezzo sperimentale tra la forza armata ed Eni - che ha navigato utilizzando solo il 50% del carburante tradizionale mentre l'altra metà era 'verde'.
fonte: http://www.quifinanza.it/8516/soldi/carburanti-pieno-di-acqua-marina-test-positivo-us-navy.html?refresh_ce
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