lunedì 10 novembre 2014

Sognare altera il percepito

Cosa vuol dire davvero "sognare"?
E se i nostri "sogni" fossero luoghi comuni indotti dal "sogno collettivo"?

Ecco un'interessante riflessione di Rocco Bruno.
Catherine


 "L'abitudine a credere è la causa principale. per cui la ragione umana è distolta dal percepire ciò che di per sé è evidente"  - (Aristotele) -
 
Sognare è la principale funzione dell'uomo. Sognare equivale a chiacchierare con i pensieri che si susseguono in modo associativo. Questo lavorio costante nella vita di un individuo altera di fatto la "percezione" sensoriale e gli impedisce un autentico contatto con la "realtà". In questo senso, l'uomo sogna tutto il giorno, 24 al giorno, sia quando è sveglio e sia quando dorme. Questo disordine interiore ci impedisce di percepire/vedere ciò che sarebbe invece "evidente", Questa attività "associativa" segue una costante lineare che da' una "momentanea" ed "apparente" coerenza a ciò che si percepisce.
 
Per lo più un individuo medio non è molto concentrato a comprendere come mai tutto il tempo chiacchiera con se stesso. Disquisendo su tutto e spesso su cose inutili, su gli altri, o su cose che ritiene gli vengano fatte o rivolte; non capisce che c’è una vera e propria causa al suo comportamento e questo suo comportamento in realtà è particolarmente insolito se rapportato al suo reale potenziale di “essere” umano. Si tratta di una condizione generale, un sogno collettivo, un’allucinazione di massa, prodotta dalle idee condivise e comuni ... 
 
 
Nasciamo e gli adulti ci insegnano a costruire le condizioni per realizzare e contribuire al sogno collettivo, impariamo a sognare nel modo in cui sogna la società. Famiglia, stato, regione, politica, religione, sport, tempo libero, cultura e spettacolo sono parti dello stesso sogno collettivo. Mettere in relazione tra loro "cose" che relazione non hanno è alla base della costruzione di tutte le attività dell'attuale società. Questa modalità di associare "dati" è alla base della costruzione di molte delle attività scientifiche, mediche e di sviluppo economico-produttivo dell'attuale società, che vive di fatto in una linea di "irrealtà" pur non accorgendosene (inconsapevolezza).
 
Come mai nessuno se ne accorge, o i più non se ne accorgono? Semplicemente perché è un abitudine consolidata e comune, dato che è direttamente dipendente dal modo con cui veniamo educati ed influenzati sin dall'infanzia dalla coscienza collettiva. Normalmente, un individuo ignora tutto questo, non sapendolo non riesce a rendersene conto. Quello che gli accade è perfettamente giustificato e descritto dalle consuetudini sociali, che di fatto lo pongono in una condizione di comodità. L'effetto finale di tutta questa processo "diseducativo" è quello di toglierci completamente la "forza" interiore di agire in una maniera autonoma, indipendente e soprattutto "onorevole".
 

Gli esseri umani di questo pianeta non si rendono conto che vivono in un mondo che si descrivono, ma che, pur essendo percepito materialmente, non è "reale". La vera grande forza di questo inganno sta nel fatto che il percepito, cioè, ciò che arriva agli organi di sensi, è estremamente reale, materiale e a suo modo consistente. Noi siamo immersi in una realtà che oggettivamente è materiale e "reale", almeno dal punto di vista sensoriale, il problema viene dal fatto che a causa di questa esperienza sensoriale "reale" noi finiamo per giustificare le nostro "illusioni".
 
Se ti do una martellata, questa azione è reale, ma quello che colori, interpreti e ci costruisci sopra col pensiero non lo è, ma il fatto che la martellata è reale tu, la tua mente, rende reale anche il resto, ovvero il pensato. E' la natura materiale della realtà a rendere reali le cose che ci girano nella testa che di reale, non hanno nulla. La condizione paradossale sta proprio nel fatto che un individuo pur percependo tutti i dati dalla realtà esterna o "mondo", li correla in maniere tale da ricreare un immagina sempre alterate e falsata di ciò che sta realmente accadendo e percependo. Questa azione che avviene nella psiché è determinata dal come abbiamo imparato a "pensare". Se non facciamo un percorso di-"istruttivo" per cambiare questa cosa, questa "mentalità"; non ci sarà niente che si possa veramente realizzare nella direzione di una liberazione autentica, di una rivoluzione coscienziali. Bisogna però sapere bene dove si sta mettendo le mani altrimenti creiamo solo degli esaltati con uno smisurato bisogno di considerazione. 


Il dramma attualmente che vedo è che anche se ci sono persone che lo sanno, che hanno raggiunto l'informazione, esse credono di essersene liberate per il semplice fatto di saperlo. 
 
Hanno cambiato solo sogno, ma sempre sognano, perché non hanno visto dove è il punto, dove è la forza di questo incredibile inganno. Ripetono come scimmiette ammaestrate che l'umanità vive inconsapevolmente, ma non hanno visto come funziona, dov'è l'inghippo, ed anche se glielo racconti, fintanto che non lo vedranno non lo possono capire veramente. Questa cosa deve essere vista, non può essere solo raccontata.
 

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