Perché non abbandoniamo la nostra infelicità? Perché questo attaccamento all'infelicità?
La risposta è semplice: perché l'infelicità ha molte cose da darti,
l'infelicità nutre il tuo ego, laddove la felicità è uno stato di
assenza dell'ego.
L'infelicità ti rende capace di attrarre l'attenzione degli altri: ogni
volta che sei infelice gli altri si prendono cura di te, ti amano: tutti
cominciano ad accudirti. Chi mai potrebbe essere invidioso di una
persona infelice? Chi mai potrebbe ferirla? Della persona infelice ci si
prende cura, la si ama, la si accudisce.
Quando sei depresso, malato, infelice, gli amici vengono a farti visita per sollevarti il morale, per consolarti. Quando
sei felice, quegli stessi amici diventano invidiosi di te. Quando sei
realmente felice, scopri che il mondo intero ti ha voltato le spalle.
Una persona felice non piace a nessuno, perché ferisce l'ego di chi le
sta vicino; gli altri cominciano a pensare: "Come osi essere felice
mentre noi tutti siamo immersi in tanta infelicità?".
Il mondo è costituito da persone infelici e nessuno è
abbastanza coraggioso da contrapporsi al mondo intero; è troppo
pericoloso, troppo rischioso. E' meglio aggrapparsi all'infelicità, in
questo modo si continua a far parte della folla.
Scruta nella tua infelicità, osservala. E poi scruta nei momenti in
cui, di tanto in tanto, ti permetti di essere gioioso e vedrai quali
sono le differenze.
Noterai alcune cose: quando sei infelice, sei un conformista. La società
ama il conformismo, la gente ti rispetta. Se sei infelice, hai più
amici. Prova a diventare felice e coloro che ti circondano diventeranno
invidiosi di te - non saranno più tuoi amici. Si sentiranno imbrogliati:
tu hai qualcosa che loro non possono avere.
Ragion per cui, nei secoli, abbiamo imparato il sottile meccanismo di reprimere la felicità ed esprimere l'infelicità.
Si deve abbandonare questo meccanismo. Dovete
imparare a essere felici e dovete imparare a rispettare le persone
felici e a prestare loro più attenzione. Non dimostrare troppa simpatia
alle persone infelici. Se qualcuno è infelice, aiutalo, ma non
simpatizzare con lui. Non dargli l'impressione che la felicità sia
qualcosa di meritorio.
Fa' in modo che comprenda che bene che lo stai aiutando, ma afferma:
"Non ti aiuto perché rispetto la tua infelicità, ti aiuto solo perché
sei infelice." Limitati solo a cercare di di tirar fuori quell'uomo
dalla sua infelicità, perché l'infelicità è qualcosa di orribile. Fa' in
modo che senta anche lui che l'infelicità è brutta, che sentirsi
infelice non significa essere virtuoso.
Siate felici, rispettate la felicità e aiutate la gente a comprendere che la felicità è lo scopo della vita. Ogni volta che incontrate una persona beata, rispettatela: è santa.
Dobbiamo apprendere un linguaggio totalmente nuovo, solo così questa vecchia umanità putrescente potrà cambiare.
Dobbiamo apprendere il linguaggio della salute, della completezza, della felicità.
Sarà un compito difficile, perché i nostri investimenti nella miseria sono enormi.
- Osho
fonte : http://www.vivizen.com/2014/12/il-nuovo-linguaggio-della-felicita.html
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