Dell’America si può dire di tutto, che ci piaccia o meno.
Ma non che non sia un Paese di immigrati.
Praticamente tutta la popolazione degli Stati Uniti d’America è fatta di immigrati negli ultimi quattro-cinque secoli.Ma c’è un piccolissimo problema. Una questione da nulla che viene allegramente glissata quando si tratta di far venire i lucciconi agli occhi per le storie di questi “self made man” partiti con la valigia di cartone e le loro Bibbie, raminghi e in fuga dal terribile “Vecchio mondo”.
È lo sterminio dei popoli autoctoni. Quelli che in America, anche senza chiamarla così, ci abitavano prima di tutto quel che, all’insegna della “civilizzazione moderna”, è sbarcato sulla loro terra ancestrale.
Sì, è vero che anche gli “Indiani d’America” erano giunti passando dalle terre emerse sullo Stretto di Bering… ma qui stiamo parlando di epoche che si perdono nei millenni, mentre la strage pianificata di chi diffonde cortine fumogene strappalacrime è roba recentissima.
Per la quale, tra l’altro – mentre a noi rimasti al di qua dell’Atlantico ci martellano con le nostre eterne “colpe” vere o presunte – nessuno ha mai fatto davvero ammenda, né chiesto davvero scusa. E figuriamoci poi se questi individui baciati dalla sorte del loro “Dio”, che li avrebbe resi dei Paperoni a motivo della loro “elezione”, sono disposti a scucire qualche soldo per risarcire il gravissimo torto perpetrato.
Macché, mentre noi dobbiamo aprire il borsellino perché salta sempre fuori qualche “vittima”, loro continuano imperterriti a fare stragi in giro per il mondo senza che nessuno possa pretendere alcunché a titolo di risarcimento.
Il giochetto è chiaro: solo alcuni nel mondo possono fregiarsi del titolo di “vittime”, con vitalizio assicurato, e solo alcuni vengono esentati dal dover esborsare cifre da capogiro a titolo di “riparazioni”.
E se mettiamo insieme le due categorie privilegiate, scopriamo che si tratta della medesima gente!
Quella che comanda davvero in America, alla faccia dei cinque milioni di “nuovi immigrati” che il novello ‘messia abbronzato’ ci sventola in faccia per rivendicare un primato morale esistente solo nelle fantasie hollywoodiane.
Tra questi “nuovi Americani”, tra cui abbondano le etnie più svantaggiate in quella parodia del rispetto e della tolleranza che è l’America, c’è da stare sicuri che l’industria delle guerre perpetue made in Usa trarrà la sua prossima carne da macello.
Ma d’altra parte han sempre fatto così, quando anche sul finire delle due Guerre mondiali, per salvaguardare la grana che avevano prestato ai loro “alleati”, vennero spediti in Europa frotte di marines “di colore”.
L’abbindolamento dunque va avanti imperterrito: io ti do la mia agognata “cittadinanza” e tu vai a rischiare la pelle per me.
Alla faccia della “nazione in armi”, l’Esercito degli Usa è infatti – come ricordava il compianto John Kleeves – una specie di guardia del supermercato, a difesa di interessi puramente privati camuffati da profonde idealità pubbliche, per cui chi effettivamente va a prendersi le fucilate e a respirare l’uranio impoverito è come un impiegato in mimetica ed equipaggiato di tutto punto.
Questo, dunque, al di là dei pochi ed ostentatissimi esempi di “integrazione” (nel fare soldi, s’intende), è l’amore del sistema americano per “l’immigrato”. Un individuo che alla base della piramide sociale tira la carretta per nulla, spaccandosi la schiena, e che, messo di fronte all’assenza di prospettive, non trova di meglio che andare a morire (o restare mutilato o scioccato a vita) per difendere gli interessi degli stessi furbi che l’hanno sempre sfruttato.
Prendano nota – se non l’hanno già fatto… – i nostri creativi della politica. Si attendono quindi grandi “sanatorie” e “regolarizzazioni”, se quest’Italietta s’incaponirà nel seguire il delirio espansionista del suo potente ed indiscutibile “alleato”.
Enrico Galoppini
fonte: (http://www.ildiscrimine.com/lamerica-quale-paese-immigrati/)
http://www.stampalibera.com/?a=28311
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