Non credete minimamente a ciò che dico. Non prendete nessun dogma o libro come infallibile. (Buddha)
venerdì 29 maggio 2015
Unità vs. uniformità
Risvegliarsi all’Unità dell’Essere non è nè annichilimento, nè livellamento delle differenze. Non ha nulla a che fare con le evidenti forze omologanti del sistema attuale, tutte rivolte a ridurre l’essere umano a un semplice lavoratore-consumatore, un mero oggetto corporeo numerabile, il cui spazio di manovra consentito è limitato solo a tale ruolo, a prescindere dal livello sociale.
Succede così che nel Regno della Quantità, dei calcoli, della finanza e delle statistiche, si atrofizzi sempre di più quella particolare facoltà umana, puramente intuitiva, che ci apre all’Immisurabile, all’Immanifesto, all’Uno-senza-secondo.
Risvegliarsi ad Esso è riconoscere ogni differenza come meravigliosa espressione di un’unico Principio, saper ricondurre la molteplicità all’Unità senza negarla, circoscriverla o svilirla.
Unità infatti non implica affatto “uniformità“, anzi la seconda è proprio negazione della prima.
Solo in questa luce possiamo abbracciare il significato profondo di espressioni piuttosto ermetiche come “Fuso, ma non confuso” di Meister Ekhart o il termine sanscrito “Bhedābheda” (distinzione senza differenza) utilizzato nelle Upanishad.
Possiamo anche aprirci al profondo significato esoterico dei Mandala, degli Yantra, dei Rosoni, ecc.
Esse sono strutture complesse e unitarie ad un tempo, in cui l’intricata molteplicità delle forme si riconduce sempre e comunque ad un’unica Sorgente Inquantificabile, a-dimensionale.
Buon “Innumerabile” a tutti!
fonte: https://nonduale.wordpress.com/2011/12/26/unita-vs-uniformita/
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