Gli USA alla fine hanno avuto successo con la loro truffa audace. Il membro principale della NATO è riuscito ad orchestrare un’enorme giravolta per far crescere le spese militari tra i suoi alleati europei.

E al cuore di questa truffa c’è l’isterica campagna di propaganda anti-Russia.

Negli scorsi due anni c’è stato un battere di tamburi sempre più sostenuto da Washington e da certe capitali europee, che avvertiva dell'”aggressione russa” e della “minaccia alla sicurezza”.

Roboanti accuse di “annessione” della Crimea e “destabilizzazione” dell’Ucraina – assieme a prove striminzite – sono state gettate all’interno di un calderone di propaganda, mescolate e servite al pubblico occidentale da media “giornalistici” corporativi e controllati dal governo.

È così banale, è incredibile. Ma la Grande Bugia si è fatta strada nella politica reale.

I risultati sono stati il drammatico deterioramento nelle relazioni tra Mosca e l’Occidente, e il concetto inculcato che la Russia sia una minaccia alla sicurezza dell’Europa orientale e degli Stati Baltici.

Questo, a sua volta, ha portato alle richieste – soprattutto da parte degli Americani – di aumentare le spese per le forze militari della NATO. E questo è la chiave per comprendere tutto questa alienazione collettiva.

Quando l’alleanza militare comandata dagli USA terrà il suo grande summit a Varsavia il prossimo mese, ai 28 stati membri verrà detto che gli anni di spese militari in declino sono finiti.

“Le spese per la difesa da parte degli stati NATO europei sono destinate ad aumentare per la prima volta in quasi un decennio”, ha riportato il Financial Times.
Il quotidiano cita il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg, che ha dichiarato: “La previsione per il 2016, basata sulle stime delle nazioni alleate, indica che il 2016 sarà il primo anno con spese per la difesa in aumento tra gli alleati europei per la prima volta dopo molti, molti anni”.
Questa escursione nelle spese militari da parte dei membri europei della NATO viene stimata a 100 miliardi di dollari supplementari all’anno. Alcuni dei più grandi spendaccioni della NATO in Europa sono l’Inghilterra, la Francia e più di recente la Polonia e gli Stati Baltici.

Ma il cambiamento più grande lo ha fatto la Germania. Il paese aumenterà il suo budget militare per la prima volta in 25 anni. “Gli anni del declino sono finiti”, ha detto il ministro della Difesa tedesco Ursula von der Leyen, con vanaglorioso godimento.

Attualmente, la spesa militare media tra i membri europei della NATO è intorno all’1,4 per cento del Prodotto Interno Lordo (PIL). Su sollecitazione di Washington, l’alleanza si è posta l’obiettivo di una spesa del 2 per cento del PIL. Questo porterà all’aumento dei 100 miliardi di dollari di cui abbiamo già detto.

E quale paese pensate che raccoglierà le ricompense finanziarie di questa stravaganza? Ma gli Stati Uniti, ovviamente. Quando i membri della NATO acquisteranno aerei da combattimento, navi da guerra, carri armati e sistemi missilistici, saranno le aziende americane del Pentagono come la Lockheed Martin e la Raytheon che avranno più da guadagnare.

La Polonia, per esempio, vuole il sistema missilistico Aegis di fabbricazione americana sul suo territorio, proprio come la Romania che lo ha installato di recente ad un costo di 800 milioni di dollari. L’Estonia vuole i missili Patriot americani sul suo territorio, così come i carri armati Abrams e più caccia F-16. Washington non concede questi sistemi d’arma gratis. Dietro tutte quelle orgogliose chiacchiere sul “difendere gli alleati” c’è il semplice capitalismo a scopo di lucro.

E indubbiamente i ministri dei governi europei che facilitano gli accordi americani otterranno al momento della pensione, in un batter d’occhio, un succoso incarico all’interno di una compagnia che produce armi, o in qualche lucrativo think tank a favore della NATO.
Questa inversione nelle spese militari europee è una grande notizia per il complesso militare-industriale statunitense, e in generale per l’economia americana. Come afferma il Financial Times, dalla fine della Guerra Fredda c’è stato un declino nei budget per la NATO stanziati dagli stati europei. E anche comprensibilmente. Se la minaccia di una guerra svanisce, allora i governi cercheranno in modo naturale metodi socialmente più produttivi per investire il denaro.
Ma dal punto di vista dell’economia americana – dipendente com’è dai massicci sussidi militari provenienti da un budget annuale per la difesa di 600 miliardi di dollari – la promessa di pace post-Guerra Fredda è stata una cattiva notizia.

La caduta della spesa militare da parte dei membri europei della NATO si è sensibilmente acuita dopo il 2008, dato che i paesi hanno dovuto fare i conti con la crisi finanziaria globale e l’austerità economica.
Non è una coincidenza che da allora Washington abbia persuaso gli stati europei a fare un’inversione a U in politica e a rilanciare la spesa in armamenti militari, il che significa soprattutto equipaggiamenti militari americani.
Nell’ultimo summit della NATO tenutosi due anni fa in Galles alla fine del 2014, il Presidente americano Obama ha infiammato la retorica, arringando gli alleati europei affinché si impegnassero ad assegnare all’alleanza militare esborsi finanziari maggiori. A tal proposito, Obama ha trovato voci in suo sostegno nel leader inglese David Cameron, nel nuovo segretario generale della NATO ed ex premier norvegese Jens Stoltenberg, così come nella Polonia e negli Stati Baltici.

Assieme a questo complotto condotto dagli USA all’interno della NATO ci sono state violente accuse alla Russia di aggressione ai confini dell’Europa. E in un periodo di due anni lo sconforto del declino nei budget si è trasformato in un robusto aumento delle spese.

Non sorprende perciò che la tattica del terrore anti-russo sia stata accompagnata da esercitazioni belliche a comando USA sempre più grandi e numerose tenutesi nei paesi NATO dell’Europa orientale. Questo mese si terrà in Polonia l’Operazione Anaconda, che secondo alcuni sarà una delle più grandi esercitazioni NATO dalla fine della Guerra Fredda, col coinvolgimento di oltre 30.000 truppe e centinaia di aerei e navi da guerra.
La Russia ha condannato lo sconsiderato dimostrazione di forza della NATO e il massiccio rafforzamento militare ai suoi confini. Mosca ha ripetutamente detto di non essere una minaccia per i suoi vicini europei. L’anno scorso, il Presidente Vladimir Putin ha detto ai media italiani che “solo un pazzo potrebbe immaginare che la Russia attacchi la NATO”.
Nonostante l’atteggiamento militare degli USA e dei suoi alleati della NATO, sembra plausibile che l’alleanza non stia cercando sinceramente uno scontro totale. Uno studio recente da parte della RAND Corporation con base in America ha concluso che le forze della NATO non avrebbero alcuna possibilità contro la Russia se venissero alle mani in Europa orientale.

Apparentemente conscia della tensione che sta andando fuori controllo, la rivista americana Defense One, che è allineata col Pentagono, ha recentemente lanciato un importante appello, sollecitando la NATO a “riscoprire la diplomazia” nelle sue relazioni con la Russia.

Il tempismo è significativo. Per anni, Washington ha assiduamente cercato di invertire i tagli alle spese militari europei. Questo ha avvantaggiato gli USA prima di tutto accaparrando affari per il suo fondamentale complesso militare-industriale; e in secondo luogo, costringendo i membri della NATO ad unirsi sotto una bandiera anti-russa, dà a Washington un rinnovato scopo per essere in Europa.

Questa è sempre stata la logica sottostante della NATO, e con la scomparsa della Guerra Fredda gli USA stavano andando alla cieca. Ora però non più.

Sembra che la propaganda anti-russa che ha spaventato l’Europa con l’invasione e la guerra abbia funzionato bene, come indica il rapporto del Financial Times sulle spese militari in aumento in tutta Europa.

Ma il dilemma è che la retorica americana ostile potrebbe andare fuori controllo, incitando ad una guerra calda. Quindi, la scommessa è che ora da Washington arrivino più inviti alla diplomazia, in modo da far calare le tensioni con la Russia.

Dopo aver terrorizzato l’Europa con la paura di un attacco russo, Washington è riuscita ad assicurarsi i fondi per il suo complesso militare-industriale che la sua economia brama. Questo era il vero e unico obiettivo.

La guerra può essere evitata, ma la truffa è cionondimeno riprovevole, e i popoli americano ed europeo non dovrebbero sopportarla.


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Articolo di Finian Cunningham pubblicato su Sputnik International l’8 Giugno 2016.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.it