Frank-Walter Steinmeier non ritiene possibile neanche
l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Secondo la sua opinione, la
modernizzazione economica e politica dell’Ucraina rappresenta un
“progetto per alcune generazioni”. Pertanto, è convinto il politico, non
ha senso parlare della partecipazione dell’Ucraina all’Ue, nemmeno in
un futuro remoto.
Già in agosto il governo ucraino ha
presentato al parlamento la legge sull’abolizione dello status neutrale e
sulla ripresa della linea verso l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Ma
erano vicine le elezioni, per cui la commissione per la sicurezza
nazionale e per la difesa del parlamento ha raccomandato di esaminare la
questione già con la nuova composizione del parlamento. Ma quali che
siano le leggi approvate dai deputati, le prospettive di entrata
dell’Ucraina nell’alleanza sono assai vaghe, dice Serghej Ermakov,
esperto dell’Istituto russo delle ricerche strategiche:
Le prospettive di cambiamento dello status neutrale dell’Ucraina sembrano illusorie. Penso che i nuovi dirigenti ucraini lavoreranno per fissare nella costituzione tutti i necessari cambiamenti. Tali cambiamenti servono ai nuovi dirigenti perché non si sentono capaci di venire a capo né della difficile situazione in politica estera, né di quella in politica interna ed economica. Vedono in ciò la possibilità di incanalare il malcontento della popolazione per la situazione economica verso l’area esterna, verso la Russia.
Negli USA
capiscono benissimo in quale stato deplorevole versano l’economia e la
politica dell’Ucraina. Ma ciò li preoccupa poco. Per Washington
l’importante è mantenere nelle autorità di Kiev la convinzione che per
gli ucraini stia per arrivare da un momento all’altro il paradiso
nordatlantico ed europeo. Venerdì il rappresentante del Dipartimento di
Stato, Jeff Ratke, ha dichiarato che l’America sostiene l’aspirazione
dell’Ucraina di diventare membro dell’alleanza. A che ciò serve agli
USA? È una buona occasione per far paura all’Europa e per motivare
l’estensione dei confini della NATO. Ma tale estensione crea già una
minaccia diretta per la sicurezza della Russia, afferma l’esperto
militare Andrej Klinćevič:
Ci rendiamo perfettamente conto che la tendenza principale nella NATO è imposta dagli USA che si assumono il principale onere finanziario. Ma i paesi scelgono questa alleanza come protezione dall’aggressione esterna. Ed invece, gli americani impongono loro una strategia offensiva. La loro concezione più recente è la “teoria del colpo globale”, quando nell’arco di un’ora dopo l’adozione della relativa decisione deve essere inflitto un colpo con le forze non nucleari contro quasiasi bersaglio mobile e stazionario in qualsiasi punto del mondo. In altre parole, hanno riveduto la costruzione delle forze armate comprendendo che se assesteranno per primi il colpo con le forze non nucleari, non è garantito che l’avversario si deciderà ad infliggere un colpo nucleare.
Stando
all’esperto, il tempo di arrivo di missili da crociera dall’Ucraina al
territorio della Russia è di alcuni minuti. In questo caso si vede
nettamente la tendenza di avvicinamento ai confini russi per poter
assestare un “colpo disarmante”. Anche influenti esperti americani
convengono che si tratta appunto di un’aggressione della NATO, anziché
di quella della Russia.
L’alleanza la scelto la
strategia “tutto o niente”, scrive James Petras, professore
dell’Università di Binghamton di New York, nell’edizione Global
Research. Per occupare tutta l’Ucraina la NATO distrugge con le mani
della stessa Ucraina il sud-est ribelle del paese, elimina la sua
popolazione e produzione e conduce anche una massiccia guerra economica
contro la Russia, rileva Petras. Di fatto la NATO ha riservato
all’Ucraina il ruolo di una gigantesca base militare multifunzionale
degli USA nell’Europa Orientale. Stando al professore, le conseguenze di
questa follia diventano più serie con ogni ora che passa.
Anche
in Europa capiscono che Washington ha deciso di cavar le castagne dal
fuoco con le mani di altri. Persino se l’alleanza riuscirà a realizzare
il suo primo colpo, gli europei ne risentiranno lo stesso. La sicurezza
dell’Europa dipende non dall’avanzamento della NATO verso l’Est, né
dalla creazione di nuove basi militari. Lo capiscono bene, ad esempio,
in Finlandia che non vuole entrare nell’alleanza. Secondo le parole del
presidente finlandese Sauli Niinistö, l’ingresso della Finlandia nella
NATO potrebbe peggiorare sensibilmente i rapporti del suo paese con la
Russia. Ma la Russia oggi è uno Stato forte. A che serve guastare i
rapporti con la stessa?
Igor Siletskij
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