martedì 28 giugno 2016

La Maledizione dell’Oro

ORIGINI DELL’ORO

 Oro, il dio dei Cesari Romani in opposizione al Divino Creatore come riportato nel Nuovo Testamento; il falso dio degli Israeliti (vitello d’oro) in opposizione a Yah; il falso dio dei MenesHeh in opposizione a Sabaoth (Satana); il significato ultimo della ‘G’ nella Massoneria; lo strumento di dannazione all’interno del quale le ‘anime salvate’ grazie all’opera delle banche e dei tribunali condannano i nostri spiriti a partire dal 1543; il devastatore delle civiltà e la causa delle grandi depressioni in qualità di moneta ‘legale’; lo strumento tramite il quale si rendono effettivi gli incantesimi e la follia.

Nessuno strumento ha causato così tante sofferenze, così tante guerre e così tanto dolore. Nessun altro materiale è stato associato a maledizioni tanto numerose. Nessun altro oggetto si è dimostrato materiale tanto pessimo per garantirsi moneta ‘legale’ in relazione all’inconfutabile prova legata al suo utilizzo ad opera di banchieri e mercanti per defraudare, usurpare e far collassare imperi. Eppure, nonostante tutti questi precedenti, incluse le più numerose raccomandazioni ad esso dedicate nelle scritture rispetto a qualunque altro materiale, e ciò con riferimento a più fedi di qualunque altra sostanza, l’oro resta un materiale adorato da centinaia di milioni di persone, soprattutto Cristiani, in assoluta contraddizione e in spregio della loro stessa fede.

Nonostante la sua adorazione, nonostante l’inconfutabile prova storica relativa al pericolo da esso rappresentato, coloro che promuovono l’utilizzo dell’oro, soprattutto come moneta ‘legale’, raramente considerano quella che è stata la sua vera storia, il suo quasi esclusivo ‘possessore’, ed il suo principale lascito nel corso di duemila anni, quale devastatore di culture, e portatore di maledizioni e disgrazie ai danni di coloro i quali da quest’ultimo sono stati incantati. E’ per questa ragione che noi investigheremo la maniera in cui un simile strumento abbia acquisito un potere materiale e simbolico tanto maligno.

LE ORIGINI RELIGIOSE DELL’ORO

Nonostante tale fatto sia stato cancellato dai libri di storia, le prime miniere d’oro di cui si abbia testimonianza e i primi lavori orafi di carattere artigianale si svilupparono in Irlanda – la fonte di gran parte dell’oro nella fase iniziale e centrale dell’Età del Bronzo. 

L’Irlanda e soprattutto la prima classe sacerdotale della Civiltà Occidentale, i Cuilliaèan o ‘Holly’ (agrifoglio, I-LEX, holy=sacro), che rappresentano inoltre la fonte e la matrice stessa dell’originario utilizzo in senso religioso dell’oro.

Dato che i Cuilliaèan (Classe Sacerdotale Druidica) esportarono le conoscenze relative al mondo spirituale fino ai più sperduti angoli del mondo a partire dal V secolo AC in avanti, alla stessa maniera anche i loro artefatti in oro vennero considerati come depositari di poteri sovrannaturali. Uno dei più sublimi esempi di lavoro orafo spirituale ad opera dei Cuilliaèan, ancora preservato, è rappresentato dai cappelli da ‘Mago’ (Wizard) o da Vizir (uno di questi è conosciuto come il Cappello d’Oro di Berlino – Berlin Gold Hat) sul quale erano riportate le fasi lunari in estremo dettaglio oltre ad informazioni di carattere astronomico.

LE ORIGINI DELLE MALEDIZIONI ASSOCIATE ALL’ORO

Ai tempi dei Re Hyksos dell’Egitto, esiliati dalla loro un tempo riconquistata Ebla e loro stessi connessi tanto all’Irlanda quanto all’antico lignaggio dei Re-Sacerdoti di Ebla, l’oro come mediatore di carattere sacro assunse un’importanza ancora maggiore. Tuttavia, successivamente all’avvenuta sconfitta dell’ultimo Faraone assoluto Hyksos Akhenaten ad opera dei pirati delle paludi del Delta del Nilo, i Menes, questi ultimi presero il potere come la dinastia dei Ramsete e diedero il via ad una progressiva dissipazione ed all’abuso delle enormi ricchezze dell’Egitto, determinando ulteriori difficoltà e danni economici.

Seti, il figlio di Ramsete I, fu protagonista della cattura delle più importanti famiglie che in precedenza dominavano la corte di Akhenaten da Ugarit, e agì per riportarle in Egitto in schiavitù e più non come membri di livello elevato della corte. In ogni caso, ai tempi di Ramsete II, a partire dal 1260 AC, questi esseri ‘sovrannaturali’ che erano sopravvissuti alle piaghe d’Egitto furono obbligati a rubare dalle tombe dei loro precedenti signori, profanando i loro stessi antenati per fondere lo splendido oro degli Hyksos e pagare le stravaganze dei pirati Menes.

Quindi, la maledizione dell’oro cominciò con migliaia di piccoli ‘lingotti’ (bars) che furono coniati come la prima ‘moneta legale’, tutti intrisi di migliaia di maledizioni associate alla profanazione dei Cuilliaèan (Sacri-Holy) Re Hyksos. Da questo punto in avanti, i seguaci di Akhenaten, con la denominazione di Mosè, divennero noti come gli Israeliti o gli ‘impuri/maledetti’.

L’ADORAZIONE DELL’ORO COME UN VERO E PROPRIO DIO

A partire dalla progressiva infusione di milioni di maledizioni nell’oro utilizzato come strumento di ‘moneta legale’ ad opera dei pirati Menes di Ramsete, i quali ordinarono agli Israeliti di ‘fondere’ letteralmente la storia degli Hyksos, tre gruppi avevano assunto il dominio e il controllo dell’oro, ed uno soltanto tra questi si era effettivamente reso immune dalla maledizione dell’oro – i Cuilliaèan; mentre gli altri due gruppi erano costituiti dagli Israeliti e dai pirati che infestavano le paludi, ovvero i Menes (più tardi noti come MenesHeh – Manasse – tra i cui discendenti sono da annoverare i Kazari, i Veneziani, gli Askenaziti, i Sionisti).

Durante la cattività, ai tempi dei Faraoni pirati della dinastia dei Ramsete, gli Israeliti furono il primo gruppo che diede il via all’adorazione dell’oro come propria divinità, nella forma del ‘vitello d’oro’ in aperto rigetto di Yah e del Divino Creatore. Il vitello fu più tardi adottato come falso dio dai MenesHeh stessi.

Tale aperto rigetto in opposizione diretta al Divino Creatore – una sorta di maledizione invertita proclamata contro tutte le creazioni del Divino – trova il suo equivalente moderno nella ‘G’ della Massoneria, e nel più elevato riconoscimento, per coloro che hanno ottenuto lo status di illuminazione, di ‘Gewe’ che la G simboleggia con riferimento al dio dell’oro in qualità di maledizione e di odio viscerale nei confronti del Divino, del mondo e dell’armonia.

L’adorazione della G nella sua qualità di Simbolo Aureo della Massoneria, che rappresenta inoltre l’incarnazione stessa del Vitello d’Oro, è anche all’origine del Parassitismo (monetario) – una malattia mentale perpetuata tramite il manuale della malattia mentale, noto come Talmud, che continua ad infettare il mondo oggi e che spinge tramite incantesimi gli adoratori dell’oro a distruggere il mondo piuttosto che a salvarlo, a sacrificare le loro stesse famiglie per il loro ‘dio’ terreno.

L’ORIGINE DELLA “MONETA LEGALE” E IL DISTRUTTORE DEGLI IMPERI

Sebbene l’utilizzo dell’oro come valuta e veicolo di ricchezza risalga al tempo dei pirati Menes delle paludi, e quindi ai Faraoni Ramsete d’Egitto, la produzione di oro – e qualsiasi sua associazione con il concetto fittizio di debito – era sempre stata considerata pubblica fino agli eventi che ebbero luogo a Roma tra il 60 e il 62 AC. In effetti, le città stato della Grecia e numerose altre civiltà avevano coniato ed utilizzato monete d’oro come valuta per centinaia di anni in precedenza, lo stesso accadeva per le città della Lidia, senza che ciò causasse depressione economica. Il mutamento di prospettiva in termini storici è rappresentato da ciò che si verificò tra il 60 e il 62 AC a Roma, quando Giulio Cesare tentò di ‘acquistare’ il controllo dell’Impero Romano grazie all’appoggio dei pirati Menes, ormai mercanti e banchieri, che controllavano il tempio di Giunone. In cambio della ‘privatizzazione’ dell’emissione della moneta per conto di Roma, con il passaggio da un conio fondato su ‘metalli vili’ a quello fondato sull’oro, e in cambio della garanzia a favore di questi ultimi legata ad una loro esclusiva e perpetua produzione di moneta, essi furono d’accordo nel finanziare le sue campagne.

Quindi, in effetti, la fase che va dal 60 al 62 AC rappresenta il ‘punto zero’ nell’ottica della creazione di una moneta legale ad opera dei banchieri e mercanti Menes tramite l’acquisizione del controllo di quella che era stata l’emissione pubblica della moneta che veniva ora privatizzata, utilizzando l’oro come incantesimo e illusione. In appena due anni, l’intero Impero Romano fu soggetto ad una grave crisi finanziaria che portò alla guerra civile. Quindi, con la creazione della ‘moneta legale’ – grazie alla possibilità concessa ad una classe di pirati, storicamente privi di coscienza, etica o credo religioso, di controllare la moneta, servendosi dell’oro – l’Impero fu messo progressivamente in ginocchio. Il Tempio di Giunone fu denominato Tempio di Giunone Moneta, ed è all’origine del termine stesso ‘Moneta’ (Money).

L’utilizzo dell’oro come espediente per guadagnare successivamente il controllo e la privatizzazione dell’emissione della moneta è stato nel tempo consolidato da queste medesime famiglie, e da coloro che a queste sono succedute, ovvero i Kazari/Veneziani/Askenaziti (Nazi – Nasi), ed ha visto innumerevoli imperi imporsi e decadere, a partire da quello Spagnolo, per passare poi a quello Tedesco, Francese, Inglese, ed ora, molto presto, all’Impero Americano della Pax Americana, a partire dal 2011/2012 (se i loro piani non verranno contrastati).

Negli ultimi 300 anni, coloro i quali controllano gran parte dell’oro hanno avviato due specifiche campagne – eliminare la possibilità che privati cittadini possano detenere oro, e rimuovere la possibilità di mantenere riserve pubbliche di oro per eliminare un potenziale fattore di competizione. L’oro è stato quindi ritirato dopo un certo tempo, rimpiazzato da garanzie, e da garanzie fondate sull’elemento cartaceo, fino a vere e proprie valute cartacee. Non appena il debito è divenuto ingestibile, l’oro ha fatto a quel punto il suo ritorno con una funzione diversa, ed è stata utilizzata la povera classe intellettuale e quella della ‘verità e dell’illuminazione’ per promuovere la sua nuova forma di validità.

Questo è esattamente il piano che è stato perseguito dai discendenti dei pirati di mare Menes e dai pirati di terra Kazari ai nostri giorni, nella loro qualità di banchieri e mercanti. I più decisi sostenitori della ‘moneta legale’ oggi non sono rappresentati dalla classe impegnata nel mondo degli affari, da storici o da politici, ma dal movimento che si batte per la verità (truth movement), inopinatamente manipolato dai banchieri come lo è stato sistematicamente ogni 70 anni, come se si trattasse di un orologio, negli anni ’30 del Novecento a livello globale, negli anni ’60 dell’Ottocento in America, negli anni ’90 del Settecento in Francia, e negli anni ’20 del Settecento a Amsterdam e in Germania.

Nonostante il fatto che le famiglie parassitarie di banchieri/mercanti abbiano utilizzato il trucco dell’oro ‘moneta legale’ ripetutamente, e nonostante la questione legata alle prove schiaccianti riferite al fatto che tale accettazione tende semplicemente a rafforzare il loro controllo sui commerci, il movimento che si batte per la verità (truth movement) ai nostri giorni è completamente ipnotizzato, male informato e stregato esattamente come lo è stato in ogni altra occasione sin dai giorni dell’Impero Romano e di Giulio Cesare – di qui il maledetto potere dell’oro.

L’ORIGINE DELL’ORO COME PRIGIONE DELLE “ANIME SALVATE”

Il 14 Marzo del 1543, i Veneziani completarono la progressiva transizione dalla struttura di potere del Culto Romano alla loro nuova chiesa ed al loro nuovo strumento di potere, la Compagnia di Gesù (Gesuiti), assicurandosi quindi che nè i Medici, nè i loro arci-rivali delle famiglie parassitarie di Genova potessero riguadagnare nuovamente per sè un potere effettivo. Il nuovo sito per tale apparato del Vaticano sarebbe stato la Sacra Rota, la Sacra Cancelleria, mentre il Tesoro e la Sacra Penitenzieria sarebbe stata Londra, in qualità di Tempio della Nuova Gerusalemme, e più tardi gli Stati Uniti, come estensione di tale Tempio.

Nel corso di tale fase, ai Gesuiti fu garantito un ‘diritto’ esclusivo di cui mai si era sentito parlare prima, il concetto legato al riscatto di queste anime ‘perdute’ per la (Santa) Sede (Seggio di San Pietro, Santa Sede, Holy See, See=Sea, Mare) servendosi del concetto di Salvezza, utilizzando Banche e Tribunali (Corti di Giustizia) come parte del loro apparato – e quindi l’assoluta commercializzazione del peccato.

Quale elemento, allora, i Gesuiti considerarono fosse il più adeguato collaterale rispetto alla carne in termini di garanzia e di rendimento riferito a tale nuovo genere di cambiali? A tutti gli effetti, si trattò dell’anima. Ma dove esattamente qualcuno può collocare qualcosa di etereo una volta riscattato, e all’interno di quale strumento tangibile? La risposta era nei Lingotti d’Oro (Gold Bars), ovvero l’origine stessa della denominazione ‘Bar Associations’, le ‘mietitrici di anime’.

‘Bar’ (lingotto, barra) significa ‘barra o bastone di ferro utilizzato per rendere più sicura una porta o un ingresso’. Significa anche ‘regnare con un bastone di ferro (il pugno di ferro)’. Quindi, a questo punto, i Gesuiti controllavano la Sacra Penitenzieria all’interno della quale erano collocati i beni di maggiore valore rispetto a tutti gli altri, le anime dannate all’interno di Lingotti d’Oro (Bars of Gold).

Naturalmente, tali affermazioni potrebbero essere facilmente rigettate quali folli teorie cospiratorie e a sfondo satanico prive di fondamento. Eppure l’oro è rimasto in qualche maniera la base sottostante tutto ciò che si definisce ‘moneta legale’ sin da quel tempo, ripresentandosi sulla scena approssimativamente ogni 70 anni, promosso dal movimento che si batte per la verità (truth movement) e dai patrioti di quel tempo specifico, a loro eterno disappunto successivamente al fatto compiuto.

In ogni caso, una decisa prova di carattere simbolico esiste in riferimento al fatto che il requisito obbligatorio per cui un lingotto d’oro debba essere puro al 999,9 in termini percentuali derivi in realtà dal 666, che rappresenta appunto la cifra che si ottiene dal capovolgimento del 999,9. Di nuovo, tale argomentazione potrebbe essere definita una pura congettura. Eppure ciò che non può essere contestato è che l’oro, in qualità di moneta legale, viene definito, in termini che sono i più assoluti possibili all’interno della Bibbia, ed in altri testi, come un abominio, come un falso idolo – eppure è assolutamente supportato e promosso da personaggi che reclamano di seguire gli insegnamenti in essa contenuti – un elemento che prova quindi senza tema di smentita i poteri sovrannaturali associabili a tale strumento di dannazione.

QUANTO ORO E’ STATO MAI ESTRATTO?

Potrebbe sorprendervi, o forse no, sapere come non vi sia accordo unanime in relazione ad esattamente quanto oro sia mai stato estratto, e neppure su quello che in realtà esiste, nè su chi sia a ‘possederlo’ con riferimento all’intero pianeta Terra. Sappiamo che le riserve d’oro ufficiali (pubbliche) ammontino a 30.000 tonnellate di Oro, la singola e più grande struttura preposta al deposito di oro è rappresentata dalla Federal Reserve di New York con circa 5.000 in riserve d’oro ufficiali (pubbliche).

Ci sono poi riserve d’oro private, non dichiarate e non incluse nelle stime totali. La stima internazionalmente riconosciuta operata dalla Barclays Bank ammette come vi siano tra le 24.000 e le 26.000 tonnellate che sono immagazzinate in strutture di deposito private e che circa l’80% dell’oro nel tempo estratto esista in forma di lingotti. Di conseguenza loro stimano che l’oro estratto nel suo complesso ammonti a sole 70.000 tonnellate.

In ogni caso, l’internazionalmente riconosciuto US Geological Survey Department, così come le pubblicazioni relative alla storia delle estrazioni stimano la produzione totale globale di oro, dal 1900 al 2006, in 128.075 tonnellate, per cui la cifra sarebbe di oltre 58.000 tonnellate più elevata, semplicemente nel corso dell’ultimo secolo, rispetto al totale stimato dalla Barclays Bank in qualità di cifra in grado di indicare tutto l’oro che sia mai stato estratto!

Al contrario del settore bancario che sembra sostanzialmente orientato ad abbassare tali stime, l’industria di estrazione sostiene che il totale dell’oro prodotto sia prossimo ad una cifra oscillante tra le 140.000 e le 150.000 tonnellate.

Comunque, se noi prendessimo in considerazione tanto le misurazioni accurate sull’effettiva produzione, quanto i dati storici, a partire dal 1600 fino ai nostri giorni, sarebbero oltre 150.000 tonnellate quelle che sono state prodotte, ciò ad indicare quanto anche l’apparentemente ‘elevata’ cifra di 150.000 tonnellate risulti eccessivamente cauta.

Ad esempio, oltre 3.000 tonnellate di oro sono state trafugate dalle civiltà Americane ad opera degli Spagnoli tra il 1492 e il 1600, quantità stimata in oltre il 40% della produzione totale globale relativa a quel periodo. Tra il 1600 e il 1800, i Gesuiti hanno controllato e gestito le enormi miniere di schiavi della Colombia e del Brasile che si stima abbiano prodotto 3 volte la quantità di oro trafugata nel corso dei genocidi perpetrati ai danni delle civiltà Americane.

La stima più accurata, che tiene conto di tutte le documentazioni, di tutti i dati storici, e della storia delle tecniche di estrazione mineraria, e delle diverse aree minerarie, è che una cifra intorno ai 200.143 tonnellate sia la più vicina a quella dell’oro effettivamente mai prodotto/estratto.

 
DOMANDA TIPICA ED UTILIZZO DELL’ORO AI NOSTRI GIORNI

La produzione media globale di oro nel corso degli ultimi 10 anni si attesta attualmente intorno alle 2.300/2.500 tonnellate all’anno. Attualmente i tre maggiori produttori di oro nel mondo sono il Sud Africa (24%), l’Australia (16%) e il Canada (8%).

Se facciamo riferimento alla domanda globale media, tale domanda globale si è attestata intorno ad una cifra tra le 3.800 alle 4.000 tonnellate all’anno, delle quali l’81% viene utilizzato nell’ambito del settore della gioielleria, il 10% dal settore industriale ed il 9% in forma di lingotti (settore dell’investimento al dettaglio – retail investment).

Tale consumo più elevato di oro rispetto alla quantità prodotta ha portato alcuni analisti a ritenere che il prezzo dell’oro sia destinato a salire ulteriormente negli anni a venire.

PERCHE’ TALE DISCREPANZA?
E’ difficile ricostruire le ragioni per cui tali massicce ed ovvie discrepanze continuino a sussistere per ridurre deliberatamente la dimensione totale dell’ammontare totale di oro dalle 200.000 e oltre tonnellate, a meno di 70.000 tonnellate.

Una ragione ovvia è quella legata al tentativo di mantenere elevati i prezzi dell’oro. Fino a quando la produzione (offerta) sarà più bassa della domanda, e fino a quando i mercati forniranno una percezione legata ad una quantità di riserve limitata, gli operatori di mercato e i proprietari di oro potranno tranquillamente fare richiesta di prezzi esorbitanti.

Una seconda ragione, più difficile da provare, potrebbe essere rintracciata nell’esistenza di proprietari/possessori di enormi quantitativi d’oro, che si trovano in una posizione finanziaria talmente favorevole da avere tutta l’intenzione di mantenere tali enormi riserve private di oro lontane da qualsiasi possibilità di rendicontazione, per ottenere vantaggi di carattere strategico, politico e finanziario.

I Russi, ad esempio, si ritiene detengano numerose tonnellate di oro in termini di riserve private, che sono impossibili da verificare effettivamente. In ogni caso, quando facciamo riferimento alle stime ufficiali, stiamo parlando, in termini di discrepanza riferita alle stime sull’oro, di una cifra ammontante a circa 50.000 tonnellate (quasi 1000 miliardi di $) che sono semplicemente mancanti e non rendicontate.

1/4 dell’oro del mondo non è che semplicemente scompaia. Coloro che detengono riserve private possono sottrarne una porzione dalla circolazione, ma nel tempo quest’ultima tornerebbe in circolo e potrebbe essere tracciata. E neppure vi sono singoli dittatori in grado di avere il potere o gli apparati necessari per ricorrere a tali pratiche.

LE RISERVE IN ORO DETENUTE DAL VATICANO E DAL LORO PADRONE PARASSITA VENEZIANO 
Il maggiore e singolo detentore di lingotti rispetto a qualsiasi altra organizzazione nel corso dei trascorsi 1.000 anni è, ed è sempre stato, il Culto Romano che controlla la Chiesa Cattolica.

La Chiesa Cattolica Romana controlla approssimativamente 60.350 tonnellate d’oro, due volte la dimensione delle riserve ufficiali totali di oro di tutto il mondo, o approssimativamente il 30,2% di tutto l’oro mai estratto/prodotto. A prezzi correnti, è possibile stimare il valore di tali beni che costituiscono il più grande tesoro della storia dell’umanità in oltre 1.245 miliardi di dollari statunitensi ($).


Ai nostri giorni, la Chiesa Cattolica Romana è tornata a numeri che l’hanno condotta nuovamente ad una posizione dominante nel settore dell’oro di cui non si era testimoni dalla caduta del Sacro Romano Impero (intorno al 1100), fase in cui controllava poco meno del 30% dell’oro complessivamente presente nel mondo.

Per la maggior parte dei trascorsi 1.000 anni, la Chiesa Cattolica ha assunto una posizione dominante che gli ha permesso di controllare i mercati dell’oro a livello mondiale, in relazione al fatto di aver posseduto oltre il 50% di tutto l’oro, ed in una posizione talmente dominante, a partire dal XIV secolo fino a  giungere al XVII secolo, da controllare oltre il 60% di tutto l’oro mai estratto.

Tale tesoro nella sua totalità è stato suddiviso tra numerose riserve dichiarate ed altrettanto numerose riserve non dichiarate. Soltanto il 20% delle riserve d’oro totali sono immagazzinate tramite ‘partiti terzi’ in riserve ufficiali, la maggiore riserva dichiarata è rappresentata dalla Federal Reserve Bank, seguita dalle riserve presenti in Italia, Svizzera, Germania e Francia.

Questo è il Tesoro che una volta ancora verrà utilizzato per riguadagnare il controllo del mondo servendosi del ‘mascheramento’ in base al quale ci si orienterebbe a salvare il mondo tramite la ‘moneta legale’ nel 2011/2012, a meno che persone di buona volontà non vengano risvegliate dall’incantesimo lanciato dai banchieri e dal loro oro.



(fonte: “Evil Symbols: Gold” – Traduzione: Heimskringla)

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