Il corpo umano potrebbe tranquillamente arrivare ai 120 anni,
eppure nessuno riesce a raggiungere questa veneranda età. Le cause di
questo, se escludiamo gravi patologie, possono essere collegate al pH. L’equilibrio del pH è la chiave per vivere una vita sana e piena di energia.
I concetti di salute e guarigione si basano sulla nozione di equilibrio. Si è in equilibrio soltanto quando internamente c’è equilibrio tra acidità e alcalinità. Questo equilibrio è l’equilibrio più cruciale dell’organismo ed è essenziale per garantire salute, energia e vitalità.
I concetti di salute e guarigione si basano sulla nozione di equilibrio. Si è in equilibrio soltanto quando internamente c’è equilibrio tra acidità e alcalinità. Questo equilibrio è l’equilibrio più cruciale dell’organismo ed è essenziale per garantire salute, energia e vitalità.
Tutte le reazioni che definiscono le condizioni essenziali di un
ambiente in cui la 'vita' sia possibile, si svolgono nell'ambito di
determinati valori; tra questi il più importante è il rapporto acido/basico. All'interno
del nostro organismo questo rapporto dovrebbe sempre rimanere costante,
si possono però creare delle condizioni troppo acide oppure troppo
basiche.
Per misurare il rapporto acido/basico viene utilizzato un termine di paragone chiamato pH. Nel
campo medico il pH viene utilizzato per misurare i liquidi organici e
in particolare il sangue, la saliva e l’urina. Il pH misura l’acidità o
l’alcalinità di una soluzione liquido. La scala acido-alcalina va dallo 0 (estremamente acido) al 14 (estremamente alcalino), col neutro al punto 7.
Ogni punto in più o in meno equivale a un incremento di 10 volte, per
cui l’acidità di un pH a livello 5 è 10 volte più alta dell’acidità di
un pH a livello 6. Per una buona salute questo rapporto tra acidità e
alcalinità dovrebbe sempre rimanere costante, sebbene possono
verificarsi condizioni troppo acide (situazione assai frequente) o
troppo basiche (condizione abbastanza rara).
Il sangue umano è leggermente alcalino,
compreso tra il 7.30 e il 7.45 e il nostro organismo deve mantenerlo
tale per permettere la vita e la salute del corpo (v. correlati).
I liquidi organici sono tutti leggermente alcalini; i loro valori vanno
da pH 7,1 (la saliva di un uomo sano) a 8,8 (i succhi pancreatici). Per
l’intestino tenue andiamo invece su posizioni più alcaline, col pH a
8.00. Ma per lo stomaco si va su livelli molto acidi, con pH 2.00-3.50,
dove più basso è il pH e più acido e siliceo è l’ambiente, per cui sul
livello pH 1.00-2.00 si corrode lo strato mucoso e il tessuto stesso,
finendo in situazioni di ulcera gastrica.
Sangue alcalino e stomaco acido, formula standard di un corpo umano funzionante.
Esiste un meccanismo che regola l’equilibrio degli acidi e delle basi (sostanze alcaline) contenuti nel sangue, chiamato sistema tampone.
Quando l’equilibrio degli acidi e delle basi si sbilancia, il sistema
tampone, con una serie di processi chimici, riporta tutto in equilibrio.
Una variazione del pH sia in basso che in alto causerebbe gravi squilibri ai processi biochimici in tutto l’organismo.
La scoperta della Dott.ssa Lynda Frassetto.
Nel 1996 la Dott.ssa Lynda Frassetto dell’Università della California in
San Francisco ha scoperto che con l’avanzare dell’età, dopo circa i 45
anni, perdiamo gradualmente i tamponi alcalini – i bicarbonati - nel
nostro sangue. Intorno ai 90 anni perdiamo il 18 % di bicarbonati nel
nostro sangue. Un quantitativo
insufficiente di bicarbonati nel sangue riduce la capacità di gestire
(neutralizzare e scaricare) gli acidi che il nostro organismo produce.
Questa è la causa dell’invecchiamento. L’età di 45 anni è l’età media in
cui gli esseri umani iniziano a mostrare sintomi quali diabete,
ipertensione, osteoporosi e molte altre malattie degenerative. E poiché
non possiamo più gestire gli acidi, li accumuliamo nel nostro corpo,
sotto forma di colesterolo, acido grasso, acido urico, urato, solfato,
fosfato, calcoli renali, ecc.
Troppa Acidità = Problemi.
Se esiste un problema di salute, si è quasi sempre in presenza di troppa acidità. Le
ricerche indicano che se il livello di pH del corpo non è leggermente
alcalino, il corpo non riuscirà a guarire. Per cui indipendentemente dal
tipo di modalità scelta per guarire un problema di salute, la cura incomincerà ad avere effetto soltanto in un ambiente alcalino;
dato che è l’ambiente alcalino che favorisce la guarigione. Se il
livello del pH nel corpo non è in uno stato di equilibrio, non è
possibile assimilare efficacemente le vitamine, i minerali o altre
sostanze supplementari.
“Gli infiniti nomi che diamo alle malattie non hanno alcun valore. Ciò che davvero conta è che derivano tutte dalla stessa causa… troppe scorie acide nel corpo!”
Dott. Theodore A. Baroody
“Esiste solo una malattia, e quella malattia è l’acidosi del corpo causata principalmente da un modo sbagliato di vivere, di pensare e di mangiare… quindi può esserci soltanto un rimedio e un trattamento: alcalinizzare il corpo e ripristinare l’equilibrio, ritornando in questo modo ad avere l’energia, la vitalità e quella vera salute che noi tutti abbiamo il diritto di avere.”
Dott. Robert O. Young
La troppa acidità inibisce l'assimilazione
di sostanze nutritive, produrre nuove cellule, depurare e riparare i
tessuti danneggiati; per giunta un ambiente acido favorisce lo sviluppo
di cellule tumorali e aumenta il livello di suscettibilità
all’affaticamento e alle malattie.
Cause dell’Acidità.
L’eccessiva acidità è dovuta a diversi fattori, tra cui le emozioni negative (collera, paura, stress, preoccupazione), alcol,
aceto, caffè, zucchero, sigarette, proteine animali, oli cotti o
frazionati, cibi trattati, carboidrati raffinati, assenza di riposo ed
esercizio fisico, respirazione superficiale, sostanze chimiche, farmaci,
inquinamento, radiazioni, reazioni del sistema immunitario,
sovraccarico di tossicità, eccessiva alimentazione o qualsiasi altro
processo che impedisca la somministrazione dell’ossigeno e delle altre
sostanze nutrienti alle cellule.
Il sangue è in grado di neutralizzare quantità definite di scorie metaboliche acide.
Quando gli acidi aumentano, essi devono essere neutralizzati. I minerali
alcalinizzanti come potassio, calcio e magnesio, e i sistemi tampone
provvedono a tale funzione mantenendo l’equilibrio acido-base
nell'organismo. Quando, pur con tutti gli
accorgimenti fisiologici, le quantità di scorie metaboliche acide
superano quelle che il nostro organismo è in grado di eliminare, insorge
l’acidosi, ovvero un sovraccarico di sostanze acide
'parcheggiate' in alcuni tessuti, aree di riserva, in attesa di
neutralizzazione e smaltimento.
In questo modo gli organi interessati allo
smaltimento delle scorie metaboliche acide in eccesso si sottopongono a
continui stress organici che, a lungo andare, li deteriorano.
Una dieta non corretta è il primo fattore che predispone all’acidosi. Nel corso degli ultimi decenni, l’alimentazione normale si è arricchita a dismisura di proteine a sfavore di frutta e verdura.
È noto che il metabolismo delle proteine conduce alla formazione di
molti acidi: oggi ben 4 pazienti su 5 soffrono di acidosi tissutale!
Il cibo quindi produce continuamente rifiuti acidi che si aggiungono a
quelli del metabolismo cellulare e il corpo fa del suo meglio per
eliminarli. Tuttavia se non dispone di una sufficiente scorta alcalina,
per mantenere il pH sanguigno costante l'organismo adotta un abile
stratagemma: converte gli acidi liquidi in acidi solidi, come colesterolo o acidi grassi. Infatti se questi acidi non sono sciolti nel sangue, il pH del sangue non si abbassa. Così
facendo però il sangue si addensa e la circolazione diventa lenta al
punto da non fornire abbastanza ossigeno e sostanze nutritive agli
organi vitali. Il corpo necessita di aiuto esterno per innalzare il livello alcalino e ristabilire l’equilibrio.
Osteoporosi e Acidosi.
L’osso, oltre alle sue funzioni di sostegno e protezione, rappresenta
anche una riserva fondamentale di minerali, a cui l’organismo attinge
quando non ha altre riserve. Circa il 98% del calcio e il 75% del
fosfato si trovano nelle ossa. Una di queste funzioni è proprio legata
all’acidosi metabolica: quando l’organismo accumula scorie acide in
eccesso che non riesce ad eliminare con i propri sistemi tampone
fisiologici, l’osso interviene rilasciando
bicarbonati; l’emergenza acidosi viene risolta ma il prezzo da pagare è
un significativo indebolimento del tessuto osseo. E’ proprio questo continuo processo che, nel tempo, facilita l’insorgenza di patologie quali l’osteopenia e l’osteoporosi.
L’uomo ha caratteristiche diverse dagli animali carnivori ed onnivori
Il sangue degli animali carnivori ed onnivori è acido e sta tra il 6 e il 7.
Lo stomaco dell’uomo rivela possedere un’ambiente digestivo acido ma non
super-acido, abbiamo infatti, nel nostro stomaco, 10 volte meno acido
cloridrico degli animali carnivori.
L’uomo ha un intestino molto più lungo di quello degli animali. Questi
ultimi evacuano rapidamente la carne ingerita, mentre nel nostro
intestino, essendo circa 10 volte più lungo di quello dei carnivori, la
carne ristagna alcuni giorni e così ha tutto il tempo per imputridire,
formando sostanze altamente tossiche nonché cancerogene.
Non abbiamo nel fegato l’uricasi, quell’enzima presente negli animali
carnivori il cui compito è quello di scindere l’acido urico prodotto
dalla carne. Pertanto, senza l’enzima uricasi, l’acido urico resta nel
nostro organismo come prodotto di scarto.
La carne digerita (=decomposta), stando a lungo nell’intestino tenue e
crasso, fermenta (crea ambiente acido) e produce tossine, in misura
molto maggiore dei vegetali. Ecco un semplice test: lasciare una carota e
un pezzo di carne a 37 gradi (temperatura corporea) e annusare dopo un
giorno (tempo almeno in cui la carne rimane nell’intestino).
L’anatomia comparata mostra che la dentatura umana sembra essere
predisposta più per una masticazione frugivora e granivora che per
quella carnivora. La vera funzione dei numerosi molari che abbiamo è
quella di tritare finemente semi, noci, grano, ecc.
L’importanza dell’equilibrio acido-basico lungo l’intero circuito gastrointestinale.
Le sostanze sono definite acide quando, in soluzione liquida, tendono a liberare ioni idrogeno
(H+, cioè protoni, ovvero particelle di carica elettrica positiva),
mentre sono definite basiche o alcali quando assorbono ioni H+ per
formare il gruppo ossidrile OH-, che è un anione, ossia una molecola che ha acquistato una carica negativa.
L’organismo umano ha una precisa necessità di mantenere il pH entro
limiti molto stretti, perché i metabolismi e gli scambi biochimici sono
regolati da enzimi che dipendono dal pH, e anche da esigenze di tipo
elettromagnetico.
Acidificazione del sangue e malattie.
L’acidificazione del sangue scatena una serie di disturbi oggigiorno sempre più frequenti: infiammazioni,
pelle secca, crampi, dolori articolari, mancanza di energia,
stanchezza, depressione e confusione mentale, caduta dei capelli,
accresciuta sensibilità al dolore, tendenza a infezioni ricorrenti.
Le scorie acide rappresentano un problema nel corpo umano e costringono
i reni ad eliminarle in continuazione. Se i reni sono sovraccaricati, o
sono depotenziati da insufficienza renale, e se anche il secondo rene
che è la pelle non è in grado di comportarsi da valido partner
eliminativo, i filtri non riescono a starci dietro e le scorie acide si
accumulano nei tessuti provocando malanni a catena:
1) Il fastidioso bruciore allo stomaco.
2) Calcoli renali e calcoli alla cistifellea.
3) Osteoporosi.
4) Cellulite.
5) Invecchiamento pelle.
6) Squilibri ormonali.
7) Dermatiti.
8) Vitiligine.
9) Stanchezza cronica.
10) Alitosi.
11) Radicali liberi.
Affinché l’equilibrio vitale delle cellule si possa mantenere, il loro
nucleo deve presentare una reazione acida ed un citoplasma alcalino.
Questa differenza è fondamentale, in quanto permette lo scambio di
nutrimenti e informazioni tra nucleo e citoplasma. Solo in presenza di
una differenza può avvenire uno scambio, la batteria fornisce corrente
proprio perché i suoi poli hanno un potenziale elettrico differente. Se
l’ambiente in cui vivono le cellule diventa molto acido questa acidità
penetrerà all’interno delle cellule alterando il pH del nucleo e creando
i presupposti per quei fenomeni incurabili che vengono comunemente
chiamati: malattie da degenerazione cellulare.
Il paradosso dell’acido che alcalinizza e del basico che acidifica.
L’acidità e l’alcalinità di un cibo non si
valuta sul suo valore di partenza, ma sugli effetti acidificanti o
alcalinizzanti delle sue ceneri a livello di zona di assorbimento
duodenale.
Ad esempio latticini e carni sono cibi dal sapore alcalino in partenza, ma dopo la digestione rilasciano ceneri fortemente acide, ed è per questo che sono classificati tra i peggiori acidificanti del sangue.
Al contrario la frutta e la verdura,
acidognole al gusto, diventano alcalinizzanti del sangue a livello di
ceneri rilasciate in zona duodenale. I cibi più alcalinizzanti sono per l’appunto limoni, arance e agrumi, che sono in partenza acidi.
Quindi alimenti alcalini in partenza che diventano acidificanti (carni e
latticini), e altri acidognoli in partenza che diventano alcalinizzanti
(agrumi e frutta). L’acqua purissima, come quella distillata, ha un
valore pH di 7.00, corrispondente alla perfetta neutralità.
Per anni la medicina si è basata sulla convinzione generale che, avendo
gli umani il sangue alcalino, si dovesse alcalinizzare pure lo stomaco.
Ma le ultime ricerche dimostrano il contrario. Una dura batosta per Big Pharma, per
le diete carnivore ed acidificanti propugnate dalla medicina, e per i
brodi di carne ospedalieri tanto cari a primari ed infermieri.
Ehret preferiva il limone perché in Germania non arrivavano ancora le buone arance
Ricordiamoci che la spremuta mattiniera di agrumi è un dono preziosissimo della natura.
Il buon Ehret ha insegnato alla gente a bersi il succo di limone con
l’acqua, esprimendo un concetto intelligente di contrasto al muco. A
quel tempo, le arance di Sicilia non trovavano facilmente la via per la
Germania e costavano quanto oggi i manghi e le papaie comperate a Roma e
Milano.
Se il dr Ehret fosse oggi tra noi, non suggerirebbe più il succo di
limone ma esalterebbe il succo d’arancia rossa o bionda che sia.
I gravi errori del mangiare moderno, inclusa la pessima dieta Mediterranea.
L’errore grave della diete odierne è che abbondano in carne, pesce, uova
e latticini, che sono alcalini in partenza ma rilasciano ceneri
superacide. E abbondano pure in pane, pasta, pizza, alimenti cotti, riso
bianco stracotto, cereali cotti, sale, caffè, the, vini, alcolici,
cacao, farmaci, vaccini, tutte sostanze che acidificano più o meno
pesantemente il sangue.
La tipica dieta di un fast food o comunque di un panino con formaggio,
prosciutto e foglia di insalata, più lattina di coca-cola o simili, è un
autentico disastro, un insidioso attentato alla salute.
Assai diverso invece se la pizza è sottile, niente formaggio, niente
proteine e grassi animali, ma tanto avocado, pomodoro, funghi, cipolla,
peperoni, olive, melanzane, patate, rucola con le verdure possibilmente
aggiunte non a inizio ma a metà cottura).
I maschi e le acidificazioni senza scampo.
Noi Adami, mangiando male o magari vivendo una vita perennemente sotto
pressione, studiando e lavorando troppo, facendo troppo sport
agonistico, accumulando troppi stimoli sessuali che aumentano il nostro
testosterone, impedendo alle influenze stagionali di fare il loro corso e
troncandole con farmaci e vaccini,
depauperiamo la miniera di minerale antiacido che è la nostra chioma, e
provochiamo la caduta progressiva dei capelli o il loro imbiancamento
precoce.
Nei maschi una straordinaria fonte minerale al fine di tamponare le sostanze acide, sono i capelli.
La calvizie precoce maschile (androgenica), dalla quale (basta guardarsi
intorno) sono molto più colpiti gli uomini delle donne, non è ascrivibile esclusivamente al compito degli ormoni androgeni, perché tale accadimento, al di fuori del fatto genetico, va
contestualizzato con lo sforzo metabolico urgente da parte del nostro
stesso organismo di attingere i minerali alcalinizzanti da un distretto
corporeo, quale quello appunto del cuoio capelluto, alla stregua di come
riferito per i muscoli e per le ossa, ma potrei aggiungere anche delle
unghie, …, per tamponare proprio il preesistente, costante stato di
acidosi dei tessuti.
Le mestruazioni che salvano le giovani donne.
Nella donna giovane ciò non succede perché l’accumulo acido viene smaltito mensilmente col ciclo mestruale. Non
a caso le femmine, prima del ciclo risultano intrattabili. Chiaro poi
che se la donna è crudista vegana non ha bisogno nemmeno delle
mestruazioni, e le bastano le vampate di calore per purificarsi.
Le donne in menopausa, i capelli cadenti e le vampate di calore.
Anche le femmine diventano soggette alla caduta dei capelli in fase di
menopausa, quando viene a mancare lo scarico delle tossine acide
accumulate. Ma pure qui la natura le può preservare mediante le
cosiddette vampate di calore,
che sono da considerarsi un ennesimo regalo ad Eva da parte del
Creatore, oppure uno stratagemma evolutivo utile a sostituire le
mestruazioni. La controprova sta nel fatto che le vampate avvengono
verso le 18.30, solo 30 minuti prima di uno dei massimi picchi di flusso
acido-corporeo, che avviene esattamente alle 19 di ogni giorno.
La febbre che scioglie gli acidi.
L’aumento della temperatura è infatti uno dei metodi per sciogliere gli acidi accumulati. Ecco ancora una volta l’utilità estrema delle influenze stagionali per maschi e femmine, per bambini e anziani.
Ecco ancora una volta l’importanza di ricordare il nostro grande
Parmenide da Elea o Velia (oggi Castellamare della Bruca), che nel VI
secolo avanti Cristo lanciava, con 2500 anni di anticipo sulla
retrograda medicina vaccinatoria odierna, una frase coniata sulla
pietra: Datemi la potenza della febbre e saprò fare mirabilie.
Fonti
http://valdovaccaro.blogspot.it
http://www.riequilibrio.org
http://www.erboristeriarcobaleno.com
http://www.associazionesum.it
http://www.medicinanaturale.biz
http://www.ariannaeditrice.it
Articolo pubblicato sul sito Un Lungo Sogno
Link diretto:
Nessun commento:
Posta un commento