mercoledì 24 dicembre 2014

A chi servono le forniture di armi all’Ucraina

A chi servono le forniture di armi all’Ucraina

Le armi sono la cosa più importante per l’Ucraina. Stando ai media ucraini, proprio questa questione è stata definita centrale dal premier Arsenij Jatseniuk. Intanto il ministero della difesa dell’Ucraina raddoppia il bilancio militare.
 
Adesso per la difesa verrà speso molto di più rispetto a numerosi paesi tutt’altro che poveri. L’esercito sarà armato grazie alla propria produzione, ha dichiarato il presidente Petro Poroshenko. Quello che non basta sarà acquistato all’estero. Visto che il denaro non c’è, saranno presi crediti. Nessuno programma di terminare la guerra. Ciò vale in primo luogo per agli amici occidentali dell’Ucraina che non sono affatto preoccupati per la situazione economica nel paese.

Secondo le parole del premier Jatseniuk, le consegne degli armamenti sono adesso la questione principale. L’ex capo del ministero degli esteri ucraino ha rilevato che casomai Kiev è pronta ad acquistare armi da Varsavia dove non vedono in ciò nessun problema. Lo ha dichiarato in precedenza il presidente polacco Bronislaw Komorowski.

La posizione di Mosca su questa questione è da tempo nota. Recentemente il vice del capo del Ministero degli Esteri della Russia, Aleksej Meškov, ha fatto ricordare che i discorsi sulla possibilità di tali forniture impediscono la soluzione del conflitto nel Donbass. Ma i partner d’affari delle autorità ucraine non intendono aiutare il paese a raggiungere la pace e la tranquillità.

È da notare che in Europa a parlare più forte degli altri in merito all’aiuto all’Ucraina sono quei paesi che non hanno praticamente tale possibilità. In questo caso la Polonia e i Paesi baltici preferiscono gestire i mezzi altrui. Stando agli esperti, sono pronti a promettere solo quelle armi che stanno per dismettere.

Gli amici d’oltreoceano sono più risoluti. Negli USA si parla già da tempo dell’eventuale spedizione delle armi all’Ucraina ed il presidente ha persino sottoscritto la legge che permette di avviare tali consegne in qualsiasi momento.

In dicembre le autorità ucraine si sono comportate in una maniera perlomeno strana chiudendo gli aeroporti di Zaporožje, Harkov e Dnepropetrovsk. Lo hanno spiegato con la lotta al terrorismo. Nei media sono apparse subito supposizioni secondo cui vi avvenisse lo scarico di armi da aerei della NATO. I militari hanno respinto su due piedi tale ipotesi. Nondimeno gli analisti sono convinti che certe quantità di armi siano già arrivate in Ucraina. Vladimir Kornilov, politologo di Donetsk, dice:
- Armi e mezzi di impiego militare vengono già forniti all’Ucraina. Lo dicono apertamente anche funzionari ucraini. Quello che ha in mente Poroshenko è sulla lingia di Lutsenko, il quale una volta ha dichiarato chiaro e tondo che gli aiuti militari arrivano già da paesi della NATO. Se aeroporti sono stati chiusi, non c’è dubbio che vi venisse trasportato qualcosa di cui non si voleva strombettare.
Intanto l’Occidente continua a fornire consigli amichevoli all’Ucraina e a parlare della necessità delle riforme. Bisogna debellare la corruzione, adeguare la lustrazione alle norme civili, risolvere i problemi economici. Per questo gli amici dell’Ucraina sarebbero disposti a concedere il denaro. Ma adesso la stessa Europa non vive affatto nel lusso e non può sborsare infinitamente i soldi. Dopo aver ricevuto crediti Kiev ne chiederà inevitabilmente ancora, ritiene Aleksandr Gušin, titolare della cattedra dei paesi esteri postsovietici presso l’Università umanitaria statale della Russia:
- Viene approvato il bilancio con un disavanzo di 65 miliardi di grivne. Molto dipenderà da come il governo riuscirà a realizzare le riforme impopolari. Che saranno impopolari, è assolutamente chiaro. I prossimi 6-9 mesi faranno vedere quanto sia efficace il governo dal punto di vista economico e in che misura la popolazione sia pronta a tollerare la situazione. L’Occidente concederà crediti quando vedrà il rendimento e la necessità delle riforme.
Nemmeno le autorità ucraine osano adesso affermare che in Ucraina adesso tutto vada bene. La guerra non porta mai benefici alla vita sociale ed economica del paese. In tali condizioni gli amici, nei quali Kiev riponeva grandi speranze, mostrano la loro vera faccia. Invece dell’aiuto reale forniscono consigli e promesse, invece dell’aspirazione alla pace intendono consegnare armi. Nessuno pensa alla pace visto che la guerra offre un’ottima occasione per aumentare i propri capitali.

 
Maria Ivanova


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