mercoledì 29 giugno 2016

Non reagire per evolvere - parte 3

 
Disconnettersi dal comportamento reattivo significa interrompere il segnale che ci tiene in risonanza con la macchina biologica, rendendoci, negli effetti, suoi schiavi. L’energia del Sé – ciò che realmente siamo – viene imbrigliata nella macchina a causa di una risonanza elettromagnetica. Tale risonanza ci costringe a – ed è rafforzata da – un comportamento reattivo rispetto alle circostanze esterne, impedendo la creazione d’una coscienza libera dai meccanismi dell’apparato psicofisico.

Come ho affermato nei due post precedenti, il vero nemico non è qualcuno o qualcosa all’esterno di noi, bensì il nostro impulso a reagire meccanicamente. In questo impulso si annida e prospera il nostro Inferno interiore. Satana è il più potente dei maghi e ci mette di fronte un finto nemico affinché continuiamo a restare prigionieri della Sua energia. Egli in tal modo ci distrae dall’ascolto della nostra sfera interiore. In altre parole: ci rende cechi rispetto alla nostra responsabilità per quanto ci accade.

“Se stai male, è perché esiste gente così, non per colpa tua!” ci sussurra nell’orecchio senza sosta.
 
La regola aurea, che a lungo andare rende impotente il nostro carceriere, è questa:
 
MAI – ASSOLUTAMENTE MAI – ADDOSSARE LA COLPA AGLI ALTRI O ALLE CIRCOSTANZE ESTERNE. 
 
Di fatto, se scorgete le pecche altrui e reagite ad esse, è solo perché siete voi i primi ad averle, magari sepolte nell’inconscio – una buia cantina dove “il Principe del Mondo” vi ha finora impedito di accendere la luce.
 
La nostra resistenza al comportamento reattivo fa sì che la nostra Luce resti sempre accesa, mentre cedere al comportamento reattivo senza opporre resistenza, crea un cortocircuito, un flash di luce dovuto al piacere immediato (la rabbia sfogata, il sesso agito)... e poi il buio, perché la lampadina, cedendo all’impulso, si è fulminata.

Il mondo è saturo di persone con le anime bruciate, che non fanno più luce, ossia persone con un grande potenziale, ma che si sono “consumate” rispondendo meccanicamente a impulsi di ogni genere. D’altronde solo poche anime sulla Terra possiedono il coraggio sufficiente a compiere un lavoro magico/alchemico. È un affare da guerrieri e guerriere. Provateci e ve ne accorgerete. Persino nell’ambiente della new age, coloro che onestamente decidono di contrastare la meccanicità non si contano di certo a migliaia; è più comodo, e indolore, meditare.

Non conta chi ha torto o chi ha ragione, ma solo il fuoco interiore che siete costretti a gestire non reagendo all’evento. Se avete ragione sul piano delle regole, delle leggi o del codice della strada, non reagire risulta ancora più efficace, perché il fuoco accumulato è maggiore e dunque la Luce che irradia l’anima è ancora più splendente. Più grande è l’ostacolo, più grande è la Luce della coscienza che si genera, perché più forte è l’impulso a reagire, maggiore è la resistenza che dobbiamo opporre.

Un comportamento meccanico/reattivo produce subito un intenso lampo di luce – sfogo o godimento – ma alla fine, a lungo andare, lascia dietro di sé il vuoto, l’insoddisfazione... l’oscurità.

Solo resistere alle radicate – e in fondo ridicole – abitudini della macchina biologica, crea una Luce durevole.

Esiste una sottile linea di demarcazione tra il reprimere le nostre emozioni e interrompere il flusso elettrico del nostro sistema reattivo. Reprimere le emozioni è un comportamento inconscio, non voluto. Inconsciamente reprimiamo perché non riusciamo ad esprimere, non perché ce lo imponiamo in un contesto magico/alchemico. Se già di solito non ci arrabbiamo, allora per noi è inutile dal punto di vista evolutivo trattenere la rabbia, in quanto per noi trattenere non richiede sforzo. Dobbiamo sempre contrastare il comportamento meccanico abituale, che magari non è rabbia, bensì paura, imbarazzo, senso di impotenza, senso di inadeguatezza, ecc...
 
Immaginate che io vi faccia una proposta: vi darò 10.000 euro ogni volta che qualcuno vi ferirà emotivamente o vi farà un torto... ma a patto che non vi facciate coinvolgere in reazioni meccaniche. Più risulterà grave, per voi, il torto, più soldi io vi consegnerò: 10.000 euro per un insulto, ma 100.000 per il tradimento del vostro partner... o per una rigatura sulla fiancata della vostra auto nuova. Conoscendovi, sono sicuro che comincereste a sperare di incontrare situazioni difficili, persone sgradevoli, amici falsi, partner e soci che tradiscono la vostra fiducia.

Ogni volta che non reagiamo meccanicamente è come se guadagnassimo dei soldi, tanti soldi, ma siamo stati programmati fin da piccoli a evitare problemi e scansare ostacoli. Siamo stati programmati a far valere la nostra ragione, a farci rispettare a tutti i costi, a respingere le argomentazioni degli altri. Satana ci ha convinto che guadagniamo qualcosa quando reagiamo e facciamo valere le nostre ragioni, mentre, dall’altra parte, nessuno ci ha mai illustrato i vantaggi alchemici derivanti dalla resistenza al comportamento reattivo: la gioia di vivere, il successo, la fine di tutti i nostri problemi, la salute fisica. Tutto questo vale più di qualunque somma di denaro.

Non reagire interiormente, non significa stare zitti esteriormente, ma questo è un altro discorso...

 
(occupazione: domatore di fiumi)
 
 

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