Se voi vi soffermate un po’ a parlare
con la gente, a sentire le opinioni delle persone comuni per strada, al
bar, nei negozi, in fila alle casse del supermercato, vi accorgete di un
fenomeno apparentemente molto strano: tutte le volte che il discorso
scivola sulla politica, vi accorgete che la gente è in stragrande
maggioranza malcontenta, irritata, insoddisfatta, arrabbiata per ciò che
fanno i nostri governanti, ha la percezione – a mio parere
assolutamente esatta – che coloro che ci governano stanno portando
questa nostra sciagurata Italia alla malora.
Tutto questo sarebbe forse normale in un
sistema autoritario, ma ALMENO IN TEORIA in democrazia dovrebbe
esistere la sovranità popolare, la gente dovrebbe avere voce in capitolo
sul proprio destino. Allora come si spiega che periodicamente nelle
urne la gente va a dare il proprio sostegno in misura maggioritaria a
quegli uomini e a quelle forze politiche per i quali e per le quali in
periodo non elettorale manifesta una così evidente e viscerale
avversione?
Io non sono cristiano, non credo nella
religione del “discorso della montagna”, ma ciò non toglie che nei
vangeli sia contenuta qualche perla di saggezza da cui si può trarre
insegnamento, e una di queste è “La verità rende liberi”. Questa
affermazione ha un correlativo simmetrico: la menzogna rende schiavi, e
bisogna rilevare che nella nostra epoca mediatica l’arte di ingannare si
è sviluppata in maniera prodigiosa. Abraham Lincoln diceva che “Non si
può ingannare tutti per sempre”. Sarà, ma di sicuro è possibilissimo
ingannare moltissima gente per moltissimo tempo.
Io credo che la maggior parte degli
Italiani abbia idee fondamentalmente errate sul tipo di potere che
governa in Italia, sulla sua natura e le sue finalità, idee che sono
instillate precisamente dal sistema mediatico al servizio del potere, e
quando esercita quel misero brandello di sovranità che gli è concessa
quando entra in una cabina elettorale, compie le sue scelte sulla base
di queste idee errate. Partiamo dal principio base della medicina,
nessuna terapia efficace è possibile se non a partire da una corretta
diagnosi, e la maggior parte degli Italiani non ha un’idea, non diciamo
corretta ma nemmeno realistica di quel che è avvenuto nel nostro Paese
nell’ultimo quarto di secolo.
L’Italia è, come tutti gli odierni stati
europei, uno stato a sovranità limitata tanto quanto e forse ancor più
di quanto lo fossero i Paesi del Patto di Varsavia quando esisteva
l’Unione Sovietica. Dipendiamo dall’ONU, dalla NATO (che non è affatto
un’alleanza alla pari, ma una forma più o meno mascherata di occupazione
militare da parte degli Stati Uniti), dalle istituzioni cosiddette
europea, in più – e questa è una “specialità” tutta nostra – da
un’organizzazione religiosa, il Vaticano, che si può a malapena definire
uno stato, eppure è in grado di interferire nella nostra vita civile
come e quando vuole.
Quante volte, quando i nostri politici
hanno applicato tagli sempre più pesanti alla nostra economia e
applicato imposizioni fiscali sempre più gravose, si sono giustificati
dicendo “Ce lo chiede l’Europa”? In realtà, non ci è richiesto ma ci è
imposto, e non dall’Europa, ma da un’organizzazione di banchieri,
finanzieri, affaristi in gran parte privata e le cui finalità sono i
propri profitti, non certo il benessere dei popoli europei, frutto
degenere e putrido del liberismo estremo, del “pensiero unico” che ci
vogliono imporre nella speranza che non ci siano rimasti più di quattro
neuroni.
Tuttavia, noi vediamo che i dirigenti di
altri stati europei cercano almeno di tutelare in una qualche misura i
loro concittadini, sono il prodotto di un sistema che nonostante tutto è
in qualche modo rappresentativo, i loro atteggiamenti coincidono in
qualche modo con gli umori della loro opinione pubblica, tutte cose che
non succedono nel caso dell’oligarchia italiana, beatamente distaccata
dall’opinione popolare, che se ne infischia del fatto di essere
percepita dalla stragrande maggioranza dei propri cittadini come una
“casta” corrotta, estranea e nemica, che se ne frega della pubblica
opinione ben sapendo che la prossima tornata elettorale non cambierà
proprio niente, che potrà continuare a dirigere la situazione come
ritiene opportuno, cioè sempre peggio per il nostro popolo.
Come si è determinata questa situazione?
Fin dalle origini o quasi, la repubblica democratica si è basata su di
una doppia menzogna. Tutto il periodo che va dalla conclusione del
secondo conflitto mondiale al termine della Guerra Fredda è
caratterizzato dalla cosiddetta “democrazia bloccata”. Con lo spazio
dell’opposizione ingombrato dal PCI, il più forte partito comunista
dell’Europa occidentale, che non poteva per ovvi motivi di politica
internazionale, diventare alternativa di governo, il partito centrale
della coalizione di governo, la Democrazia Cristiana, godeva di una
“rendita di posizione” che le avrebbe potuto consentire di rimanere al
potere per l’eternità, complice anche l’immarcescibile appoggio del
Vaticano, oltre che il gradimento della NATO e degli USA.
Proprio per il carattere presuntamente
irreversibile del loro potere, sapendo di non dover temere la sanzione
del voto popolare, la possibilità di finire all’opposizione, gli uomini
della Democrazia Cristiana hanno dato vita al più sfacciato sistema di
corruzione, di appropriazione indebita della cosa pubblica, che si sia
mai visto, un sistema che, nonostante un’operazione giudiziaria di
facciata quale fu “Mani pulite”, come recenti inchieste e scandali hanno
dimostrato, continua ancora oggi con attori (non sempre) cambiati.
Una buona fetta di Italiani votava DC
per paura del comunismo, e un’altra buona fetta votava PCI per rabbia
verso la corruzione democristiana. E’ estremamente probabile che i
dirigenti dei due partiti si siano resi conto ben presto della
situazione che si era creata e della reciproca interdipendenza, avviando
una collaborazione sottobanco dietro la contrapposizione di facciata.
Negli anni ’70 di fronte a una serie di
mutamenti e tensioni sociali che rischiavano di mettere in crisi questo
sistema di potere, un “geniale” politico democristiano, Aldo Moro, avviò
il cosiddetto Compromesso Storico: l’accordo sottobanco sarebbe dovuto
diventare palese: insieme, DC e PCI avrebbero dovuto costituire un
monopolio del potere, di fatto un partito unico, che avrebbe potuto
governare per sempre questa sciagurata nazione.
Aldo Moro fu rapito e ucciso dalle
Brigate Rosse, ma il suo progetto è continuato dopo di lui. Esso non
aveva molta possibilità di tradursi in concreto finché esistevano
l’Unione Sovietica e la Guerra Fredda, ma dopo i fatti del 1989-91, esso
è proceduto alla grande: attraverso varie metamorfosi di facciata, si è
arrivati alla fusione di ex(?) democristiani ed ex(?) comunisti in un
unico partito, il PD.
Sostanzialmente è il compromesso storico
che ha governato e governa l’Italia nell’ultimo quarto di secolo. Un
rapido calcolo dimostra che anche durante il cosiddetto “ventennio
berlusconiano”, siamo stati governati da governi di centrodestra
soltanto per otto dei vent’anni che lo compongono, negli altri siamo
stati governati da governi di centrosinistra nei quali, a differenza di
quelli precedenti al 1991, i comunisti cosiddetti ex erano e sono “magna
pars”: Ci siamo dimenticati di Dini, Prodi, D’Alema, e dei loro
successori Monti e Letta, che hanno preceduto di poco l’ineffabile
Matteuccio Renzi?
Ma quello che più conta, è il fatto che
anche negli anni in cui il centrodestra ha avuto la maggioranza
parlamentare e il governo, IL POTERE EFFETTIVO è sempre rimasto nelle
mani del centrosinistra, con il controllo dell’informazione, della
scuola, della magistratura, della gran parte degli enti locali:
Berlusconi è stato un personaggio enormemente sopravvalutato, anche
prima che la UE e il PD-Compromesso Storico decidessero, complice un
capo dello stato che somiglia tanto a un dittatore anche nella sua
inamovibilità a vita dal Quirinale, la sua caduta in disgrazia con una
vera e propria congiura di palazzo.
L’immagine di Berlusconi come
onnipotente “puparo” al punto da insinuare la sua presenza anche dietro
le spalle dei governi di centrosinistra quando si prendevano decisioni
impopolari, con un’immagine esattamente capovolta della realtà, è stata
inventata dai “media” di sinistra e dalla “satira” cortigiana a essi
collegata. Berlusconi è stato, e in parte è ancora, sebbene il suo peso
politico sia oggi pari a zero, un fantoccio, un Guy Fawkes estremamente
comodo per il centrosinistra, un bersaglio per indirizzare il
malcontento popolare nonché timori indotti di (im)possibili esiti
golpisti. Berlusconi è stato un personaggio estremamente utile per la
gang (ex?)DC-(ex?)PCI; se non ci fosse stato, lo avrebbero dovuto
inventare.
Questa prospettiva rende ogni cosa più
chiara: è l’inganno che rende possibile la sopraffazione, una politica
che calpesta il nostro popolo e gli toglie il futuro.
Non si può tenere un sacco sulla testa
alla gente per sempre: noi vediamo che in tutta Europa stanno sorgendo
movimenti euroscettici, populisti, identitari, anti-immigrazione,
anti-euro. Gli Europei non sono disposti a lasciarsi morire senza
tentare le ultime speranze di riscatto. In Italia, tuttavia, non vediamo
nulla del genere: l’unico movimento identitario, anti-euro e
anti-immigrazione (più nelle parole che nei fatti, a quanto pare), è un
movimento ex separatista, come se non esistesse un’identità nazionale,
come se fossimo uno di quegli stati mediorientali che accorpano entro
confini artificiosi etnie diverse e ostili.
Noi vediamo che il sistema (del
suicidio) italiano incentrato sul PD si è creato un sistema di
protezioni per impedire ai cittadini di raggiungere una reale
consapevolezza della situazione in cui si trovano, è molto articolato, è
a strati come una sorta di cipolla. Cercheremo di vederli uno a uno.
C’è prima di tutto il peso dell’eredità ideologica del PCI, unito
all’influenza della Chiesa cattolica: ricordiamo sempre che la mentalità
delle persone richiede decenni per formarsi, e molto spesso si dimostra
inadeguata e superata dagli eventi.
A un livello più rozzo e immediato, il
sistema dei partiti è strutturato per proteggere l’inganno con una
pluralità di cerchie concentriche che servono per impedire agli elettori
di rendersi realmente conto della situazione. Il primo strato,
verosimilmente, è quello rappresentato dal cosiddetto Movimento Cinque
Stelle (ma vi posso assicurare che sulla guida Michelin non si trova),
guidato da un uomo che ha cambiato professione, passando da quella di
comico a quella di buffone. Per esplicita ammissione di Beppe Strillo
(perché queste persone fidano straordinariamente nella distrazione e
nella smemoratezza della gente), il M5S esiste per impedire che in
Italia possa esistere un movimento simile alla greca “Alba dorata”, cioè
per tenere a sinistra una protesta che normalmente si indirizzerebbe in
tutt’altra direzione. Fino a quando la gente (o almeno molta gente)
pensa che l’alternativa sia fra il PD e il M5S, il sistema che sta
portando gli Italiani alla rovina può dormire sonni tranquilli.
Di che pasta sia fatto il M5S, l’ha di
mostrato lo stesso Beppe Strillo (o Grillo), quando si è sognato di
proporre un referendum sull’euro soltanto dopo, e appena dopo che il
referendum sull’indipendenza della Scozia ha dimostrato quanto queste
consultazioni siano facilmente manipolabili. Quanto all’invasione,
sedicente immigrazione extracomunitaria, è sicuro che, se avesse qualche
intenzione seria di fare qualcosa al riguardo, sarebbero i suoi stessi
sodali, sinistrorsi provenienti dai Centri Sociali e imbottiti fino alle
orecchie di ideologia-patologia cosmopolita-mondialista, a impedirgli
di fare qualcosa, magari estromettendolo dal partito da lui fondato.
Insomma, il M5S, più che un partito, è UNA BUFALA.
A livello più interno, esiste un altro
trucco, più vecchio per la verità, il giochetto che si chiama “fare due
parti in commedia”. Vi assistiamo oggi, negli ultimi tempi in una
maniera da sceneggiata indecente. La CGIL e la sinistra PD contro il
governo Renzi e la legge di stabilità? Andiamo, è un vecchio trucco
perché la gente non si renda conto che “i compagni” hanno ormai
abbandonato del tutto la causa delle classi lavoratrici. Già nel 1976,
quando si ebbe il primo frutto del compromesso storico, un governo
Andreotti con il sostegno comunista, la CGIL gli scioperò contro, cosa
che non ebbe conseguenze di sorta, e stavolta sarà uguale, dato che le
leggi e i governi si fanno in parlamento e non nelle piazze.
Adesso immaginate, soltanto immaginate
di proporre quei cambiamenti che potrebbero salvare l’Italia, farla
uscire dalle sabbie mobili in cui GRAZIE AI COMPAGNI DEL PD E AI LORO
SODALI (SEL, NCD e altra spazzatura simile) sta lentamente sprofondando.
Vedreste subito che la sinistra PD, la CGIL e il M5S comincerebbero a
ulularvi addosso non meno dei renziani, e “fascisti” sarebbe l’epiteto
più gentile che vi becchereste.
Quali sono questi provvedimenti, in
realtà lo sappiamo bene: il primo, consigliatoci dalla maggior parte
degli economisti internazionali, è l’uscita da quella moneta trappola
che è l’euro e il ristabilimento di una moneta nazionale. Forse gioverà
ricordare che temporibus illis Margareth Thatcher aveva
previsto che l’istituzione della moneta unica sarebbe stata una
catastrofe per i Paesi europei a economia più debole.
Analogamente, sarebbe utile rinegoziare
la nostra posizione all’interno dell’Unione Europea, o abbandonare
semplicemente la UE, dato che questa “Unione” non è per nulla
rappresentativa dei popoli europei, ma solo del grosso capitalismo
internazionale che li sfrutta, e pensare seriamente a come toglierci dal
collo lo scarpone da marine della NATO, in considerazione del fatto che
non esistendo più da un quarto di secolo l’Unione Sovietica e il Patto
di Varsavia, la NATO non ci difende più da alcunché, ma è solo
l’espressione del dominio americano su di noi.
Il problema più grave e più urgente,
però, quello che può portarci rapidamente a scomparire come popolo, è
quello dell’immigrazione, anche se INVASIONE sarebbe un termine più
appropriato. Che l’immigrazione rappresenti per noi un enorme danno a
lungo termine, su questo non c’è dubbio: questa invasione allogena a
fronte della popolazione nativa COSTRETTA a essere sterile e senile,
significa la nostra condanna a morte nel giro di qualche decennio,
questo è assodato, l’abbiamo visto più volte, ma basta fare un po’ di
conti per accorgersi che l’immigrazione rappresenta per noi un danno
gravissimo anche a breve e medio termine.
E’ ovvio che quanto più aumentano coloro
che consumano le stesse risorse, tanto più diminuisce la quota pro
capite. Questa gente in più non ci apporta NULLA se non delinquenza e
malattie, non viene qui per lavorare, non ha ovviamente neppure le
competenze per svolgere in una società tecnologicamente avanzata, altri
ruoli che non siano quelli del vu cumprà, dell’accattone, dello
spacciatore, della prostituta, ma per farsi mantenere dalle nostre sin
troppo generose istituzioni.
Per pagare i sussidi ai migranti si sono
tagliati i contributi agli asili nido, alle scuole, ai disabili, agli
anziani. E’ giusto che chi ha lavorato e pagato contributi per tutta la
vita sia costretto a frugare nell’immondizia per sopravvivere, perché
con quello che gli spetterebbe si mantiene in relativa agiatezza un
nuovo arrivato a cui in realtà non dobbiamo nulla?
Ci sono poi altri costi: quelli relativi
all’ordine pubblico. Metà della popolazione carceraria è costituita da
immigrati, e non è che questo non rappresenti per noi un costo non da
poco, poi ci sono i furti, lo spaccio di stupefacenti, il degrado delle
nostre città, perché costoro trasformano qualsiasi luogo in ci
s’insediano in una discarica e in un vespasiano. La sensazione è che se
costringessimo questa gente a non sbarcare più sulle nostre coste, e poi
rispedissimo a casa loro tutti quelli che sono già qual, la crisi
economica, se non sparirebbe d’incanto, si ridurrebbe enormemente.
Il paragone di queste zecche con i
nostri emigranti non è solo falso, è offensivo: i nostri andavano
all’estero per lavorare, hanno subito sacrifici gravissimi e
discriminazioni, non hanno ricevuto sussidi da nessuno, si sono aperti
uno spazio nelle società di arrivo con laboriosità, spirito di
sacrificio e ingegno.
Se la Chiesa e la sinistra sono tanto
pro-immigrati, non è per spirito umanitario, poiché nei confronti della
nostra gente non dimostrano un minimo di umanità, ma per precisi
interessi. C’è prima di tutto l’enorme business delle ONLUS che si
occupano di migranti, nessuna delle quali è realmente “non lucrativa”,
ma è mantenuta coi fondi statali (cioè coi NOSTRI soldi).
Per quanto riguarda la Chiesa, poi c’è
il fatto che essa da tre secoli, da quando non ha più potuto usare i
metodi dell’inquisizione, ha cominciato a perdere terreno lentamente ma
costantemente in tutta Europa, con una netta impennata negli ultimi
decenni, essa mira a ritagliarsi fra gli immigrati un “gregge
alternativo” oltre che nuove reclute per il clero. Per la sinistra
“democratica” che ha perso sempre più il contatto con le classi
lavoratrici, il discorso è all’incirca analogo, essa vede negli
immigrati un nuovo serbatoio elettorale. Poi, per chiudere il cerchio,
tutti ci mangiano sopra a nostre spese.
Sopraffazione, furto della possibilità
di vita per noi e soprattutto per i nostri figli e le generazioni a
venire, sopraffazione che è resa possibile solo dall’inganno e dalla
disponibilità della gente a lasciarsi ingannare.
“Ereticamente” non è un partito
politico, e io non sono un uomo di potere, ho un unico potere che è
quello della parola e del ragionamento, ma finché ne avrò la
possibilità, sarò qui a dire la verità, quella che molti non vogliono
sentire, la verità che rende liberi.
Fabio Calabrese
fonti: ereticamente.net
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