– Toc toc.
– Chi è?
– Sono io, il Momento Presente.
– Sapevo che saresti arrivato, sei il benvenuto! Ho letto di te su alcuni libri…
– E prima di apprendere dai libri della mia esistenza non ti eri mai accorto di me?
– No, non ci avevo mai fatto caso.
– Beh, è già un inizio… Almeno sei sincero.
– Sono contento però di conoscerti! Sai a
volte sono proprio in ansia per situazioni della vita e concentrarmi
sul presente mi aiuta a diminuire lo stress.
– Ti lascio ai tuoi psicodrammi, torna pure a dormire. Buon sonno…
– No aspetta!!! Che ho detto di male?
– Non hai la minima idea di cosa tu sia
veramente, ti accontenti di leggere su qualche libro di piccoli mezzucci
e tecniche da cercatore della domenica, le tue reazioni si susseguono
meccaniche in quello che tu chiami vita e che è solo uno stato di
semiveglia permanente… Avevo intravisto la possibilità che tu potessi
diventare qualcos’altro ma evidentemente mi sbagliavo.
– … chi sei tu per parlarmi in questo modo?…
– Tu chi credi che io sia?
– A questo punto non lo so più… Parli con autorità e le tue parole sono macigni…
– Per sondare se stessi occorre molta serietà.
– Ti ascolto…
– Sappi allora che io sono la totalità della tua vita, tutto il tuo mondo.
– Il mondo esiste indipendentemente da me, quando io non ci sarò più il mondo continuerà ad esistere.
– Ne sei sicuro? Parli per esperienza personale?
– Beh no, ma è logico.
– Rifletti: puoi affermare che tu sei
apparso nel mondo? Ne hai avuto esperienza? O Puoi semplicemente dire
che a un certo punto il mondo ti è apparso? Non è un po’ come quando ti
corichi per il tuo riposo notturno? Fin quando puoi dire di essere
cosciente?
– Fin quando mi addormento.
– Ed allora per te, il mondo continua o finisce?
– Beh potremmo dire che io non ne sono più cosciente.
– E che differenza fa? La Coscienza è
tutto e tutto è nella Coscienza. Quando ti addormenti il mondo scompare
alla tua coscienza per poi riapparire al tuo risveglio. Quando ti svegli
la mattina eccolo lì esattamente dove lo hai lasciato.
– Quello che mi dici mi da una strana sensazione, come se mi girasse la testa…
– È perché hai assorbito una serie di
convenzioni a cui hai dato consenso chiamandole vita e senso comune.
Devi cominciare ad indagare su te stesso in modo approfondito basandoti
solo sulle evidenze che tu stesso sei in grado di evincere, non c’è
altro modo.
– Per cosa?
– Per svegliarti.
– Da cosa?
– Dal sonno in cui hai deciso di non esistere. Io sono sempre lì a portata di mano ma tu dove sei?
– Beh sono distratto.
– Da cosa?
– Dai pensieri, dalle preoccupazioni, dalle cose belle anche, dalle situazioni, dalle sensazioni.
– E quando esistono queste cose tu dove sei?
– Beh… non lo so…
– Non lo sai perché semplicemente non
esisti. Sei continuamente identificato in qualche cosa: nelle situazioni
che si susseguono, nei pensieri che ti vivono, nelle emozioni negative
che si nutrono di te e di cui ti nutri, nella sofferenza di cui hai
bisogno per illuderti di essere speciale e di sentirti qualcuno, vivi di
fantasie e sogni ad occhi aperti… Così ciò che potresti essere piano
piano avvizzisce fino a quando la tua energia vitale si andrà esaurendo e
la Grande Consolatrice porrà termine ad una continua successione di
stenti inframmezzata da rari sprazzi di timida gioia.
– In effetti la sensazione di esserci è
rara. A volte mi coglie all’improvviso e mi sembra come un lampo in cui
tutto mi appare più nitido ed i miei sensi più acuti… Ma è un attimo e
quasi subito un nuovo pensiero si manifesta, una sensazione oppure una
persona con cui devo rapportarmi si affaccia alla mia esperienza e tutto
ritorna piatto e bidimensionale, automatico.
– E come fai a renderti conto della differenza?
– Perché dopo qualche tempo mi capita di rivivere quella sensazione di presenza.
– Ecco! Tu sei lì, o meglio non il tu a
cui sei abituato a pensare… diciamo il tu che potresti diventare. Cerca
di rimanere lì il più possibile, cerca di ritornarci ogni volta che
puoi. Io sono lì e con me tutto il mondo.
Sono pronto, non ho paura.
Sono pronto, non ho paura.
– L’avrai… quando ti sarà chiaro che
dovrai far crescere quel qualcosa che è altro da ciò che ordinariamente
sei, tutto quello che hai pensato di essere finora non vorrà mollare la
presa perché gli sembrerà di cessare di esistere… e quando dovrai
scegliere… temerai l’ignoto e rimpiangerai ciò che pensavi di essere, la
tua personalità che è destinata all’estinzione. Allora potresti, come
Esaù, vendere la tua primogenitura per un piatto di lenticchie.
– Un tempo da qualche parte ho letto che nessuno nasce e nessuno muore.
– È proprio cosi… perché pochissimi nascono veramente. I più si limitano ad apparire, funzionare e poi scomparire.
– Cosa significa nascere veramente?
– Significa morire. Significa ritenere
come importante al di sopra di tutto un’unica cosa: Se stessi. Significa
rinunciare ad un’unica cosa: se stessi.
– Non comprendo.
– Ci sono cose che comprenderai strada facendo… e altre le comprenderai solo quando le avrai realizzate.
– Da dove devo cominciare?
– Che domanda… Da te stesso! E da dove
sennò! Cercami il più possibile, vivimi con attenzione e serietà perché
io sono il tuo mondo. In me devi cercare i significati di ciò che appare
e scompare. Io sono lo specchio nel quale rifletterti e cercarti. Sii
instancabile nel ricercare la Presenza, Essa ti porterà fino alla porta
del Mistero.
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