Le forniture del carbone dal Sudafrica sono cessate, le
possibili consegne dall’Australia sono rimaste sospese nell’aria. Kiev
non vuole acquistare il carbone dai miliziani dell’est, come neanche
dalla Russia. Non solo, Kiev adesso è a corto di denaro e senza il
denaro nessuno venderà a Kiev carbone e gas.
Kiev è
venuta a trovarsi in un vicolo cieco. Il sistema energetico del paese si
sta sgretolando. L’Occidente, che prometteva di aiutare in ogni modo
l’Ucraina, non ha fretta di tradurre le sue promesse in passi concreti.
Le invettive lanciate contro Mosca – come, ad esempio, “faremo a meno
del vostro gas e carbone” – si sono definitivamente attutite sullo
sfondo generale a Kiev.
L’Ucraina cerca in qualsiasi
modo di ridurre le spese relative all’acquisto del gas da Mosca. Fino
alla fine dell’anno Kiev acquisterà non più di 1 miliardo di metri cubi
di gas. In precedenza il tubo è rimasto del tutto chiuso e i depositi
sotterranei non venivano riempiti. Invece del gas russo vi doveva
arrivare quello europeo. La Slovacchia promette di aumentare le
forniture del 20% . Ma i discorsi altisonanti non possono riempire di
gas il sistema di trasporto ucraino. La quantità di gas che arriva dalla
Polonia è troppo poca. L’Ungheria ha cessato del tutto le consegne. Non
solo, ma per acquistare gas dagli europei bisogna pagare, ma Kiev ha
problemi anche con questo, dice Vladimir Fejghin, presidente
dell’Istituto dell’energetica e delle finanze:
- L’Ucraina affronta problemi con tutto. Infatti, per il gas che riceve dall’Europa bisogna pagare, come fa qualsiasi acquirente dall’UE. Non esiste il concetto di debito. Forse sarà costruita l’infrastruttura per il reverse flow. Però, non per questo inverno ma probabilmente tra un anno o due.
È simile la situazione relativa alle
forniture di carbone. A causa delle ostilità nel Donbass, che era il
centro di produzione del carbone in Ucraina, il paese ha perso le
miniere principali e, quindi, il combustibile. Al paese mancano 10-12
milioni di tonnellate di carbone per poter arrivare alla fine del
periodo di autunno-inverno. In precedenza l’Ucraina importava carbone
dal lontano Sudafrica. Ma questo carbone si sarebbe rivelato di qualità
inadeguata. Il Sudafrica fornisce un’altra spiegazione: Kiev ha
semplicemente cessato di pagare il carbone già consegnato. I sudafricani
sono stati spaventati anche dall’indagine avviata sulla corruzione
legata a questi acquisti.
È stata esaminata inoltre la
possibilità di importare carbone dall’Australia, ma anche questa
soluzione si è rivelata troppo costosa. D’altronde, questo fatto non ha
impedito a Kiev di ordinare 90 mila tonnellate di carbone. In precedenza
l’Ucraina ha condotto trattative con gli USA sulla fornitura di
idrocarburi. La settimana scorsa le trattative sullo stesso argomemnto
sono state condotte con compagnie francesi. Ma il risultato è zero. Dove
trovare il carbone se gli acquisti dalla Russia o dalla Repubblica
popolare di Donetsk sono in contrasto con le vedute politiche? Roman
Tkačiuk, analista capo del gruppo di investimento Nord-Capital, dice:
- La soluzione ottimale per l’Ucraina sarebbe quella di importare carbone dalla Polonia. La Polonia produce molto carbone ma il grosso dello stesso viene usato per i propri bisogni. La Polonia non mostra quindi la disponibilità a fornire carbone all’Ucraina. Kiev si vede quindi costretta a cercare fornitori molto lontani: Australia, Sudafrica... Ma ciò è difficile, bisogna costruire terminali supplementari.
Ma
l’aiuto è venuto non dall’Occidente ma dall’Oriente. Il Kazakhstan è
pronto a fornire alcuni milioni di tonnellate di carbone. Ma è difficile
dire quanto sollecitamente sia possibile avviare il relativo sistema
logistico partendo da zero. Mentre il carbone, come i crediti, serve a
Kiev urgentemente. In seguito alla carenza di gas e di carbone per la
produzione del calore e dell’energia elettrica il paese è rimasto senza
la luce. Nel ministero dell’energia e del carbone dell’Ucraina dicono
che la situazione è supercritica. La popolazione aspetta con paura la
pubblicazione dell’orario di disinserzione giornaliera della luce che
riguarderà ogni appartamento nel paese. La popolazione fa scorte di
candele che serviranno se gli amici occidentali non aiuteranno e il
Kazakhstan non farà in tempo a fornire il carbone.
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