- Lei sta per andare a
questo nuovo vertice del G20. Che importanza continua ad avere questo
“format” e che logica c’è nel fatto che pur volendo cooperare e
sviluppare l’economia globale, i paesi del G20 impongoano sanzioni ad
uno dei membri del “gruppo dei 20”?
- Credo che il format sia attuale. Perché? Perché è il posto, la sede dove possiamo incontrarci, discutere sia le relazioni bilaterali sui problemi globali e raggiungere almeno una comprensione comune dell’essenza del problema e di come deve essere risolto, indicare la via per il lavoro congiunto. È la cosa più importante, perché sperare che tutto ciò che viene detto in questa sede sarà poi tradotto in fatti concreti non è assolutmente realistico, dato che le decisioni, per loro natura, non sono vincolanti. Infatti, in parte non vengono implementate. Non vengono implementate dove e quando ciò non corrisponde agli interessi di qualcuno, trattandosi innanzitutto degli interessi di giocatori globali. Ad esempio, in uno degli incontri del G20 è stata raggiunta la decisione sul rafforzamento del ruolo dei paesi in via di sviluppo nell’attività dell’FMI, sulla revisione delle quote di capitale. Il Congresso USA ha bloccato questa decisione. Le parti negoziali, i nostri partner dicono: saremmo felici visto che abbiamo firmato e abbiamo votato per questa decisione, ma è il Congresso che non approva. Ecco il valore di tutte le decisioni.
Ciò nonostante il fatto stesso che la decisione in tal senso sia stata formulata, che tutti i soggetti della vita internazionale nell’ambito del G20 abbiano ritenuto che sia corretta, giusta e corrisponda alle realtà di oggi, già questo fatto orienta in un determinato modo l’opinione pubblica internazionale e il cervello degli esperti, e non può essere ignorato. Già il fatto che il Congresso USA si sia rifiutato di approvare la relativa legge dimostra che proprio gli USA non s’inquadrano nel contesto generale dei problemi che stanno di fronte alla comunità mondiale. Solo che nessuno lo vuole ricordare. Speculando sul loro ruolo dominante nei mass media internazionali, mettono a tacere questa informazione, quindi essa è come se non esistesse.
Tutto ciò però non significa affatto che sia un format inutile, ho già detto perché. Una sua utilità ce l’ha.
- Conviene forse dare a queste decisioni una forza vincolante?
- Ciò non è possibile. Vi dico che nella prassi internazionale esempi del genere non esistono. Tranne le decisioni del Consiglio di Sicurezza che riguardano la sicurezza internazionale.
Ora per quel che riguarda il fatto che alcuni paesi del G20 stanno introducendo sanzioni contro la Russia. Ciò è certamente in contrasto sia con il principio che è alla base dell’attività del G20, sia con il diritto internazionale, perché le sanzioni si possono applicare soltanto nell’ambito dell’ONU e del suo Consiglio di Sicurezza. Anzi, ciò va anche contro i principi del WTO e del cosiddetto GATT – Accordo Generale slle Tariffe ed il Commercio. Nel passato gli USA hanno creato questa organizzazione, ma ora ne stanno violando grossolanamente i principi. È un fatto dannoso che arreca sì un certo danno anche a noi, ma è dannoso anche per loro perché compromette in sostanza tutto il sistema della relazioni economiche internazionali. Spero davvero, tale è il mio ragionamento, che alla fine prevalga la comprensione reciproca e questo fatto rimanga nel passato.
- Intende sollevare questo problema al prossimo vertice o ne parlerà alla prima occasione?
- Se si comincia a parlarne, certamente mi pronuncerò in merito, ma da solo non intendo sollevare questa problematica – mi sembra inutile. Tutti sono consapevoli di quello che fanno, intendo coloro che stanno introducendo queste sanzioni. Perché dovrei prestarci attenzione, chiedere qualcosa? È inutile. Da loro queste decisioni vengono prese a livello del blocco, a livello nazionale e in funzione di come i nostri partner capiscono i loro interessi geopolitici. Credo che sia un errore persino dal punto di vista dei loro interessi geopoltici.
Tutti devono capire che questa economia mondiale e le finanze oggi si trovano in condizioni di straordinaria interdipendenza. Nel nostro caso, per esepio, i partner hanno limitato l’accesso delle nostre istituzioni finanziarie ai mercati internazionali dei capitali. Con i prestiti che noi prendiamo nei mercati finanziari internazionali, le nostre isituzioni finanziarie finanziano le nostre società che comprano prodotti finiti nelle stesse economie evolute, sostenendo così i tassi di occupazione, la sfera sociale e la crescita economica. Se non lo faremo, ci saranno dei problemi. Sono cose di fondo che in apparenza non sono molto visibili.
Pertanto tutti i problemi che sorgono, le difficoltà (e sono tante), li dobbiamo affrontare tutti insieme. Se invece seguiremo una strada diversa... In questo momendo, per esempio, gli USA stanno parlando di due associazioni economiche: una Transatlantica, e l’altra Transpacifica. Se saranno due schieramenti chiusi al loro interno, alla lunga ciò porterà non alla soluzione dei problemi, ma ad ulteriori squilibri nell’economia mondiale. Naturalmente noi siamo contro questi squilibri e a favore del lavoro congiunto. Ma sono questioni che possiamo risolvere soltanto insieme.
Ancora 20, 30 o 50 anni fa la situazione era diversa. Perché sono tanto certo che soltanto insieme possiamo trovare una soluzione efficiente? Dal punto di vista della parità dei poteri d’acquisto, il PIL aggregato dei paesi BRICS già adesso supera qello dei G7: se non vado errato, quello dei BRICS ammonta a 37,4 trilioni di dollari, mentre quello dei G7 è pari a 34,5 trilioni. In queste condizioni, dire che noi faremo questo e quello in maniera separata e voi fate come vi pare, non porterebbe a nulla tranne che a nuovi squilibri. Se vogliamo risolvere i problemi, dobbiamo affrontarli insieme.
-
Lei ha parlato degli squilibri dell’economia internaizonale. Ne parla
anche l’FMI mettendo in guardia contro le nuove “bolle si sapone”. Ma
l’economia della Russia è pronta a contrastare una nuova ondata dalle
crisi?
- Sì, è pronta. Stiamo considerando tutti gli scenari, compreso quello del crollo catastrofico dei prezzi delle materie energetiche – è una cosa possibile e noi ce ne rendiamo conto. Sia i ministeri dell’Ecomomia e delle Finanze, sia il Governo fanno le loro proiezioni economiche in base a ciascuno di questi scenari.
Trattiamo con molta cura le nostre riserve: sia quelle auree, sia le riserve del Governo. Sono abbastanza grandi e ciò ci consente di avere la certezza che rispetteremo con puntualità tutti i nostri impegni sociali e riusciremo a contenere entro determinati limiti il bilancio e l’economia nel suo insieme.
-
Una delle proposte avanzate nell’ambito della presidenza australiana
riguarda la costituzione di un apposito centro per investire nello
sviluppo delle infrastrutture. Per la Russia, che già ha dato priorità
ai suoi progetti instrastrutturali, ciò è un vantaggio? Oppure, alla
luce delle sanzioni, non avrà alcuna attinenza con il lavoro che stiamo
facendo?
- In questo caso non servono concertazioni o accordi di qualunque tipo con nessuno. Questo fatto dimostra semplicemente che stiamo seguendo la strada giusta, siamo in sintonia con la tendenza generale, e che la posizione della comunità internazionale, in questo caso della comunità economica, in merito alle azioni dei governi nella situazione che si viene a creare, conferma semplicemente che siamo nel giusto. Saperlo è sempre un piacere, ed è anche utile.
- Durante il vertice avrà degli incontri separati?
- Sì, è previsto un'incontro con il cancelliere della Germania e vari altri.
fonte: http://italian.ruvr.ru/2014_11_14/Putin-in-un-intervista-alla-TASS-prima-di-partire-per-l-Australia-non-chiedero-niente-a-nessuno-0248/
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