Il
17 dicembre, il presidente Obama ha ordinato il ripristino delle piene
relazioni diplomatiche con Cuba. Lui e il presidente cubano Raul Castro
hanno accettato, con una telefonata, l’apertura delle ambasciate nei
rispettivi Paesi. Qualche tempo fa, un contatto personale tra i due
leader sarebbe stato incredibile. I media statunitensi sono felici di
riportare la notizia. I Paesi sono ostili da mezzo secolo, ma ora i loro
capi fanno dichiarazioni pubbliche sulla normalizzazione delle
relazioni.
Le missioni diplomatiche apriranno presto nelle capitali.
Attualmente la sezione interessi degli Stati Uniti dell’ambasciata di
Svizzera a L’Avana, Cuba, o USINT Havana, una piccola missione,
rappresenta gli interessi degli Stati Uniti a Cuba. Gli Stati Uniti
collaboreranno su molte questioni, tra cui droga e tratta degli schiavi,
controllo delle migrazioni e cambiamento climatico.
Gli Stati Uniti
toglieranno il divieto a materiali da costruzione e attrezzature
agricole per le piccole aziende private. I cittadini statunitensi che
visiteranno Cuba saranno autorizzati a rientrare con somme fino a 400
dollari, di cui 100 in alcol e tabacco. Gli statunitensi potranno usare
carte di credito sull’isola e le banche statunitensi potranno aprirvi
conti. Gli Stati Uniti faciliteranno il visto di chi ha parenti a Cuba,
oltre che ai membri di delegazioni, giornalisti e studiosi. Il
dipartimento di Stato studia la possibilità di rimuovere Cuba dalla
lista degli Stati che sponsorizzano il terrorismo.
L’amministrazione
statunitense non nasconde il fatto che non sospenderà gli sforzi volti
alla tutela dei diritti umani, a sostenere il settore privato, la
massima libertà di parola e di riunione e maggiore accesso a Internet.
La disponibilità di Washington a riavvicinarsi a Cuba è il modo per
creare le condizioni adeguate per l’attuazione della vecchia politica
volta a destabilizzare l’Isola della libertà dall’interno, non da fuori
come gli Stati Uniti erano abituati. Parlando in televisione, il
presidente degli Stati Uniti ha ammesso che la politica anticubana
conflittuale si è rivelata inefficiente. Ci dovrebbero essere altri modi
per influenzare Cuba. L’embargo economico introdotto nel 1960 e le
grandi azioni sovversive non hanno portato al rovesciamento di Castro.
Il Partito comunista al potere è ancora molto popolare con la sua
politica di ringiovanimento che avvicina sempre più giovani. Nei duri
anni ’90 Cuba era quasi isolata ma resistette contro tutte le
probabilità. Quasi tutti gli sforzi anti-governativi degli USA relativi
alle attività dei gruppi dissidenti, blogger e organizzazioni non
governative sostenute dall’USAID sono falliti. La “quinta colonna” è
stata screditata dai litigi sui fondi degli USA.
Più di una volta i cubani hanno cercato di avviare un dialogo con gli Stati Uniti. Tutti questi sforzi fallirono. Washington ha sempre presentato richieste inaccettabili per L’Avana, ad esempio la richiesta di elezioni libere nazionali con la partecipazione di emigrati cubani e organizzazioni non governative finanziate da fondi statunitensi. Raul Castro ha inequivocabilmente confermato la disponibilità di Cuba ai colloqui senza obblighi.
Un giornalista statunitense aveva ragione
quando diceva che se i cubani avessero avanzato condizioni per i
colloqui preliminari, allora la lista sarebbe stata infinita, a partire
dalla chiusura della base navale di Guantanamo dove si trova un campo di
concentramento per i prigionieri, alla fine all’uso dei droni in
diverse parti del mondo che comportano numerose vittime civili.
Gradualmente Cuba è diventato un problema per tutti gli Stati
dell’emisfero occidentale. La politica repressiva su Cuba è stata
percepita dagli Stati latinoamericani come sfida geopolitica e
potenziale minaccia alla loro sovranità nazionale.
L’avventurismo e
l’impunità dell’impero sulla scena internazionale ha in gran parte
facilitato il processo d’integrazione dell’America Latina, per esempio
l’insorgere di gruppi regionali come UNASUR (Unione delle Nazioni
Sudamericane, USAN), CELAC (Comunità di America Latina e dei Caraibi),
ALBA (l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America) e altri.
Il costante confronto politico e ideologico con gli Stati Uniti ha
portato alla ribalta politici come Luiz Inácio Lula da Silva, ex
presidente brasiliano, Néstor Carlos Kirchner, ex-presidente
dell’Argentina, Hugo Chavez, il defunto presidente del Venezuela,
Raphael Correa, presidente della Repubblica dell’Ecuador, Evo Morales,
presidente della Bolivia ed altri.
La solidarietà con Cuba ha reso
Washington un po’ più sobria. Non ha mai osato inscenare una rivoluzione
colorata sull’isola. C’erano grandi dubbi sulla credibilità della
“quinta colonna”; le forze di sicurezza cubane controllavano le sue
attività sull’isola e negli Stati Uniti. I Cinque, noti anche come i Miami Five
(Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Ramón Labañino, Fernando González
e René González) sono conosciuti in tutto il mondo (i cinque ufficiali
dei servizi segreti cubani condannati negli Stati Uniti per spionaggio).
A Cuba i Cinque godono fama di eroi nazionali che hanno sacrificato la
libertà nella difesa del loro Paese. Le attività dei “cinque eroi” per
penetrare i centri sovversivi della CIA frustrando i piani terroristici
dei gruppi di emigranti radicali, sono solo un episodio della lotta
contro i nemici della rivoluzione cubana. I cinque agenti arrestati
dall’FBI sono ritornati a Cuba. L’evento è stato contrassegnato da una
festa nazionale. Va notato che le sanzioni contro Cuba sono state
introdotte dal Congresso. Ecco perché Obama ha invitato il Congresso ad
avere un “dibattito onesto e serio” considerando la possibilità di porre
fine dell’embargo.
L’addetto all’ufficio stampa della Casa Bianca Josh
Earnest dice che non esclude la possibilità di porre fine all’embargo
nel 2017. I media dedicano molto tempo a una possibile visita del
presidente Obama a Cuba. Il vertice dovrebbe essere preceduto dalle
visite a Cuba dell’assistente della segretaria di Stato per l’America
Latina Roberta Jacobson e del segretario di Stato John Kerry. Il viaggio
di Obama sarà il culmine di queste attività diplomatiche. Gli sforzi
della propaganda secondo piani di Washington per il cambiamento della
politica di Cuba, attirano grande attenzione. Alcuni media dicono anche
che il passo degli Stati Uniti verso L’Avana è una vittoria della
diplomazia di Washington sulla Russia. Molti analisti ritengono che il
fattore russo sia la forza trainante del brusco cambio politico degli
Stati Uniti nei confronti di Cuba.
Negli ultimi anni la Russia ha
intensificato le attività diplomatiche in America Latina; incrementa i
suoi legami con Venezuela, Brasile, Nicaragua, Argentina, Ecuador e
Bolivia. La cooperazione con Cuba è in aumento. L’isola è a 90 miglia
dagli USA. I progressi nella cooperazione militare tra Russia e Cuba
hanno spinto Washington ad avviare una politica di distensione verso
L’Avana e ad aggiornare il “soft power” per impedire la comparsa di basi
militari russe sull’isola. Di tanto in tanto aerei militari e navi
militari russi compiono visite amichevoli a Cuba. Ogni volta gli Stati
Uniti sollevano un polverone, “i russi stanno arrivando!” gridano voci
isteriche.
Le affermazioni che il “cambio della politica degli Stati Uniti verso Cuba” indebolirà la posizione della Russia a Cuba e alienerà l’America Latina dalla Federazione russa fanno acqua. La politica estera della Russia non è rivolta a Paesi terzi.
“Se le misure di cui Washington ha parlato dovessero essere applicate, contribuiranno a migliorare la situazione di Cuba e saranno un passo positivo”, ha detto il viceministro degli Esteri russo Sergej Rjabkov a Russia Today. Ancora una parte significativa della dirigenza degli Stati Uniti è interessata a dipingere la Russia come “avversario strategico”
e a mantenere
l’embargo economico contro Cuba. Non c’è ragione di aspettarsi che il
“cambio politico verso Cuba” annunciato dal presidente Obama freni le
multiformi operazioni sovversive contro l’isola della libertà.
Nil Nikandrov Strategic Culture Foundation
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2014/12/24/obama-e-la-multiforme-politica-anti-cubana/
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