giovedì 20 novembre 2014

Addio Costituzione, l’Ue è fuorilegge e cospira contro di noi

 
Non c’è neanche un solo diritto fondamentale enunciato dalla Costituzione che non risulti alterato in maniera sostanziale dall’applicazione dei trattati europei: la critica dell’Ars non è solo critica all’euro, ma critica all’Unione Europea. L’Italia ha giocoforza subìto una rivoluzione, che è maggiore rispetto ad altri Stati appartenenti all’unione: dai primi anni ‘90 abbiamo modificato il sistema processuale penale, il sistema di distribuzione dei poteri dal centro alla periferia, il sistema elettorale (ribaltandone completamente i presupposti), ci si è spinti verso l’aziendalizzazione delle università spacciandola per “autonomia” e infine si è modificata la legge bancaria del 1936, che fu posta a fondamento del nostro sistema economico. Con una “legge-delega” (che toglie di fatto dal dibattito democratico del Parlamento l’attività legislativa) venne introdotto con il Tub (Testo Unico Bancario, 1994) un nuovo concetto di banca come non più “istituzione pubblica”, ma moderna “società di diritto privato”; il Tuf (Testo Unico Finanza, “legge Draghi”, 1998)  liberalizzò mercati e intermediari finanziari dettando i “principi generali” e lasciando, in delega agli stessi, le modalità di regolamentazione in barba ai principi costituzionali.

Monti e DraghiNel 1992 Carli formalizzò la separazione della banca centrale dal Tesoro e consentì il processo di costituzione della Bce, banca centrale di uno “Stato che non c’è”. Questa rivoluzione è avvenuta, ed è fondamentale ricordarlo, non a causa dell’euro, ma ancor prima per responsabilità dei trattati dell’Ue: dagli anni ‘80, e poi definitivamente con Maastricht, i princìpi fondamentali delle costituzioni europee sono diventati feticci, la Costituzione italiana è stata presa di mira poiché in contrasto coi trattati, e conseguentemente disinnescata.

Questo meccanismo perpetrato di disinnesto delle sovranità nazionali ci ha condotti verso l’impossibilità giuridica di disciplinare numerose materie di interesse pubblico. Un paese liberista, come l’Ue impone ai propri membri, è per forza globalista. Un paese che viceversa pianifica la propria economia, come ci imporrebbe il dettato costituzionale, è un paese dove il popolo, la legge e lo Stato controllano, disciplinano e dirigono la res publica in modo più o meno socialista.

Una norma fondamentale contenuta nella nostra Costituzione, l’articolo 41, enuncia: “La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. La parte più nobile del trattato costituzionale è dunque la parte che disciplina i rapporti economici: ristabilire la legalità costituzionale significa pertanto prevedere partecipazioni statali ed aiuti di Stato ad imprese in settori strategici (misura che portò la nostra industria pubblica ad essere avanguardia nel mondo).

Oggi, all’interno dell’Unione Europea, tutto questo risulta essere inapplicabile. Inoltre, per imporre di nuovo un sistema progressivo di imposizione bisognerebbe limitare la circolazione dei capitali: non esiste nessun esperienza socialista o socialdemocratica che non abbia applicato questo principio come era applicato da noi prima della distruzione economica, ma soprattutto sociale, di questo nostro intero continente. L’unico internazionalismo (parola tanto abusata quanto ostica) accettabile è quello in cui si ha un rapporto di pace tra stati socialisti. E sovrani.

(Martina Carletti, “Euro, Unione Europea o socialismo?”, da “Appello al Popolo” del 23 ottobre 2014).

fonte: http://www.libreidee.org/2014/11/addio-costituzione-lue-e-fuorilegge-e-cospira-contro-di-noi/
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L’Europa Unita è un sogno. Un continente ricco e progredito che fa cadere le barriere al suo interno per diventare più competitivo e dunque mantenere il ruolo centrale nel mondo. Le sovranità nazionali sono sacrificabili in nome di tale progresso.

…E allora cosa c’è che non va?

Beh, è molto semplice: se fosse cosi bello e conveniente…. perché ci mentono in continuazione?

I mass-medi sono ormai una menzogna continua. È quasi divertente vedere politici e giornalisti arrampicarsi sugli specchi unti, contro ogni evidenza. Si vogliono non far vedere dei fatti cosi evidenti che per nasconderli si è creato un palcoscenico con sopra ogni sorta di equilibrista, clown, prestigiatore, giocoliere che come i pazzi ossessivamente cercano di nascondere al pubblico ciò che accade dietro le loro spalle nonostante gli avvenimenti siano ormai cosi traboccanti e incontenibili che non basterebbe neanche un buco nero a nasconderli.

Tutti quelli che si stracciano le vesti, con i lacrime agli occhi, parlando della pace in Europa, del futuro che ci attende, dei l’inevitabilità del processo SI guardano bene dall’andare oltre. Classico esempio Benigni che intervistato nella prima puntata della nuova stagione di Ballaró ha tessuto le lodi, in perfetto stile buonista, in perfetto stile Fabio Fazio, dell’unificazione dell’Europa dimenticandosi di dire (o di accorgersi) che N O N È V E R O N I E N T E!!!!

Non c’è nessuno buonismo dietro questo progetto lungo decenni. C’è un progetto FINANZIARIO e tutti i buoni propositi semplicemente non esistono. Non si cede sovranità in nome di uno stato più solido, democratico e sovrano. Si cede sovranità alla finanza, alle lobby, alle multinazionali che impongono uno stile di vita ancora più che consumista, che si basa sul togliere conoscenze abilità, cultura, si basa sul l’annullamento della storia, sul revisionismo, si basa sulla manipolazione della massa con slogan, propaganda becera e ignorante. È un’Europa che teme il progresso vero perché è basata sullo sfruttamento non sul benessere, teme l’automazione, l’energia libera e tutte quelle tecnologie che possono emancipare.

Teme la cultura che può smascherare l’orrendo imbroglio, teme gli intellettuali, uccidendo o emarginando quelli veri, prezzolando e sponsorizzando quelli falsi, bugiardi, quelli pronti a vendersi come una prostituta qualunque sui sedili di un 128 col primo contadino vecchio grezzo e puzzolente.

Il sogno si tramuta in incubo futurista di uno stato finto democratico ma vero totalitario dove il totalitarismo è nel pensiero unico della propaganda a tutti i costi, nella manipolazione sistematica della realtà diventata ormai Orwelliana nel midollo. In 1984 si “forzava” la convinzione di star aumentando la razione settimanale di cioccolato quando in realtà si stava dimezzando, grazie ai “revisori” che cancellavano su libri, riviste e quotidiani ogni notizia, ogni riferimento potesse smentire la falsa nuova notizia.

Siamo pieni di revisori che con la faccia come il culo, senza la minima vergogna si vendono per mentire, travisare, confondere.

In più voglio aggiungere che non sono neanche capaci!!! Nessuno di questi “spin” è all’altezza della situazione. Le loro menzogne sono tangibili, smascherabili troppo facilmente. Non riescono a coinvolgere davvero nessuno. Non esiste un progetto europeo con il quale far inghiottire alla gente tutte le malvagità perpetrate. Diciamoci la verità, Adinolfi non capisce un cazzo e riesce solo a ribattere con slogan da asilo nido a cose dirette e incontestabili.

Cosi mi propongo! Non è uno scherzo. C’è bisogno di una propaganda ben fatta, di piani concreti mirati. C’è bisogno di dare alla gente un sogno credibile, dei valori concreti per unirli insieme in questo cambiamento e non vedendo nulla del genere al livello Europeo se non appunto dilettanti allo sbaraglio, mi propongo perché posso aiutare a spargere gente che davvero sappia, senza perdere mai credibilità, veicolare un sognone una visione.

Gingo

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