ORIGINI DELL’ORO
Oro,
il dio dei Cesari Romani in opposizione al Divino Creatore come
riportato nel Nuovo Testamento; il falso dio degli Israeliti (vitello
d’oro) in opposizione a Yah; il falso dio dei MenesHeh in opposizione a
Sabaoth (Satana); il significato ultimo della ‘G’ nella Massoneria; lo
strumento di dannazione all’interno del quale le ‘anime salvate’ grazie
all’opera delle banche e dei tribunali condannano i nostri spiriti a
partire dal 1543; il devastatore delle civiltà e la causa delle grandi
depressioni in qualità di moneta ‘legale’; lo strumento tramite il quale
si rendono effettivi gli incantesimi e la follia.
Nessuno
strumento ha causato così tante sofferenze, così tante guerre e così
tanto dolore. Nessun altro materiale è stato associato a maledizioni
tanto numerose. Nessun altro oggetto si è dimostrato materiale tanto
pessimo per garantirsi moneta ‘legale’ in relazione all’inconfutabile
prova legata al suo utilizzo ad opera di banchieri e mercanti per
defraudare, usurpare e far collassare imperi. Eppure, nonostante tutti
questi precedenti, incluse le più numerose raccomandazioni ad esso
dedicate nelle scritture rispetto a qualunque altro materiale, e ciò con
riferimento a più fedi di qualunque altra sostanza, l’oro resta un
materiale adorato da centinaia di milioni di persone, soprattutto
Cristiani, in assoluta contraddizione e in spregio della loro stessa
fede.
Nonostante
la sua adorazione, nonostante l’inconfutabile prova storica relativa al
pericolo da esso rappresentato, coloro che promuovono l’utilizzo
dell’oro, soprattutto come moneta ‘legale’, raramente considerano quella
che è stata la sua vera storia, il suo quasi esclusivo ‘possessore’, ed
il suo principale lascito nel corso di duemila anni, quale devastatore
di culture, e portatore di maledizioni e disgrazie ai danni di coloro i
quali da quest’ultimo sono stati incantati. E’ per questa ragione che
noi investigheremo la maniera in cui un simile strumento abbia acquisito
un potere materiale e simbolico tanto maligno.
LE ORIGINI RELIGIOSE DELL’ORO
Nonostante
tale fatto sia stato cancellato dai libri di storia, le prime miniere
d’oro di cui si abbia testimonianza e i primi lavori orafi di carattere
artigianale si svilupparono in Irlanda – la fonte di gran parte dell’oro
nella fase iniziale e centrale dell’Età del Bronzo.
L’Irlanda e
soprattutto la prima classe sacerdotale della Civiltà Occidentale, i
Cuilliaèan o ‘Holly’ (agrifoglio, I-LEX, holy=sacro), che rappresentano
inoltre la fonte e la matrice stessa dell’originario utilizzo in senso
religioso dell’oro.
Dato che i
Cuilliaèan (Classe Sacerdotale Druidica) esportarono le conoscenze
relative al mondo spirituale fino ai più sperduti angoli del mondo a
partire dal V secolo AC in avanti, alla stessa maniera anche i loro
artefatti in oro vennero considerati come depositari di poteri
sovrannaturali. Uno dei più sublimi esempi di lavoro orafo spirituale ad
opera dei Cuilliaèan, ancora preservato, è rappresentato dai cappelli
da ‘Mago’ (Wizard) o da Vizir (uno di questi è conosciuto come il
Cappello d’Oro di Berlino – Berlin Gold Hat) sul quale erano riportate
le fasi lunari in estremo dettaglio oltre ad informazioni di carattere
astronomico.
LE ORIGINI DELLE MALEDIZIONI ASSOCIATE ALL’ORO
Ai
tempi dei Re Hyksos dell’Egitto, esiliati dalla loro un tempo
riconquistata Ebla e loro stessi connessi tanto all’Irlanda quanto
all’antico lignaggio dei Re-Sacerdoti di Ebla, l’oro come mediatore di
carattere sacro assunse un’importanza ancora maggiore. Tuttavia,
successivamente all’avvenuta sconfitta dell’ultimo Faraone assoluto
Hyksos Akhenaten ad opera dei pirati delle paludi del Delta del Nilo, i
Menes, questi ultimi presero il potere come la dinastia dei Ramsete e
diedero il via ad una progressiva dissipazione ed all’abuso delle enormi
ricchezze dell’Egitto, determinando ulteriori difficoltà e danni
economici.
Seti, il
figlio di Ramsete I, fu protagonista della cattura delle più importanti
famiglie che in precedenza dominavano la corte di Akhenaten da Ugarit, e
agì per riportarle in Egitto in schiavitù e più non come membri di
livello elevato della corte. In ogni caso, ai tempi di Ramsete II, a
partire dal 1260 AC, questi esseri ‘sovrannaturali’ che erano
sopravvissuti alle piaghe d’Egitto furono obbligati a rubare dalle tombe
dei loro precedenti signori, profanando i loro stessi antenati per
fondere lo splendido oro degli Hyksos e pagare le stravaganze dei pirati
Menes.
Quindi, la
maledizione dell’oro cominciò con migliaia di piccoli ‘lingotti’ (bars)
che furono coniati come la prima ‘moneta legale’, tutti intrisi di
migliaia di maledizioni associate alla profanazione dei Cuilliaèan
(Sacri-Holy) Re Hyksos. Da questo punto in avanti, i seguaci di
Akhenaten, con la denominazione di Mosè, divennero noti come gli
Israeliti o gli ‘impuri/maledetti’.
L’ADORAZIONE DELL’ORO COME UN VERO E PROPRIO DIO
A
partire dalla progressiva infusione di milioni di maledizioni nell’oro
utilizzato come strumento di ‘moneta legale’ ad opera dei pirati Menes
di Ramsete, i quali ordinarono agli Israeliti di ‘fondere’ letteralmente
la storia degli Hyksos, tre gruppi avevano assunto il dominio e il
controllo dell’oro, ed uno soltanto tra questi si era effettivamente
reso immune dalla maledizione dell’oro – i Cuilliaèan; mentre gli altri
due gruppi erano costituiti dagli Israeliti e dai pirati che infestavano
le paludi, ovvero i Menes (più tardi noti come MenesHeh – Manasse – tra
i cui discendenti sono da annoverare i Kazari, i Veneziani, gli
Askenaziti, i Sionisti).
Durante la
cattività, ai tempi dei Faraoni pirati della dinastia dei Ramsete, gli
Israeliti furono il primo gruppo che diede il via all’adorazione
dell’oro come propria divinità, nella forma del ‘vitello d’oro’ in
aperto rigetto di Yah e del Divino Creatore. Il vitello fu più tardi
adottato come falso dio dai MenesHeh stessi.
Tale aperto
rigetto in opposizione diretta al Divino Creatore – una sorta di
maledizione invertita proclamata contro tutte le creazioni del Divino –
trova il suo equivalente moderno nella ‘G’ della Massoneria, e nel più
elevato riconoscimento, per coloro che hanno ottenuto lo status di
illuminazione, di ‘Gewe’ che la G simboleggia con riferimento al dio
dell’oro in qualità di maledizione e di odio viscerale nei confronti del
Divino, del mondo e dell’armonia.
L’adorazione
della G nella sua qualità di Simbolo Aureo della Massoneria, che
rappresenta inoltre l’incarnazione stessa del Vitello d’Oro, è anche
all’origine del Parassitismo (monetario) – una malattia mentale
perpetuata tramite il manuale della malattia mentale, noto come Talmud,
che continua ad infettare il mondo oggi e che spinge tramite incantesimi
gli adoratori dell’oro a distruggere il mondo piuttosto che a salvarlo,
a sacrificare le loro stesse famiglie per il loro ‘dio’ terreno.
L’ORIGINE DELLA “MONETA LEGALE” E IL DISTRUTTORE DEGLI IMPERI
Sebbene
l’utilizzo dell’oro come valuta e veicolo di ricchezza risalga al tempo
dei pirati Menes delle paludi, e quindi ai Faraoni Ramsete d’Egitto, la
produzione di oro – e qualsiasi sua associazione con il concetto
fittizio di debito – era sempre stata considerata pubblica fino agli
eventi che ebbero luogo a Roma tra il 60 e il 62 AC. In effetti, le
città stato della Grecia e numerose altre civiltà avevano coniato ed
utilizzato monete d’oro come valuta per centinaia di anni in precedenza,
lo stesso accadeva per le città della Lidia, senza che ciò causasse
depressione economica. Il mutamento di prospettiva in termini storici è
rappresentato da ciò che si verificò tra il 60 e il 62 AC a Roma, quando
Giulio Cesare tentò di ‘acquistare’ il controllo dell’Impero Romano
grazie all’appoggio dei pirati Menes, ormai mercanti e banchieri, che
controllavano il tempio di Giunone. In cambio della ‘privatizzazione’
dell’emissione della moneta per conto di Roma, con il passaggio da un
conio fondato su ‘metalli vili’ a quello fondato sull’oro, e in cambio
della garanzia a favore di questi ultimi legata ad una loro esclusiva e
perpetua produzione di moneta, essi furono d’accordo nel finanziare le
sue campagne.
Quindi, in
effetti, la fase che va dal 60 al 62 AC rappresenta il ‘punto zero’
nell’ottica della creazione di una moneta legale ad opera dei banchieri e
mercanti Menes tramite l’acquisizione del controllo di quella che era
stata l’emissione pubblica della moneta che veniva ora privatizzata,
utilizzando l’oro come incantesimo e illusione. In appena due anni,
l’intero Impero Romano fu soggetto ad una grave crisi finanziaria che
portò alla guerra civile. Quindi, con la creazione della ‘moneta legale’
– grazie alla possibilità concessa ad una classe di pirati,
storicamente privi di coscienza, etica o credo religioso, di controllare
la moneta, servendosi dell’oro – l’Impero fu messo progressivamente in
ginocchio. Il Tempio di Giunone fu denominato Tempio di Giunone Moneta,
ed è all’origine del termine stesso ‘Moneta’ (Money).
L’utilizzo
dell’oro come espediente per guadagnare successivamente il controllo e
la privatizzazione dell’emissione della moneta è stato nel tempo
consolidato da queste medesime famiglie, e da coloro che a queste sono
succedute, ovvero i Kazari/Veneziani/Askenaziti (Nazi – Nasi), ed ha
visto innumerevoli imperi imporsi e decadere, a partire da quello
Spagnolo, per passare poi a quello Tedesco, Francese, Inglese, ed ora,
molto presto, all’Impero Americano della Pax Americana, a partire dal
2011/2012 (se i loro piani non verranno contrastati).
Negli ultimi
300 anni, coloro i quali controllano gran parte dell’oro hanno avviato
due specifiche campagne – eliminare la possibilità che privati cittadini
possano detenere oro, e rimuovere la possibilità di mantenere riserve
pubbliche di oro per eliminare un potenziale fattore di competizione.
L’oro è stato quindi ritirato dopo un certo tempo, rimpiazzato da
garanzie, e da garanzie fondate sull’elemento cartaceo, fino a vere e
proprie valute cartacee. Non appena il debito è divenuto ingestibile,
l’oro ha fatto a quel punto il suo ritorno con una funzione diversa, ed è
stata utilizzata la povera classe intellettuale e quella della ‘verità e
dell’illuminazione’ per promuovere la sua nuova forma di validità.
Questo è
esattamente il piano che è stato perseguito dai discendenti dei pirati
di mare Menes e dai pirati di terra Kazari ai nostri giorni, nella loro
qualità di banchieri e mercanti. I più decisi sostenitori della ‘moneta
legale’ oggi non sono rappresentati dalla classe impegnata nel mondo
degli affari, da storici o da politici, ma dal movimento che si batte
per la verità (truth movement), inopinatamente manipolato dai banchieri
come lo è stato sistematicamente ogni 70 anni, come se si trattasse di
un orologio, negli anni ’30 del Novecento a livello globale, negli anni
’60 dell’Ottocento in America, negli anni ’90 del Settecento in Francia,
e negli anni ’20 del Settecento a Amsterdam e in Germania.
Nonostante
il fatto che le famiglie parassitarie di banchieri/mercanti abbiano
utilizzato il trucco dell’oro ‘moneta legale’ ripetutamente, e
nonostante la questione legata alle prove schiaccianti riferite al fatto
che tale accettazione tende semplicemente a rafforzare il loro
controllo sui commerci, il movimento che si batte per la verità (truth
movement) ai nostri giorni è completamente ipnotizzato, male informato e
stregato esattamente come lo è stato in ogni altra occasione sin dai
giorni dell’Impero Romano e di Giulio Cesare – di qui il maledetto
potere dell’oro.
L’ORIGINE DELL’ORO COME PRIGIONE DELLE “ANIME SALVATE”
Il
14 Marzo del 1543, i Veneziani completarono la progressiva transizione
dalla struttura di potere del Culto Romano alla loro nuova chiesa ed al
loro nuovo strumento di potere, la Compagnia di Gesù (Gesuiti),
assicurandosi quindi che nè i Medici, nè i loro arci-rivali delle
famiglie parassitarie di Genova potessero riguadagnare nuovamente per sè
un potere effettivo. Il nuovo sito per tale apparato del Vaticano
sarebbe stato la Sacra Rota, la Sacra Cancelleria, mentre il Tesoro e la
Sacra Penitenzieria sarebbe stata Londra, in qualità di Tempio della
Nuova Gerusalemme, e più tardi gli Stati Uniti, come estensione di tale
Tempio.
Nel corso di
tale fase, ai Gesuiti fu garantito un ‘diritto’ esclusivo di cui mai si
era sentito parlare prima, il concetto legato al riscatto di queste
anime ‘perdute’ per la (Santa) Sede (Seggio di San Pietro, Santa Sede,
Holy See, See=Sea, Mare) servendosi del concetto di Salvezza,
utilizzando Banche e Tribunali (Corti di Giustizia) come parte del loro
apparato – e quindi l’assoluta commercializzazione del peccato.
Quale
elemento, allora, i Gesuiti considerarono fosse il più adeguato
collaterale rispetto alla carne in termini di garanzia e di rendimento
riferito a tale nuovo genere di cambiali? A tutti gli effetti, si trattò
dell’anima. Ma dove esattamente qualcuno può collocare qualcosa di
etereo una volta riscattato, e all’interno di quale strumento tangibile?
La risposta era nei Lingotti d’Oro (Gold Bars), ovvero l’origine stessa
della denominazione ‘Bar Associations’, le ‘mietitrici di anime’.
‘Bar’
(lingotto, barra) significa ‘barra o bastone di ferro utilizzato per
rendere più sicura una porta o un ingresso’. Significa anche ‘regnare
con un bastone di ferro (il pugno di ferro)’. Quindi, a questo punto, i
Gesuiti controllavano la Sacra Penitenzieria all’interno della quale
erano collocati i beni di maggiore valore rispetto a tutti gli altri, le
anime dannate all’interno di Lingotti d’Oro (Bars of Gold).
Naturalmente,
tali affermazioni potrebbero essere facilmente rigettate quali folli
teorie cospiratorie e a sfondo satanico prive di fondamento. Eppure
l’oro è rimasto in qualche maniera la base sottostante tutto ciò che si
definisce ‘moneta legale’ sin da quel tempo, ripresentandosi sulla scena
approssimativamente ogni 70 anni, promosso dal movimento che si batte
per la verità (truth movement) e dai patrioti di quel tempo specifico, a
loro eterno disappunto successivamente al fatto compiuto.
In ogni
caso, una decisa prova di carattere simbolico esiste in riferimento al
fatto che il requisito obbligatorio per cui un lingotto d’oro debba
essere puro al 999,9 in termini percentuali derivi in realtà dal 666,
che rappresenta appunto la cifra che si ottiene dal capovolgimento del
999,9. Di nuovo, tale argomentazione potrebbe essere definita una pura
congettura. Eppure ciò che non può essere contestato è che l’oro, in
qualità di moneta legale, viene definito, in termini che sono i più
assoluti possibili all’interno della Bibbia, ed in altri testi, come un
abominio, come un falso idolo – eppure è assolutamente supportato e
promosso da personaggi che reclamano di seguire gli insegnamenti in essa
contenuti – un elemento che prova quindi senza tema di smentita i
poteri sovrannaturali associabili a tale strumento di dannazione.
QUANTO ORO E’ STATO MAI ESTRATTO?
Potrebbe sorprendervi, o forse no, sapere come non vi sia accordo unanime in relazione ad esattamente quanto oro sia mai stato estratto, e neppure su quello che in realtà esiste, nè su chi sia a ‘possederlo’ con riferimento all’intero pianeta Terra. Sappiamo che le riserve d’oro ufficiali (pubbliche) ammontino a 30.000 tonnellate di Oro, la singola e più grande struttura preposta al deposito di oro è rappresentata dalla Federal Reserve di New York con circa 5.000 in riserve d’oro ufficiali (pubbliche).
Ci sono poi
riserve d’oro private, non dichiarate e non incluse nelle stime totali.
La stima internazionalmente riconosciuta operata dalla Barclays Bank
ammette come vi siano tra le 24.000 e le 26.000 tonnellate che sono
immagazzinate in strutture di deposito private e che circa l’80%
dell’oro nel tempo estratto esista in forma di lingotti. Di conseguenza
loro stimano che l’oro estratto nel suo complesso ammonti a sole 70.000
tonnellate.
In ogni
caso, l’internazionalmente riconosciuto US Geological Survey Department,
così come le pubblicazioni relative alla storia delle estrazioni
stimano la produzione totale globale di oro, dal 1900 al 2006, in
128.075 tonnellate, per cui la cifra sarebbe di oltre 58.000 tonnellate
più elevata, semplicemente nel corso dell’ultimo secolo, rispetto al
totale stimato dalla Barclays Bank in qualità di cifra in grado di
indicare tutto l’oro che sia mai stato estratto!
Al contrario
del settore bancario che sembra sostanzialmente orientato ad abbassare
tali stime, l’industria di estrazione sostiene che il totale dell’oro
prodotto sia prossimo ad una cifra oscillante tra le 140.000 e le
150.000 tonnellate.
Comunque, se
noi prendessimo in considerazione tanto le misurazioni accurate
sull’effettiva produzione, quanto i dati storici, a partire dal 1600
fino ai nostri giorni, sarebbero oltre 150.000 tonnellate quelle che
sono state prodotte, ciò ad indicare quanto anche l’apparentemente
‘elevata’ cifra di 150.000 tonnellate risulti eccessivamente cauta.
Ad esempio,
oltre 3.000 tonnellate di oro sono state trafugate dalle civiltà
Americane ad opera degli Spagnoli tra il 1492 e il 1600, quantità
stimata in oltre il 40% della produzione totale globale relativa a quel
periodo. Tra il 1600 e il 1800, i Gesuiti hanno controllato e gestito le
enormi miniere di schiavi della Colombia e del Brasile che si stima
abbiano prodotto 3 volte la quantità di oro trafugata nel corso dei
genocidi perpetrati ai danni delle civiltà Americane.
La stima più
accurata, che tiene conto di tutte le documentazioni, di tutti i dati
storici, e della storia delle tecniche di estrazione mineraria, e delle
diverse aree minerarie, è che una cifra intorno ai 200.143 tonnellate
sia la più vicina a quella dell’oro effettivamente mai
prodotto/estratto.
La
produzione media globale di oro nel corso degli ultimi 10 anni si
attesta attualmente intorno alle 2.300/2.500 tonnellate all’anno.
Attualmente i tre maggiori produttori di oro nel mondo sono il Sud
Africa (24%), l’Australia (16%) e il Canada (8%).
Se facciamo
riferimento alla domanda globale media, tale domanda globale si è
attestata intorno ad una cifra tra le 3.800 alle 4.000 tonnellate
all’anno, delle quali l’81% viene utilizzato nell’ambito del settore
della gioielleria, il 10% dal settore industriale ed il 9% in forma di
lingotti (settore dell’investimento al dettaglio – retail investment).
Tale consumo
più elevato di oro rispetto alla quantità prodotta ha portato alcuni
analisti a ritenere che il prezzo dell’oro sia destinato a salire
ulteriormente negli anni a venire.
PERCHE’ TALE DISCREPANZA?
E’ difficile
ricostruire le ragioni per cui tali massicce ed ovvie discrepanze
continuino a sussistere per ridurre deliberatamente la dimensione totale
dell’ammontare totale di oro dalle 200.000 e oltre tonnellate, a meno
di 70.000 tonnellate.
Una ragione
ovvia è quella legata al tentativo di mantenere elevati i prezzi
dell’oro. Fino a quando la produzione (offerta) sarà più bassa della
domanda, e fino a quando i mercati forniranno una percezione legata ad
una quantità di riserve limitata, gli operatori di mercato e i
proprietari di oro potranno tranquillamente fare richiesta di prezzi
esorbitanti.
Una seconda
ragione, più difficile da provare, potrebbe essere rintracciata
nell’esistenza di proprietari/possessori di enormi quantitativi d’oro,
che si trovano in una posizione finanziaria talmente favorevole da avere
tutta l’intenzione di mantenere tali enormi riserve private di oro
lontane da qualsiasi possibilità di rendicontazione, per ottenere
vantaggi di carattere strategico, politico e finanziario.
I Russi, ad
esempio, si ritiene detengano numerose tonnellate di oro in termini di
riserve private, che sono impossibili da verificare effettivamente. In
ogni caso, quando facciamo riferimento alle stime ufficiali, stiamo
parlando, in termini di discrepanza riferita alle stime sull’oro, di una
cifra ammontante a circa 50.000 tonnellate (quasi 1000 miliardi di $)
che sono semplicemente mancanti e non rendicontate.
1/4 dell’oro
del mondo non è che semplicemente scompaia. Coloro che detengono
riserve private possono sottrarne una porzione dalla circolazione, ma
nel tempo quest’ultima tornerebbe in circolo e potrebbe essere
tracciata. E neppure vi sono singoli dittatori in grado di avere il
potere o gli apparati necessari per ricorrere a tali pratiche.
LE RISERVE IN ORO DETENUTE DAL VATICANO E DAL LORO PADRONE PARASSITA VENEZIANO
Il maggiore e
singolo detentore di lingotti rispetto a qualsiasi altra organizzazione
nel corso dei trascorsi 1.000 anni è, ed è sempre stato, il Culto
Romano che controlla la Chiesa Cattolica.
La Chiesa
Cattolica Romana controlla approssimativamente 60.350 tonnellate d’oro,
due volte la dimensione delle riserve ufficiali totali di oro di tutto
il mondo, o approssimativamente il 30,2% di tutto l’oro mai
estratto/prodotto. A prezzi correnti, è possibile stimare il valore di
tali beni che costituiscono il più grande tesoro della storia
dell’umanità in oltre 1.245 miliardi di dollari statunitensi ($).
Per la
maggior parte dei trascorsi 1.000 anni, la Chiesa Cattolica ha assunto
una posizione dominante che gli ha permesso di controllare i mercati
dell’oro a livello mondiale, in relazione al fatto di aver posseduto
oltre il 50% di tutto l’oro, ed in una posizione talmente dominante, a
partire dal XIV secolo fino a giungere al XVII secolo, da controllare
oltre il 60% di tutto l’oro mai estratto.
Tale tesoro
nella sua totalità è stato suddiviso tra numerose riserve dichiarate ed
altrettanto numerose riserve non dichiarate. Soltanto il 20% delle
riserve d’oro totali sono immagazzinate tramite ‘partiti terzi’ in
riserve ufficiali, la maggiore riserva dichiarata è rappresentata dalla
Federal Reserve Bank, seguita dalle riserve presenti in Italia,
Svizzera, Germania e Francia.
Questo è il
Tesoro che una volta ancora verrà utilizzato per riguadagnare il
controllo del mondo servendosi del ‘mascheramento’ in base al quale ci
si orienterebbe a salvare il mondo tramite la ‘moneta legale’ nel
2011/2012, a meno che persone di buona volontà non vengano risvegliate
dall’incantesimo lanciato dai banchieri e dal loro oro.
(fonte: “Evil Symbols: Gold” – Traduzione: Heimskringla)
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