venerdì 26 dicembre 2014

Obama e la multiforme politica anti-cubana

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Il 17 dicembre, il presidente Obama ha ordinato il ripristino delle piene relazioni diplomatiche con Cuba. Lui e il presidente cubano Raul Castro hanno accettato, con una telefonata, l’apertura delle ambasciate nei rispettivi Paesi. Qualche tempo fa, un contatto personale tra i due leader sarebbe stato incredibile. I media statunitensi sono felici di riportare la notizia. I Paesi sono ostili da mezzo secolo, ma ora i loro capi fanno dichiarazioni pubbliche sulla normalizzazione delle relazioni. 

Le missioni diplomatiche apriranno presto nelle capitali. Attualmente la sezione interessi degli Stati Uniti dell’ambasciata di Svizzera a L’Avana, Cuba, o USINT Havana, una piccola missione, rappresenta gli interessi degli Stati Uniti a Cuba. Gli Stati Uniti collaboreranno su molte questioni, tra cui droga e tratta degli schiavi, controllo delle migrazioni e cambiamento climatico. 


Gli Stati Uniti toglieranno il divieto a materiali da costruzione e attrezzature agricole per le piccole aziende private. I cittadini statunitensi che visiteranno Cuba saranno autorizzati a rientrare con somme fino a 400 dollari, di cui 100 in alcol e tabacco. Gli statunitensi potranno usare carte di credito sull’isola e le banche statunitensi potranno aprirvi conti. Gli Stati Uniti faciliteranno il visto di chi ha parenti a Cuba, oltre che ai membri di delegazioni, giornalisti e studiosi. Il dipartimento di Stato studia la possibilità di rimuovere Cuba dalla lista degli Stati che sponsorizzano il terrorismo. 

L’amministrazione statunitense non nasconde il fatto che non sospenderà gli sforzi volti alla tutela dei diritti umani, a sostenere il settore privato, la massima libertà di parola e di riunione e maggiore accesso a Internet. La disponibilità di Washington a riavvicinarsi a Cuba è il modo per creare le condizioni adeguate per l’attuazione della vecchia politica volta a destabilizzare l’Isola della libertà dall’interno, non da fuori come gli Stati Uniti erano abituati. Parlando in televisione, il presidente degli Stati Uniti ha ammesso che la politica anticubana conflittuale si è rivelata inefficiente. Ci dovrebbero essere altri modi per influenzare Cuba. L’embargo economico introdotto nel 1960 e le grandi azioni sovversive non hanno portato al rovesciamento di Castro. 

Il Partito comunista al potere è ancora molto popolare con la sua politica di ringiovanimento che avvicina sempre più giovani. Nei duri anni ’90 Cuba era quasi isolata ma resistette contro tutte le probabilità. Quasi tutti gli sforzi anti-governativi degli USA relativi alle attività dei gruppi dissidenti, blogger e organizzazioni non governative sostenute dall’USAID sono falliti. La “quinta colonna” è stata screditata dai litigi sui fondi degli USA.

Più di una volta i cubani hanno cercato di avviare un dialogo con gli Stati Uniti. Tutti questi sforzi fallirono. Washington ha sempre presentato richieste inaccettabili per L’Avana, ad esempio la richiesta di elezioni libere nazionali con la partecipazione di emigrati cubani e organizzazioni non governative finanziate da fondi statunitensi. Raul Castro ha inequivocabilmente confermato la disponibilità di Cuba ai colloqui senza obblighi. 

Un giornalista statunitense aveva ragione quando diceva che se i cubani avessero avanzato condizioni per i colloqui preliminari, allora la lista sarebbe stata infinita, a partire dalla chiusura della base navale di Guantanamo dove si trova un campo di concentramento per i prigionieri, alla fine all’uso dei droni in diverse parti del mondo che comportano numerose vittime civili. Gradualmente Cuba è diventato un problema per tutti gli Stati dell’emisfero occidentale. La politica repressiva su Cuba è stata percepita dagli Stati latinoamericani come sfida geopolitica e potenziale minaccia alla loro sovranità nazionale. 

L’avventurismo e l’impunità dell’impero sulla scena internazionale ha in gran parte facilitato il processo d’integrazione dell’America Latina, per esempio l’insorgere di gruppi regionali come UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane, USAN), CELAC (Comunità di America Latina e dei Caraibi), ALBA (l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America) e altri. Il costante confronto politico e ideologico con gli Stati Uniti ha portato alla ribalta politici come Luiz Inácio Lula da Silva, ex presidente brasiliano, Néstor Carlos Kirchner, ex-presidente dell’Argentina, Hugo Chavez, il defunto presidente del Venezuela, Raphael Correa, presidente della Repubblica dell’Ecuador, Evo Morales, presidente della Bolivia ed altri. 

La solidarietà con Cuba ha reso Washington un po’ più sobria. Non ha mai osato inscenare una rivoluzione colorata sull’isola. C’erano grandi dubbi sulla credibilità della “quinta colonna”; le forze di sicurezza cubane controllavano le sue attività sull’isola e negli Stati Uniti. I Cinque, noti anche come i Miami Five (Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Ramón Labañino, Fernando González e René González) sono conosciuti in tutto il mondo (i cinque ufficiali dei servizi segreti cubani condannati negli Stati Uniti per spionaggio). 

A Cuba i Cinque godono fama di eroi nazionali che hanno sacrificato la libertà nella difesa del loro Paese. Le attività dei “cinque eroi” per penetrare i centri sovversivi della CIA frustrando i piani terroristici dei gruppi di emigranti radicali, sono solo un episodio della lotta contro i nemici della rivoluzione cubana. I cinque agenti arrestati dall’FBI sono ritornati a Cuba. L’evento è stato contrassegnato da una festa nazionale. Va notato che le sanzioni contro Cuba sono state introdotte dal Congresso. Ecco perché Obama ha invitato il Congresso ad avere un “dibattito onesto e serio” considerando la possibilità di porre fine dell’embargo. 

L’addetto all’ufficio stampa della Casa Bianca Josh Earnest dice che non esclude la possibilità di porre fine all’embargo nel 2017. I media dedicano molto tempo a una possibile visita del presidente Obama a Cuba. Il vertice dovrebbe essere preceduto dalle visite a Cuba dell’assistente della segretaria di Stato per l’America Latina Roberta Jacobson e del segretario di Stato John Kerry. Il viaggio di Obama sarà il culmine di queste attività diplomatiche. Gli sforzi della propaganda secondo piani di Washington per il cambiamento della politica di Cuba, attirano grande attenzione. Alcuni media dicono anche che il passo degli Stati Uniti verso L’Avana è una vittoria della diplomazia di Washington sulla Russia. Molti analisti ritengono che il fattore russo sia la forza trainante del brusco cambio politico degli Stati Uniti nei confronti di Cuba. 

Negli ultimi anni la Russia ha intensificato le attività diplomatiche in America Latina; incrementa i suoi legami con Venezuela, Brasile, Nicaragua, Argentina, Ecuador e Bolivia. La cooperazione con Cuba è in aumento. L’isola è a 90 miglia dagli USA. I progressi nella cooperazione militare tra Russia e Cuba hanno spinto Washington ad avviare una politica di distensione verso L’Avana e ad aggiornare il “soft power” per impedire la comparsa di basi militari russe sull’isola. Di tanto in tanto aerei militari e navi militari russi compiono visite amichevoli a Cuba. Ogni volta gli Stati Uniti sollevano un polverone, “i russi stanno arrivando!” gridano voci isteriche.

Le affermazioni che il “cambio della politica degli Stati Uniti verso Cuba” indebolirà la posizione della Russia a Cuba e alienerà l’America Latina dalla Federazione russa fanno acqua. La politica estera della Russia non è rivolta a Paesi terzi. 
“Se le misure di cui Washington ha parlato dovessero essere applicate, contribuiranno a migliorare la situazione di Cuba e saranno un passo positivo”, ha detto il viceministro degli Esteri russo Sergej Rjabkov a Russia Today. Ancora una parte significativa della dirigenza degli Stati Uniti è interessata a dipingere la Russia come “avversario strategico” 
e a mantenere l’embargo economico contro Cuba. Non c’è ragione di aspettarsi che il “cambio politico verso Cuba” annunciato dal presidente Obama freni le multiformi operazioni sovversive contro l’isola della libertà.


Miami 511-17336 


La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2014/12/24/obama-e-la-multiforme-politica-anti-cubana/ 

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