venerdì 29 maggio 2015

“Ucraina più grande errore europeo dopo Jugoslavia”


 L'Europa dovrà fare enormi sforzi se si vuole radicare i propri valori in Ucraina, però non è chiaro se questi piani siano condivisi da Kiev, ritengono gli autori del rapporto redatto dall'Osservatorio svizzero sulla criminalità organizzata.

L'Ucraina potrebbe diventare il secondo grave errore di politica estera dell'Europa dopo la Jugoslavia. Resta il Paese più corrotto del mondo nonostante gli stravolgimenti politici, si legge nel rapporto dell'Osservatorio svizzero sulla criminalità organizzata.


Il rapporto "Ucraina ed Unione europea: superamento dell'attività criminale nella direzione di una democrazia moderna?" si fonda su uno studio relativo alla situazione in Ucraina da settembre 2013 al gennaio 2014, condotto dall'Osservatorio di sicurezza dell'università di Ginevra, dal Centro americano sulle ricerche del terrorismo, della criminalità transnazionale e della corruzione (TRACCC) e dall'amministrazione di Basilea.
"Nonostante i notevoli cambiamenti politici, l'Ucraina rimane uno dei Paesi più corrotti del mondo. Nel rapporto si indica la prassi diffusa dei conflitti di interesse a seguito della grande influenza dei gruppi oligarchici nel processo decisionale del governo. Inoltre questo contesto minaccia la democrazia e questi problemi minano gravemente i rapporti tra l'Ucraina e la UE",
— si afferma nella nota introduttiva del documento.

Oggi l'Ucraina è
"un Paese in guerra, con un'economia fortemente instabile. Ovviamente la situazione creatasi con la guerra civile ha cambiato significativamente la riorganizzazione dei gruppi criminali, molti dei quali si sono "integrati" nelle strutture amministrative e negli organi dello Stato predisposti per applicare la legge,"
— si rileva nel documento. Il rapporto afferma che
"qualsiasi parte che collabori con l'Ucraina dovrà interagire con i gruppi che sono associati alle strutture dell'oligarchia",
dal momento che la corruzione e i conflitti di interesse restano un problema rilevante e di attualità nel Paese.

Se durante la presidenza di Yanukovych gli oligarchi ottenevano direttamente o indirettamente denaro dalla tesoreria dello Stato attraverso le gare d'appalto, l'elusione fiscale e le operazioni bancarie, ora i soldi "provengono dall'estero", ovvero dalla UE, dagli Stati Uniti e dalle organizzazioni internazionali: il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, la Banca Europea per la Ricostruzione e sviluppo.

Queste risorse stanziate per rafforzare la legislazione contro la corruzione in Ucraina tuttavia non vengono impiegate per raggiungere l'obbiettivo, afferma il rapporto. Restano un problema le attività illegali e il commercio, che dal giugno 2014 si sono estese ai prodotti di consumo, è indicato nel documento.

La casa distrutta a Lugansk
© Sputnik. Valeriy Melnikov - La casa distrutta a Lugansk
 
Secondo gli esperti, l'uscita dalla "guerra civile in Ucraina" può essere perseguita solo in due modi. O attraverso l'effettiva organizzazione dello Stato, che potrebbe essere la base per un periodo di prosperità economica  e di esercizio del potere tramite la democrazia rappresentativa. O attraverso una dittatura che può costringere ad imporre una tregua nella regione.

Al momento la situazione nella parte orientale del Paese è di stallo per tutte le parti e può svilupparsi solo nella direzione di una dittatura: militare, oligarchica e assolutista, si evidenzia nel documento. Per gli analisti il proseguimento delle ostilità nel Donbass porta solo al rafforzamento della criminalità organizzata nel Paese, che può diventare così potente ed influente che non solo conquisterà l'intera Ucraina, ma "contagerà la Russia, l'Unione Europea e gli Stati Uniti."

Gli autori del documento concludono con una deduzione:
"L'Ucraina può considerarsi come il secondo grave errore della politica estera dell'Unione Europea dopo la Jugoslavia, perché l'Unione Europea non è riuscita ad evitare la guerra."

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