martedì 19 maggio 2015

Il Presente è arrivato

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– Toc toc.

– Chi è?

– Sono io, il Momento Presente.

– Sapevo che saresti arrivato, sei il benvenuto! Ho letto di te su alcuni libri…

– E prima di apprendere dai libri della mia esistenza non ti eri mai accorto di me?

– No, non ci avevo mai fatto caso.

– Beh, è già un inizio… Almeno sei sincero.

– Sono contento però di conoscerti! Sai a volte sono proprio in ansia per situazioni della vita e concentrarmi sul presente mi aiuta a diminuire lo stress.

– Ti lascio ai tuoi psicodrammi, torna pure a dormire. Buon sonno…

– No aspetta!!! Che ho detto di male?

– Non hai la minima idea di cosa tu sia veramente, ti accontenti di leggere su qualche libro di piccoli mezzucci e tecniche da cercatore della domenica, le tue reazioni si susseguono meccaniche in quello che tu chiami vita e che è solo uno stato di semiveglia permanente… Avevo intravisto la possibilità che tu potessi diventare qualcos’altro ma evidentemente mi sbagliavo.

– … chi sei tu per parlarmi in questo modo?…

– Tu chi credi che io sia?

– A questo punto non lo so più… Parli con autorità e le tue parole sono macigni…

– Per sondare se stessi occorre molta serietà.

– Ti ascolto…

– Sappi allora che io sono la totalità della tua vita, tutto il tuo mondo.

– Il mondo esiste indipendentemente da me, quando io non ci sarò più il mondo continuerà ad esistere.

– Ne sei sicuro? Parli per esperienza personale?

– Beh no, ma è logico.

– Rifletti: puoi affermare che tu sei apparso nel mondo? Ne hai avuto esperienza? O Puoi semplicemente dire che a un certo punto il mondo ti è apparso? Non è un po’ come quando ti corichi per il tuo riposo notturno? Fin quando puoi dire di essere cosciente?

– Fin quando mi addormento.

– Ed allora per te, il mondo continua o finisce?

– Beh potremmo dire che io non ne sono più cosciente.

– E che differenza fa? La Coscienza è tutto e tutto è nella Coscienza. Quando ti addormenti il mondo scompare alla tua coscienza per poi riapparire al tuo risveglio. Quando ti svegli la mattina eccolo lì esattamente dove lo hai lasciato.

– Quello che mi dici mi da una strana sensazione, come se mi girasse la testa…

– È perché hai assorbito una serie di convenzioni a cui hai dato consenso chiamandole vita e senso comune. Devi cominciare ad indagare su te stesso in modo approfondito basandoti solo sulle evidenze che tu stesso sei in grado di evincere, non c’è altro modo.

– Per cosa?

– Per svegliarti.

– Da cosa?

– Dal sonno in cui hai deciso di non esistere. Io sono sempre lì a portata di mano ma tu dove sei?

– Beh sono distratto.

– Da cosa?

– Dai pensieri, dalle preoccupazioni, dalle cose belle anche, dalle situazioni, dalle sensazioni.

– E quando esistono queste cose tu dove sei?

– Beh… non lo so…

– Non lo sai perché semplicemente non esisti. Sei continuamente identificato in qualche cosa: nelle situazioni che si susseguono, nei pensieri che ti vivono, nelle emozioni negative che si nutrono di te e di cui ti nutri, nella sofferenza di cui hai bisogno per illuderti di essere speciale e di sentirti qualcuno, vivi di fantasie e sogni ad occhi aperti… Così ciò che potresti essere piano piano avvizzisce fino a quando la tua energia vitale si andrà esaurendo e la Grande Consolatrice porrà termine ad una continua successione di stenti inframmezzata da rari sprazzi di timida gioia.

– In effetti la sensazione di esserci è rara. A volte mi coglie all’improvviso e mi sembra come un lampo in cui tutto mi appare più nitido ed i miei sensi più acuti… Ma è un attimo e quasi subito un nuovo pensiero si manifesta, una sensazione oppure una persona con cui devo rapportarmi si affaccia alla mia esperienza e tutto ritorna piatto e bidimensionale, automatico.

– E come fai a renderti conto della differenza?

– Perché dopo qualche tempo mi capita di rivivere quella sensazione di presenza.

– Ecco! Tu sei lì, o meglio non il tu a cui sei abituato a pensare… diciamo il tu che potresti diventare. Cerca di rimanere lì il più possibile, cerca di ritornarci ogni volta che puoi. Io sono lì e con me tutto il mondo.
Sono pronto, non ho paura.

– L’avrai… quando ti sarà chiaro che dovrai far crescere quel qualcosa che è altro da ciò che ordinariamente sei, tutto quello che hai pensato di essere finora non vorrà mollare la presa perché gli sembrerà di cessare di esistere… e quando dovrai scegliere… temerai l’ignoto e rimpiangerai ciò che pensavi di essere, la tua personalità che è destinata all’estinzione. Allora potresti, come Esaù, vendere la tua primogenitura per un piatto di lenticchie.

– Un tempo da qualche parte ho letto che nessuno nasce e nessuno muore.

– È proprio cosi… perché pochissimi nascono veramente. I più si limitano ad apparire, funzionare e poi scomparire.

– Cosa significa nascere veramente?

– Significa morire. Significa ritenere come importante al di sopra di tutto un’unica cosa: Se stessi. Significa rinunciare ad un’unica cosa: se stessi.

– Non comprendo.

– Ci sono cose che comprenderai strada facendo… e altre le comprenderai solo quando le avrai realizzate.

– Da dove devo cominciare?

– Che domanda… Da te stesso! E da dove sennò! Cercami il più possibile, vivimi con attenzione e serietà perché io sono il tuo mondo. In me devi cercare i significati di ciò che appare e scompare. Io sono lo specchio nel quale rifletterti e cercarti. Sii instancabile nel ricercare la Presenza, Essa ti porterà fino alla porta del Mistero.


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