tentativi di tenere al guinzaglio la Russia si sono rivelati un fiasco totale per gli Stati Uniti, non solo perché Mosca non si sente una vittima impotente, ma stipula inoltre brillanti accordi economici, militari e politici con tutti i Paesi del mondo, afferma il professore dell'Università di Princeton William Engdahl.
A
Washington si sono resi conto che sullo sfondo degli eventi degli
ultimi 6 mesi gli Stati Uniti stanno rapidamente perdendo la propria
influenza nel mondo e gran parte è merito delle azioni studiate della
leadership russa. Proprio questo spiega la visita inaspettata del
segretario di Stato USA John Kerry a Sochi per colloqui con Sergey
Lavrov e Vladimir Putin, ritiene il dottore in Scienze Politiche e
docente dell'Università di Princeton William Engdahl.
Il professor sostiene che i tentativi da parte degli
Stati Uniti di tenere ferma la Russia "al suo posto" sono falliti su
tutti i fronti. Da un lato la strategia americana sul petrolio, che
avrebbe dovuto mettere al tappeto l'economia russa, ha colpito più
proprio gli Stati Uniti. Engdahl è convinto che l'accordo degli USA con
l'Arabia Saudita per tenere bassi i prezzi del petrolio abbia inferto un
colpo più duro ai produttori americani di olio di scisto, la cui
produzione è diventata non profittevole, per questo molte società si
sono trovate in difficoltà nel ripagare i debiti alle banche.
Riferendosi sulle opinioni degli analisti americani,
Engdahl afferma che, per ottenere profitti cospicui, i produttori
americani hanno bisogno di prezzi del petrolio almeno di 120 dollari al
barile. Secondo Engdahl, molte compagnie petrolifere americane rischiano
la bancarotta, cosa che potrebbe provocare
"uno tsunami finanziario, simile alla crisi scatenata dal crack di Lehman Brothers nel 2008."
In ultima analisi una nuova crisi minaccerebbe il primato del dollaro come valuta di riserva mondiale.
Inoltre Engdahl è convinto che nel tentativo di
scatenare una guerra totale con la Russia, gli Stati Uniti hanno fatto
un grosso errore geopolitico che può trasformarsi in un incubo per
Washington: il fallimentare colpo di stato in Ucraina.
"La Russia non si sente una vittima impotente e non si lascia intimorire dai tentativi americani di isolarla. Putin ha dato il via ad una serie di brillanti affari militari e politici con Paesi stranieri che hanno segnato il nuovo colosso economico euroasiatico, che in futuro competerà con gli Stati Uniti nel ruolo di superpotenza mondiale,"
— scrive il professor ed osserva che
"a questo punto Washington finalmente capirà la stupidità delle sue provocazioni contro la Russia in Ucraina e nel mondo."
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