La visita del ministro della Difesa russo Sergej Shojgu in Azerbaigian è un’ulteriore prova che la Russia cerca di aumentare l’influenza e bloccare le ambizioni occidentali nella regione del Caspio.
Durante
la visita del ministro della Difesa russo Sergej Shojgu in Azerbaigian,
Baku e Mosca hanno deciso d’istituire un sistema di sicurezza
collettiva nella regione del Caspio. Uno dei passaggi chiave saranno le
esercitazioni congiunte di reazione alle emergenze nel 2016. Alla luce
dell’ultimo vertice del Caspio, il 29 settembre ad Astrakhan, tale mossa
ha implicazioni sul rapporto tra Russia e NATO, sulla capacità di
combattere la diffusione del jihadismo e sui futuri progetti di gasdotti
alternativi nella regione. La visita di Shojgu a Baku è il primo
contatto attivo tra le due nazioni da quando Azerbaigian e Russia non
poterono accordarsi sull’estensione del contratto di locazione della
stazione radar di Gabala.
Ora il periodo di disaccordi sembra essere
stato superato con vari successi, tra cui i risultati del vertice del
Caspio. Questa volta i capi di Russia, Iran, Azerbaigian, Kazakistan e
Turkmenistan hanno partecipato al vertice. Il problema principale degli
Stati costieri del Mar Caspio, come in passato, continua ad essere la
suddivisione del fondale del Caspio. Secondo il presidente russo
Vladimir Putin, l’accordo dei cinque riguarda suddivisione marittima,
dei fondali e sottosuolo, trasporto e pesca del Mar Caspio. La maggior
parte delle acque Caspio resterà d’uso comune per tutti. Mosca ha anche
proposto che i Paesi partecipi tengano esercitazioni congiunte di pronta
reazione nel 2016.
Il vertice ha adottato una dichiarazione politica,
firmata dai capi dei Cinque del Caspio. Le parti coinvolte nel vertice
hanno deciso che, entro il 2018, la questione della suddivisione del
fondale del Caspio sarà finalmente risolta e il relativo documento
firmato. Il documento, dopo 20 anni di negoziati, stabilirà lo status
giuridico del Mar Caspio e definirà i principi per lo sfruttamento delle
sue risorse da parte dei Paesi rivieraschi, oltre a fornire una
delineazione delle sue zone marittime.
Tuttavia, i risultati del vertice
dei Paesi del Mar Caspio ad Astrakhan difficilmente possono essere
considerati una “svolta epocale”, o anche un incontro che finalmente
rimuove ogni ostacolo alla collaborazione tra i responsabili politici di
questi Paesi. Tuttavia, vi è stata una decisione importante sulla
questione della divisione della piattaforma del Caspio, adottata e
registrata nella dichiarazione politica del vertice. La decisione dei
Cinque del Caspio prevede una zona di 25 miglia per ciascuno dei
partecipi, 15 miglia di responsabilità per ogni Stato costiero, per lo
sviluppo delle risorse del Caspio (principalmente giacimenti di
idrocarburi) e 10 miglia per pesca e navigazione. Il rappresentante
speciale del Presidente della Federazione Russa, Igor Bratchenko, ha
annunciato la posizione originaria della Russia: il Mar Caspio dovrebbe
essere disponibile all’uso comune.
Questa posizione è sostenuta
dall’Iran che è comunque partner strategico di Mosca. Tuttavia, gli
altri Paesi, come Azerbaigian e Kazakistan, erano a favore di una zona
di 25 miglia di responsabilità. Nessuna decisione finale è stata presa
al vertice di Astrakhan, relativa alla divisione della piattaforma, s’è
solo dichiarato l’intenzione di volere mettere a punto un documento per
il prossimo vertice, tra due anni. Tuttavia, ciò non sminuisce
l’importanza del vertice per la Russia e gli altri attori dell'”accordo
sul Caspio”. Per Mosca, questo vertice s’è rivelato importante per il
fatto che v’è la reale opportunità di negoziare lo sfruttamento delle
risorse minerarie del Mar Caspio con tutte e cinque le potenze
rivierasche. Per avviarlo, la Russia ha mostrato flessibilità
diplomatica su questo difficile argomento.
Perché l’occidente è interessato al vertice sul Caspio?
Per i giocatori esterni, Stati Uniti, UE, Turchia e Israele, che hanno interessi rilevanti nel Mar Caspio o cooperano con alcuni Paesi della regione, non considerano la questione come definitivamente risolta. Non è un caso che la portavoce del dipartimento di Stato gli Stati Uniti, Jen Psaki, commentando i risultati del vertice di Astrakhan, ha detto che si tratta solo di una dichiarazione di intenti. Tuttavia, in realtà, Washington seguiva da vicino la riunione, essendo il Mar Caspio un settore prioritario per gli interessi nazionali degli Stati Uniti, così come per la Turchia e gli altri Paesi della NATO. La ragione è che i progetti energetici che coinvolgono l’esportazione di idrocarburi sono promossi da Stati Uniti e altri Paesi occidentali (e dalla Turchia) in alternativa ai progetti russi incentrati sui grandi giacimenti di petrolio e gas nel bacino del Caspio. Washington ha già proposto (e continua a proporre) ad alcuni Paesi, in particolare l’Azerbaijan, di ospiti una “forza di reazione rapida” che, composta soprattutto da truppe USA, sarebbe usata “per la protezione degli oleodotti in costruzione” dei progetti energetici occidentali.
Per i giocatori esterni, Stati Uniti, UE, Turchia e Israele, che hanno interessi rilevanti nel Mar Caspio o cooperano con alcuni Paesi della regione, non considerano la questione come definitivamente risolta. Non è un caso che la portavoce del dipartimento di Stato gli Stati Uniti, Jen Psaki, commentando i risultati del vertice di Astrakhan, ha detto che si tratta solo di una dichiarazione di intenti. Tuttavia, in realtà, Washington seguiva da vicino la riunione, essendo il Mar Caspio un settore prioritario per gli interessi nazionali degli Stati Uniti, così come per la Turchia e gli altri Paesi della NATO. La ragione è che i progetti energetici che coinvolgono l’esportazione di idrocarburi sono promossi da Stati Uniti e altri Paesi occidentali (e dalla Turchia) in alternativa ai progetti russi incentrati sui grandi giacimenti di petrolio e gas nel bacino del Caspio. Washington ha già proposto (e continua a proporre) ad alcuni Paesi, in particolare l’Azerbaijan, di ospiti una “forza di reazione rapida” che, composta soprattutto da truppe USA, sarebbe usata “per la protezione degli oleodotti in costruzione” dei progetti energetici occidentali.
Le implicazioni del vertice Caspio per il Medio Oriente
Per i Paesi di Medio Oriente e Asia Centrale, il vertice è importante soprattutto per l’attenzione di grandi organizzazioni internazionali come la Shanghai Cooperation Organization (SCO), in cui Paesi come Russia e Kazakistan sono membri. Per la regione del Medio Oriente, è importante l’intenzione espressa dalle controparti nella lotta al terrorismo internazionale. Ciò è particolarmente importante oggi, alla luce della guerra dello Stato islamico (IS) in vasti territori di Siria e Iraq. Secondo dati recenti, tale organizzazione è supportata da un gruppo terroristico dell’Asia centrale, il Movimento Islamico dell’Uzbekistan (IMU), i cui combattenti sono coinvolti in attività terroristiche in Afghanistan e Pakistan.
Per i Paesi di Medio Oriente e Asia Centrale, il vertice è importante soprattutto per l’attenzione di grandi organizzazioni internazionali come la Shanghai Cooperation Organization (SCO), in cui Paesi come Russia e Kazakistan sono membri. Per la regione del Medio Oriente, è importante l’intenzione espressa dalle controparti nella lotta al terrorismo internazionale. Ciò è particolarmente importante oggi, alla luce della guerra dello Stato islamico (IS) in vasti territori di Siria e Iraq. Secondo dati recenti, tale organizzazione è supportata da un gruppo terroristico dell’Asia centrale, il Movimento Islamico dell’Uzbekistan (IMU), i cui combattenti sono coinvolti in attività terroristiche in Afghanistan e Pakistan.
Perché il vertice Caspio è importante per la Russia?
Il risultato più importante del vertice di Astrakhan è che Mosca ha delineato le priorità politiche in questa regione molto importante per la Russia, sia sui progetti energetici con finanziamenti russi che dal punto di vista del rafforzamento della posizione politica di Mosca rispetto ai Paesi presenti al vertice come Iran, Kazakistan e Turkmenistan. Oggi, il ruolo del Mar Caspio negli interessi nazionali della Russia è aumentato considerevolmente. Particolarmente importante è il ruolo della regione in connessione al ritiro delle truppe NATO e USA dall’Afghanistan, alla grave crisi politica in Ucraina e al riorientamento della politica estera della Russia verso l’Asia.
Il risultato più importante del vertice di Astrakhan è che Mosca ha delineato le priorità politiche in questa regione molto importante per la Russia, sia sui progetti energetici con finanziamenti russi che dal punto di vista del rafforzamento della posizione politica di Mosca rispetto ai Paesi presenti al vertice come Iran, Kazakistan e Turkmenistan. Oggi, il ruolo del Mar Caspio negli interessi nazionali della Russia è aumentato considerevolmente. Particolarmente importante è il ruolo della regione in connessione al ritiro delle truppe NATO e USA dall’Afghanistan, alla grave crisi politica in Ucraina e al riorientamento della politica estera della Russia verso l’Asia.
Mosca
dovrà prendere in considerazione tutto questo per promuovere la propria
politica nel Mar Caspio, data la collisione delle posizioni di Russia e
occidente, in particolare nel contesto della crisi in Ucraina. Il Mar
Caspio è anche un fattore della politica estera, nel perpetuarsi delle
sanzioni occidentali a Russia e Iran. Gli Stati Uniti vedranno mai
l’Iran come partner strategico dopo l’annullamento delle sanzioni
finanziarie ed economiche occidentali a Teheran per lo sviluppo del
proprio programma nucleare? Tuttavia, il rischio principale per la
Russia nel Mar Caspio è l’alta probabilità dei progetti alternativi
occidentali sul trasporto degli idrocarburi in alcuni Paesi rivieraschi,
così come il loro riorientamento politico verso l’occidente, con
l’eventuale spiegamento di contingenti e navi militari occidentali nel
Mar Caspio.
A questo proposito, la proposta di Mosca ai Paesi al vertice
di tenere esercitazioni congiunte di risposta alle emergenze nel 2016, è
molto probabilmente una risposta all’esercitazione militare “Rapid Trident 2014”
in Ucraina occidentale. Ciò dimostra la disponibilità della Russia, in
collaborazione con i partner dei Cinque del Caspio, a rispondere alla
NATO che si avvicina ai confini della Russia, anche in relazione agli
eventi in Ucraina. Lo confermano gli accordi raggiunti nel corso della
visita del ministro della Difesa russo Sergej Shojgu in Azerbaijan, e i
risultati dei colloqui con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliev.
Russia e Azerbaijan si alleano nonostante le differenze passate
Russia e Azerbaigian concordano sulla prospettiva di creare un sistema di sicurezza collettiva nella regione del Caspio. Tale sistema dovrebbe includere tutti gli Stati litoranei sulla base del principio, confermato al vertice, di permettere la presenza di forze armate e armamenti sul Mar Caspio dei soli Cinque del Caspio e a nessun Paese esterno. Così i partecipanti al vertice di Astrakhan hanno firmato un accordo per condurre esercitazioni militari congiunte, tra i due Paesi, nel 2015. Molti media russi si sono affrettati a definire gli accordi ‘svolta sul Caspio’, sorprendendo molti esperti che credevano che Baku fosse più concentrata su partenariati, anche militari, con Stati Uniti, Turchia e Israele. Così, Baku difficilmente avrebbe accettato di partecipare alle esercitazioni congiunte con la Russia, per non parlare della creazione di un sistema di sicurezza collettiva dei Cinque del Caspio. Sembra che Baku abbia seriamente rivisto le esigenze sulla sicurezza alla luce dei recenti avvenimenti in Ucraina.
Russia e Azerbaigian concordano sulla prospettiva di creare un sistema di sicurezza collettiva nella regione del Caspio. Tale sistema dovrebbe includere tutti gli Stati litoranei sulla base del principio, confermato al vertice, di permettere la presenza di forze armate e armamenti sul Mar Caspio dei soli Cinque del Caspio e a nessun Paese esterno. Così i partecipanti al vertice di Astrakhan hanno firmato un accordo per condurre esercitazioni militari congiunte, tra i due Paesi, nel 2015. Molti media russi si sono affrettati a definire gli accordi ‘svolta sul Caspio’, sorprendendo molti esperti che credevano che Baku fosse più concentrata su partenariati, anche militari, con Stati Uniti, Turchia e Israele. Così, Baku difficilmente avrebbe accettato di partecipare alle esercitazioni congiunte con la Russia, per non parlare della creazione di un sistema di sicurezza collettiva dei Cinque del Caspio. Sembra che Baku abbia seriamente rivisto le esigenze sulla sicurezza alla luce dei recenti avvenimenti in Ucraina.
Ovviamente, preoccupata dalla
prospettiva di una Majdan in Azerbaijan, così come la più reale minaccia
islamista jihadista del SIIL (che potrebbe diffondersi in Azerbaijan),
Baku ci ha ripensato. Rimane la questione del Turkmenistan, che molto
probabilmente gioca una grande partita con l’occidente. Il Turkmenistan
desidera evidentemente esportare i propri idrocarburi (soprattutto gas)
partecipando attivamente ai progetti di gasdotti occidentali alternativi
a quelli russi. Tuttavia, l’avanzata della minaccia islamista nella
regione dell’Asia centrale, ancora una volta alla luce delle possibili
attività terroristiche congiunte di SIIL e taliban, può incoraggiare
Ashgabat a partecipare al sistema di sicurezza collettiva nel Mar Caspio
proposto dalla Russia. Quindi, a quanto pare, possiamo dire che la
Russia inizia a sciogliere il difficile “nodo del Caspio”.
Vladimir Sotnikov Russia Direct
Vladimir Sotnikov
è un esperto di affari internazionali presso l’Istituto di Economia
Mondiale e Relazioni Estere e l’Istituto di Studi Orientali
dell’Accademia delle Scienze Russa (RAS).
http://aurorasito.wordpress.com/2014/11/04/il-cremlino-rafforza-linfluenza-sul-mar-caspio/
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