Il mio incontro a Roma con la Commissaria Europea al Clima, la danese Connie Hedegaard |
Era nell'aria, e ... zac! è successo.
La
Commissaria Europea al Clima Connie Hedegaard me
l'aveva quasi detto quando è venuta a Roma a febbraio scorso, e infatti
da quell'incontro uscii abbastanza perplesso tanto che scrissi questo
post (che alla luce di quello che è successo oggi assume un nuovo
significato)
http://www.angeloconsoli.blogspot.it/2014/02/il-clima-sul-clima-e-cambiato-ritornare.html )
"Contrordine compagni! Su energia, clima e
ambiente abbiamo scherzato per otto anni, adesso la ricreazione è finita e si
ritorna a un sano realismo fossile. Fra un po' anche nucleare, tranquilli! Così
i gruppi finanziari che fanno soldi sulla nostra pelle e sulla nostra salute
saranno contenti!"
Oggi la Commissione Europea con un inatteso colpo
di mano da parte del Commissario alla Concorrenza, lo spagnolo Joaquìn Almùnia,
ha praticamente cancellato otto anni di politiche energetiche virtuose e,
cedendo alle lobby dell'energia, ha approvato
le sue nuove "linee guida" sulle deroghe possibili al divieto
generale di aiuti di Stato nel settore dell'energia (*).
Un'interpretazione delle
regole di concorrenza che in realtà si traduce in una vera e propria
decisione politica, che avrà conseguenze gravi sull'intero sistema Ue di
promozione e sostegno pubblico delle fonti rinnovabili, spostando quasi
completamente sulle spalle dei consumatori i costi della transizione energetica,
come rilevato in un articolo comparso oggi su "La Stampa" (**)
Tutte le grandi industrie energivore vengono
esentate retroattivamente dal contribuire agli incentivi per le
rinnovabili che vengono praticamente cancellati mentre non vengono
minimamente toccati i molto più corposi incentivi
alle fonti fossili ormai pari al 2,5 % del PIL mondiale - vedi (***)
Inoltre sarà
anche
possibile finanziare con fondi pubblici i cosiddetti "capacity
mechanisms", vere e proprie sovvenzioni ai monopoli dell'energia fossile
erogati con la scusa del pagamento della riserva di capacità installata
per garantire un
"back-up" in caso di emergenza e in realtà compensati per aver
sbagliato
investimenti ed essere stati messi in crisi dal... sole!
In pratica il
famoso "capacity payment" approvato molto
timidamente dal governo Monti e reclamato a gran voce da Sorgenia
con l'avvicendamento Letta/Renzi per salvarsi dai suoi cattivi investimenti nel
fossile (cosa della quale si è occupato Sergio Rizzo in prima pagina sul
Corriere della Sera del 2 marzo scorso).
E comunque questo colpo di mano a un osservatore
attento, tanto inatteso non doveva essere.
IL GRUPPO "MAGRITTE"
Le prime avvisaglie si erano avute a maggio 2013
quando i principali monopoli fossili d'Europa, dopo la pubblicazione della
Comunicazione della Commissione sugli obiettivi energetici di medio periodo
(cioè al 2030 - Vedi link 1 in fondo al post), costituirono un gruppo di lobby
per attaccare le rinnovabili. Il gruppo venne immaginificamente chiamato
"Magritte" E infatti surrealiste sono le loro richieste: stroncare le
rinnovabili perchè mettono in crisi economicamente il loro modello di
produzione elettrica basata sui fossili (nella loro "neolingua" loro
la chiamano "stabilità del sistema termoelettrico" così
chiunque si azzardi a criticarlo potrà essere preso per un pericoloso
terrorista che vuole destabilizzare il sistema termoelettrico... (vedi
link numero 2 in fondo al post).
Ma qualcuno storce il naso, alcune industrie
della Green economy, creano il gruppo delle "progressive energy
companies" a sostegno di una più ambiziosa politica climatica e energetica
Europea. (vedi link numero 3 in fondo al post), denunciando che non di
stabilità del "sistema termoelettrico" si tratta ma di stabilità di
un business model basato sulle fonti fossili e concentrate messo in crisi
dalla più conveniente e abbondante energia solare (vedi link 4 in fondo al
post).
A quel punto i "fossilisti" cambiano
strategia e non parlano più di stabilità del sistema termoelettrico ma di
"avenire énergétique de l'Europe" (vedi link nr 5 in fondo al post).
I tempi sono maturi per sferrare la più grande
controffensiva mediatica giusto il 19 marzo, il giorno prima del
Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo scorso (quello che Renzi confuse con il
Consiglio d'Europa facendo ridere mezzo mondo), avanzando un pacchetto di 9
punti fra cui la detassazione dei settori industriali più
energivori, incoraggiandoli a servirsi di energia fossile praticamente
gratis (tanto per loro pagheranno i cittadini e i consumatori, che non hanno
lobby capaci di scrivere le regole nella Commissione Europea), l'eliminazione
degli incentivi alle rinnovabili, la legalizzazione del capacity payment (su
cui pendeva un sospetto di illegittimità ai sensi della legislazione sugli
aiuti di Stato alle imprese private, oggi "sanato"con questa pazzesca
decisione (si veda il link nr 6 alla fine del post).
Le richieste del gruppo Magritte vengono oggi esaudite con una decisione
in forte odore di illegittimità sotto molti profili.
Vediamo meglio:
le "linee guida",
presentate oggi non sono misure legislative, non devono essere approvate
in co-decisione dal Parlamento europeo (che rappresenta i cittadini) e dal
Consiglio Ue, (che rappresenta i governi), e non possono dunque essere
emendate.
Sono elaborate, approvate e
applicate immediatamente dalla Commissione, in quanto Autorità antitrust
europea indipendente. Eppure, le decisioni prese oggi potrebbero cambiare in
profondità la politica energetica, ambientale e climatica dell'Ue, che era
stata stabilita con il pacchetto 20/20/20 del 2007/2008.
La Corte Europea di Giustizia del Lussemburgo |
Si tratta di una
surrogazione indebita della tecnocrazia al potere legislativo per cui un
parlamento europeo guidato da un Presidente conscio delle sue prerogative
dovrebbe immediatamente consultare il servizio giuridico per valutare la
possibilità di un ricorso alla corte Europea di Giustizia del
Lussemburgo.
L'esenzione parziale o, in
certi casi, perfino totale, dal pagamento della parte delle fatture
elettriche dovuta al sostegno alle rinnovabili potrà riguadare un numero
imprecisato di comparti industriali, quali: attività minerarie,
trasformazione di alimenti e bevande, attività manifatturiere riguardanti tessili,
cuoio, legno, carta, farmaceutici, plastica, vetro, ceramica, alluminio, rame a
altri metalli, batterie e accumulatori, cemento, elettronica, fertilizzanti,
chimica e raffinerie, petrolio e gas, combustibili nucleari. Tutti settori che
non possono essere lasciati in una specie di zona franca rispetto alla
strategia energetica europea, pena il suo svuotamento totale.
Infatti, come hanno ammesso proprio oggi fonti qualificate della stessa
Commissione europea, aumenterà in modo rilevante la fattura da pagare per i
consumatori, che dovranno compensare di tasca loro il mancato contributo alle energie rinnovabili delle industrie più
inquinanti, più consumatrici di energia e più responsabili di emissioni di gas a
effetto serra.
E saranno penalizzate,
paradossalmente, le industrie con le più alte performance di efficienza
energetica, quelle che hanno investito di più in questo campo, che non potranno
godere delle esenzioni (a meno di non essere fortemente esposte alla
concorrenza internazionale). Tutto questo rappresenta una inversione di
tendenza di una strategia virtuosa e sostenibilie iniziata otto anni fa con il
20 20 20 durante la presidenza tedesca, e questa strategia non può essere
rimessa in discussione con una decisione di oscuri tecnocrati, ma deve essere
sottoposta a revisione, secondo lo stesso processo legislativo che l'ha
stabilita.
Anche questo è sicuramente da
valutarsi come oggetto di ricorso giurisdizionale.
Joaquìn Almùnia |
Guenter Oettinger |
Infine
il Commissario Almùnia, opera una sostanziale armonizzazione dei
diversi sistemi nazionali di sostegno alle
rinnovabili (cosa che non gli compete come responsabile dell'Antitrust
Europeo) con decisioni relative alla quantità, qualità e modalità di
erogazione degli incentivi, che si prevede vengano addirittura messi
all'asta tramite
"competitive bidding processes"e non più concessi a chiunque ne
faccia richiesta.
Ora,
a parte che così gli incentivi alle rinnovabili diventano una lotteria,
è del tutto evidente che qui siamo in violazione delle
regole che separano le competenze fra diversi Commissari europei e c'è
da
aspettarsi (o da esigere) che il Commissario all'Energia Oettinger
faccia
valere le sue prerogative, visto che contro il "capacity mechanism"
aveva preso posizione! (al riguardo si può approfondire leggendo il mio
post sulla comunicazione da lui presentata a Novembre 2012 sul
funzionamento del mercato dell'energia e potrete trovare al nr 7 in
fondo alla pagina).
ANCORA UNA VOLTA SI IMPONGONO
REGOLE FAVOREVOLI AI TEDESCHI
Ma non c'è da sperarci. Infatti il colpo di mano dello spagnolo, cava le castagne dal fuoco al tedesco. Nel caso specifico, le
esenzioni dal divieto di aiuto di Stato sono state oggetto di un negoziato
serrato, durato due anni, fra la Commissione e in particolare il governo
tedesco, con la sostanziale esclusione degli altri e la
totale assenza del Parlamento europeo.
Il risultato finale è che gli
aiuti di Stato che la Germania ha fornito - contro le norme Ue - a gran parte
delle sue industrie, alleggerendo la loro fattura energetica, non solo non
verranno sanzionati in futuro, ma sono stati condonati retroattivamente.
E quel tipo di esenzioni sarà
ora esteso a tutti gli altri Stati membri, che finora avevano rispettato le
normative Ue, non aiutando le proprie imprese e penalizzandole rispetto a
quelle tedesche.
Gli aiuti di Stato ora permessi
in questo settore sono una possibilità, non un obbligo per gli Stati membri, ma
è chiaro che pochi paesi lasceranno le proprie industrie esposte al
"dumping energetico" dei paesi vicini, e tutti si affretteranno a
uniformarsi al sistema tedesco. Proprio quando invece si sta raggiungendo la
grid parity nei paesi del Sud dell'Europa con grande scorno dei monopoli
fossili del nord Europa.
Tutto
questo rappresenta un gravissimo, ribaltamento della politica Ue a colpi di
decisioni insidacabili dei tecnocrati della Direzione Concorrenza della Commissione, dettate dalle lobby.
Infatti è
chiaro che il Commissario alla Concorrenza è andato molto al di là di una pura
interpretazione delle norme sulla concorrenza (del resto quando lo abbiamo
incontrato con Rifkin nel 2007, non ha fatto altro che lamentarsi del costo
eccessivo delle rinnovabili, un mantra tipico delle lobby dei fossili che
evidentemente già da allora -era il 2007- lo "imbeccavano").
Perchè
questa accelerazione proprio adesso? Forse le lobby fossili a Bruxelles si sono
rese conto che il vento sta cambiando, e che dopo queste elezioni europee
potrebbero non avere più una Commissione di "camerieri" (socialisti
compresi) pronti a esaudire ogni loro desiderio, e allora hanno preferito forzare la mano subito, sperando di farla
franca e e di poter imporre questo scandaloso abuso di potere contro lo stato di
diritto e le regole della democrazia Europea.
La Commissione non puo' arrogarsi il diritto di
cambiare la politica Ue sulle rinnovabili con una decisione di mera
interpretazione dei Trattati.
RICAPITOLANDO
1
- L'Antitrust della Commissione Europea, eccedendo i suoi poteri,
entra d'imperio a gamba tesa nelle strategie energetiche europee,
capovolgendole, e adotta un atteggiamento estremamente permissivo verso
le fossili e il nucleare e estremamente punitivo verso le rinnovabili
2 - I tedeschi hanno violato per tre anni le norme sugli aiuti di Stato, gli altri non lo hanno fatto, e si premiano i tedeschi con una decisione retroattiva!!!
2 - I tedeschi hanno violato per tre anni le norme sugli aiuti di Stato, gli altri non lo hanno fatto, e si premiano i tedeschi con una decisione retroattiva!!!
3 - Mentre quelli che hanno creduto nella strategia Ue e hanno investito nelle rinnovabili e nell'efficienza energetica vengono penalizzati, quelli che non ci hanno creduto, e hanno investito nel gas, sbagliando tutto, tanto che ora sono in sovraccapacità produttiva e sono costretti a mendicare un "aiutino" pubblico per compensare le perdite economiche dovute esclusivamente a loro scelte industriali miopi e sbagliate, vengono invece premiati
(Vale la pena di ricordare che questo è esattamente il caso
di Sorgenia a cui la legalizzazione del "capacity
mechanism" sembrerà una manna dal cielo).
4 - Le esenzioni delle grandi industrie energivore dal contributo al finanziamento delle rinnovabili, sono esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare, e provocheranno un aumento notevole delle bollette per i consumatori.
5 - A quel punto i monopoli energetici avranno buon gioco nel dire che l'energia rinnovabile costa troppo ai consumatori e insisteranno per togliere definitivamente gli incentivi. Nel frattempo, le industrie sono comunque esentate, le utilities ricevono i sussidi per le riserve di capacità (centrali a gas) e magari si riesce anche a ottenere dei sussidi per promuovere nucleare e gas per raggiungere le riduzioni di emissioni che (si affermerà) non si possono più raggiungere con le rinnovabili.
6 - Così i monopoli energetici continueranno a spremere il limone dei fossili e a fare profitti stratosferici sulla pelle e la salute dei cittadini europei che continueranno allegramente ad ammalarsi e a morire a centinaia di migliaia, la Germania non sarà più costretta a farsi rimborsare dalle proprie imprese centinaia di milioni di euro di aiuti di stato improvvidamente concessi, e legalizzati retroattivamente da una Commissione generosa a senso unico.
7 - A questo punto il cerchio si chiude. E si capiscono meglio le uscite del Ministro Guidi di questi ultimi giorni.
CONCLUSIONI
Ci
sarà qualcuno a Bruxelles o al Lussemburgo, che si renderà conto della
violazione bella e buona allo stato diritto perpetrata con questa
decisione che confonde di tutto, aiuti di stato e incentivi alle
rinnovabili, decisioni tecniche (di competenza della DG Concorrenza) e
decisioni di armonizzazione
normativa (di competenza del potere legislativo, cioè del Consiglio e
del
Parlamento)?
Ci saranno associazioni di consumatori, o ambientaliste, o sindacati, o imprese straniere sfavorite dagli aiuti di Stato alle imprese
tedesche che si faranno sentire?
E
soprattutto, i candidati italiani alle elezioni europee che ne pensano
di questa invasione di campo dell'organo legislativo al quale
ambiscono, da parte di un potere tecnocratico non eletto da nessuno?
Trovano tutto normale?
O hanno intenzione di battere un colpo?
(*) http://ec.europa.eu/competition/sectors/energy/eeag_en.pdf
(**)
http://www.lastampa.it/2014/04/09/scienza/ambiente/commissione-ue-esenta-lindustria-dal-contributo-a-rinnovabili-tFFpNB171uVVInHxWFmQIM/pagina.html
(***) http://www.qualenergia.it/articoli/20130403-gli-aiuti-alle-fonti-energia-fossili-il-25-percento-del-pil-mondiale
1) http://ec.europa.eu/energy/2030_en.htm
2) http://uk.reuters.com/article/2013/10/11/utilities-renewables-ceos-idUKL6N0I11UF20131011
3) "http://www.energypost.eu/progressive-energy-companies-versus-margritte-group/
4) http://cetri-tires.org/press/2013/16-giugno-2013-le-rinnovabili-coprono-lintero-fabbisogno-energetico-italiano/?lang=it
5) https://www.gdfsuez.com/wp-content/uploads/2014/03/le-groupe-magritte-appelle-a-des-mesures-immediates-et-drastiques-afin-de-preserver-l-avenir-energetique-de-l-europe-19-mars-20142.pdf
6) http://www.gdfsuez.com/journalistes/dossiers-de-presse/groupe-magritte-mesures-preserver-avenir-energetique-europe/
7) http://angeloconsoli.blogspot.it/2012/11/e-necessaria-una-diversa-politica.html
Angelo Consoli
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