La
banca centrale olandese aveva detto che rimpatriava parte delle sue
riserve auree dagli Stati Uniti, divenendo l’ultima banca centrale
europea ad esprimere pubblicamente preoccupazione sulla sicurezza
dell’oro a seguito della crisi del debito della zona euro. Mentre il
dibattito se la Svizzera debba mantenere la maggior parte delle sue
riserve d’oro su suolo svizzero è al culmine, il referendum si svolgerà
domenica, gli olandesi annunciano di aver appena segretamente
rimpatriato ad Amsterdam 122 tonnellate di riserve auree da New York.
L’oro, del valore di 5 miliardi di dollari oggi, rappresenta il 20%
delle riserve dei Paesi Bassi. Ora il 31% delle riserve è ad Amsterdam.
Un altro 31% sarebbe a New York, mentre il resto tra Ottawa e Londra,
gli stessi luoghi in cui la maggior parte dell’oro svizzero sarebbe
conservato.
La tendenza al rimpatrio dell’oro iniziò con Hugo Chavez che
riportò a Caracas l’oro venezuelano, nel 2011. Fu seguito da altre
grandi nazioni e banche centrali, in particolare la Germania. Il
rimpatrio è indotto dal sospetto che la Federal Reserve e altre
banche centrali abbiano prestato o venduto l’oro che detenevano ad
altri Paesi e che sia stato utilizzato per comprimere il prezzo dell’oro
negli ultimi anni. Stranamente, le riserve auree della Federal Reserve
non sono verificate da oltre 50 anni. L’ultimo controllo e l’ultima
visita pubblica avvenne nel 1953, poco dopo che il presidente Dwight
Eisenhower assunse l’incarico. Nessun esperto fu autorizzato a
presenziare a tale verifica e la squadra vi rilevò solo il 5% dell’oro.
Quindi, non c’è stata una verifica completa di Fort Knox in oltre 60
anni.
Le richieste di rimpatrio dell’oro sono aumentate dal crollo di Lehman e con la crisi finanziaria globale, causate dalle preoccupazioni che se gli Stati Uniti e il mondo subiscono un crollo sistemico o la crisi del dollaro, le nazioni avrebbero difficoltà a proteggere le proprie riserve auree. La preoccupazione è che una FED disperata possa nazionalizzare le riserve auree internazionali, per evitare il crollo del dollaro o ricostruirne la fiducia dopo una crisi valutaria. E’ interessante notare che, mentre alcuni economisti occidentali come Paul Krugman continuano a denigrare l’oro, le banche centrali occidentali non sembrano vederlo come una “reliquia della barbarie”. Né le controparti orientali e cinesi, che tranquillamente riducono le loro riserve in dollari, euro e sterlina aumentando quelle auree, negli ultimi anni. La banca centrale olandese s’è spinta ad affermare che l’azione era volta a creare fiducia sulla capacità della banca centrale nel gestire le crisi.
La prospettiva di ulteriori spedizioni dagli Stati Uniti rimane
aperta, mantenendo il segreto sui dettagli logistici. Vi sono domande su
come gli olandesi hanno potuto rimpatriare un tale volume di oro quando
la richiesta della Germania è stata tralasciata. Forse l’approccio
discreto degli olandesi ha consentito alla Federal Reserve di
agire, permettendosi di raccogliere il metallo sul mercato. Analisti
scettici hanno suggerito che la diminuzione delle riserve auree potrebbe
rivelarsi utile per la Federal Reserve di New York. Vi sono
anche domande sul fato delle riserve auree ucraine dopo che l’oro è
scomparso dalla banca centrale ucraina subito dopo il colpo di Stato
sponsorizzato dagli Stati Uniti che ha imposto un nuovo governo.
Gli olandesi vedono l’oro favorevolmente quale importante patrimonio monetario e hanno anche hanno dimostrato la loro convinzione che possedere oro sicuro sia della massima importanza. Anche se la Banca centrale tedesca ha dichiarato fiducia nella custodia statunitense delle riserve auree, nonostante gli sia stato negato l’accesso più volte a New York, la campagna per il rimpatrio dell’oro della Germania rimane alta. Se l’iniziativa sull’oro svizzero passa o meno, va notato che la maggioranza degli svizzeri è ben consapevole del ruolo che l’oro svolge soprattutto in tempi di crisi. Durante la riforma in Europa fu in questi tre Paesi, Germania, Svizzera e Paesi Bassi, che fiorì il pensiero indipendente.
Le popolazioni sono “stordite” negli ultimi anni, ma
queste nazioni hanno ancora un alto livello di dibattito pubblico e
l’importanza su prudenza, risparmio e oro è ben compreso da molti.
Crediamo che le altre banche centrali potrebbero avere già
tranquillamente cercato o cercheranno di rimpatriare il loro oro da New
York, Ottawa e London. Ciò può creare a breve pressione sulle banche
centrali costrette ad entrare nel mercato per acquisire lingotti fisici
che si pensa già possiedano. Se questi custodi non sono in possesso
dell’oro che sostengono di avere, saranno costretti a comprare oro sul
mercato aperto, dove l’offerta è estremamente ristretta visto che l’oro è
assai richiesto. Crediamo, come gli olandesi, che possedere lingotti
d’oro o conservarli in luoghi sicuri come Singapore, Hong Kong e Zurigo,
possa essere considerato una sicurezza.
Mark O’Byrne, Global Research,
Mark O’Byrne è direttore della ricerca di GoldCore.com
da lui fondata nel 2003. GoldCore è uno dei principali broker dell’oro
nel mondo e ha oltre 4000 clienti in 40 Paesi e con oltre 200 milioni di
dollari di patrimonio gestito e depositato tra Londra, Zurigo,
Singapore, Hong Kong, Dubai e Perth.
Copyright © 2014 Global Research
https://aurorasito.wordpress.com/2014/11/26/122-tonnellate-doro-segretamente-rimpatriati-nei-paesi-bassi/
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